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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 22-05-2004, 12.44.55   #11
bomber
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Messaggio originale inviato da dana
e' vero, ed è inevitabile, conviene prenderne atto.
Non siamo delle macchine, per fortuna.
e comunque, anche se la realtà dell'altro è diversa dalla nostra, le emozioni e i sentimenti possono essere simili, e quindi più facilmente riconoscibili.

ciao


ovviamente si ...ci sono dei sentimenti che non perdono mai la loo significativita ....
quello che volevo far presente e che spesso puo accadere che la CNV fatta da alcuni perda il valore che ha una pacca affettuosa su una spalla può avere significato a secondo di chi la fà se la persona è timida e chiusa sarà sicuramente un gesto molto sentito mentre per una persona molto più aperta potrebbe essere un semplice saluto ....
bomber is offline  
Vecchio 22-05-2004, 12.51.47   #12
bomber
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Messaggio originale inviato da nicola185
Mi diceva un amico, un fratello, un uomo, che oggi non c'è più: il linguaggio dei sentimenti è universale. e più passa il tempo e più me ne rendo conto. Grazie Roll



ha ragione eccome alcuni sentimenti ed espressioni li puoi trovare realmente in tutte le parti del mondo e su tutte le persone....
in modo particolare la gioia la tristezza la rabbia e la paura sono 4 sentimenti difficili da nasconodere e facili da interpretare anche se ovviamente alcune culture hanno una capacità di nascondere i sentimenti molto meglio che altre ....
bomber is offline  
Vecchio 22-05-2004, 22.06.44   #13
nevealsole
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Scusate, ho avuto un po’ di tempo solo oggi e quindi faccio un passo indietro e mi riferisco anche al primo post di Arsenio (risposte sulla comunicazione interpersonale) inserendo tutto qui.

A mio parere il comportamento degli altri ricavabile sia in un contesto di comunicazione non verbale sia verbale ci interessa in quanto interagisce con noi… Mi spiego: se vedo una bella donna per strada vestita in modo molto curato, etc. come è stato portato ad esempio in precedenza, posso pensare che ella sia molto sicura di sé o molto fragile… semplicemente però lei nella realtà sarà l’una cosa o l’altra, quindi il mio interesse nasce nel momento in cui mi devo/posso relazionare con lei e quindi arrivare a capire cosa realmente voleva esprimere con tale comunicazione non verbale. Se invece mi limito a guardarla e non entro in relazione con lei il ragionamento sulla comunicazione rimane un po’ fine a se stesso. Io credo che la comunicazione non verbale serva ad ognuno di noi per farci percepire in un dato modo dagli altri, quindi come ‘altri’ è utile se riusciamo a percepire quello che chi comunica ha voluto esprimere.
Faccio un’ulteriore domanda ad Arsenio, o a chi vorrà rispondere: ma di quale comunicazione dobbiamo fidarci, ammesso che sia un problema di fiducia, ho letto autori (in manualetti di scarso rilievo a dire il vero) che ritengono sia affidabile solo la C.N.V. perché meno controllabile da ognuno di noi. Alle volte però noto delle schematizzazioni dei gesti a mio avviso poco attendibili. Ritengo che anche i segnali non verbali siano di molto più facile lettura quando conosciamo bene una persona e, almeno in parte, il suo vissuto… altrimenti ho l’impressione che sia solo un tirare ad indovinare.

Ancora due precisazioni richieste ad Arsenio…

‘In qualche situazione si può metacomunicare verbalmente “a riflesso” anche sul non –verbale.’

Arsenio, mi spieghi meglio cosa intendi con questa frase?

‘Anche considerando due persone interagenti il comportamento reciproco è mediato dall’esperienza soggettiva (l’impressione”) che ciascuno ha dell’altro e non dalla persona “reale” che può rimanere una congettura.’

E’ possibile dominare l’impressione soggettiva, in modo da poter cogliere l’altro per quello che cerca di comunicare senza preconcetti?

