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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 04-03-2014, 13.37.08   #1
locomotiva
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io e l'amore

Poche parole, tanta stanchezza anche per scrivere.

Sono quasi sola al mondo.. Ho solo mia madre.. Carattere forte, ipercritico (riflesso di una vita complicata e di sofferenza). Con lei, che è spesso velenosa, paradossalmente per una sorta di strano senso di protezione, tento di avere un rapporto formale e di non alimentare la conflittualità latente. E' tuttavia un ostacolo, più che un'alleata e pertanto, per difendermi, sono costretta a fingere una serenità che non ho ora, né che ho mai avuto. Ho già tentato la strada del dialogo ma è stato un boomerang. Mi faccio aiutare nelle cose pratiche (l'acquisto della casa, la scelta dei mobili.. ) e spero che questo plachi un po' le sue ansie e il suo bisogno di vicinanza che tuttavia esprime nel modo peggiore.

Ho quasi 40 anni e, a parte lei, sono sola al mondo. Ho un lavoro, è un buon lavoro ma fa parte di quelle professioni di cura dell'altro che, quando stai male, o sei poco in equilibrio con te stessa, ti costano moltissimo.. Cerco di farlo comunque in modo serio ma, lo scotto da pagare è quello di un costante senso di fatica e dell'esaurimento delle risorse interne che sono già poche. Lavoro molte ore.. Sono sola e devo (e voglio) pagare il mio mutuo.

La mia storia familiare è stata un disastro. La mia vita sentimentale altrettanto; ho alternato uomini inesistenti, sfuggenti, uomini infedeli, uomini aggressivi. Ne sono sempre uscita, anche nelle situazioni più dolorose, grazie alle buone amicizie e ad un certo senso del dovere, forse.. Quello che ti fa dire che questa vita devi comunque viverla e non c'è altra possibilità. Solo che ne sono uscita sempre più debole e vulnerabile e a nulla è servita e serve la psicoterapia che, a cicli, affronto da ben 22 anni(con professionisti diversi, a varie riprese). Conoscere le ragioni, mi sembra di capire con immenso dolore, non è sufficiente ad invertire la rotta. Neppure quando comprendi le ragioni dei tuoi comportamenti e dei tuoi stessi errori. Ho 2 lauree delle quali non mi è rimasto niente, lo giuro, neppure le nozioni più elementari.. Non so se la sofferenza e il troppo lavoro possano fare questo ma a me è successo così e fatico a riconoscermi, a riconoscere la mia identità. Vorrei riprendermi certe cose ma, quando la sera arrivo a casa, non ho neppure la forza per prepararmi la cena.

Sono sola al mondo perché ormai, anche gli amici più cari, sono stanchi o forse troppo addolorati nel vedermi stare male da così tanto tempo e, poiché leggo nei loro occhi la delusione e forse anche l'impotenza del non potermi aiutare, di una vita che non cambia mai segno, ormai, purtroppo, fingo anche con loro che tutto abbia finalmente preso la piega giusta.

Sono sola al mondo perché, da 7 anni, dalla rottura di una convivenza distruttiva, non avevo più una relazione degna di essere chiamata relazione e ho provato tutte le ferite terribili di storie che si aprivano e si chiudevano con abbandoni improvvisi, sparizioni, o copioni che mi prosciugavano, lasciandomi poco e niente. 7 anni di solitudine pungente a Natale, a Pasqua e nelle vacanze, quando tutti intorno a te sembrerebbero essere immersi nel calore(o magari è così solo perché guardi da lontano, lo so, ma tu, intanto, un posto dove andare non ce l'hai).. Perché gli amici di una vita, comunque, a questa età, spesso stanno con la propria famiglia e se si sono presi cura di te per tanto tempo, giustamente, cominciano a pensare di non poterlo fare per sempre...

Una notte sono stata malissimo, avevo dolori tremendi e ho pensato di chiamare l'ambulanza per andare al pronto soccorso e, nello stesso tempo, al fatto che non avrei saputo chi chiamare.. Per la prima volta ho pensato alla morte, alla tristezza della possibilità di morire in completa solitudine e mi ha assalita un'angoscia tremenda.. Sono poi riuscita a far forza su me stessa, a recuperare il mio autocontrollo ed ho capito, non so come, intuitivamente, che si trattava di una specie di attacco di panico.. Mi sono calmata e sono passati anche i dolori...

