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15-08-2014, 11.06.22 | #12 |
Nuovo ospite
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Riferimento: Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono
Quello che dice la legge non sempre è in linea con un senso di umanità e realtà, non va a coprire tutti gli aspetti. Per un anno ho rilevato il Q.I. di bambini per la richiesta del sostegno scolastico e le aree di intelligenza sono 10 e di cui solo la metà sono puramente riferite a processi cognitivi logici. Esiste anche un bel lavoro sui diversi modi di essere intelligente di Howard Gardner (se scrivi in google trovi informazioni).
Soffrire per un figlio magari ceco? Omettere di dire che si spacca il cuore? Qui il vero problema non è che il figlio sia ceco ma il problema è che alla madre gli si spacca il cuore perché il figlio è ceco e il figlio questo lo saprà anche se ceco e la madre non ha il coraggio di dirlo apertamente. Sarebbe buona cosa che la madre innanzitutto fosse sincera con se stessa ed ammettesse questa difficoltà di accettazione così da poterla elaborare e superare. Hai letto lo spunto di riflessione nel post precedente sul fatto che i bambini siano in grado di accorgersi delle bugie/omissioni? In sostanza qui emerge che la madre non accetta che il figlio sia ceco e in pratica non accetta il figlio per quello che è, altrimenti sarebbe solo contenta di averlo e scoprirebbe che esistono corsi di pittura per ciechi basati sull'assemblamento sulla tela di diversi materiali in rilievo e ce lo porterebbe. Non ci sarebbe quindi nulla da nascondere. Ciò che succede qui è proprio che la madre vorrebbe nascondere un dolore di non accettazione che comunque verrà percepito. Questo comportamento penalizza entrambi i figli: quello che viene considerato meno dotato perché viene condannato e non sostenuto realmente nelle sue potenzialità e quello invece più dotato che viene caricato di aspettative e responsabilità, questo disequilibrio porta inevitabilmente a una serie di complicazioni all'interno del nucleo familiare. Ripeto: inutile omettere, rileggi lo spunto di riflessione, qui sarebbe il caso di aiutare la madre ad essere felice, così lo sarebbe anche il figlio. Inoltre esiste addirittura il baseball e tante altre cose per i non vedenti, si può lavorare e avere una vita normale, addirittura più normale anche di chi ci vede. Se non ti è chiaro questo ecco perché non riesci a vedere la bugia e cogliere la differenza fra disabili e diversamente abili: il primo è una condanna ed è per questo che addirittura la legge ora vieta l'uso del termine, il secondo è apprezzarne le potenzialità accettando le differenze, ed è questo ciò che c'è di più reale e veritiero. Dire la verità permette sempre di affrontare le cose, qualunque esse siano, innanzitutto dire la verità a se stessi. Se tu non te la senti di affrontare certe verità puoi almeno riflettere sulle conseguenze: vedi le domande finali del post precedente. A ognuno le proprie riflessioni e le conseguenze delle proprie scelte. Se per esempio si omette un dolore come quello citato si avrà probabilmente un figlio rancoroso senza capirne apparentemente il motivo... un motivo che però ora io ti sto cercando di far vedere, anche il vedere o non vedere certe cose è una scelta. L'esempio che io ho proposto di Daniela è proprio su come tutte le bugie ed omissioni abbiano portato al disequilibrio familiare con pesanti conseguenze e vuole essere un invito a continuare nella riflessione. |
