Ricorderete i film di Paolo Villaggio ispirati alla saga di Fantozzi. Film tutt’altro che comici, essendo intrisi di un franco realismo.
Il n. 1 o il n. 2 di quella saga, riportava una festa di capodanno qualunque, dai toni giusto un po’ accesi, lievemente surreali, non tanto diversi da quelli che caratterizzano le feste di capodanno che passano i più. Che passano tutti direi, salvo quelli che apprezzabilmente vanno a letto presto.
A me quella scena di Fantozzi è sempre sembrata piuttosto didascalica, verosimile.
Addobbi funerei, pietanze stantie, musica di second’ordine, assenza assoluta di bellezza fisica e di felicità giustificata.
L’orchestra bolsa che tirava avanti l’orologio, facendo scoccare l’ora X, la fatidica mezzanotte, un paio d’ore prima, ansiosi di andare a fare un’altra serata in un altro locale, ben pagati.
Meno cinquee, quattroo, e tree e dueee ee…. EEEEEEEH! Auguriii!
Rappresentazioni esteriori di un sentire collettivo ingenuamente sbagliato, e piccolo. Ma inevitabile in certo senso.
Come porsi di fronte a tutto ciò, nel caso fossimo costretti a vivere una meravigliosa notte di capodanno, magari in società?
Il galateo suggerirebbe di fare buon viso a cattivo gioco, avendo solo il pudore rispetto a noi stessi di non mentirci.
Impostare un misurato, sobrio, sorriso per la serata, indossare degli abiti adatti alla circostanza (senza esagerare, in ogni caso). Sapere che la toilette è sempre un buon rifugio, dove trovare conforto psicologico in caso di urgenze.
Prenderla con disincanto e consapevolezza, tanto prima o poi si rientrerà a casa. Il tempo di una notte passa. E’ un dato fisico.
Nemmeno a St. Barth – che a capodanno è alta altissima stagione – potrebbe essere così facile sfuggire a quella scena del capodanno fantozziano, ed evitare di esserne fagocitati come comparse (in-)consapevoli, come vagoni stolti del samba-trenino (figata).
Figuratevi a Pianissoi, o a Veltreffa, o a Micciatoti di Pieve.
E’ tutto relativo, a ben vedere.
Non è difficile incontrare ogni tipo di paradosso, quando si parla di capodanno.
Non più tardi di due giorni fa, una, delirando, sputacchiava nelle mie orecchie robe del tipo: “no! non costringermi ad andare a St. Moritz anche a natale, il capodanno lì..? con le solite facce?!? non se ne parla!”. Le avrei proposto il Veglione al Bibadonta di Pianossoi, se non fosse stato che avrebbe preso il mio suggerimento come una battuta, anzichè cadere in forte depressione, come io avrei sperato che fosse.
Ho passato capidanni nelle isole remote al caldo, ai piedi delle rupi austriache di Saltzburg ascoltando con l amia fidanzatina uno, illustre maestro del conservatorio di Kubinga, che suonava Il Volo del Calabrone con un bassotuba lungo 4 metri (avete idea del virtuosismo circense o no?); e anche sulle montagne di prestigio, ho passato capidanni, così come nelle Americhe del Nord.
E poi capidanni intimisti-fidanzatisti e/o con gli amicidelcuore noi-tutti-belli-accoppiati.
Capidanni (anzi uno, capodanno) a base unicamente di sesso di coppia sfrenato (chiuso in casa con la mia neo-fidanzata, nel 1995; il capodanno tra il 94 e il 95 per la precisione).
Capidanni messicani, e poi capidanni a base di leccornie eno-gastronomiche da 1milione di euro all’etto.
Tutti Fantozzi. Tutti capidanni-fantozzi. Probabilmente è un problema mio.
Anzi sicuramente è un problema mio. Infatti ricordo un solo capodanno dove – davvero – mi sono sentito ok!
E’ stato quattro anni fa, in una isola al caldo. Mi hanno rubato la valigia poco dopo l’atterraggio. Ero vestito invernale, e lì era estate piena, tipo 28 gradi di notte. Erano le 19.45 dell’ultimo dell’anno, dovevo andare in hotel in taxi, e potevo giusto partecipare alla bellissima
festa
vestito da pieno inverno, mentre accanto a me scorazzavano tutti ormai in costume da bagno, guardando il mio maglione triplo filo a collo alto come la più audace delle stravaganze. Vivienne Vestwood summer collection.
Ecco lì si mi sono sentito veramente a posto. Volevo quasi quasi tenermi la sciarpa addosso. Giuro.
La stravaganza del mio vestire era più ragionevole della stravaganza di quei festeggiamenti tribali… Meno cinquee, quattroo, e tree e dueee ee…. EEEEEEEH! Auguriii!
Sono ansioso di conoscere dove passerò il mio prossimo capodanno
.
Buon anno, cari.