Ma da quel giorno la paura di una morte così, è diventata un pensiero frequente, insieme alla sensazione che il peso delle ferite e della grande sofferenza di tutti questi anni, mi avessero segnato in modo indelebile.

Dopo vari mesi, quasi un anno.. Incontro lui, amico di amici.. Lontano dalle caratteristiche tipiche dei miei fidanzati.. Meno sicuro, più timido, comunque divertente.. Mi dico che potrebbe essere un bene, mi sforzo di guardare in modo diverso e di cogliere nuove possibilità...

Nasce una storia che dura ormai da quasi un anno... Ora ho un posto dove andare nelle feste, il calore che mi scalda, qualcuno che pensa a me.. Sparisce una grande parte delle mie insicurezze, imparo a non temere l'abbandono improvviso, imparo a fidarmi della solidità, finalmente, di questo legame.. Insomma, riesco a respirare..

Finchè, come fulmine a ciel sereno, pochi mesi fa, le prime avvisaglie.. In certi momenti, si trasforma.. Si manifesta nevrotico, aggressivo verso le cose e talvolta anche verbalmente verso di me.. Da manuale, direi.

Due giorni fa, dopo un episodio terribile, ho intuito di aver a che fare con un uomo potenzialmente violento e, da allora, non ho più smesso di piangere, non sono andata a lavorare e sono qui che mi chiedo dove potrò prendere, ancora, la forza... E soprattutto perché dovrei trovarla, se poi, la coazione a ripetere, è più forte di tutto..

Non sono state poche parole, chiedo scusa..
Grazie per l'ascolto.
locomotiva is offline  
Vecchio 04-03-2014, 17.30.00   #2
jador
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Riferimento: io e l'amore

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Originalmente inviato da locomotiva
...

Non sono state poche parole, chiedo scusa..
Grazie per l'ascolto.

Non sono state poche parole no, ma mancano le più importanti...quelle che raccontano dell'amore che NON hai per te stessa.

Potresti cominciare a vedere la cosa da questo punti di vista, e chissà...


jador is offline  
Vecchio 04-03-2014, 18.26.40   #3
locomotiva
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Riferimento: io e l'amore

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Originalmente inviato da jador
Non sono state poche parole no, ma mancano le più importanti...quelle che raccontano dell'amore che NON hai per te stessa.

Potresti cominciare a vedere la cosa da questo punti di vista, e chissà...




Hai ragione.. Non ho ancora imparato a farlo ma ci provo da così tanti anni, anche con l'aiuto specialistico, che non so più se ci riuscirò.. Grazie.
locomotiva is offline  
Vecchio 04-03-2014, 19.16.00   #4
paul11
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Riferimento: io e l'amore

Citazione:
Originalmente inviato da locomotiva
Poche parole, tanta stanchezza anche per scrivere.
................
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Da come scrivi sei una persona intelligente.
C'è però qualcosa dentro di te che non sa , o forse meglio dire che cerca in maniera opposta alla tua lucidità mentale.
O hai una empatia, una capacità intuitiva che ti porta continuamente a sbagliare perchè scopri sempre dopo la vera personalità altrui,quando è troppo tardi e allora provi dolore.
Forse una delle chiavi è il rapporto con tua madre.
Ci sono persone che si mostrano l'opposto di quello che sono, e relazionano il loro linguaggio, il loro modo di essere , nelle forme sbagliate, è come avere una asintonia interiore , io sono convinto che vi conosciate a fondo tu e tua madre tanto da essere prevenute, dovete solo trovare il linguaggio che modifchi le apparenze esteriori.

In psicanalisi ho imparato che noi siamo come dei carciofi, non abbiamo una sola personalità, abbiamo nel tempo costruito delle caratterialità su altre; per arrivare al cuore del carciofo bisogna togliere tutte le costruzioni che hanno deviato le nostre esigenze affettive.
Accade nei rapporti continuativi familiari che l'equilibrio comunicativo si possa arenare su linguaggi poveri.
Prova a lavorare pazientemente con tua madre a cambiare atteggiamento, a spiazzarla, per vedere se anche lei cambia. E' scrollandosi di dosso delle consuetudini impigrite nel linguaggio comunicativo e intendo anche la gestualità , le linee caratteriali del viso quando parliamo, che forse riusciamo ad aprire delle porte, magari un semplice abbraccio inaspettato.
E' un lavoro faticoso e paziente, lo so; ma vale la pena tentarci.
La fiducia in te stessa la ricostruisci se riesci ad avere successo ad aprire una via comunicativa, fallo con un amica/o molto fidata e seria, che sa ascoltare prima di dare consigli. I migliori consigli non sono quelli che ci piacciono avere perchè quelli confortano una crisi e hanno un segno opposto, bensì quelli che ci fanno riflettere che ci modificano nell'analizzare un problema.

