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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
10-02-2008, 12.45.51 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
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Riferimento: Se c'e' differenza tra gruppi virtuali e quelli tradizionali ?
Citazione:
Questo tuo post dovrebbe essere un incoraggiamento per tutti noi del forum, e dimostrarci la presenza di quella maturita' che ci permette di comprendere e partecipare ai diversi problemi. Se tu sei riuscita Mary, e' anzittutto merito tuo ma pure di quelli che si interessano sinceramente ai tuoi---nostri problemi. E' proprio questo che mi attrae nel forum: la dimostrazione di quella "intelligenza dei sentimenti" [non so se la traduzione e' esatta] che non si acquista solo teoreticamente. Ciao. |
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10-02-2008, 13.38.41 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 22-10-2004
Messaggi: 470
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Riferimento: Se c'e' differenza tra gruppi virtuali e quelli tradizionali ?
Giungo alla conclusione che il gruppo virtuale e' soprattutto l'espressione di bisogni umani e come tale potrebbe avere pure un certo valore terapeutico
Buona osservazione potrebbe essere una baggianata però ho riscontrato anche su me stessa che un gruppo virtuale può avere valore terapeutico perchè non avendo nessuno davanti e mantenendo l'inonimato ci sentiamo più liberi di parlare di sfocarci ed in qst modo liberiamo le nostre tensioni e veniamo incoraggiati da pareri che gli altri ci danno, pareri che vengono dal profondo del cuore e non pareri che vengono dati per simpatia o antipatia |
10-02-2008, 14.36.05 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Riferimento: Se c'e' differenza tra gruppi virtuali e quelli tradizionali ?
La vedo in modo analogo quanto all'espressione dei bisogni umani, ma sono fortemente diffidente nei confronti del "valore terapeutico". Quanto meno sottolineerei mille volte il "certo" anteposto a "valore terapeutico".
Nel senso che l'anonimato aprioristicamente parificante rappresenta il più facile alibi per lo sdegnoso rifiuto d'ogni valenza terapeutica in chi, avendone particolarmente urgente necessità, non sia affatto disposto (anche per questo) ad ammetterla. Altrimenti detto : chi vi entra sentendosi "eletto", non riconoscendo all'interno del gruppo alcuna particolare autorevolezza come tale consacrata, sarà portato ... soltanto.... a leggere il dissenso come ulteriore prova d'elezione sublime. E, ove stretto all'angolo dalla generale non condivisione.... piuttosto che mettersi in discussione.... se ne andrà.... ancor più convinto della propria "superiorità". Ma, se non avrà la forza ed autonomia per andarsene, potrà anche "cambiare" stile d'approccio : NON perchè si sia terapeuticamente evoluto. No. Solo perchè ha concluso che ..."per far due ciarle qui nei ritagli di tempo.... bisogna SCENDERE a livelli inferiori (sempre più cari tenendosi i propri e "superiori" da sfoderare "dove sa e dove può"). |
10-02-2008, 18.26.45 | #7 |
Ospite
Data registrazione: 18-03-2006
Messaggi: 33
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Riferimento: Se c'e' differenza tra gruppi virtuali e quelli tradizionali ?
Trovo le note di Hava e quelle di Donella pertinenti ed entrambe plausibili sebbene esse possano apparire dissonanti.
Il gruppo, sia esso virtuale o reale, è in ogni caso uno specchio implacabile delle proprie forze e delle proprie fallacie, non è che in quanto tale esso sia terapeutico o meno, l'uso che il singolo però ne fa è ciò che differenzia. Come lo si vive, nelle sue accezioni fauste, laddove il proprio dire venga accolto con plausi e trombe, come lo si vive quando esponendosi con i propri lati meno numinosi, ci si trova di fronte a voci in controcanto, preziose quanto le laudi. Un essere umano necessita di trovare un equilibrio tra la singolarità e la gruppalità, senza per questo dover sacrificare parti importanti di se stesso, per piacere agli altri dico solo cose belle e carine ovvero per farmi notare vado contro di default...ed anche in questo momento che esprimo un paio di esempi pratici ci metto del mio, del modo che ho di vedere/non vedere nel particolare momento di vita che attraverso. Come per Veraluce, anche io uso questo mezzo come ponte, non dimenticando che fuori c'è un mondo reale che non può e non deve essere ignorato, ma riconoscendo che al momento non ho la forza e neppure il coraggio di affrontarlo sempre e comunque. Leggo molto più di quanto non scriva, talora perché non comprendo, talvolta perché ciò che volevo esprimere è già stato detto, talvolta perché è per me doloroso farlo. Un saluto. |
10-02-2008, 20.53.30 | #8 | |
Moderatore
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
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Riferimento: Se c'e' differenza tra gruppi virtuali e quelli tradizionali ?
