ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
|
Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
10-05-2004, 23.55.05 | #12 |
Ospite
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 18
|
con le mie parole non volevo certo affermare di essere in posseso di chissà quale verità assoluta o forza suprema...
però credo sia fondamentale accettare e fare i conti con le nostre debolezze perché probabilmente ci condizionano molto più di quanto possa fare la società o una qualsiasi forza soprannaturale nella quale possiamo credere... sulla tua domanda poi bisognerebbe capire se il tuo discorso riguarda piò o meno da vicino la religione o se ti riferisci a quello che dicevi in precedenza su quanto ci viene inculcato nelle varie fasi della vita... |
11-05-2004, 00.28.38 | #13 | ||
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
|
Citazione:
direi che sono sen'altro d'accordo con te, e questo anche per un altro motivo, ossia, che sulla società non possiamo proprio, io credo, pretendere di avere potere, soprattutto se non riusciamo ad averne nemmeno su noi stessi! Citazione:
...no no, io non sono affatto religioso, e la questione non è da maneggiare come le statue che si portano in processione; molto semplicemente riguarda questa constatazione, che riguarda in generale, non solo il senso del dovere, ma anche tutti i nostri atteggiamenti verso tutto quanto ci si presenta nel corso della vita; in altre parole ho potuto constatare su di me quanto, gli atteggiamenti che scattano automaticamente, mi condizionino di fatto. Ora uso il termine "condizionamento" perchè sono diventato consapevole di questi processi, ma prima c'erano tanto uguale e non erano condizionamenti, perchè non me ne accorgevo. ma bisogna chiarire cos'è un atteggiamento. esempio: passeggiando per la città mi trovo momentaneamente fermo al semaforo rosso, davanti alle strisce pedonali. mi giro e alle mie spalle noto un tipo di colore che sta mettendo il casco e nel mentre mi guarda ---> in me scatta automaticamente una reazione emotiva; poi mi volto verso il semaforo che nel frattempo è diventato verde e attraverso la strada. attraversando la strada però analizzo questo mio sentimento automaticamente scattato, che è parte dell'atteggiamento complessivo, che è però composto anche da razionalità (atteggiamento = modo di intendere cognitivamente ed emotivamente un oggetto di atteggiamento da parte di un soggetto).... e mi riscopro razzista nell'anima! infatti la comunicazione emersa dal mio atteggiamento, in sunto, in soldoni, è traducibile con: "O! abbassa lo sguardo finchè sei a casa mia!!" ed è scattato automaticamente capisci? e capisci che ogni parte della realtà che incontriamo viene dalla nostra mente elaborata in questo modo? (non in modo razzista, ma in modo automatico) perchè ogni cosa è oggetto di atteggiamento. e l'atteggiamento è vincolante! in questo senso: se quella persona di cui sopra mi si fosse avvicinata e avesse iniziato una qualsiasi forma di relazione con me, capisci che tutta la relazione avrebbe risentito del mio atteggiamento verso di lui. e con questo cosa voglio dire? semplicemente che non è un processo intenzionale. ma che condiziona totalmente la tua percezione e il tuo modo di rapportarti alla vita. e l'atteggiamento da dove nasce...? dalle diverse influenze ambientali che incontri. => queste influenzano il mio modo di vedere la vita. (forse gli psicologi hanno già risposto a questa mia domanda, domani provo a fare una ricerca e vi faccio sapere) ciao |
||
12-05-2004, 17.14.39 | #14 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2003
Messaggi: 672
|
Sono al lavoro e per l'ennesima volta bussa alla porta il ragazzo extracomunitario col carrellino pieno di gadget da vendere. Come le volte precedenti gli dico che sto lavorando e non posso fermarmi con lui, ma lui come sempre insiste e mi chiede aiuto, insiste e mi dice che ha fame, insiste e mi guarda disperato. Le altre volte gli ho fatto una piccola offerta, giusto per un panino e una birra, ma questa volta il capo mi chiama dal suo ufficio. Insistentemente mi chiama alzando sempre di più la voce, insistentemente mi chiede perchè non arrivo... chiedo al ragazzo di andarsene anche perchè ho solamente 50euro nel portafoglio e non sono per lui, mi dispiace anche io devo fare la spesa e non posso certo lasciargli 50euro. Lui non se ne va e mi supplica di aiutarlo. Devo andare dal capo o questo si alza, vede il ragazzo e lo sbatte fuori in malo modo. Io non voglio, devo andare. Riesco a farlo uscire pregandolo di andarsene. Lui rimane davanti alla finestra dell'ufficio del capo continuando con le sue suppliche. Il capo si tocca le tasche. Non ha spiccioli neanche lui, si volta verso la finestra, chiude il vetro dicendo "hai ragione mi dispiace". Il ragazzo se ne va seguito dal suo carrellino.
|
12-05-2004, 17.37.51 | #15 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
|
Citazione:
nel senso che glielo avete strappato di dosso e tirato dietro? a parte gli scherzi, tu non sei razzista. Io nella stessa situazione gli avrei appiccato fuoco... al capo ovviamente, dopodichè avrei aperto la cassaforte ed estratto quattro lingotti d'oro. Avrei dato uno spicciolo al ragazzo e avrei preso l'aereo per le bahamas. no dai a parte gli scherzi sul serio. Tu (beh, intanto di sicuro tu non sei razzista) mi riporti questo fatto in cui pur di non cacciare in malo modo quel ragazzo saresti stata disposta a farti rimproverare dal tuo capo; Forse (sto cercando di riformulare quello che ho capito del tuo discorso) perchè cacciandolo ti saresti sentita in colpa? E per non sentirti in colpa hai rischiato di autoprovocare un danno nella tua vita lavorativa? se sono riuscito ad afferare qualcosa conferma, oppure riformula! ciao! |
|
12-05-2004, 17.51.39 | #16 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2003
Messaggi: 672
|
Mi sento comunque in colpa. Per un doppio senso del dovere (dovere di aiutare una persona bisognosa, dovere di lavorare perchè per questo sono pagata) alla fine ho comunque privilegiato i miei interessi e ignorato un disperato. Non ho seguito il mio cuore ma la mia momentanea convenienza. Ho tradito me stessa, come poi sono solita fare in molte altre occasioni. Voglio cambiare capisci? Partendo da me prima di criticare gli altri. Ma sembra maledettamente difficile....
|
12-05-2004, 19.36.08 | #17 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
|
Citazione:
non mi sembra una "momentanea" convenienza, ci sono dei compromessi che non possono non essere accettati (lavoro-sopravvivenza vs interessi personali e passioni, spesso), e il senso del dovere verso il lavoro è speculare al senso del dovere verso la propria sopravvivenza... ecco, io credo che tu non ti sia tradita, in questo senso: hai onorato dei doveri fondamentali. Il cuore è più "facile" da seguire quando sei libera dalle catene che legano i tuoi passi. Riguardo alla carità, anch'io spesso passo oltre a una mano tesa, o perchè proprio non ho soldi o perchè ho già dato o perchè non mi sta simpatico quello che la tende; a volte mi sento in colpa (per un minuto) a volt mi sento gratificato dall'aver dato, altre volte mi sento un cogli... perchè quello che prima pareva disperato appena ricevuto il denaro trasforma i suoi lineamenti in un'espressione di assoluto benessere e indifferenza. ad ogni modo spesso ricorro alla frase magica "non posso fare tutto io", così mi sollevo dalle mie responsabilità. (su questo tema si potrebbe aprire un altra discussione) |
|