15-08-2014, 13.46.56 | #13 | ||
Nuovo ospite
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Riferimento: Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono
Citazione:
E pardon...che c'azzecca? Le Leggi che istituiscono programmi differenziati e sostegno basandosi sul QI e sui deficit cognitivi SONO O NON SONO infinitamente più funzionali al benessere e all'evoluzione di chi per te è "diversamente abile" e per me e per la Medicina, è invece "impossiblitato a comprendere un'equazione elementare o Ungaretti, e buon per lui se non si fanno maschere sul punto!" ? Concordo in modo totale con il concetto delle ipocrisie linguistiche sottolienato da Laryn, e concordo soprattutto sul fatto che siano quelle ad acuire e rendere ancor più dolorose le differenze (che ci sono) , per chi è "diverso" . Citazione:
Mi tornerebbe solo il "che c'azzecca", mentre non trovo la risposta alla domanda che ti ho posto. Andiamo con ordine, eh? Quando ti nasce un figlio che NON è sano....SOFFRI DA MORIRE, chiunque tu sia. E su questo non ci sono "se e ma". E' così. SOFFRI DA MORIRE PER TUTTO E TUTTI , e non sarebbe neanche possibile distinguere nell'immediato quanta sia la sofferenza egoistica e quanta quella per il bimbo... E' sicuro solo che si soffre da morire. Questa sofferenza può (puo?) essere elaborata e risolta, ma ...proprio perchè siamo tutti diversi...c'è chi (ad esempio con il sostegno della Fede) la elabora in tempi brevi e c'è chi (seppur con il sostegno della Fede o dello psicologo , non ci riuscirà mai) . Io sarei sicuramente nella seconda categoria, ad esempio, e non riuscirei MAI a raccontarmi la (bellissima) favola che MIO FIGLIO (diversamente abile) avrà LUI , PER SE STESSO, NON PER ME, gli stessi benefits che hanno i suoi coetanei ...sani, belli, e a cui la vita ha sorriso e sorride.... Ma prendiamo i casi migliori di me, di coloro che riescono ad elaborare e superare. Ammetterai che per questo possono occorrere anche anni (o vedi la madre come colei che non ha diritto a viversi e creparsi il suo essere "diversa ed unica" come tutti gli altri, sino al punto che ....è solo "colpevole" - di non si sa cosa - se ...vedendo il figlio cieco non giosce all'istante????) E allora la domanda sulla "sincerità" era e resta : intanto che quella madre elabora e crepa in silenzio, perchè la sua "diversità ...molto normale" non le ha permesso di dire dinanzi alla culla "oh che meraviglia...è cieco!"...che deve fare secondo la tua "sincerità" ? Deve forse dire al figlio bambino o adolescente "guarda , siamo chiari, sto cercando di convincermi che siamo tanto fortunati. Ho pianto tanto per il fatto che tu non vedi e non vedrai mai. Ora sto cercando di elaborare, ma intanto...ti devo crollare sulla spalla e dirti sinceramente che nella mia diversità non ho ancora elaborato niente e ...me viè sempre da piagne!" ????" RI-Chiedo : questa sarebbe sincerità totale. Ma per una madre così "sincera" , fossi la vicina di casa, interesserei seriamente e con urgenza i servizi sociali, certissima di far solo del bene alla mamma quanto al figlio.... |
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15-08-2014, 14.19.50 | #14 |
Nuovo ospite
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Riferimento: Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono
Vorrei aggiungere una modestissima riflessione sul concreto , che sia un po' contraltare della tua particolereggiatissima descrizione del "caso Daniela".