auguroni
paul11 is offline  
Vecchio 04-03-2014, 19.33.52   #5
donquixote
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Riferimento: io e l'amore

So che il mio parere non sarà condiviso da molti, ma in linea di principio trovo che la psicoterapia nella maggior parte dei casi (diciamo tutti quelli non prettamente "patologici" come sindromi depressive gravi etc.) faccia più danni che fornire benefici.
Non si tratta, a mio avviso, di capire le ragioni dei propri errori, ma si tratta innanzitutto di valutare se effettivamente quelli sono errori, e molto spesso non lo sono.
Mi spiego meglio: quasi sempre le persone hanno un'idea di sé che non corrisponde a realtà, ed è una immagine costruita artificiosamente attraverso tutti i condizionamenti sociali che ci impongono desideri, comportamenti e aspirazioni omologanti, con un concetto di felicità che si riduce all'imitazione, nel nostro piccolo, del comportamento di persone che ci paiono particolarmente invidiabili in termini di felicità vissuta. Costruiamo intorno a noi una idea di vita e di felicità fatta di schemi astratti, razionali, e tentiamo di metterla in pratica altrettanto razionalmente. Ma dimentichiamo che ogni vita è completamente diversa da ogni altra, e quando le vite si incrociano possono generare non di rado pericolosi cortocircuiti.
Chiunque, più o meno, ha avuto storie che sono finite male, ma le cicatrici che queste lasciano dipendono in massima parte dall'investimento sul futuro che noi avevamo fatto relativamente a quelle storie, e quindi in definitiva da una nostra illusione, per quanto magari alimentata da altri che promettono mari e monti. Quanto più si investirà la propria emotività su queste illusioni tanto più le eventuali delusioni saranno emotivamente distruttive. Quando sono in gioco i sentimenti bisogna sempre tenere presente che questi sono instabili, possono cambiare anche da un giorno all'altro, soprattutto di questi tempi in cui le occasioni per sollecitare la propria emotività e le proprie passioni sono praticamente inesauribili.
E non ci sono colpe da nessuna parte: nessuno può essere colpevolizzato per essere quello che è, si tratta solo di comprenderlo e di adeguarvisi accettandolo o rifiutandolo appunto per quello che è, senza la pretesa di plasmarlo a nostro uso e consumo. Io non ho mai avuto storie lunghe, perchè dopo non molto tempo mi venivano a noia. Non tanto le persone con cui stavo, quanto la routine più o meno obbligatoria sempre insita in un rapporto. Al contrario di quelli che rompono il rapporto per instaurarne uno nuovo subito dopo (o magari durante) io venivo ben presto accusato di trascurare il rapporto per coltivare i miei interessi intellettuali, e quindi la relazione ne risentiva. Una volta mi sono pure lasciato stupidamente convincere a frequentare una psicologa, e mi sono presentato dicendo che ero "malato" perchè non ero in grado di portare avanti una relazione oltre un certo periodo di tempo. Dopo qualche seduta in cui mi sembrava di essere io a psicanalizzare la gentile signora (parlava di sé per i 3/4 della seduta) non ho fatto altro che realizzare che non ero affatto malato, ma ero così e basta, e farsene una ragione è stata una delle cose più semplici di questo mondo.
Si tratta quindi di capire come si è veramente, e non quello che vorremmo essere o che il mondo intorno a noi ci impone di essere e in secondo luogo, ma so che questo non è sempre facile, si tratta di fare in modo di non far dipendere da altri la nostra felicità e il nostro benessere, perchè si andrebbe incontro in questo caso a facili delusioni. Come la nostra salute dipende essenzialmente da noi, e i medici possono contribuire solo in particolari e determinati casi, così anche la nostra felicità dipende essenzialmente da noi, e se gli altri possono condividere e magari in dati momenti esaltare la nostra felicità non bisogna fare in modo che possano minarne le fondamenta. Dipendere dagli altri per essere felici sarebbe come rimanere perennemente ricoverati in ospedale in una condizione di dipendenza da medici e macchine, e se nessuno in quelle condizioni può ragionevolmente dire di essere in "salute", nell'altro caso non può dire, allo stesso modo, di essere felice, e se lo fa è perchè è vittima di una allucinazione.