Un’ultima domanda per tutti: conoscete qualche testo sul quale approfondire l’argomento comunicazione (verbale e non?)…

Grazie a tutti per il confronto, in particolare ad Arsenio per le risposte alle mie precedenti domande, devo dire ottimo psicologo oltre che poeta

Neve
nevealsole is offline  
Vecchio 23-05-2004, 02.36.55   #14
bomber
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Messaggio originale inviato da nevealsole
Scusate, ho avuto un po’ di tempo solo oggi e quindi faccio un passo indietro e mi riferisco anche al primo post di Arsenio (risposte sulla comunicazione interpersonale) inserendo tutto qui.

A mio parere il comportamento degli altri ricavabile sia in un contesto di comunicazione non verbale sia verbale ci interessa in quanto interagisce con noi… Mi spiego: se vedo una bella donna per strada vestita in modo molto curato, etc. come è stato portato ad esempio in precedenza, posso pensare che ella sia molto sicura di sé o molto fragile… semplicemente però lei nella realtà sarà l’una cosa o l’altra, quindi il mio interesse nasce nel momento in cui mi devo/posso relazionare con lei e quindi arrivare a capire cosa realmente voleva esprimere con tale comunicazione non verbale. Se invece mi limito a guardarla e non entro in relazione con lei il ragionamento sulla comunicazione rimane un po’ fine a se stesso. Io credo che la comunicazione non verbale serva ad ognuno di noi per farci percepire in un dato modo dagli altri, quindi come ‘altri’ è utile se riusciamo a percepire quello che chi comunica ha voluto esprimere.
Faccio un’ulteriore domanda ad Arsenio, o a chi vorrà rispondere: ma di quale comunicazione dobbiamo fidarci, ammesso che sia un problema di fiducia, ho letto autori (in manualetti di scarso rilievo a dire il vero) che ritengono sia affidabile solo la C.N.V. perché meno controllabile da ognuno di noi. Alle volte però noto delle schematizzazioni dei gesti a mio avviso poco attendibili. Ritengo che anche i segnali non verbali siano di molto più facile lettura quando conosciamo bene una persona e, almeno in parte, il suo vissuto… altrimenti ho l’impressione che sia solo un tirare ad indovinare.

Ancora due precisazioni richieste ad Arsenio…

‘In qualche situazione si può metacomunicare verbalmente “a riflesso” anche sul non –verbale.’

Arsenio, mi spieghi meglio cosa intendi con questa frase?

‘Anche considerando due persone interagenti il comportamento reciproco è mediato dall’esperienza soggettiva (l’impressione”) che ciascuno ha dell’altro e non dalla persona “reale” che può rimanere una congettura.’

E’ possibile dominare l’impressione soggettiva, in modo da poter cogliere l’altro per quello che cerca di comunicare senza preconcetti?

Un’ultima domanda per tutti: conoscete qualche testo sul quale approfondire l’argomento comunicazione (verbale e non?)…

Grazie a tutti per il confronto, in particolare ad Arsenio per le risposte alle mie precedenti domande, devo dire ottimo psicologo oltre che poeta

Neve


adesso non so se riusciro a soddisfare le tue richiesete ...
cmq prendiamo ad esempio il discorso con la bella donna che vediamo per strada ...
dunque vedi la tipa ben vestita che paseggia da sola per la citta
le considerazioni da fare sono tante per non dire infinite per cui potrebbe essere vestita cosi perche deve andare in un certo posto magari va ad un matrimonio o forse ad un colloquio di lavoro o forse va dal fidanzato ad un appuntamento al buio ecc..
sono infinite le considerazioni che puoi fare di lei che di per se non ti danno nessun infomazione di più di quella che potrebbe avere qualsiasi persona in questo stato si parla solo di fantasie pero se passiamo ad un livello piu profondo potremmo osservare se la persona ha un viso sereno o meno, indubbiamente se sereno difficilmente dovrebbe andare ad un colloquio di lavoro imprtante, osserviamo i dettagli, il colore del vestito se vediamo che ha un vestito di un certo tipo potremmo presumere se la donna in questione va o meno in un certo posto, magari il passo è veloce può indicare un ritarno se magari non ha condfidenza con il vestito probabilmente l'avvenimento futuro che capitera alla donna sarà qualcosa di estremamente particolare, e cosi via per cui una donna che passeggia vestita bene puo darci si tante informazioni ma non di certo informazioni dettagliate e precise questo dovrebbe essere ottenuto con una relazione con la persona ....

