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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
24-04-2004, 20.02.28 | #32 |
al di là della Porta
Data registrazione: 15-02-2004
Messaggi: 0
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: tutto quanto scritto non rappresenta (credo... spero!!) la mia situazione psicologica, ma una situazione psicologica che, mi sembra, sia abbastanza realistica e permetta di dare un senso alla mia proposta e a quella di Artista.
volendo si può proseguire [/b][/quote] Sai cosa ti chiederebbe uno psicanalista? (ne so qualcosa sai come paziente si intende) Perchè questa precisazione? E comunque leggendo quanto hai scritto mi sono detto anch'io con una leggera ombra di dubbio che quella non era la mia condizione psicologica. E poi automaticamente mi son posto la domanda che ti ho fatto. Ma vedo che te la sei fatta anche tu (credo... spero!!!). |
24-04-2004, 20.38.48 | #34 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
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la condizione di x mi fa paura, mi rassicuro dicendomi che non sono x
ma questo non significa che sia x, al massimo significa che c'è qualcosa di x che tocca qualche mio lato psichico fragile, che attiva qualche mia ansia, da cui ho bisogno di difendermi. |
25-04-2004, 02.43.14 | #35 |
al di là della Porta
Data registrazione: 15-02-2004
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Vedi, senza entrare nei dettagli, io credo che in ogni essere umano vi sia contenuto tutto. Certe voci le mettiamo a tacere, certe altre le facciamo parlare. Io posso, usando un esempio estremo, desiderare la morte di qualcuno, in particolare se questo qualcuno richiama in me MIE sensazioni (che erroneamente attribuisco solo a lui) che mi fanno paura, rabbia, semplicemente per il fatto che sono ancora miei fantasmi interiori, ai quali non ho ancora dato un volto UMANO. Posso reprimere questo desiserio fino alla fine dei miei giorni, posso riempire quello scompenso emotivo dedicandomi a fare del bene agli altri, avendo uno o più Hobbie e via dicendo. Ma sarò sempre a rischio perchè nel momento in cui, un evento, una persona fa riaffiorare questi fantasmi nascosti dietro all'hobbie o al bene dell'esempio, il mio equilibrio psichico verrà automaticamente incrinato. Se io invece, consapevole dei miei fantasmi, li accetto, ne parlo, esprimo anche che dentro di me c'è anche un lato oscuro, e soprattutto riesco razionalmente e sopraattutto emotivamente a comprenderne la sua presenza, allora sarò più libero, e meno spaventato. Sarò più libero di scegliere. Quindi concludendo secondo me non significa che tu sia solo x, ma sei anche tutto il resto.y z k h j e via dicendo.
Ultima modifica di nicola185 : 25-04-2004 alle ore 02.45.26. |
25-04-2004, 11.43.33 | #36 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
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Citazione:
mmm...tu credi che comprendendo razionalmente ed emotivamente (cosa vuol dire comprendere emotivamente la sua presenza?) la presenza di qualche nostro problema, questo è già sostanzialmente superato... quindi il tuo è un invito alla consapevolezza dei problemi come via per esserne meno schiavi... il che è condivisibile perchè non è possibile difendersi da ciò che non si conosce, ma dall'altra non è affatto detto, io credo, che la consapevolezza di un problema ci liberi da esso. Serve invece una soluzione. e le soluzioni psicologiche sono sempre estremamente complesse (quando ci sono). e nel dire questo ti riferisci al meccanismo proiettivo: attribuire ad un altro delle proprie caratteristiche che si ritengono inconsciamente inaccettabili. che è un meccanismo che limita anche notevolmente la "purezza" della relazione con l'altro. e in effetti, per sentito dire, so che per uno psicoterapeuta è necessario lavorare su di se, conoscere i propri lati inacettati, proprio per evitarne la proiezione con una limitazione della conoscenza dell'altro: come dire: so che tendo a fare x, quindi tenendolo presente disattivo x , evito di farlo e riesco a vedere oltre, la realtà per come più realmente è. questo processo deve essere in qualche modo vero, ma dev'essere accompagnato da qualcos'altro, io credo, perchè di per sè, da solo, non credo funzioni più di tanto! o no? |