Non sto minimamente auspicando una sorta di eremitismo, ma solamente una impostazione del rapporto con gli altri più disinvolto, non di dipendenza ma in certo modo di collaborazione, di scambio, in modo tale che si possa prendere da loro tutto ciò che di buono possono offrirci, e viceversa, senza per questo crearci su di loro delle inutili e pericolose aspettative.
Baglioni anni fa cantava "La vita è adesso": non esiste un momento in cui si incomincia a vivere, ma ogni momento è vita. Se si gettano via tanti momenti di vita rimuginando su come avrebbe potuto essere, come sarebbe potuta andare, forse se io..., forse se lui..., forse se noi eccetera si consuma inutilmente la propria vita, e dopo aver passato anni a fare progetti per poi vederli andare in fumo si passeranno altri anni a rimpiangere di averli fatti.
E, per quanto banale, è sempre utile ricordare che amare se stessi è l'inizio di una storia d'amore che dura una vita, e solo chi ama se stesso è in grado di amare anche gli altri senza sacrificare niente di sé.
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Vecchio 04-03-2014, 19.39.15   #6
Angelo Cannata
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Originalmente inviato da locomotiva
tanta stanchezza
Ti proporrei cinque pensieri:
1) quello che hai attraversato e attraversi tu non è una vicenda solo tua: milioni di persone hanno vissuto e vivono problemi simili ai tuoi; questo pensiero non è certo consolante, perché mal comune non significa affatto mezzo gaudio, ma intanto può servire a considerare le cose in modo un po' diverso, cioè senza sentirsi un'eccezione in questo mondo;
2) a mio parere la felicità in questo mondo non esiste; ne possono esistere attimi, ma poi la natura ci spinge all'insoddisfazione, perché senza insoddisfazione si muore, perché ci si ferma; anche questo pensiero può risultare per niente confortante, ma almeno può servire a non cercare felicità illusorie: ogni relazione, sia con cose che con persone, va gestita nella consapevolezza che non sarà mai priva di problemi; si tratta solo di tentare di armonizzare al meglio tali problemi;
3) in questa vita non è affatto detto che ci debba pur sempre essere un lieto fine: siamo tutti destinati alla morte; ma almeno possiamo tentare di non morire passivamente, possiamo provare a dare al nostro morire, che inizia sin da quando veniamo concepiti, un andamento che tenti di essere fruttuoso, per noi e per gli altri; non importa in che modo e in che senso fruttuoso: ognuno di noi individuerà i suoi modi e i suoi significati, ma almeno alla fine potremo dire: ho tentato di non lasciarmi morire passivamente, ho tentato di realizzare il meglio delle mie capacità umane;
4) questo morire in cui tutti ci ritroviamo in questo mondo tanto vale tentare di realizzarlo in comunicazione reciproca, e questo tu l'hai già fatto adesso, attuando il tuo coraggio di esporti in questo forum, ma anche in passato, visto che hai avuto diverse esperienze di psicoterapia.
5) taglia immediatamente i rapporti con questo lui: tu cerchi amore e se egli ti dà presentimenti di violenza, anche vaghissimi, è certo che non è amore; meglio sopportare ancora altra solitudine che schiavizzarti di una persona violenta solo per non voler ammettere con te stessa che quello non può essere amore. L'amore non fa presentire violenza, neanche lontanamente.
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Vecchio 04-03-2014, 22.29.58   #7
jador
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Originalmente inviato da locomotiva
Hai ragione.. Non ho ancora imparato a farlo ma ci provo da così tanti anni, anche con l'aiuto specialistico, che non so più se ci riuscirò.. Grazie.

Non so niente dei tuoi genitori, ma...

Purtroppo capita a volte che i genitori sono cosi' bravi, ma cosi' bravi ,magari senza rendersene conto, a trasmettere ai figli la convinzione che non valgono niente, che sradicare quella convinzione diventa impresa gigantesca.

Ci si convince che se non si e' stati amati dai genitori, e' perchè' non si vale niente...

