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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 07-09-2007, 15.17.46   #21
odissea
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Riferimento: Consiglio per una amica [Lui pericoloso, ma lei ha paura di lasciarlo]

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Originalmente inviato da maxim
Nella precedente discussione aperta da Francesco, ove la parte lesa era l’uomo, sono arrivati ottimi consigli femminili che spingevano l’autore all’introspezione e all’autoanalisi onde evitare profuturo che il comportamento della moglie potesse ricadere in facili tentazioni la cui causa poteva essere appunto il carattere del marito.
Un valido consiglio che ovviamente trova applicazione anche in questo caso.
Spronerei la signora all’autoanalisi affinché scopra le pecche della sua relazione. Ci dev’essere pur un motivo se lui ha iniziato a bere e non si comporta più come un tempo!
Quando si sbaglia in queste cose la colpa è sempre da suddividere in parte eque…che ne dite signore del forum?
Del resto, offrire la propria spalla sulla quale riversare le lacrime, aiuta ad enfatizzare a dismisura una situazione per trovare appoggi psicologici a giustificazione degli errori commessi e che hanno contribuito a condurre l’uomo in quello stato. Aiutala piuttosto ad interrogarsi dove ha sbagliato!


beh, ehm, caspita....sono piuttosto basita dal tuo intervento e da chi ti è venuto dietro a ruota

Mi sento in sintonia con hava e con chi, come lei, sostiene che in questi frangenti la soluzione è piuttosto improbabile; scindere legami che in qualche modo sono poco sani e, direi, perversi, è paradossalmente assai difficile.
Anzi, è più facile interrompere una relazione sana
Qui e solo qui, nell'incapacità di porre fine a un rapporto "malato", mi sento di dire che le colpe sono eque.

Da qui ad affermare però che se l'uomo in questione è una persona violenta, alcolizzata e soprattutto che fa uso di minaccia,allora la colpa è da suddividere fifti-fifti, al 50%...non so...non mi piace, non mi convince.
La cronaca è piena di casi simili, anzi peggiori: la violenza di genere c'è, e ne vediamo gli esiti quasi ogni giorno sui giornali, dove si leggono tra l'altro solo i casi più eclatanti dove ci scappa la morta ammazzata.
Se immaginassi di avere un'amica, una sorella, o una figlia che disgraziatamente finisce protagonista in una di queste(ormai solite) cronache nere, non mi sentirei mai di affermare "bisognava aiutarla a capire dove ha sbagliato per ridurre il suo uomo così".
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Vecchio 07-09-2007, 16.07.32   #22
cielosereno52
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Riferimento: Consiglio per una amica [Lui pericoloso, ma lei ha paura di lasciarlo]

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Originalmente inviato da odissea
beh, ehm, caspita....sono piuttosto basita dal tuo intervento e da chi ti è venuto dietro a ruota

Mi sento in sintonia con hava e con chi, come lei, sostiene che in questi frangenti la soluzione è piuttosto improbabile; scindere legami che in qualche modo sono poco sani e, direi, perversi, è paradossalmente assai difficile.
Anzi, è più facile interrompere una relazione sana


Una relazione " sana" perchè dovrebbe interrompersi.. probabilmente solo una parte la giudica sana...se si interrompe..

Poi.. consigliare chi vuole esserre consigliato..a volte aiutiamo noi stessi nel dare consigli.. rivedendo nostre convinzioni errate..mettendoci in discussione.. sinceramente scrivendo cosa pensiamo.
Mica siamo psicologi di professione.. che guadagnano parcelle ..
Con tanta simpatia per la tua Odissea... ( che è un pò di ogni essere umano che si interroghi sulla vita.. sulle sue alterne vicende).
Ciao
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Vecchio 07-09-2007, 18.51.42   #23
odissea
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Riferimento: Consiglio per una amica [Lui pericoloso, ma lei ha paura di lasciarlo]

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Originalmente inviato da cielosereno52
Una relazione " sana" perchè dovrebbe interrompersi.. probabilmente solo una parte la giudica sana...se si interrompe..

