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09-05-2004, 12.33.07 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Carissimo dawoR(k)
a volte dobbiamo affrontare anche la tentazione di sentirci in tentazione. Le tue banconote incollate erano molto probabilmente un dono del Cielo che ti veniva offerto. La vera tentazione è quella che avviene dentro di noi sul fare o non fare una azione che riteniamo sbagliata. Solo quando riusciamo ad avere il nostro cuore ricolmo d'amore siamo in grado di distinguere tra una tentazione ed un dono che ci viene fatto. Se togli due gocce di rugiada ad un colibrì gli stai togliendo la vita, se lo fai ad una sorgente non è la stessa cosa. Qualcuno potrebbe dire che la giustizia resta giustizia, che rubare è sempre rubare. Questo è vero e allo stesso tempo non è vero, come Gesù stesso ha detto che il Sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il Sabato. La ulteriore tentazione di giustificare tutto dicendo che è un mio diritto rubare non sarebbe neppure esatta. Non possono in alcun modo esistere regole categoriche ed assolute, ciò che non permette alcuna tollerenza conduce alla distruzione e alla morte. Io ho dieci euro, sembrano essere uguali a quelle che possiede Berlusconi. L'apparenza dice che la mia banconota è uguale a quella sua. Dal punto di vista oggettivo, neutrale è vero, ma nella sostanza non lo è. Il valore muta continuamente nelle mani di chi possiede quella banconota. Berlusconi è molto difficile che possa conoscere la tentazione di rubare dieci euro, più probalile che conosca quella di qualche milione o miliardo. Tutte le tentazioni sono brutte ma quando le incontriamo possiamo sostenere il nostro personale esame del livello raggiunto. La tentazione ci permette di esaminare il risultato di una nostra azione, e di decidere se attuarla o meno. Qualunque sia la nostra scelta ci porterà un risultato positivo o negativo che sia. Non dimentichiamo che anche Gesù fu tentato nel deserto. E se fu tentato vuol dire che avrebbe potuto anche non superare la prova. Questo vuol dire che ogni tentazione è una prova durissima. Anche la più banale può avere conseguenze straordinarie per la nostra vita, di grande ricchezza o di grande povertà. Ciao Mary |
10-05-2004, 10.28.08 | #9 |
autobannato per protesta
Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
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Tentazione o repressione
Una azione tentata ma non con compiuta potrebbe essere una semplice definizione.
10 o 100 euro non sono una gran tentazione per me (non cambierebbero la mia vita), ma l'avidità che ci sta dietro sorge ugualmente come la testa del mostro di Lochness dal lago in cui è sempre in agguato. Se a pagare la nostra fortuna è un poveretto lavoratore la scelta è facile, ma se ha pagare è una holding o una società per azioni con sede a Panama come la mettiamo? E se invece di 100 € sono 2 milioni o 100 milioni quanto vale un nostro si, onguno di noi ha il suo prezzo dicono... Se dici si guadagni un milardo, ma in Cina muore un mandarino, è la sceneggiatura di un musical degli anni 70. Però, però....quanti mandarini uccidiamo con le nostre scelte inconsapevoli? quanti si diciamo a poco prezzo? a quanto vendiamo la nostra anima ogni giorno? Ahi ahi mi sa che questo è un tastino dolentino! E quante tentazioni si trasformano in rimpianti, quante esperienze rifiutate in nome di una comoda morale? La cosa più difficile è non permettersi di dire "non sapevo" o "non volevo". Meglio forse non cedere alla peggiore delle tentazioni: essere se stessi! |
10-05-2004, 18.00.51 | #10 |
Ospite abituale
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Messaggi: 2,624
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visir
Sì, credo che il termine tentazione può essere esteso senza limiti, o quasi. Per esempio: quando mi ritrovo in una specie di limbo, anestetizzata, incapace di provare piacere o dolore. La tentazione di restarci è grande. Visto che ne conosciamo, almeno secondo il nostro personale punto di vista, l'esito in qualche modo ci troviamo davanti ad una azione già avvenuta. Ne conosciamo il percorso e ci viene offerto la possibilità di decidere. Solo allora vi è la tentazione. Distinguendo da quelle azioni di cui intravediamo la non bontà ma siamo del tutto incapaci di scegliere. A me è successo. Ero talmente dipendente e condizionata che..... non avevo scelta. dici: """Se a pagare la nostra fortuna è un poveretto lavoratore la scelta è facile, ma se ha pagare è una holding o una società per azioni con sede a Panama come la mettiamo?""" E' vero, ma in verità i soldi di quelle società non sono frutto di sudato e meritato lavoro, è stato tolto a chi sta morendo di fame. Ma anche a me o a te. I soldi non crescono sugli alberi: sono stati tolti dalle tasche degli altri. """"E quante tentazioni si trasformano in rimpianti, quante esperienze rifiutate in nome di una comoda morale?""" Allora in quel caso la tentazione non è stata una scelta. La scelta deve essere libera. Non per seguire una morale imposta dalla società o dal proprio ego. La tentazione produce i frutti positivi quando guardiamo profondamente e sinceramente e liberamente dentro noi stessi e facciamo una scelta. Qualunque essa sia. Se cogli un frutto che sai velenoso e poi stai male non puoi dare la colpa all'albero che lo ha prodotto! """Meglio forse non cedere alla peggiore delle tentazioni: essere se stessi!"""" questa è la più straordinaria delle tentazioni perché una volta scelto di essere te stesso tornare indietro è davvero molto difficile. Come un cieco che vede la luce, anche se richiude gli occhi non può dimenticare quel che ha visto. Mary |