E ti confesso di farlo in nome di una diffidenza ormai assoluta , sia verso la psicologia che verso tantissimi suoi Operatori professionali , in questo caso alimentata da quello che nei tuoi scritti ho percepito come condanna aprioristica della madre (che parrebbe avere solo doveri e neanche diritto all'ascolto) e beatificazione altrettanto aprioristica della figlia (che parrebbe avere solo diritti emotivo esistenziali frustrati per perversione genitoriale e parentale). Io non ho Pazienti, ho Clienti. Ma ho spesso un rapporto molto Umano con Loro. Una mia Cliente sui 58...aveva tre figli , belli, sani e capaci. Tutti e tre hanno una serena gioventù e si laureano ed abilitano alle rispettive professioni in tempi ottimali, dentro una famiglia "normalmente serena e gaudente ed equilibrata". La signora Mamma compie i suoi 50 anni in questo clima. Bellissimo, no? In breve volgere di tempo accadono i seguenti eventi : - un figlio muore in un incidente di moto; - l'altro figlio rimane vittima di un incidente automobilistico da romanzo noir , e finisce tetraplegico senza rimedio (era avvocato...puoi immaginare credo un tetraplegico senza che io insista sul punto...........); - la Mamma si dedica (ovviamente, ed ovviamente del tutto impreparata), a questa serie si sciagure, e poichè questo figlio non può formulare richieste verbali...è lei che vive 24h/24 al suo fianco, per cercare di intuirle e soddisfarle; - la terza figlia (con tanto di propria vita e famiglia) ...si rivela vagamente psicolabile...ed è GELOSA delle "attenzioni" che la Mamma rivolge al figlio tetraplegico; - il marito...si deprime dalla scomparsa del primo figlio e ora è in Alzhaimer... Questa Donna tace, non ha altra vita che quella al Servizio dei suoi cari, e ...è un Gigante, e VUOLE comprenderli tutti ed esserci oltre le proprie forze, tutte dedicate a loro. Certo non la immagino a ringraziare la vita per quel che le è successo, però. Avrà il diritto (almeno) di PIANGERE ? (e peraltro NON lo fa, e questo , solo questo mi addolora per Lei). Ma...se fosse capace di piangere e dire la Sua Verità di desolazione IMMENSA E SENZA POSSIBILITA' DI CONSOLAZIONE.... che dovrebbe fare , secondo i tuoi standards? Forse andare a dire ...a un tetraplegico + una psicolabile + un anziano in Alzh. che ...lei sta CREPANDO E CHE LA SOLUZIONE NON LA VEDE PERCHE' NON C'E' ???? Buon Ferragosto! |
16-08-2014, 02.07.01 | #15 |
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Riferimento: Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono
Ringrazio per tutti gli interventi.
Sintetizzando capisco che siamo tutti diversi e con le nostre idee. Io qui riporto solo il frutto del successo del mio lavoro: aiuto e ho aiutato tanti genitori e/o figli a ritrovare il loro benessere. La chiave di tutto il successo è sempre stata l'apertura alla sincerità, l'affrontare gli scheletri nell'armadio. Il mio primo intervento riporta in sintesi una situazione dove i genitori si sono rifiutati di essere sinceri, io ho parlato con tutti i membri per anni e sono saltate fuori, nel tempo le bugie... inequivocabilmente! A quel punto, anche di fronte alle prove (aspetti che per motivi di privacy non posso riportare; ho riportato solo esempi semplici) non si è più potuto negare l'evidenza. Tuttavia io non do mai colpe! Invito a comprendere che si tratta di difficoltà che possono essere affrontate, di esperienze che si vivono. Ma se c'è paura e assoluto rifiuto di uno o più membri della famiglia io non posso farci nulla. Posso però almeno aiutare i figli... in questo caso una figlia: Daniela. Si, siamo diversi, e io sostengo l'importanza dell'assoluta verità. Poi c'è chi sceglie il "male minore" come dire "mia figlia non è in casa" per proteggerla fisicamente... E' una scelta, comprensibile ma pur sempre una scelta. E se la figlia è una bambina che sente il padre mentire si porrà le sue domande, altresì vero possono nascere comunque difficoltà. Stando al caso di Daniela: negare la verità confonde e crea tanti disagi sempre. E spesso uno si chiede: "ma queste cose sono successe veramente?". Proprio come succede per chi ha subito abusi sessuali e magari ha rimosso il ricordo (dentro di se la sofferenza è tale che si vorrebbe fare