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12-06-2003, 19.46.45 | #29 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Ciao Fragola, ho letto con interesse la discussione su psicanalisi e psicoterapie....ma tornando qui:
Accettare. Può essere estremamente arduo, perchè non riconoscere una parte di noi può essere un modo per difendere quanto di noi conosciamo. La nostra più quotidiana vita, le nostre più quotidiane relazioni possono, forse, continuare a resistere così come le conosciamo, solo continuando a nascondere questo lato oscuro: e lo nascondiamo a noi stessi per un'incompatibilità di fondo, un'inconciliabilità di due (o più) lati di uno stesso io, che trovandosi faccia a faccia non possono non cozzare l'uno con l'altro. Uno alla luce del sole, con un'indirizzo Uno nella profondità, con un'altro, certo più ricco e più nostro... Una crisi, quanto meno. Una crisi che, una volta superata, porta ad una sintonia a livello più alto, una migliore integrazione di noi con noi stessi e una maggiore consapevolezza. Tutto di guadagnato per chi guarda alla vita con gli occhi di un bimbo curioso con voglia di crescere. Questa crisi della nostra quotidianità...può essere grave. Accettiamo pure la crisi... Dovremmo per un periodo continuare a vivere la nostra + o - routinaria esistenza, in una condizione nella quale questa stessa rete di relazioni che ora ci appare familiare, cambia, si trasforma. Tutto di guadagnato, certo, alla fine. Per il "durante" occorre una buona forza. Cioè...trasformarsi, percorrere un periodo di instabilità, continuando a percorrere il parrallelo percorso della quotidiana, stabile routine... Essere nel caos, e al contempo dover essere nell'ordine e funzionare ordinatamente e ordinariamente... il mio capo non mi darà mai le ferie per motivi esistenziali... Mi sembra, questo "periodo", un periodo molto intenso...o forse non è così? Tu che ne pensi? Esagero? Grazie ancora |
13-06-2003, 10.03.43 | #30 |
autobannato per protesta
Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
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A Fragola,
Spesso dietro alle personali definizioni si evita di cogliere la sorgente di ciò che ci interessa. Tu dici l'omabra è un'altra cosa e poi dai la tua definizione...mah! Poi dici l'incoscio non è così, ma cosà...mah! Poi fai il discorso (scusa veramente) tritro e ritrito "bisogna utilizzare la conscenza del nostro male come risorsa"...Mah! Secondo me non bisogna essere troppo legati a dei modelli interpretativi "scolastici", cosa vuol dire nell'inconscio ci sono ombre e gioielli? Quando c'è il sole ti serve anche l'ombra e se sei nel deserto non poi mica mangiarti un gioiello! Ogni cosa ha la sua funzione relativamente al contesto, e in senso assoluto il male non esiste (affermazione forte che comunque non vi obbligo a condividere). Il problema non è, come concordi anche tu, esplorare, cercare, domadare, ma come farlo! Cioè con che spirito. Siamo poi sicuri di voler vedere, conoscere, ascoltare le risposte? Personalmente penso di no, almeno finchè le cose vanno bene. Nel momento che nasce il disagio (esistenziale, emotivo, materiale sono solo definizioni) l'Uomo comincia a muovere il culo e incontra la sua parte inconscia (sconosciuta). Siamo fatti così! come fare di questo dato di fatto un'azione consapevole in ogni istante dell'esistenza trasforma una realtà di vita in una Via. A RR, ti dico che uno deve semplicemente realizzare che quando il Titanic affonda non ha senso continuare a ballare solo perchè la musica ti piace. Comprendere questa inevitabile realtà ci aiuta a liberarci dal vecchio noi stessi in ogni momento come la muta della pelle del serpente. Brucia e allora? se si crescere ad un certo punto la pelle diventa stretta. |