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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
08-03-2008, 08.01.00 | #13 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Le ragioni di un "no" in una donna
Citazione:
dopo averti letto mi viene in mente una parola molto semplice,che avevo accennato anch'io all'inizio: proiezione. a me fa pensare molto che sembrerebbe sempre e comunque inevitabile,persino tra persone che sanno -teoricamente- di che cosa si tratta..in effetti e' un argomento vecchio,magari chissa quante volte trattato,pare come un'ombra che ci segue e ancora di piu,per sua stessa conseguenza,nei momenti piu luminosi e non ci facciamo quasi mai caso di questo pur evidente contrasto. ..rispondo percio alla domanda..cosa può fare la donna ex-più innamorata-del-mondo-e-profondamente-delusa più che dire "ok! Basta." prima pero vorrei fare una premessa..soltanto per approfondire e provare a capire di piu,affrontando le cose dai piu svariati punti di vista .. se in questo caso,questa donna ha comunque proiettato a se qualcosa che POI subentra il; cosa sognavo e il cosa invece vivo..perche da come almeno dici tu e' la sensibilita maschile a dover "riparare" in seguito un,chiamiamolo errore,fatto in precedenza dall'altra?..in fondo,tra parentesi,sappiamo piu o meno tutti che la tendenza alla proiezione e' molto piu sviluppata nell'animo femminile,su questo non credo ci siano generalizzazioni da parte mia. ..quindi,cosa puo fare?! mah..guarda ti dico la prima cosa che me venuta di getto,quindi prendila come viene..accettare la persona per quella che E'(e non come avrebbe voluto),senza per questo dire,pensare e fare;no!,basta,chiuso,addio,st op,fine...PUNTO. come vedi e' pure tutto relativo alla fine e a pensarci bene e' pure tutto un incredibile paradosso,quindi risposte non credo ce ne siano perche entrerebbero tutte in contraddizione tra loro (secondo il mio aver ragionato,fin qui con te..) |
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08-03-2008, 08.08.57 | #14 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Le ragioni di un "no" in una donna
Citazione:
come e' vero!..ma dove stanno queste persone che hanno attraversato questo angustissimo passaggio?!..no,me lo sto chiedendo seriamente,pero' sono certo che esiste altrimenti,se non esisterebbero non verrebbero nemmeno menzionate! |
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08-03-2008, 14.36.38 | #15 | |
Ospite
Data registrazione: 18-03-2006
Messaggi: 33
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Riferimento: Le ragioni di un "no" in una donna
Citazione:
Acquario69 ti rispondo che dove siano queste persone non lo so. Però, però, solo il fatto che si riesca a mentalizzare, il che non implica minimamente o necessariamente attuare, ma ne è prerequisito, questa, come possibilità, implica che questo aspetto esista, seppur come difficoltosa conquista, per qualcuno/alcuno/ognuno. Come qualcuno/alcuno/ognuno può. Donellla |
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08-03-2008, 15.38.46 | #16 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Riferimento: Le ragioni di un "no" in una donna
Carissimo Acquario,
sul ruolo delle proiezioni io, come te e come Antigone, non avrei dubbi. Però sono sempre più convinta che, quando le proiezioni entrano in quel micidiale laboratorio alchemico in cui sono poste a contatto con la realtà ed a questa reagiscono, NON entrino (in quel laboratorio) solo i due dati (proiezione soggettiva dell'altro e realtà oggettiva dell'altro) e che, comunque, questi due dati siano a propria volta funzione di un'infinità di altri, del tutto avulsi dalla possibilità e capacità di controllo dei protagonisti. Ed è appunto per questo che maledirei qualunque senso di colpa in ciascuno dei partner. Più semplicemente: alla fine non credo che , ad essere onesti nell'analisi, possano battersela SOLTANTO "capacità di riparare" da un lato e "capacità di accettare" dall'altro. Perchè tanto le mie proiezioni quanto la mia lettura della realtà dipendono, oltre che dal partner, da un'immensa mole di fattori che (continuando l'esempio del laboratorio chimico) IN OGNI MOMENTO continuano a generare reazioni su ciascuno dei due, sostanzialmente producendo una serie di reazioni a catena per le quali diventa assolutamente miope (o non vedente) il dire soltanto "mi aspettavo bianco, verifico rosso". Fingiamo che solo uno dei due partner sia "osservato dall'altro" e che l'osservato resti uguale a sè stesso nel tempo oltre che oggettivamente leggibile (che sono due fattori assurdi!).... bene! : sempre resta che io ho elaborato una proiezione su di lui in un determinato stato d'animo (il quale è destinato a variare in funzione di moltissimi fattori); sempre resta che qualunque momento della mia lettura, a propria volta è funzione di quei moltissimi fattori che nella realtà stanno continuando a combinarsi nella più totale ignavia sia mia che del partner; ergo: in ogni momento io "leggo" dell'altro quello che la mia storia vera mi permette o mi condiziona a leggere! E sin qui abbiamo finto che l'altro sia immutabile e oggettivamente leggibile. Aggiungiamo ora che, nella realtà e come tutti sappiamo, NON lo è! Incredibile ma vero (il fatalismo non è la mia palestra preferita).... eppure, se voglio rifletterci davvero, ... arrivo alla conclusione che "intesa" o "rottura"... malgrado ogni nostra illusione registica.... siano determinate molto più dal "caso" che non dalla nostra capacità/possibilità di governo e determinazione (anche solo di noi stessi). Esempino super grossolano per scongiurare il mio timore eterno di apparire farneticante: io parto in quarta per Tizio perchè mi travolge e mi affascina la sua capacità manipolatoria della vita e degli uomini. Per me Tizio è un fascinosissimo Vincente. Nel tempo... fatti oggettivi portano Tizio a conclamarsi perdente. Più precisamente : perdente per errori marchiani di valutazione di sè e del prossimo, assolutamente inconciliabili con la mia idea "pura" di "Vincente". Bene: questo FATTO, da solo, non fa in realtà nessuna storia e nessuna svolta!.... Perchè : - se nel frattempo la mia vita si sta evolvendo in modo da farmi Vincente "secondo me e con i miei metodi"..... è altamente probabile che io non capisca e non sia disposta ad esaminare il suo fallimento, che cominci a viverlo come la mia zavorra frutto d'un abbaglio, che cominci a scomporlo nel mio immaginario (sia pure con dolore) fino al fatidico "no basta"... VICEVERSA: - se se nel frattempo la mia vita mi sta dimostrando che ANCHE i miei teoremi possono far acqua e di questo ho prova nella MIA esperienza.... è altamente probabile che io sia ottimamente predisposta a ad esaminare CON LUI il suo fallimento.... e da questo partire per una rivisitazione dell'intero mio assetto esistenziale.... per il quale trovo in lui il più impareggiabile dei complici, con il quale "scopro" una intesa sul "sentire perdente" che è tutta assolutamente nuova rispetto alla proiezione iniziale, eppure inaugura una unione molto più forte rispetto a qualunque altra che potessi (inizialmente) aver proiettato fra "vincenti".... Solo per dire che: i "fatti" del partner sono gli stessi; ciò che lui può fare per condizionarne la mia lettura... è qualcosa ma non è tutto; la nostra "storia" resta alla fine dettata dal disegno che la sorte ha tratteggiato per noi.... molto più di quanto non conti la matita che crediamo d'aver in mano per disegnarci quel che pensiamo di voler e saper disegnare.......... (inter nos : spero di essere contraddetta, perchè non è una prospettiva che mi esalta... però in mancanza d'altro mi ci devo onestamente arrendere). |