sicuramante il vantaggio che si puo ottenere nella CNV è riuscire ad ottenere dei rapporti con gli altri molto migliori .
o meglio mettiamo sempre la donna elegante che gira in centro citta se vogliamo ottenere una relazione di qualsiasi tipo conquesta, bisogna prima di tutto vedere se sia il caso di attacare discorso, un passo veloce o un movimento repentinodel viso di certo non ci suggerisce un nostro approccio positivo mentre se sempre lei avanza piano osservando ogni vetrina forse avremo + possibilità , nel momento poi di arrivare ad un approccio troviamo che la donna rimane con un espressione molto scociata forse megliotagliare corto e cosi via insomma di certo la CNV ha tante utilita ed apre la possibilita di ottenere rapporti più soddisfacenti con le persone ci permette anche di capire quello che stanno provando le persone ecc... dati insomma che possono di norma solo migliorare quello che e la nostra vita
bomber is offline  
Vecchio 25-05-2004, 12.11.40   #15
arsenio
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risposte a nevealsole

Risposte a nevealsole

La CNV è la componente relazionale – accanto a quella preposizionale – della comunicazione.
I segnali non verbali servono a generare e a sviluppare un’interazione con gli altri.
Possono favorire uno scambio di conoscenze fra estranei anche se ciò avviene in modo casuale.
La CNV sostiene e conferma una relazione,o segnala che qualcosa sta cambiando. Es. il “ti amo” acquista significato se accompagnato da espressione e voce.
Durante le psicoterapie si fa ricorso alla CNV osservando il paziente. Specie nel gruppo non direttivo si può rispecchiare verbalmente per averne conferma anche il tono di voce, la mimica facciale, ecc. che rivelano stati d’animo e sentimenti.
Ci si educa alla CNV ? Attori (recitata espressione di emozioni) e politici (per prevalente persuasione) lo fanno. In quanto a leggerla ho già affermato che è in qualche misura possibile purchè ci sia intenzionalità.

E’ un’arte e più che sull’indovinare si basa su un’intuitiva interpretazione, capacità che si potrebbe accrescere durante una permanente maturazione nell’arco di vita.

Come l’altro ci sperimenta realmente può non coincidere con ciò che pensiamo di essere per gli altri, vanificando così il nostro voler apparire migliori.
Così ignoriamo anche la conoscenza che le persone hanno di se stesse.
Gl’interlocutori sono “scatole nere” impenetrabili: L’Io conosce solo se stesso (solus ipse) e gli altri solo come contenuti della propria coscienza.

L’iniziale impressione soggettiva, non sempre attendibile anche per chi è molto abile, può essere confermata o disconfermata da ulteriori incontri.

Per te tralascio testi troppo divulgativi e ti consiglio Psicologia della comunicazione, a cura di L. Anolli, il Mulino ‘02

Grazie per gli apprezzamenti
Ciao

Ulisse

Nel mio navigare solitario
Per il multicolore mare
Dell’Immaginario
Se l’occasione ho d’incontrare
Una sognante naufraga,
quale emozione!
Se a me appagata
S’aggrappa

Arsenio

PS il Pc che uso non invia post a “riflessioni” e devo ricorrere a uno esterno con la precarietà e i tempi imprevisti che ciò comporta.
arsenio is offline  
Vecchio 29-05-2004, 15.58.12   #16
nevealsole
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Volevo ringraziare sia Lukra che Arsenio per i loro interventi che mi hanno aiutato ad approfondire l’argomento comunicazione e per i consigli di lettura davvero preziosi.
Grazie
Neve
nevealsole is offline  

 



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