finta che ciò non sia mai accaduto, allo stesso modo una bambina che vuole bene ai genitori vuole credere che il loro comportamento, seppur strano, sia giusto credendo di essere sbagliata lei) ma stava comunque male per anni e anni... poi ritrovando o accettando i ricordi con un certo tipo di percorso per quanto dura all'inizio, ci si può riappropriare della propria vita e stare bene. Accettare la verità consente di superarla. Se non volete generalizzare e se non siete intenzionati a supportare tutte le verità, potreste almeno fidarvi del fatto che quanto ho scritto ha alle spalle anni di colloqui e verifiche ed è importante "accettare" che esistono genitori a cui non interessa di un figlio, un conto è avere difficoltà, altro è abbandonare e peggio ancora fare del male in modo diretto perché non si riesce ad avere il totale controllo su un'altra persona, che poi è anche la figlia, come si vorrebbe: c'è stata più di una conferma, non sono supposizioni o interpretazioni. Purtroppo è così. Talvolta basta anche soltanto che la madre soffra perché un figlio abbia un qualunque problema che il figlio stesso si senta in colpa perché la madre sta male... fino a desiderare anche di non esistere per non creare problemi, per non farla stare male perché non soffra più, questa è l'altra faccia della medaglia. Ho visto figli "sani" soffrire. Ho seguito figli con gravi problemi sia cognitivi che fisici essere contenti perché i genitori erano sereni... magari avevano solo qualche piccola difficoltà psicologica tipo paura dei cani o altro... difficoltà superate molto più velocemente di altri figli senza problemi fisici/cognitivi. La cosa grave che può fare una madre non è avere difficoltà, ma non fare nulla per superarle; nel frattempo che le supera io punterei sulla sincerità sapendo che c'è modo e modo di esternare i propri sentimenti. Non è detto che un genitore debba soffrire per un figlio diversamente abile: ci sono genitori che scelgono con gioia di adottare figli diversamente abili. Oppure c'è a chi nasce un figlio con un problema e dice: "oh che meraviglia: ho un figlio!". E' tutto relativo. Ribadisco che ci sono diversi tipi di intelligenza e spesso i genitori non hanno le nozioni per capirlo. Amore è anche attenzione e darne di più a un figlio che a un altro crea comunque problemi, a seconda di come è un figlio si danno attenzioni diverse come tipo ma non come quantità. I bambini si accorgeranno sempre delle bugie sia in modo conscio che inconscio e ciò non provoca autonomia o facilità di essere manipolati in sè, più che altro provoca ciò che ho già elencato e anche di più. La strategia può essere costruita su verità o bugie, anche qui è una questione di scelta. Omettere la verità perché può provocare turbamento, turba lo stesso perché c'è la discrepanza fra comunicazione verbale e quella non verbale come già detto e spiegato. Con conseguenze diverse, a ognuno la sua scelta anche qui. Non vedere soluzioni a uno o più problemi non vuol dire che non ce ne siano, vuol dire solo che dal punto di vista da cui si guarda in quel momento non se ne vedono. Ci sono soluzioni materiali e soluzioni emotive, cambiare prospettiva può far arrivare anche ad una soluzione diversa rispetto a quella che ci si ostinava a cercare all'inizio, lavorando su un piano interiore. Concentrandosi troppo sugli aspetti materiali di una questione si rischia di crearsi delle trappole per le proprie emozioni. Questo direi a quella signora di cui parla vanina e se il figlio è tetraplegico e il marito con l'alzhaimer non si può cambiare la materialità ma, appunto, io aiuterei la signora che in questo momento si ritrova incapace a gestire le proprie emozioni a recuperare dei piccoli ma importanti spazi per se al fine di riallenarsi a trovare il piacere delle piccole cose della vita, piccoli svaghi come godersi un gelato anziché solo mangiarlo. Questo riporterebbe a un rilancio delle proprie capacità e risorse, ovviamente ora sembra che non ci siano perché c'è una forte distrazione traumatica. Un ritrovato, seppur minimo, benessere porterà beneficio a tutto il nucleo familiare e si sbloccheranno le energie per poter aiutare meglio se stessa, il figlio, il marito e la figlia senza far mancare attenzioni