Figurati poi quanto e' conseguenziale andarsi a scegliere gli uomini "giusti" per perpetuare tutto ciò...cioè quelli che continueranno a farti sentire senza nessun valore...

Ma dimmi se sbaglio.

jador is offline  
Vecchio 05-03-2014, 01.29.43   #8
gyta
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Due giorni fa, dopo un episodio terribile, ho intuito di aver a che fare con un uomo potenzialmente violento e, da allora, non ho più smesso di piangere, non sono andata a lavorare e sono qui che mi chiedo dove potrò prendere, ancora, la forza... E soprattutto perché dovrei trovarla, se poi, la coazione a ripetere, è più forte di tutto..
(locomotiva)
..“più forte di tutto” è ciò a cui diamo alimento e forza..

Detto questo ti suggerirei una sola strada quella di cercare di comprendere con lucidità
la situazione che dici essere emersa pochi mesi fa..
Prima di tutto la coscienza di cosa cerchi e cosa sei disposta a dare in questo rapporto..
Non ci sono altre modalità capaci di giungere ad una reciproca comprensione
che non siano quella del dialogo che miri ad una conoscenza reciproca non superficiale..

Per quello che riguarda poi il percorso di psicoterapia solo tu puoi sentire
ciò che realmente ti aiuta nel tuo percorso di vita..
Personalmente ho fiducia nel percorso di psicoanalisi "ortodosso"
per quanto anche qui dipende sia dall’analizzato che dall’analista..

In riferimento al rapporto con la propria madre la situazione penso sia emblematicamente molto delicata..
un rapporto che in momento di difficoltà potrebbe portare verso un atteggiamento interiore regressivo
invece di che di sviluppo propositivo..
Misura le tue forze.. [più facile a dirsi che a farsi..]

In un momento di difficoltà estrema penso che sia fondamentale fermarsi a riflettere.
a fare un quadro lucido intorno al nostro sentire ed alle nostre esigenze..
Chi ha interesse autentico verso il nostro mondo interiore attenderà segnali di dialogo
e che l’incontro possa maturare..

Non mischiare assieme i sentimenti di disillusione ma cerca di comprendere
distintamente ciò che sta avvenendo in te ora e nella tua vita ora.
Il nostro muoverci non può partire dall’analisi di ipotetiche situazioni del nostro passato
o dalle risposte che ci vengono sotterraneamente consegnate dal comportamento di amici o presunti amici,
madri o compagni ma dalla nostra esigenza profonda che spinge verso una determinata
direzione dell’essere in noi e con l’altro..

Non dimenticare poi che possiamo decidere cosa alimentare in noi ma non cosa sentire
né è nostro arbitrio influire sulla consapevolezza e coscienza altrui.
La coazione a ripetere non può essere che materia di riflessione intellettuale
ma sarà solo ed esclusivamente la nostra consapevolezza autentica
a consegnarci quel terreno di libertà sul quale poterci muovere
che non può essere autoimposto..

Quando ci sentiamo perduti e disperati
è il momento di avere consapevolezza che il nostro potere è relativo a noi stessi
e prenderci la calma ed il tempo sufficiente a portare luce in ciò che sta accadendo nella nostra esperienza di vita,
senza sintesi premature quelle che solitamente portano a sentirci colpevoli,
onnipotenti o ci tolgono la volontà di indagine e di possibile risoluzione..

Limitiamoci a portare luce
[..lentamente il quadro si farà più chiaro..]..


Citazione:
In psicanalisi ho imparato che noi siamo come dei carciofi
(Paul11)

In nome delle metafore..
gyta is offline  
Vecchio 05-03-2014, 03.19.30   #9
acquario69
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Riferimento: io e l'amore

Citazione:
Originalmente inviato da locomotiva

dal mio punto di vista,noto come pure dal titolo che hai scelto per la tua discussione,che cio' che risalta e che predomina su tutto e' io…(io qui,io li,sono sola..) cioè,io e poi ancora io e poi di nuovo io..
succede cosi che il mondo lo interpreti solo attraverso le lenti deformate del tuo ego (io) ed e' come se rimani prigioniera di una gabbia dove tu tenti inutilmente di uscirne fuori e tutte le tue energie ti vengono risucchiate fino a farti sentire sfinita ogni volta.
quella gabbia e' una tua illusione..in realtà non ci sono gabbie..

sono d'accordo (parere personale,s'intende) con chi afferma che la psicoterapia in questi casi sia solo mettere altra benzina sul fuoco..

solo una riflessione,nulla di più.

