Bhè, hai posto una bella domanda.
Come si fa a perdonare?
Sò per certo che l'amore riesce a perdonare. Mi spiego meglio. Se a farci un torto, a ferirci, a deluderci, a tradirci è una persona che amiamo (o per la quale proviamo un grande affetto) riusciamo a perdonarla. Ma il perdono è conseguenza non solo dell'affetto che proviamo verso questa persona ma, soprattutto, da un sincero pentimento di questa persona. Tutti possiamo sbagliare ma solo una persona forte riesce ad ammettere i suoi errori (qualunque essi siano) e solo una persona umile riesce a chiedere scusa, un perdono (con sincerità, xchè c'è anche l'ipocrita che finge per un tornaconto personale); dimostrare che "ammetto di aver sbagliato, sò crescere e imparare dai miei errori, chiedo scusa....... (...)"
E voler bene porta a "sacrificarsi" verso coloro che sono attenzione del nostro affetto in modo da non pretendere qualcosa in cambio, da non rinfacciare ciò che si è fatto per loro, viene naturale.
Io penso che tu abbia agito in questo modo verso la tua amica, eppure suppongo che lei non ti abbia dimostrato riconoscenza, sicuramente ti ha "usata come sacco da box", ovvero come qualcuno verso il quale inveire non per cattiveria ma per sfogare la rabbia che aveva verso se stessa, e + tu le stavi vicina e + lei si sentiva non meritevole di tanto affetto e tanta attenzione e ti trattava male, quasi con disprezzo, per aumentare il male da fare a se stessa attraverso, appunto, di te ( e di altri). Io penso che tu abbia sofferto non poco e abbaia pensato (incosciamente) ad un certo punto di meritare, quasi di pretendere, un riconoscimento per tutto quello che hai fatto per lei, per una persona che una volta uscita dal tunnel dell'anoressia non ha saputo nemmeno (ed era il minimo) ammettere i suoi errori, guardare senza paraocchi una realtà vera che non fosse da contorcere e da modificare a suo favore e a discapito degli altri, chiedere scusa per tutte le sue reazioni, analizzare e spiegare cosa l'aveva portata a reagire così, a fare determinate cose, a dire determinate cose, e quindi a tenderti una mano a mo di ringraziamento.
Ma forse lei avrà pensato, una volta uscita da quel tunnel, "io ce l'ho fatta, ci sono riuscita, ne sono uscita fuori e sono migliore di molte altre persone" senza, forse, rendersi conto che da sola, se fosse stata veramente da sola, non ce l'avrebbe fatta.
Mi sbaglio forse?
La tua difficoltà nel riuscire a perdonarla non stà nel fatto che le hai voluto davvero bene quanto nel fatto che ti sei vista voltare le spalle, sminuire da lei una volta che era riuscita a superare questo suo problema, questa sua condizione.
Non pretendevi nulla, ma un grazie almeno, un rafforzamento del vostro rapporto per te sarebbe stato certamente + appagante, + gratificante di qualsiasi cosa al mondo, soprattutto xchè come lei anche tu saresti riuscita vincitrice. La battaglia era sua, ma era anche tua, perchè tu te ne sentivi coinvolta, da starci dentro.
Come si fa a perdonare? Bhè, si può perdonare, ma prima qualcuno dovrebbe chiedere perdono per qualcosa. Evidentemente lei non crede di aver sbagliato nei tuoi confronti e quindi non ritiene di doverti chiedere scusa.
E in più, direi, forse ti vede come un pezzo di un suo passato, di quel passato chiuso nella sfera dell'anoressia che vuole dimenticare, lasciare in un angolo, qualcosa di cui potersi vergognare invece di usarlo come un'arma x andare incontro alla vita e agli altri.
Eppure, è una persona migliore, addirittura di te.
Eppure, è una persona + forte, addirittura di te.
Ma più di tanto non mi posso permettere di supporre, di intuire, anche perchè ciò che realmente è stato lo sai solo tu.
Sei invidiosa di lei xchè lei ce l'ha fatta ad alzarsi su un piedistallo anche se non da sola, mentre tu che da sola ti sei trovata a combattere diverse battaglie non ti senti al suo stesso livello.
Magari se guardi meglio potresti ritrovarti + in alto di lei.
Tu hai lavorato dietro le quinte di un palcoscenico, di uno spettacolo di cui lei era l'attrice principale, le invidi gli applausi, gli onori, i fiori, il camerino privato. Ma quell'attrice senza la truccatrice, senza l'elettricista, senza il gobbo, senza la costumista, senza il regista, cosa sarebbe???
Ognuno di noi ha il compito che si sceglie in un teatro, quel che + gli si confà o gli piace (non sempre si fa il sarto x "esigenza") l'importante e imparare a farlo in modo tale che alla fine dello spettacolo il regista si inchini dinanzi ad ogni collaboratore ringraziandolo di dover il successo del suo spettacolo a tutti, nessuno escluso, xchè solo il massimo del contributo di ognuno ha permesso tale successo. L'applauso del pubblico ingrazia l'egocentrismo dell'attore (ma rende giustizia anche a chi lavora dietro le quinte), il ringraziamento dell'attore stesso rende austero il sarto chino sul vestito; ma l'inchino del regista appaga pienamente l'autostima, rigoglisce l'orgoglio, abbevera l'amor proprio di ogni persona che in quello spettacolo ha lavorato.
In finale, qualunque cosa sia accaduta, qualunque cosa hai fatto col cuore, già il semplice fatto che lei ne è uscita fuori dovrebbe renderti fiera sì di lei ma soprattutto di te stessa, xchè non è da tutti, xchè non è facile.
Se è una persona intelligente, che ti vuol comunque bene (foss'anche a modo suo), appena ne hai occasione, parlale, affronta con lei l'argomento. A parte l'invidia e un pò di rabbia che ora puoi provare, parlarvi, spianare le ferite di allora e cercare di costruire qualcosa di buono, di positivo e di nuovo potrebbe venire solo a vostro vantaggio.