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04-12-2007, 16.52.15 | #6 |
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
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Riferimento: E' peggio Natale o Capodanno?
"quando muore il bimbo dentro di noi è il momento che cominciamo ad invecchiare." (Babbo Natale)
"Come vedete voi le feste ormai prossime ad arrivare?" (Marco Gallione) Personalmente non trovo le festività un momento triste; neanche "necessariamente" allegro, a dire il vero. Direi che è un momento un pò ritualizzato dove si è chiamati a fare una serie di cose che ordinariamente non ci passerebbero per la testa. Se però devo essere del tutto sincero, sino in fondo, come si addice ad un angolo riparato di confessioni psicologiche, confesso allora che quello è l'unico momento dell'anno in cui la mancanza di figli (non ne voglio in tutto il resto dell'anno, sia chiaro) mi dà un pò di malinconia. Vedere il Natale attraverso gli occhi di bimbetti che rimangono ingenuamente estasiati davanti alle lucine dell'alberello o alle scatole dei regali con l'incarto colorato o ai dolci di cioccolata ed alle altre cose buone, è tornare a percepire la magia della vita oltre il disincanto che accompagna l'età adulta. Quando il bambino dentro di noi cresce sino a non far sentire più la sua vocina desiderosa di protezione ed affetto, e sembra che muoia, un altro bambino dovrebbe prenderne il posto e tornare con il suo incanto ad incantare il nostro bambino morente. Sarebbe il ciclo naturale della vita. Ma oggi le cose sono più complicate; la famiglia non è più un luogo di certezze e di protezione e, allora, bisogna organizzarsi per il Capodanno; per non rimanere indietro, per continuare ad ignorare, tra i botti le risa e lo spumante il bambino morente.... |
04-12-2007, 19.24.21 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-05-2006
Messaggi: 211
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Riferimento: E' peggio Natale o Capodanno?
Citazione:
Trovo molto dolce e tenera questa discussione.. confessiamo le nostre amarezze.. le nostre aspettative deluse.. i nostri rimpianti.. Cerchiamo il vecchio miracolo del buon Babbo Natale.. del Gesù Bambinello dei presepi nella nostra infanzia.. Lo cerchiamo fuori di noi.. nel mondo che scorre e consuma sempre più velocemente.. in viaggi che ci portino sempre più lontano.. dalle nostre radici..da noi stessi...per vederci sempre uguali.. per cercare ancora chissà che.. Forse.. il bambino che muore..è dentro di noi.. perchè..viene nutrito male.. troppe aspettative su di lui..troppe responsabilità.. gli creiamo un mondo artificiale.. dove vi sono pochi spazi per la fantasia.. per la creatività..tutto oramai è razionale.. non magico.. Per fortuna.. esiste ancora la magia.. la magia in ogni essere umano che vive e respira.. che crea il proprio mondo ogni giorno.... che accetta di vivere il tramonto perchè sà che vi è sempre una nuova alba.. Certo.. semplice non è.. difficile fidarsi di un bambino.. ma qualcuno scrisse che se non saremo come bambini.. nostro non sarà il regno dei cieli.. dove per regno dei cieli.. si può anche leggere di un piccolo e sereno angolo di pace su questa terra.. di un mondo dove la condivizione delle scoperte scientifiche rendi vita migliore a tutti.. e non ai soliti noti.. dove uomini e donne siano materialità e spiritualità assieme.. Ci sono ancora doni da ricevere.. capodanni da smaltire di botti e luci.. |
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04-12-2007, 20.43.29 | #8 |
Moderatore
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
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Il senso del Natale presente
Quando si parla con malinconia del Natale, mi torna sempre in mente Dickens, ed il suo Christmas Carol.
