Ciao bella sposa!
Questo è ciò che ho scritto nel mio libro sulla solitudine. Che ne pensi?
La salvezza dell’uomo risiede proprio nell’accettazione della solitudine.
Questa profonda verità potrà sembrare un assurdo per la nostra mente logica. In realtà, la solitudine è la nostra grande amica che ci accompagna ed aiuta durante il percorso dello spirito. L’uomo che conosce ed ama la propria solitudine, conosce ed ama anche se stesso; l’uomo che non la conosce e la combatte non sa niente di sé.
Solo tramite la meditazione si potrà conoscere com’è fatto l’uomo, oltre al visibile e al tangibile. Nel salire i primi gradini dell’ascesa spirituale, ognuno è destinato ad incontrare la propria solitudine interiore. Si prenderà coscienza che essa diverrà parte integrante e compagna della ascesi spirituale.
Possiamo vivere la solitudine anche se siamo fra molta gente. Non ha importanza, se ridiamo o scherziamo, lei è lì con noi.
La solitudine è dura ed amara, se sofferta senza assimilarne il sottile e sublime significato. Si rivela delicata e dolce, se è vissuta gioiosamente nella piena consapevolezza del suo perché. Dobbiamo accettarla come una manna e con amore, e soprattutto senza paura, né angosce.
Quando si cade improvvisamente in uno stato di solitudine, non dobbiamo disperarci ed angosciarci. Dobbiamo comprendere che quel periodo tanto sofferto, in realtà è una meravigliosa opportunità che ci permette di dedicare il nostro tempo alla scoperta di noi stessi. Un periodo, dove possiamo isolarci per incontrare le paure, le bassezze e tutte quelle realtà psichiche rinchiuse da tempo nella nostra cantina degli orrori. Questo periodo di solitudine scandisce il giusto tempo per liberarsi da questi fardelli e rinascere finalmente a nuova vita.
Attenzione! In questa fase critica è facile lasciarsi andare all’ausilio di psicofarmaci, i quali placano le angosce interne, ma indeboliscono la psiche, l’equilibrio intellettivo e fisico. Non è difficile incontrare soggetti paragonabili a veri zombi che da tempo fanno uso di questi farmaci. Se proprio non se ne può fare a meno, meglio ricorrere ad un rimedio naturale, come la fitoterapia o l’omeopatia, evitando così la dipendenza di questi rimedi chimici. E’ giusto farsi aiutare in questo difficile momento. Attenzione però a scegliere la persona giusta. Chi da assistenza per non cadere in un aiuto mentale troppo logico per essere efficace, deve aver già passato la sua notte nera (*) e deve conoscere la meditazione. Cercare la centratura in meditazione, oltre ad essere un ottimo rimedio alle problematiche esterne, resta anche il miglior complemento alle problematiche interne.
Pure i grandi mistici, ad un certo punto della loro esistenza, hanno avuto la necessità di isolarsi dal mondo per incontrare la loro solitudine. Vi sono tantissimi luoghi, come grotte, monti, eremi, che hanno accolto la solitudine dei mistici di tutti i tempi, paesi e religioni. E’ sufficiente ricordarne i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto, dove incontrò e vinse definitivamente la propria parte mentale che gli impediva di accettare il suo duro compito in terra.
(*) Nel “La notte oscura” di San Giovanni della Croce (santo spagnolo ed illuminato, 1542-1591) è evidenziata la difficoltà dell’unione dell’anima con Dio.