Cara Anima Antica, sarò lieta di risponderti perchè le tue domande, anzichè turbarmi, mi aiutano a capirmi di più e quindi a crescere. Ho sempre parlato con il mio compagno anche perchè prima di stare insieme siamo stati amici e compagni di un meraviglioso viaggio spirituale. Lui è sempre stato al corrente del mio modo di essere e nonostante le reciproche vedute differenti quel rapporto amichevole era forte e complice e soprattutto libero da vincoli. Inoltre avendo lo stesso maestro spirituale, condividevamo insieme molti aspetti della vita. Poi è scattata la scintilla e nonostante i buoni propositi e i migliori auspici, nella realtà ci siamo trovati sul ring del vivere comune. Ho cercato davvero di essere quella donna che lui voleva, un pò passiva e che accentra tutte le sue attenzioni sul suo uomo e ingenuamente pensavo che sarei cambiata, che ci avrei provato con tutte le mie forze, che anch'io desideravo la stessa cosa. E poi impercettibilmente, giorno dopo giorno mi sono allontanata dal mio sentire e dal mio modo di essere sprofondando nell'insicurezza più cupa, chiedendomi continuamente che cosa veramente volevo. Anche se una forte parte di me sentiva sbagliata questa unione, l'altra parte, quella fragile e sensibile, desiderava quello che tutte le donne desiderano. E il mio compagno incarna davvero l' amore e l'affetto che la maggior parte delle donne esistenti su questo pianeta vogliono avere: amore, dedizione, manifestazioni affettuose, tu al centro del suo universo. Lui ha sempre saputo di questo mio travagliato dubbio, gliene ho sempre parlato, ma non so se mi abbia mai capito: io credo di no. Ho sofferto tantissimo perchè per lui i miei problemi interiori, il mio sentire erano falsi, erano solo scuse e che solo lui mi avrebbe potuto amare e sopportare. Questa mattina, quando lui si è alzato, ho avuto il coraggio di parlargli, comunicandogli la mia intenzione di chiudere definitivamente qualcosa che è ormai già chiuso da un pezzo, ma per affetto, per paura di lasciare quello che si ha ed anche per abitudine e "comodità"continua ad andare avanti. Adesso è al lavoro e io no so ma credo che stia molto più male di me, ma a questo non ci voglio pensare, perchè è ciò che mi ha sempre creato dei pesanti sensi di colpa.
Lui è solo perchè vuole stare solo. Quando ho iniziato a frequentarlo lui viveva in un paesiono a 30km da Bologna. Era reduce da una lunga convivenza con una ragazza che aveva conosciuto in India quando per tre anni ha vissuto là. Poi erano tornati in Italia e dato che lei era di Bologna si sono sistemati lì. Poi lei lo ha lasciato e se ne è andata via e lui è rimasto lì. Solo. Mi ricordo che proprio la sua ragazza mi disse di chiamarlo, perchè era tanto solo e per lui era davvero un momentaccio. Pensavo che il problema della solitudine era dovuto al fatto che era in quel paesino e che in una città avrebbe coltivato più interessi e che si sarebbe fatto degli amici. Che in quel paese non aveva sbocchi. Ma in questi anni non ha coltivato nessun interesse se non nella sua ricerca spasmodica della pace mentale e interiore. Non ha molte iniziative. Diciamo che non ne ha. E piano piano anche io mi sono fatta trascinare in questa apatia. E ora troppe incomprensioni ci dividono. Ho fatto di tutto, ma lui non lo ha nemmeno notato, anzi. Io sono la glaciale e fredda. quella che se non è lui che mi piglia, non ci sarà di certo un'altro che mi amerà come mi ha amato lui.
Benchè ci vogliamo bene, sappiamo ambedue che non c'è più niente da fare se non quello di farsi forza e andare ognuno per la propria strada. E tu non hai idea di quanto mi dispiaccia. Chissà, magari un giorno ritorneremo ancora vecchi amici. E io, sinceramente, lo spero con tutto il cuore. Grazie della tua attenzione.
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