dire la mia esperienza senza entrare nel merito dei "perchè" o per come", non mi sono mai posta queste domande, vivo le mie amicizie con serenità.
Si racconta spesso la storiella che gli amici sono come gli ombrelli, quando servono non li trovi mai. Bè forse un fondo di verità c'è quindi la selezione avviene naturalmente.
Prima di reputare una persona amica credo proprio debbano passare anni di conoscenza e di esperienze comuni, e non, da condividere. Se nell'innamoramento è plausibile il colpo di fulmine non lo credo nel rapporto di amicizia, questo cresce in rapporto alla fiducia riposta, l'innamoramento è "affidare incondizionatamente" il nostro cuore e non sempre è un successo.
Ho anche amicizie maschili e mi ci trovo benissimo, meglio che con quelle femminili spesso nascondono gelosie o invidie, (spesso NON SEMPRE; la mia migliore amica è una donna) in un'amicizia maschile, invece ho notato ammirazione e stima, sappiamo entrambi di poter contare l'uno sull'altra incondizionatamente, ma non ci siamo ancora messi alla prova, chissà come reagiremo in una possibile richiesta di aiuto...al momento ci limitiamo a parlare, a condividere momenti allegri in compagnia, scambi di opinioni sul proprio lavoro e sulla propria famiglia, qualcosa simile all'intimità dei nostri pensieri.
E poi, scusate, anche fosse che si chieda un aiuto ad un amico e lui non è disponibile perchè ha problemi più gravi dei nostri...e che è.... non è più un amico? Mi è capitato di sentire qualcuno che diceva: "ah, quello/a appena hai bisogno si dilegua! Bell'amico/a! Ma ti sei forse fermato a chiederti se, magari, in quel momento non poteva ascoltarti?
E poi...
, ma un'amico dev'essere per forza un contenitore del nostro potenziale vomito?
Le più belle amicizie son state proprio quelle che mi hanno fatto ridere di più soprattutto nei momenti di infinita tristezza e, forse, non se ne sono nemmeno accorti.
ciao Millo!