Citazione:
Quoto Mary perché la mia esperienza è simile. Tendenzialmente non ho problemi comunicativi, tutt'altro. Ho però maggiore difficoltà con le emozioni, a comprenderle e a farle comprendere. Nel reale, semplicemente, si fanno confidenze alle persone di cui ci fidiamo, che poi - tendenzialmente - sono quelle che ci danno i consigli che ci aspettiamo di ricevere. Questo non aiuta a crescere. La crescita prevede il confronto anche con chi, in modo terzo, ci dice come ci vede per quello che esprimiamo, con sincerità. Questo, nella realtà, crea maggior difficoltà, perché chi ci è vicino spesso non vede i nostri punti critici reali ma vede altro, chi non ci è vicino non è nel rapporto necessario di confidenza per stimolare una nostra riflessione a cuore aperto. In un forum si inizia, dal mio punto di vista, a prendere contatto con alcune parti di noi potenzialmente esistenti perché rilevate da chi non ha altre prospettive su di noi. Una volta presa coscienza, si sviluppa una riflessione su questi aspetti nuovi e la si porta dal virtuale al reale con maggior sicurezza. Credo che questo tipo di confronto possa essere molto utile per chi vive momenti difficili ma non tali da essere riferibili a vere e proprie patologie psichiche (perché in tal caso autoanalizzarsi solo con il confronto reciproco temo sarebbe impossibile). Spero di aver scritto cose sensate, sono un po' stanca. Bellissimo tema, Hava. Ciao a tutti! |
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10-02-2008, 22.15.13 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
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Riferimento: Se c'e' differenza tra gruppi virtuali e quelli tradizionali ?
Giungo alla conclusione che il gruppo virtuale e' soprattutto l'espressione di bisogni umani e come tale potrebbe avere pure un certo valore terapeutico.[quote]
Avendo l'idea di "valore terapeutico" destato dubbi, vorrei cercare di chiarirla. Nel corso degli anni ho partecipato a diversi gruppi con lo scopo di migliorare le attitudini attinenti al mio lavoro. E' stata un'esperienza unica, ed e' per cio' probabilmente che vengo attirata da un gruppo come questo e sono portata a trovarne le somiglianze. Perche' terapeutico? perche' e' un'esperienza che puo' migliorare le nostre facolta' comunicative e soddisfare come dicevo bisogni personali di vario genere. Le reazioni dei partecipanti ce lo confermano. Io considero come terapia ogni forma o disciplina che ci faccia sentir meglio con noi stessi e con gli altri. |
11-02-2008, 00.30.59 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Riferimento: Se c'e' differenza tra gruppi virtuali e quelli tradizionali ?
Ciao Hava.
Hai chiarito benissimo, ma eri già stata chiara. Però, benchè il mio accesso a questo Forum sia relativamente recente, ho chiaro il ricordo (un po' triste) di almeno due "allontanamenti volontari" (di frequentatori in diversi modi "prestigiosi") che smentiscono esattamente questo assunto : Citazione:
Ricordo nitidamente almeno due persone di indubbio spessore (e di spigolosità perfettamente proporzionale alla mole cultural-intellettual-caratteriale) che... se non sono più qui (con solenne dichiarazione di non esserci più) .... è probabilmente perchè questo luogo non li ha fatti "sentir MEGLIO con se stessi e con gli altri". Dal mio punto di vista... avevano entrambi la certezza di una loro superiorità, e in entrambi la trovavo fondata. La "pecca" era (sempre ovviamente dal mio punto di vista) il "modo" di esprimerla (quella superiorità oggettiva). Sarebbe stato fortemente terapeutico (per loro) recepire che non la sostanza, ma solo il modo di porgerla, era indigesto. Ma il loro "spontaneo" modo di porgersi e di "accogliere" ha sentenziato SOLTANTO la infrequentabilità del luogo. E basta! Tutt'altro che terapeuticamente, nessuno è riuscito a gettare quel ponte effettivamente terapeutico che, mentre confermava la valenza, fraternamente segnalasse la fallibilità del SOLO modo di porgerla. Per uno dei due, e mi vergogno ricordando d'averne fatto parte, si creò (proprio come nei gruppi reali, in effetti!) il "branco contro". E credo non abbia avuto nulla di terapeutico, nè per lui, nè per ciascuno del "branco". Resta, certo, un mare di brave persone che non fa mistero del proprio bellissimo e umanissimo desiderio di comunicare... per il puro e semplice e vitale desiderio di farlo. MA... a bordo campo resta chi - non essendo necessariamente "minus" e talvolta essendo "plus" - ha la pecca (magari l'unica pecca) di non saperlo ammettere. E forse è proprio quello che maggiormente necessiterebbe della valenza terapeutica. Per costui, secondo me, l'esperienza può addirittura rivelarsi ANTI-terapeutica. Ingiustamente. Per tutti : lui e gli "altri". Lui torna a privarsi di una possibilità di contatto. Gli "altri" tornano a privarsi ... di tuto ciò che va oltre la facile omologazione sul "notoriamente condiviso che fa branco". E' "terapeutico", questo |
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