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25-04-2004, 12.37.32 | #37 | |
al di là della Porta
Data registrazione: 15-02-2004
Messaggi: 0
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Citazione:
Si non ci liberiamo del tutto da esso, infatti ti dicevo che saremo più liberi di scegliere, e non assolutamente liberi di scegliere. Ti porto un altro esempio più specifico. Prendi il caso di un adulto che ha dei problemi nel relazionarsi con l'altro sesso, per il fatto che in tenerissima età ha subito delle violenze o delle attenzioni particolari. I bimbi che subiscono questi shock hanno assolutamente bisogno, per non cadere nell'oblio dell'annullamento psicologico, ossia in quella sensazione di disgregazione completa, hanno bisogno di richiamare continuamente quel terrore vissuto attraverso dei meccanismi inconsci che permettano loro di sopravvivere a quel senso di nulla assoluto. Può succedere allora che questo avvenga attraverso dei sogni terrorizzanti, dove il loro persecutore prenda le sembianze, che so, di un lupo. Poi il bimbo cresce e da adolescente si rende conto di essere diverso dai suoi coetanei, perchè ha paura delle ragazzine, o perchè guarda i bambini con un altro occhio e non comprende il perchè. A questo punto, se dotato di una grande forza di volontà, se predisposto geneticamente in un certo modo, se educato dalla sua famiglia a certi valori, se sostenuto dalla presenza di un amico che gli voglia realmente bene, allora, forse, riuscirà a compensare provvisoriamente queste sensazioni che lo disturbano, attraverso la dedizione magari fanatica allo studio, o ad un lavoro, allo sport, magari diventa il miglior ciclista di sempre (povero Marco) e via dicendo. Poi però, la vita impietosa, pone qualche ostacolo, muore l'amico per esempio, oppure il sogno per il quale si ha tanto studiato lavorato e preparato, non si realizza perchè è stato dato il posto ad un altro magari incapace ma raccomandato, e allora improvvisamente esplode quell'odio incamerato il giorno della violenza subita e si decide che è ora che il mondo paghi il conto. Chi è il mondo a questo punto se non se stessi? Il meccanismo proiettivo entra in gioco. Posso scaricare la mia rabbia contro il mondo esterno, decidendo di diventare un serial killer, o un pedofilo, e chi più ne ha più ne metta, oppure contro me stesso magari autodistruggendomi con eroina cocaina alcol sostanze psicotrope in genere. Ora, continuando con questo lungo esempio, succede un altro evento che fa si che l'individuo in questione cominci a prendere coscienza dell'abisso nel quale si è cacciato. Cominci a rendersi conto che la vita, se lui lo vuole, può riservargli qualcosa di meglio. Decide di chiedere aiuto. O si trova obbligato a farlo. Si rivolge ad una struttura, ad una comunità e poi nel contempo si fa seguire da una psichiatra. Incomincia un percorso il percorso interiore che lo riporta razionalmente ed emotivamente a quel maledetto giorno della violenza subita. Inizia ad elaborare quella sofferenza terribile in modo sano. Insieme ad un terapeuta che, a seconda dei momenti, ti fa da madre, da fratello, da migliore amico, da estraneo, e anche da persecutore. La persona in questione finalmente può scaricare la sua sofferenza e rabbia in un contesto protetto, urla piange, attraversa il deserto, si aggrappa a tutto per non essere spazzato via dal suo uragano interiore. Ma non si arrende. Cazzo vuole vivere. E ce la fa. Finalmente comprende chi è che gli ha fatto del male. Lo vede lo ricorda e la vita gli concede la più grande delle prove che si possono concedere ad un uomo: quella di si odiarlo prima, ma poi perdonarlo. E solo quando questya persona avrà perdonato l'assassino dei suoi sogni, solo allora avrà perdonato se stesso. E sarà più libero. Potrà capitarli ancora di rivivere quel dolore ma sa perchè avviene. Nicola |
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25-04-2004, 16.10.20 | #38 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-05-2003
Messaggi: 91
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Sono di fretta e non ho analizzato bene il tutto però penso che credere ad una "autorità interiore" anzichè ad una "esteriore" possa risolvere vari problemi.
Forse non sono stato chiaro, eventualmente ritornerò sl tema. Ciao Artista Citazione:
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