Poi.. consigliare chi vuole esserre consigliato..a volte aiutiamo noi stessi nel dare consigli.. rivedendo nostre convinzioni errate..mettendoci in discussione.. sinceramente scrivendo cosa pensiamo.
Mica siamo psicologi di professione.. che guadagnano parcelle ..
Con tanta simpatia per la tua Odissea... ( che è un pò di ogni essere umano che si interroghi sulla vita.. sulle sue alterne vicende).
Ciao

La mia impressione, tutta personale (niente di scientifico) è che è più facile rompere meccanismi "sani" che "malati"...."positivi" piuttosto che "negativi".
Purtroppo

Forse la prerogativa di una relazione "sana" (non solo amorosa, ma anche amicale, genitoriale e chi ne ha....) è proprio quella che i due soggetti che interagiscono siano autonomi e possano comunque fare a meno dell'altro senza per questo veder sfasciata la propria identità. In un rapporto "non sano", questa autonomia si perde e i suoi componenti hanno la sensazione di non poter reggersi in piedi senza l'altro: c'è in gioco un meccanismo perverso nel senso di sado-masochistico.
Non so se sono stata capace di spiegarmi....

Ricambio la simpatia e aggiungo un pizzico di invidia (sana ) per il tuo cielo sereno
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Vecchio 08-09-2007, 09.05.27   #24
daria
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Riferimento: Consiglio per una amica [Lui pericoloso, ma lei ha paura di lasciarlo]

e quà viene il problema lui non vuole assolutamente lasciarla, non vuole che vada via di casa nella maniera più assoluta, lei ha paura e continua a stare assieme, lei ha paura (l'uomo beve molto) che possa fare delle brutte azioni (quasi sicure vista la persona), non sa più cosa fare.



io penso che il problema da affrontare per primo sia quello della dipendenza dall'alcool. da sola non potrà mai farcela. ha bisogno di far capire all'altro che il suo comportamento è dovuto alla dipendenza dall'alcool. sarà una strada molto difficile da intraprendere e molto difficile da portare avanti. dovrebbe affidarsi ad un gruppo A.M.A. auto, mutuo, aiuto, oppure a un s.e.r.t., sicuramente da sola non ce la farà mai, penso che nella sua città di questi gruppi ce ne sia almeno uno. contatti i responsabili e chieda suggerimenti su come e cosa deve fare.
avrà sicuramente un esito positivo la frequenza di questo gruppo. in questo momento non può affrontare il problema conseguente alla dipendenza. bisogna fare un passo alla volta, prima risolve la questione della dipendenza, prima potrà affrontare l'altro problema. un uomo che assume molto alcool non può avere la lucidità necessaria per affrontare altri problemi.
questo è solo il mio punto di vista.

ciao daria
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Vecchio 10-09-2007, 16.35.17   #25
Francesco68
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Riferimento: Consiglio per una amica [Lui pericoloso, ma lei ha paura di lasciarlo]

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Originalmente inviato da daria
e quà viene il problema lui non vuole assolutamente lasciarla, non vuole che vada via di casa nella maniera più assoluta, lei ha paura e continua a stare assieme, lei ha paura (l'uomo beve molto) che possa fare delle brutte azioni (quasi sicure vista la persona), non sa più cosa fare.



io penso che il problema da affrontare per primo sia quello della dipendenza dall'alcool. da sola non potrà mai farcela. ha bisogno di far capire all'altro che il suo comportamento è dovuto alla dipendenza dall'alcool. sarà una strada molto difficile da intraprendere e molto difficile da portare avanti. dovrebbe affidarsi ad un gruppo A.M.A. auto, mutuo, aiuto, oppure a un s.e.r.t., sicuramente da sola non ce la farà mai, penso che nella sua città di questi gruppi ce ne sia almeno uno. contatti i responsabili e chieda suggerimenti su come e cosa deve fare.
avrà sicuramente un esito positivo la frequenza di questo gruppo. in questo momento non può affrontare il problema conseguente alla dipendenza. bisogna fare un passo alla volta, prima risolve la questione della dipendenza, prima potrà affrontare l'altro problema. un uomo che assume molto alcool non può avere la lucidità necessaria per affrontare altri problemi.
questo è solo il mio punto di vista.

