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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 14-06-2004, 21.46.24   #11
mark rutland
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Messaggi: 343
ehm...''.il tono di lettura della seguente battuta


'quanto è vero che la colpa sta sempre fuori di noi e non ci si può far nulla, vero?......'




è ironico, disse l'autore della commedia all'attore ''



...scusa, mancava la faccina con l'occhiolino alla fine della frase


Ciao di nuovo, Neman1
mark rutland is offline  
Vecchio 14-06-2004, 22.03.54   #12
neman1
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Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
Non l'avevo neanche notato...ero troppo concentrato sul "come", "in quale maniera" le persone riuscivano e riescono ancora a farmi sentire in colpa. Forse sono ancora labile in quel punto, con poche difese, nonostante i mile viaggi interiori ed altre tecniche esperimentate. Il massimo che sono riuscito a raggiungere cosi e' di rodermi meno per le colpe. Forse non ci potranno mai essere delle difese vere. Magari bisogna accetarle cosi come vengono: da dentro, fuori... Su quelle del passato, va be', ho le idee chiare e mi sono messo il cuore in pace cercando di aggiustare cio che posso. Ma mi turba ancora questo "indurmi" da fuori....sembra che non riesco a stabilire una giusta misura (giustizia, etica) emotiva...boh, non so'...intanto ritorno sul "campo di battaglia" a darle ed incassarle. Ciao

Ultima modifica di neman1 : 14-06-2004 alle ore 22.18.09.
neman1 is offline  
Vecchio 15-06-2004, 14.17.51   #13
sisrahtac
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Messaggi: 2,110
Citazione:
la colpa é un abile sentimento finalizzato alla fuga dal presente utilizzabile come leva per non cambiare o non agire .Ci si può sentire in colpa, ma dando la colpa al passato non si accetta la possibilità che il presente offre di mutare atteggiamento, modo di essere o di agire , cercare di emendare un danno arrecato o lavorare su se stessi, evitando con tale artificio psicologico il rischio della crescita.La follia dei 'avrei dovuto' si risolve in una paralisi.

La fuga dai cambiamenti, dalla autoresponsabilizzazione sono brutte bestie...cambiare non si vuole perchè costa molto mettersi in analisi e accettare di non voler cambiare costa ancora di più, perchè in tale riconoscimento c'è la consapevolezza delle proprie paure, della necessità di punti fermi, della propria fragilità

Il senso di colpa, specie se esibito, poi , è un ottimo attira attenzione;certo ci si perde di dignità personale, tuttavia si ha attenzione che in una logica narcisistica già qualcosa vuol dire.L'approvazione altrui di fronte al reo non solo confesso, ma profondamente pentito e maceratosi in un adeguato senso di colpa può essere molto appagante per il reo

Da bambini ci si sente spesso ripetere che se si espia una colpa poi si viene perdonati; come espiare moralmente se non con un adeguato senso di colpa che si cerca di proporzionare alla malefatta? basta essere dispiaciuti, tormentati e si otterrà prima o poi il perdono....no?una sorta di tana libera tutti(i guai commessi) di infantile memoria.... ci si balocca con questa convinzione infantile e ci si rifiuta di operare una acquisizione di una propria condotta matura responsabile e autonoma(elastica quanto si vuole, ma cmq propria )e quindi in altri termini si tratta di un effetto del rifiuto di accettazione del ruolo di adulto ....infantilismo ....non so come definirlo


Sei uno psicologo? Ho trovato molto profonda e precisa la tua analisi della copa, complimenti.

L'unico modo per farsi passare i sensi di colpa è dunque diventare responsabile (cosciente delle proprie responsabilità), senza attibuire al passato, ai genitori, a Dio, al Diavolo o a chicchessia, "colpe" proprie. Anche se io non sarei così inquisitore. Non esistono colpe, esistono solo situazioni spiacevoli che si sono venute a creare per tutta una serie di motivi;il termine "colpa" lo trovo angosciante!
Per un narcisista comunque uscire dalla propria visione distorta ed egocentrica della vita e di sè è abbastanza un passaggio drastico;ci vuole proprio un terremoto interiore per buttare giù tutte le bariere psicologice con cui si è circondato il proprio ego...

Ultima modifica di sisrahtac : 15-06-2004 alle ore 14.26.31.
sisrahtac is offline  
Vecchio 16-06-2004, 12.03.35   #14
mark rutland
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Messaggi: 343
:), ci si prova

X Catharsis

'Non esistono colpe, esistono solo situazioni spiacevoli che si sono venute a creare per tutta una serie di motivi;il termine "colpa" lo trovo angosciante!'


siamo esseri perfettibili,che fanno cose perfettibili.Certo questa non vuole suonare come una scusante per un liberalismo sciatto e uno scrollarsi di dosso eventuali insuccessi con un appagante''vabbè.....'', quanto più spronare ad una responsabilizzazione nelle azioni, con la consapevolezza che , se anche non sempre i migliori intenti trovano una realizazione esatta, ok,è preferibile non perder tempo nella colpa , ma adoperarsi nel fare quello che si può per mettere mano alquelo che non funziona e risolvere almeno nella misura in cui si può avere un campo di azione.


La colpa non serve a cambiare le cose o a farle magicamente mutare in meglio perchè è sinonimo di paralisi;l'azione invece è sempre foriera di qualche sviluppo.




X Neman1


'Ma mi turba ancora questo "indurmi" da fuori....sembra che non riesco a stabilire una giusta misura (giustizia, etica) emotiva...boh, non so'...