a nessuno. Con un certo percorso si riuscirà ad arrivare ad un punto in cui i membri della famiglia potranno comunicare insieme con sincerità delle proprie difficoltà e si potranno trovare nuovi modi di star bene insieme e di apprezzare la vita. Dire "diversamente abile" non aggira l'ostacolo ma porta l'attenzione sugli aspetti positivi presenti e reali di quella persona. Perché volersi concentrare solo su quello che uno non può fare mentre invece si è in grado di poter fare tante altre cose? ASSERTIVITA' Per evitare di omettere, dire bugie o mezze verità (è in sostanza tutto la stessa cosa) esiste l'assertività. Ovvero ne tenere tutto dentro ne aggredire verbalmente o fisicamente (per esprimere il proprio disagio non c'è bisogno di picchiare qualcuno); si tratta di saper comunicare ciò che si prova in modo responsabile e costruttivo. La verità è ciò che è, molto semplicemente, tutto il resto non lo è. Nel mio lavoro, dove mi è richiesto di "mettere il naso" per risolvere eventuali dinamiche familiari problematiche, in collaborazione anche con assistenti sociali, riporto l'attenzione alle conseguenze delle scelte "strategiche" messe in atto fino a quel momento per aiutare i genitori ad individuare loro nuove modalità più funzionali, non sono io che le propongo. Guarda caso alla fine si scopre che le strategie vincenti sono quelle più semplici e basate su accettazione, assertività e verità. |
16-08-2014, 14.24.32 | #16 | |
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Riferimento: Vivere nella menzogna, nelle bugie e nell’abbandono
Citazione:
Dr. Caffarelli, ti assicuro che non c'è alcuna ironia fuori luogo ed apprezzo la pazienza e il garbo con cui esponi i tuoi radicati punti di vista, ma proprio...col cuore in mano mi chiedo : chi fra noi sembra "intenzionato a non supportare tutte le verità" ? Quella Mamma sta già trasmettendo con l'Anima e i Fatti il meglio dell'Amore al proprio Figlio, standogli a fianco 24h/24 e continuando a tentare da anni ogni tipo di riabilitazione tra Piemonte e Svizzera, e - suon di milioni - aver ottenuto progressi. Io curo i suoi interessi perchè nella residenza marina, acquistata esclusivamente per far rilassare questo Figlio (che non può parlare e ragionare), devo tutelarla nei limiti del possibile da....rumori improvvisi dei vicini o dall'abbaiare dei loro cani, sai perchè? Perchè se il ragazzo sta faticosamente deglutendo qualcosa (imboccato) ed esplode un rumore improvviso...a quell'uomo viene da urlare il proprio terrore, e siccome non coordina deglutizione e parola...rischia di morire soffocato. Quale comunicazione verbale "sincera" vuoi istituire a queste condizioni? Idem con un malato di Alzhaimer : qualunque cosa tu comunichi...potrà essere rimossa per sempre, o abominevolmente trasfigurata, in poche ore o giorni o minuti.... Ti rendi conto che non tutti i "diversamente abili" sono Asperger iperfunzionali ? Quella Mamma è di suo - lo ripeto - un GIGANTE nel gestire le proprie emozioni e nel convogliarle nel modo più funzionale al benessere di tutti i suoi cari. Non si è mai pianta addosso, non ha mai fatto la vittima. Curata nella persona ed attenta nel linguaggio...sembra preservare queste caratteristiche molto più per Amore dei suoi cari che per "amor proprio". Normalmente passano brividi e sgorgano lacrime a chi apprende la sua storia, non a Lei. E nel suo grande spessore Umano ...non fa salotto con le sue Disgrazie per racimolare solidarietà. Ne parla pressochè soltanto con i Professionisti di cui ha fiducia e che possono aiutarla a rimuovere altri guai per i suoi cari, non ad altri.... Resta chiaro (ovvio direi) che ci sia dentro Lei un nucleo di Dolore Assoluto che , consentimi, oltre a non essere modificabile nella materialità, non è modificabile neanche emotivamente (se non abbracciando una Fede che ti faccia persuaso che il vero privilegio è la sofferenza), e soprattutto non è assolutamente modificabile nella "comunicazione sincera" (che per definizione non può escludere la comunicazione VERBALE) , laddove il primo elemento mancante è la capacità di elaborazione mentale e la possibilità di coerente espressione verbale nell'interlocutore! |
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