ciao daria
Grazie della risposta, se non sbaglio è già andato ad un centro alcolisti ma i risultati non sono stati un gran che, non perchè il centro non era valido ma la persona non era convinta al 100% e quando non si è convinti i risultati non possono che essere deludenti. Comunque concordo che il primo passo dovrebbe essere quello, visto che con la testa sballata e impulsività a mille si possono fare cose orribili, basta vedere le prime pagine dei giornali.
Ora mi sembra continuano entrambi da un psicologo, ma è da un po' di tempo che non li vedo e non posso aggiungere altro. Vi aggiornerò.
Francesco
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Vecchio 10-09-2007, 17.22.21   #26
wilhelmina frederika
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Riferimento: Consiglio per una amica [Lui pericoloso, ma lei ha paura di lasciarlo]

Ne ho visto 2 di casi quasi uguali a questi.Lei che dice che lui è pericoloso,ma intanto non lo lascia....
Purtroppo esiste anche la totale dipendenza economico da parte di donne che fanno solo la casalinga.E entrare nel mondo del lavoro non è facile.

Esiste il caso di chi ha perso l'autostima,subendo per anni percorse...e qualora tu le consigli di lasciarlo ti risponde"Mi io gli voglio bene".Perche ci sono strani rapporti in giro....che per noi che li guardiamo da di fuori,sono rapporti di coppia malati vittima/carnefico.

Se una persona si mette a bere,è sempre segno che sta "buttando giù"un problema o molti problemi!

Noi dal di fuori non sappiamo come funzionava questa coppia,lei poteva essere molto autoritaria,e lui in segno di ribellione,va a fare il pazzo in moto...come un bimbo che si ribelle alla autorità.

Secondo me...una coppia bene o male assortito assomiglia a una forbici,chi si mette in mezzo viene taglata!!!Anche se ma il mio consiglio da donna è per la cura radicale.
Perchè come si vedi le ferite lasciati a se stessi vanno in cancrena.
Taglio netto!!!
wilhelmina frederika is offline  
Vecchio 11-09-2007, 00.53.10   #27
donella
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Riferimento: Consiglio per una amica [Lui pericoloso, ma lei ha paura di lasciarlo]

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Originalmente inviato da odissea
Da qui ad affermare però che se l'uomo in questione è una persona violenta, alcolizzata e soprattutto che fa uso di minaccia,allora la colpa è da suddividere fifti-fifti, al 50%...non so...non mi piace, non mi convince.

Su questo punto concordo in pieno.

NON fifty/fifty : quasi tutta la "responsabilità", di solito, la trovi infatti nell'apparente vittima piuttosto che nell'apparente carnefice.

Che spesso e malvolentieri siano "sbagliati" entrambi... può non esserci dubbio alcuno.

Che l'apparente vittima sia più gravemente "malata" dell'apparente carnefice, ok, spessissimo è riscontrabile ad una analisi attenta.

MA che l'apparente vittima benefici di un simulacro ... assai malato.... di una "furbizia" sociale di cui il carnefice (in tutt'altra e anch'essa malata ... ingenuità) IGNORA persino l'esistenza.... beh... questo è il polso che ti pulsa sotto le dita ogni volta che prendi il braccio ... di uno dei due di una storia così!

Non importa se vittima o carnefice siano il lui o la lei della storia.
In storie come queste scopri sempre che il disperato o la disperata VERI sono quelli che "danno di matto".
Ma il mostro o la mostro VERI sono quelli che l'hanno abbracciatti così o, peggio, li hanno coltivati così... fin quando le dimensioni della mostruosità - in qualche modo - gratificano il loro povero io.

Poi... quando i "contro" si rivelano più pesanti dei "pro" nel quotidiano.... il malato furbo (quello più grave) grida "al mostro!". E il malato più destrutturato e fragile (ma in fondo meno grave)... continua ignaro a "fare" il "mostro".... esattamente quello che forse NON sarebbe mai stato senza quel compagno o quella compagna di vita.

donella is offline  
Vecchio 11-09-2007, 19.43.34   #28
pallina
...il rumore del mare...
 
Data registrazione: 15-01-2007
Messaggi: 279
una storia vera...

