ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
|
Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
28-10-2003, 21.36.08 | #16 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
|
Cara Paola
comprendiamo il dolore, l'angoscia, la paura, le delusioni degli altri solo quando li comprendiamo in noi stessi. Dopo, capire gli altri, diventare empatici è quasi una naturale conseguenza. Se noi stessi non accettiamo e comprendiamo e viviamo e trasformiamo ogni nostra negatività in positività come possiamo farlo verso gli altri?! E' un duro lavoro, ma ho imparato che sono più le resistenze che incontriamo in noi stessi ai cambiamenti, piuttosto che una vera difficoltà a cambiare. Ciao Mary |
28-10-2003, 22.30.02 | #17 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-09-2003
Messaggi: 299
|
...quando impariamo a non resistere a noi stessi...è bello...ci apriamo agli altri e con gioia condividiamo questa bella sensazione e certezza...dando molto di noi stessi!
Ma come dice Mary, dobbiamo avere affinato la nostra sensibilità con la sofferenza...purtroppo è così. Il dolore fa molta paura agli altri, lo so per esperienza. Quando piangevo in ogni luogo in cui mi trovavo, nessuno si avvicinava a me...io lo avrei fatto per chiunque...ma poi ho capito...tutti abbiamo paura del dolore degli altri. Se superiamo tutto questo, sulla nostra pelle, naturalmente, allora ci "doniamo" con grande gioia agli altri, senza pretendere niente in cambio. Ed è bello tutto questo. |
29-10-2003, 22.39.14 | #18 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
|
Carissima Vi@nne
un tempo anch'io ero incapace di avvicinarmi a qualcuno in lacrime. Io stessa ero incapace di piangere in pubblico. Come facevo a consolare qualcuno se non ero capace di consolare me stessa?! Non puoi usare frasi fatte, frasi di circostanza, è sciocco e inutile. Anche se io non ero capace di fare nemmeno questo. Solo quando sono riuscita a trovare consolazione per me stessa, solo allora, pian piano, ho messo una mano sulla spalla di chi era in lacrime. Ho trovato poche, piccole parole per consolarla. Le stesse parole che avrei detto a me stessa. Comprendendo anche il limite di quelle parole. Certo, non son un gran chè a consolare, ma quel poco lo faccio con tutta la capacità di me stessa in quel momento. A volte una goccia d'acqua ad un assetato fa più bene di una cisterna di là da venire. Ciao Mary |
29-10-2003, 23.42.14 | #19 |
Vivi!
Data registrazione: 28-10-2003
Messaggi: 1,159
|
Nel momento in cui ci avviciniamo alla conoscenza di noi stessi e di ciò che siamo in grado di fare ,nel bene e nel male ,allora saremo più vicini a comprendere l'altro ,ad ascoltare le sue emozioni e ad aiutarlo.
L'ignoranza è madre dell'indifferenza ed è improduttiva. La conoscenza avvicina l'essere. Il problema è avvicinare alla conoscenza una persona convinta di possedere la verità o di fare la cosa giusta (l'ignorante) ,senza un confronto. Cosa estremamente difficile! Parecchie persone non danno giusta importanza al dialogo. SIAMO TUTTI DIVERSI , CI SARà UN MOTIVO?!?!...non vogliono comprendere ,preferiscono rimanere nel loro misero modo di essere ,in una realtà completamente distorta ,in cui credono di vivere la vita nel modo migliore ,soltanto perchè AGGIUSTARE CERTE COSE RICHIEDE PIù DELLA DURATA DI UNA VITA e sembra loro inconveniente!!! |
31-10-2003, 20.30.51 | #20 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
|
Sì, è vero, la gente ha paura del dolore altrui come di un abisso che la possa inghiottire...
Eppure, chi riesce ad accostarsi al dolore altrui senza questo genere di timore riesce a cogliere spesso quello che di unico e di inimitabile ha quella persona, oltre e al di là delle maschere che la quotidianità le impone di indossare. Stare accanto a una persona che soffre ci insegna a cogliere tanti piccoli impercettibili segnali che poi affinano la nostra capacità di essere attenti, ed empatici. Insomma, è un dono che facciamo non solo a lei, ma anche a noi stessi., perchè la capacità di prestare cura, ascolto e sollecitudine agli altri è anche una maniera per entrare in contatto con la nostra parte più indifesa, vulnerabile, e spesso negata, o rimossa. |