Ultima modifica di acquario69 : 05-03-2014 alle ore 04.24.03.
acquario69 is offline  
Vecchio 05-03-2014, 11.10.57   #10
locomotiva
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Riferimento: io e l'amore

Grazie a tutti per le vostre preziose risposte, per la cura con la quale le avete espresse e per l'attenzione..

Cercherò di riflettere su molti spunti. Specialmente sull'importanza del concentrarsi sull'ora, sulla realizzazione di sé, di una qualche forma di progettualità individuale..

Ciò che scrive jadar, mi è molto chiaro... Il problema è per me trasformare questa associazione infanzia-oggi, nella consapevolezza di pancia e nella libertà, come suggerisce gyta, piuttosto che in una fredda analisi intellettuale-intellettualistica. Sono tanti anni che provo a farlo e, rendermi conto, come in questo caso, che sono ancora così lontana dalla meta, mi toglie moltissima forza.. E' come se il mio inconscio fosse malato, non so se sia possibile.. Forse empatia o intuito non ne ho affatto, caro paul, se comprendo solo dopo la vera personalità altrui.

O forse è un problema di figura-sfondo. Per lavoro sono portata a valorizzare gli aspetti belli degli altri e così, nelle relazioni, mi capita di vedere solo quelli.. Almeno all'inizio.. Dovrei farlo con me stessa ma, per quanto riguarda me, non sono capace di fare dei bilanci a prescindere dalla realtà della mia vita e la mia immensa solitudine, gli addii e le rotture traumatiche non fanno che alimentare la mia insicurezza..Semplificando.. Se fossi 'sta gran cosa, qualcuno equilibrato e capace di stare con me in modo sano( anche per brevi periodi donquixote, non ho così tanti condizionamenti culturali), lo troverei.. Invece, non so se immediatamente, o alla fine, le mie relazioni diventano sempre distruttive.


La strada, nella relazione con mia madre, credo che sia quella suggerita da paul ma, per ora, ho bisogno di "misurare le forze", come suggerisce gyta... E' una vita che scelgo persone sbagliate(o le rendo tali, me lo chiedo sempre) ed è una vita che mia madre, alla quale non racconto niente di me, mi ribadisce, in ogni occasione, che le scelte che faccio non funzionano..

Sicuramente, come scrive paul, ci conosciamo molto bene ma, purtroppo, queste sue dichiarazioni non hanno il potere di liberarmi da questo meccanismo, anzi.. Ovviamente acutizzano le ferite e, per questo, preferisco difendermi anche se, appunto, avendo a che fare sempre con lo stesso copione sentimentale, anche questo meccanismo si è cristallizzato...

Ad Angelo chiedo: tante persone si trovano nella mia condizione.. Nella condizione di solitudine? In quella di amori che finiscono? A me distrugge la negatività delle storie che vivo e il fatto che, pur riflettendo, pur impegnandomi a non ripetere gli stessi meccanismi, questi, più forti di ogni mio sforzo di cambiamento, si ripresentano non curanti di tutto il resto.. Anche questo, Angelo, è comune a tante persone? Io, tra i miei amici o conoscenti, non conosco nessuno che abbia una vita così bloccata ma, sentire che la realtà potrebbe essere diversa, ovviamente, un po' mi solleverebbe da questa angoscia..

In questo caso... Sono andata verso di lui, nonostante fosse diverso da ciò che mi attraeva in questi anni, proprio perché ho cercato di percorrere strade e nuove e ora.. come un inganno... come una sorta di predestinazione... O forse, come alcuni di voi suggeriscono, è la mia interpretazione ad assimilare tutto e a farmi vedere più ciò che le storie hanno in comune, che ciò che potrebbero avere di diverso... Un po' come scrive acquario, tutto deformato dalla lente dell'ego, non so...

Non so neppure in merito alla psicoterapia.. Non ne voglio dare un valore assoluto ma, quando sei disperato o quando credi di aver a che fare con nodi che non si sciolgono, ti sembra una possibile strada...

Ora non lo so.. Non so davvero... Grazie a tutti, siete stati molto generosi.
locomotiva is offline  

 



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