Di lui dicevano che quando arrivava ad un certo punto di rabbia non capiva più niente e, in genere, chi ne faceva le spese era la moglie. La prima volta che l'avevo vista lei mi aveva detto che era caduta malamente e che l'avevano dovuta portare persino in ospedale: non era vero ma io, che nemmeno immaginavo potessero succedere di questi orrori tra le mura domestiche, ci avevo creduto. La cosa tragica è che in casa di lui e di lei tutti sapevano ma nessuno cercava di intervenire, a me non arrivavano nemmeno gli echi di quella tragedia che si è consumata ripetutamente per anni. Sino a quando, un'estate di circa 15 anni fa, avevamo deciso di passare una settimana al mare insieme a loro e ad altri familiari, a causa di una bugia di un figlio successe il finimondo. Loro avevano in affitto una casa a fianco alla nostra, io in quel momento ero sola ma ricordo che ero uscita subito per cercare di fare qualcosa. Ma erano chiusi dentro e non potevo entrare, ricordo il mio andare avanti e indietro per cercare qualcuno che mi aiutasse ad aprire quella porta ma il mondo mi cascò addosso quando una sorella di lui mi disse: "Lasciali stare, non possiamo fare niente, se entriamo lui farà del male anche a noi...".
E le urla di lei mi riempivano la testa.....

E orribile fu per me vederli la sera insieme, come se niente fosse successo, lei gonfia e livida, lui che tranquillamente stava in mezzo alla gente....

Fu la prima e l'ultima volta che passai una vacanza con loro.

Aldilà di tutto, ciò che per me era inconcepibile era come lei potesse continuare a vivere con lui, come riuscisse a fare vivere i loro tre figli in quella tensione continua (tre ragazzi che si porteranno appresso per tutta la vita i segni, il dolore, la rabbia e i guasti di una famiglia veramente problematica), tutti e tre, compresa la femmina, maneschi come il padre e, alla fine, come la madre che riversava la sua rabbia su di loro.
Oltrettutto lui la tradiva ripetutamente. E ha continuato a farlo persino quando fu ricoverato in ospedale per un tumore, durante gli anni della malattia nonostante lui avesse un'altra, lei gli è stata vicino, sino alla fine.
E solo dopo anni dalla sua morte lei mi ha confidato che quello era l'unico modo possibile per staccarsi da lui, perchè non avrebbe mai avuto la forza di lasciarlo, sapeva che la famiglia non avrebbe potuto supportarla ma, io penso, probabilmente lei non si voleva bene abbastanza al punto di credere nelle sue sole forze, di potercela fare.....
La morte alla fine era arrivata per lei, veramente, come una liberazione.
pallina is offline  
Vecchio 12-09-2007, 11.47.44   #29
odissea
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Riferimento: Consiglio per una amica [Lui pericoloso, ma lei ha paura di lasciarlo]

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Originalmente inviato da donella
Su questo punto concordo in pieno.

NON fifty/fifty : quasi tutta la "responsabilità", di solito, la trovi infatti nell'apparente vittima piuttosto che nell'apparente carnefice.

Che spesso e malvolentieri siano "sbagliati" entrambi... può non esserci dubbio alcuno.

Che l'apparente vittima sia più gravemente "malata" dell'apparente carnefice, ok, spessissimo è riscontrabile ad una analisi attenta.

MA che l'apparente vittima benefici di un simulacro ... assai malato.... di una "furbizia" sociale di cui il carnefice (in tutt'altra e anch'essa malata ... ingenuità) IGNORA persino l'esistenza.... beh... questo è il polso che ti pulsa sotto le dita ogni volta che prendi il braccio ... di uno dei due di una storia così!

Non importa se vittima o carnefice siano il lui o la lei della storia.
In storie come queste scopri sempre che il disperato o la disperata VERI sono quelli che "danno di matto".
Ma il mostro o la mostro VERI sono quelli che l'hanno abbracciatti così o, peggio, li hanno coltivati così... fin quando le dimensioni della mostruosità - in qualche modo - gratificano il loro povero io.

Poi... quando i "contro" si rivelano più pesanti dei "pro" nel quotidiano.... il malato furbo (quello più grave) grida "al mostro!". E il malato più destrutturato e fragile (ma in fondo meno grave)... continua ignaro a "fare" il "mostro".... esattamente quello che forse NON sarebbe mai stato senza quel compagno o quella compagna di vita.


