Beh,è vero,Cat...
Quando al liceo c'era il compito in classe di Greco e si andava a scuola con il "mitico" Rocci sottobraccio era facilissimo sentirsi (per quanto sbagliato potesse essere)un po' più su degli studenti delle altre scuole che si incrociavano per strada...
Per me,comunque,più che il Latino e il Greco,a fare la "differenza" era il fatto di avere studiato Nietzsche.E dico "studiato" nel senso di aver appreso,vissuto,e sofferto il suo pensiero.
A 19 anni,insomma,ero condizionata da Nietzsche in maniera quasi comica.
Perfino comprarmi un vestitino un po' naif mi metteva in crisi,perchè nella mia testa scattava beffarda e inesorabile la risata di Nietzsche sottintesa agli aforismi più misogini scagliati contro la frivolezza delle donne....
In questo senso,quello che ho scritto prima nei posts qui sopra è diretto anche contro me stessa e i miei precedenti condizionamenti "cultural-esistenziali"....
Certi maestri di pensiero,per quanto grandi possano essere,rischiano davvero di soggiogarci al punto da tagliare le gambe alla nostra crescita interiore.
Insomma,se incontri per strada il Buddha...uccidilo.
O,se proprio non lo vuoi uccidere,fai posto anche ad altri...