.....teoricamente tutti adoriamo esser autocentrati, avere cioè il controllo emozionale dentro di noi e non essere eterocentrati, cioè riporre negli altri la possibilità di pilotare le nostre emozioni o la nostra vita.In genere ci si eterocentra sia per impulsi culturali che educativo-pedagogico('ascolta i tuoi, ti vogliono bene e ti danno i giusti consigli', oppure'è una persona incosciente, fa solo di testa sua' al negativo) e di qui poi si passa ad applicare questa modalità di riferimento esterno un po' in tutto, sia essa scuola(il voto, il docete), affetti (chi si ama, chi si considera buon amico), lavoro (capo, colleghi, amici cui si riconosce un certo valore)ecc.

In parte ci sono problemi di nostra ricerca di approvazione dalle persone che noi stessi ammantiamo di facoltà giudicatrice della nostra persona, quando in realtà dovremmo avere la capacità di considerare i consigli altrui o le altrui ingerenze nella nostra vita per quello che sono, cioè opinioni personali ALTRUI, e non necessariamente nostre....rispettabili, sia chiaro, se finalizzate al nostro bene, ma non pedissequamente accettate senza un vaglio personale....per non parlare dei tentativi di manipolazione o di denigrazione.Ecco, in questi ultimi due (manipolazione o denigrazione)casi è necessario comprendere che tutto quello che ci viene da fuori è un TENTATIVO , una PROPOSTA di visione della nostra persona, cui si è però sempre liberi di non aderire; e se anche ci fosse un fondo di verità, vagliare la possibilità di ringraziare chi ci fa notare degli aspetti di personalità nostra da limare, ma non negare....lo so, facilius dictu quam factu(più facile a dirsi che a farsi)tuttavia già saperlo, cioè...almeno ci si riserva, volendolo, un margine decisionale .......
mark rutland is offline  
Vecchio 16-06-2004, 14.34.13   #15
neman1
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x Mark Rutland

Davvero, complimenti per la lucidita' del tuo pensiero. Anche a me mi interessa: sei psicologo? Come detto, non ho le idee abbastanza chiare a riguardo, tantomeno per formulare una domanda precisa. Vedo che dietro alle iniziative prese, sopratutto per il coinvolgimento con altre persone, avviene una specie di "abuso" dello scaricare la colpa (non neccessariamente verbalmente per intenderci) perche l'iniziativa fraintesa, pretenziosa, azzardata etc. Avviene alla fine questo gioco infantile del: chi ha cominciato per prima? Oppure: sei insensibile. Proprio perche lo vedo spesso (sottolineato lo spesso) come se fosse un gioco vizioso, non riesco ad individuare con precisione: quanto e quando uno si fa scudo con la propria sensibilita'. E li' allora ricominciano di nuovo i miei dubbi ed autocolpevolisazzioni. Non e' che mi mandano in tilt, mi aiutano a crescere, pero'...Spero di essere stato piu chiaro. Comunque, bravo Mark. Ciao
neman1 is offline  
Vecchio 16-06-2004, 16.12.40   #16
mark rutland
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detto così SEMBRA FACILE

1) 'sei insensibile'



mi pare un tentativo di manipolazione e colpevolizzante; in genere lo sono tutti i rimproveri, a meno che uno poi proprio non debba riconoscere delle incapacità di comprensione dell'altro, nel qual caso sarebbe anche, teoricamente corretto dire 'sei insensibile'....tuttavia se è veramente insensibile sarebbe come dire ad un ipovedente che non ci vede......un po' tautologico



cosa risponderei se mi venisse rivolto un rimporvero simile?passiamo ai fatti


mi faccio dare delle spiegazioni, cioè chiedo cosa significhi in quel frangente, chiedo cioè prove concrete di insensibilità.

caso a)Se ci sono manifeste prove di insensibilità commesse, ok, le riconosco(sarei ridicolo o prepotente altrimenti)

caso b) se non esce fuori un discorso logico....eh beh, mi saprebbe di manipolazione......rispondo con un

TU (e sottolineerei il TU con calma )sei convinta/o che io sia insensibile, ma non mi hai presentato motivi credibili a sufficienza per tale tesi',

quindi mi alzo(creo distanza ) e me ne vado dicendo

'ci si sente per riparlarne con calma'e me ne andrei senza cedere agli sberleffi altrui o recriminazioni

facendo così intendere che non solo non amo essere trattato così(cioè non amo essere manipolato), ma , seppure disposto al dialogo so che in quel momento è meglio lasciar perdere, perchè in una litigata , all'inizio o in mezzo che sia,tra orgoglio, voglia di vendetta ecc addio ragionamento



2)quanto al

'chi ha cominciato per prima?'

credo sia scorretto in ogni caso;si parla, si esprimono le proprie idee , i propri disagi,le proprie difficoltà e lo si può fare con molto tatto e rispetto altrui(forse questa è la mancanza ?scusa la domanda personale, ma a volte i modi contano più del contenuto), senza doversi necessariamente sentir poi rinfacciare la cosa come un elemento di colpa.
Pensiamo per esempio a questo sito;si riflette con calma, si esprimono opinioni personali rispettando quelle altrui anche opposte alla nostra, ci si confronta con garbo ed eleganza di modi....è forse un delitto farlo?
Se una persona si apre con un'altra credo che lo faccia cmq con familiarità e affetto di fondo....se poi in un rapporto a due uno dei due deve solo tacere e reprimere i propri disagi, difficoltà senza porre in discussione qualche aspetto dell'altro o senza accettare una eventuale messa in discussione da parte dell'altro ....ma che rapporto è?



vi ringrazio dei complimenti e ringrazio voi degli spunti di riflessione

alla prossima

Ciao

PS= si, lo so sembra facile a dirsi .............
mark rutland is offline  

 



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