Fermo restando che ogni "caso" è diverso, sono propensa, in linea generale, a dare un'interpretazione esattamente contraria.
E' il carneficie che coltiva la sua vittima e la rende sempre più succube fino a che, giorno dopo giorno, questa diventa incapace di reagire.
Sono poche le vittime che hanno la forza di alzare la testa e gridare "al mostro": la maggior parte se ne sta in silenzio e passa un vita miserevole, a raccontare di esser caduta per le scale, e a giustificare la condotta violenta del partner.

Certo che la vittima, uomo o donna che sia, ha le sue proprie responsabilità: la prima è quella di non sapersi difendere, che è un dovere verso se stessi. Sicuramente c'è anche una dinamica che porta il danneggiato a diventare dipendente dalla violenza (masochismo?).
Però poi stop.

Il mostro forse non sarebbe diventato così con un partner diverso?
mah....chi può dirlo? PUò darsi che egli abbia cercato (consciamente o inconsciamente) un partner ad hoc che gli permettesse di esprimere facilmente questa sua personalità prevaricatrice.

Con questo non intendo "assolvere" la vittima dalle sue proprie responsabilità, ma queste responsabilità trovo che siano unicamente verso lei stessa e la sua propria persona.
Io ci lavoro coi "mostri". Quando sono stati violenti, quando hanno picchiato madri o fidanzate, o hanno compiuto furti o distrutto un'auto per quanto correvano, non mi hanno mai, e dico mai, fatto pena. Quello che ho imparato è che se fai il contrario, esprimi loro una certa solidarietà ed empatia quando compiono atti gravi, non te la cavi più: leggono il tutto come una legittimazione alla loro condotta. QUindi giù *****ate, senza pietà, che trovo essere immeritata in questi casi, tra l'altro. Giustificare la loro dipendenza da sostanze e i loro comportamenti in virtù di una persona "brutta e cattiva" che li ha fatti diventare così, è strada assai rischiosaiù utile trovo che ognuno si prenda le sue responsabilità...la vita si sa, è dura per tutti.
odissea is offline  
Vecchio 14-09-2007, 23.42.54   #30
marco gallione
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Riferimento: Consiglio per una amica [Lui pericoloso, ma lei ha paura di lasciarlo]

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Originalmente inviato da Francesco68
Una mia amica sta insieme, da svariati anni con una persona rude, non violenta ma molto pericolosa, una persona che quando si arrabbia perde la testa, ad esempio quando litiga con lei è capace di prendere la moto e andare a 250 Km all'ora in centro al paese....................tra loro non c'è più niente, nessun valore, nessun sentimento, nessun contatto fisico, niente! Lei vuole lasciarlo perchè non c'è niente che li possa ancora legare..................e quà viene il problema lui non vuole assolutamente lasciarla, non vuole che vada via di casa nella maniera più assoluta, lei ha paura e continua a stare assieme, lei ha paura (l'uomo beve molto) che possa fare delle brutte azioni (quasi sicure vista la persona), non sa più cosa fare. Lui vede solo lei nella sua vita, non riesce a capire che ormai non c'è più niente, non si arrende all'idea di vederla libera e magari con un'altra persona, è capace di fare qualsiasi cosa, è pericoloso sopprattutto quando beve.
Io non so come aiutarla, lui non ascolta nessuno, va dritto per la sua strada e non ragiona.
secondo voi qual'è la possibile soluzione?

Caro Francesco68,

vieni a chiederci lumi circa la vicenda della tua amica.
Logica elementare mi porta a dire che, fatta la scorta qui sul Forum di consigli variegati (come la torta variegata), tu corra poi dalla tua amica che è fidanzata con James Dean ad esprimerle il sunto del tuo pensiero consiliore, passato prima – immagino – attraverso un blending più o meno casuale (speriamo non troppo casuale) con i consigli ricevuti dai Forumisti più sapienti.

Il consiglio che darei io alla tua amica è di scegliersi amici-consiglieri dotati di pensiero autonomo, e magari di ferma esperienza.

L’idea che – quando io possa avere chiesto consiglio a qualcuno – costui sia andato prima a sentire i Forumisti, la trovo un po’ inquietante. Sarai d’accordo con me.

D’altra parte, il fatto che codesta tua amica abbia una relazione con un signore tanto stravagante potrebbe fare il paio con il fatto ella abbia un consigliere tanto stravagante.

Che si tratti di un gruppo di persone stravaganti?

Il mio suggerimento: moderare la stravaganza.
marco gallione is offline  

 



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