Come più volte detto, sono cristiana, e per me Natale è la venuta di Cristo in terra, la Sua incarnazione, ma non solo questo. Domenica scorsa, prima di avvento, è stata proposta la liturgia della luce. Si posizionano quattro candele vicino all’altare, una per ogni domenica di avvento. Ogni domenica si accende una nuova luce, quando ogni luce è accesa arriva Gesù (un po’ il contrario di quello che succede di solito per le feste di compleanno… che quando arrivi è tutto buio). La liturgia della luce non è cosa solo cristiana, credo sia un rito antichissimo, forse di origine celtica, che si compie in concomitanza con l’inizio del nuovo ciclo della vita (dopo il 13 dicembre le giornate si allungano e il ciclo vitale legato alle stagioni in qualche modo si compie). La luce simboleggia la salvezza dalle tenebre: la luce di Dio, la luce della Vita, la luce dell’Amore, la luce della Sapienza… chiamatela e pensatela come volete, ma la luce per l’uomo è il simbolo dei simboli: senza luce non ci sarebbe vita. La luce, caro Babbo, ben può essere anche rinascita da una vita che sembra senza senso, o scomoda, o faticosa, o triste. Il Natale dovrebbe essere questo, ogni giorno. Il cristianesimo lega alla luce l’attesa di Dio: svegli affinché non colga impreparati, pronti per la vita eterna. Lasciamo da parte il cristianesimo, però, e guardiamo a questo mondo dove stiamo. Questo mondo dove stiamo, dal mio punto di vista, ci offre già in vita – in parte – l’occasione di vedere il nostro inferno e cambiarlo, e scegliere la luce (non necessariamente Dio, intendiamoci). Nel “Cantico di Natale” il cattivo Mr Scrooge è tormentato da un fantasma che gli mostra cosa è stato, cosa è e cosa sarà nella sua vita, se non cambierà. Non credo sia necessario arrivare a tanto, al fantasma. Ognuno di noi si specchia ogni giorno nelle persone che incontra e per sapere dove ci porteranno i nostri comportamenti, e le nostre scelte, basta saper guardare. Però bisogna anche guardare oltre, e non fermarsi alla maschera. Questo credo si chiami Karma: ripercorriamo a distanza di tempo i nostri passi all’infinito, fino a che non riusciamo a comprendere ciò che dovevamo comprendere. C’è un film con Bill Murray: lui ogni giorno si sveglia e davanti a sé ha la stessa, medesima giornata. Davanti a noi, ogni giorno con personaggi diversi, si ripropone la stessa identica situazione che ci fa soffrire. E si ripresenterà finché non saremo capaci di “fare la scelta giusta”, di comprendere il perché di questa giornata sempre uguale che si ripropone. La giornata di Natale, in fondo, la potete intendere così. E’ la nostra capacità di viverla ed imparare da essa che la renderà differente. Dobbiamo imparare a vivere ciò che ci si presenta dinanzi, senza pregiudizio. Ho trovato asfittici molti pranzi di Natale, in passato. Ho trovato noiosi i saluti ai parenti e le solite stupide chiacchiere. Partecipavo indossando una maschera e mi irritavo ad ogni racconto altrui di meravigliose felicità. Sapevo di indossare una maschera ma non sapevo immaginare che altri, per ragioni non così differenti dalle mie, la indossassero a loro volta. E così dell’altro, scorgevo solo la maschera. Quando ho buttato giù la maschera ho imparato a vedere quella degli altri, e l’ho compresa. A quel punto anche gli altri hanno buttato giù la loro. Il senso del Natale presente, per me, è ricordare che siamo tutti sulla stessa barca, con le nostre gioie e i nostri dolori, in una vita che per tutti è imperfetta ma che tutti vorremmo fare credere perfetta a chi ci sta dinanzi. Il senso del Natale presente, per me, è vivere questo giorno con la capacità di riscoprirci “animali sociali”, bisognosi di essere insieme e bisognosi di identità, di appartenenza. E il senso di appartenenza lo dobbiamo ricercare nelle nostre origini, nelle nostre famiglie, se le abbiamo. Se non le abbiamo dobbiamo avere il coraggio di cercare la nostra famiglia, di costruirla, di unire le solitudini che ci rendono umani: perché gli altri un po’ rompono le scatole, ma senza si vive male. Il senso del Natale presente. Tutte quelle luci colorate e accese in ogni angolo, dovrebbero rappresentare questo: consapevolezza che la luce esiste e se non la vediamo è solo perché stiamo tenendo gli occhi chiusi. A proposito, Babbo, l’hai ricevuta la mia letterina vero? Il Capodanno lo passerei con Bradd, me lo puoi buttare direttamente giù per il camino… |
04-12-2007, 20.45.32 | #9 | |
Moderatore
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
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Riferimento: E' peggio Natale o Capodanno?
Citazione:
Questo l'ho pensato molte volte anche io, la cosa più semplice al mondo oggi è diventata la più complicata, c'est la vie... |
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07-12-2007, 10.53.50 | #10 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 06-12-2007
Messaggi: 2
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Riferimento: E' peggio Natale o Capodanno?
secondo me, tutte le manifestazioni che ti impongono la condivisione di una emozione o di una allegria, sono agghiaccianti.
Natale tradizionalmente, è la festa della famiglia. ma cosa vuol dire famiglia, che cosa rappresenta ora come ora la famiglia? e quanti e quali sono i modi di vedere la famiglia ed il Natale? c'è il modo dei miei genitori e dei miei suoceri, per cui la famiglia è un nucleo d'affetto, nel quale convergono anche ricordi del passato che magari sono rivissuti proprio attraverso il "Natale in famiglia". c'è il modo dei bambini, che sicuramente abbinano il Natale all'emozione dei regali e comunque alla sicurezza dell'affetto attraverso i regali. C'è il modo dei giovani, adolescenti o preadulti, per i quali i conflitti all'interno della famiglia rendono il Natale una seccatura, un imprigionamento, una ipocrisia, una falsità. E poi c'è il mio che vedo, sento , percepisco e sto male non certo per il Natale, ma per quel che il Natale rappresenta per le persone che mi stanno intorno. per me famiglia significa l'unione di elementi che isolati sono utili e perfetti e gestibili, ma uniti creano una mistura infiammabile che può esplodere e arrecare dolore. ed il Natale può essere una di quelle occasioni alchemiche di mistura infiammabile . succede solo a me o queste situazioni sono comuni? e come vengono superate? solo arrivando al 2 gennaio? |