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12-04-2007, 12.33.10 | #23 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Riferimento: L’auto-conoscenza.
Citazione:
Credo che nessuno intendesse dire che si debba in qualche modo essere compiacenti verso un ego incanalato in un circuito poco sano. Indulgenti però si, almeno secondo il mio parere; questo ego fatto di meccanismi di difesa e strategie di mantenimento, è un po' come un nostro fratello che ha bisogno di attenzioni e di cure; ignorarlo comporta un rischio....una somatizzazione ad esempio. Una gastrite, un attacco d'ansia e cose di questo genere tanto per dirne un paio. Sono d'accordo con te quando dici che è necessario andare alla radice del problema; ma anche una volta colta questa radice, non è automatico che il muro si sgretoli: non è automatica la "guarigione". Ma tutto ciò non è un dramma: si fa un passo alla volta, con pazienza, e forse con indulgenza verso se stessi. Essere indulgenti per me ha il significato di non volersi punire per un errore o un difetto; amarsi un po' di più. Io lavoro in ambito psichiatrico e posso dire che mai ho visto "guarigioni"(ma forse è meglio in questo caso parlare di miglioramenti)immediate e repentine: mai. Anche dopo anni di lavoro e psicoterapie, anche quando sembra che "la radice del problema" sia stata colta, i miglioramenti si vedono solo col tempo, passo passo: niente illuminazioni sulla strada di Damasco insomma Per cui mi risulta difficile comprendere il tuo ragionamento e la tua esperienza da questo punto di vista...non la riscontro, o forse non sono in grado di coglierla (in ambito lavorativo come in quello privato) Ps: un saluto ad alba che ha scritto interventi bellissimi. |
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12-04-2007, 12.47.45 | #24 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-10-2003
Messaggi: 48
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Riferimento: L’auto-conoscenza.
Citazione:
sì, la mia impressione è che entrino in gioco altri fattori, un cammino di maturazione (in questa e altre vite) che non si può eludere. Il che ovviamente non va utilizzato come ulteriore scusa egoica... |
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12-04-2007, 14.15.18 | #25 | ||
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: L’auto-conoscenza.
Citazione:
Non ho detto di ignorare l'ego, ma di riconoscerne la "radice". Citazione:
Credo che per "radice" dell'ego io intenda qualcosa di molto diverso da cio' che intendi tu, che piuttosto pensi alla radice di un problema. Il problema e' proprio l'ego, la personalita'. Cio' che si puo' fare e' conoscere come funziona e metterlo al guinzaglio della pura Coscienza di Se'. (Il mio percorso ovviamente, pur avendo utilizzato tecniche come la Gestalt e lo Psicodramma, e' di natura Spirituale. Pratico la meditazione da 25 anni). Conosco bene l'ambiente della Psichiatria perche' ho amici che ci lavorano (uno e' un antipsichiatra) e condivido quello che dici. Tuttavia la Psichiatria non e' una scienza, come invece lo e' la Neurologia, non e' proprio nulla e la maggior parte degli Psichiatri agisce in modo molto discutibile non valutando bene la gravita' della situazione. Molto spesso la valutazione di una problematica e' fallace e sarebbero sufficienti interventi di ben altra natura che quella farmacologica e psicoterapeutica. Un esempio su tutti: gli attacchi di panico e la depressione. Prima di somministrare farmaci a destra e a manca bisognerebbe approfondire un po' di cose. Esistono testimonianze piuttosto interessanti di guarigioni immediate e spontanee, vere e proprie illuminazioni, vedi Eckhart Tolle per esempio. ( Uno lo conosco personalmente e racconta una storia identica a quella di Eckhart Tolle. ) C'e' una chiave di lettura ben precisa a quel genere di accadimenti spontanei, c'e' una Conoscenza molto antica e di carattere universale che e' una chiave di lettura per quel genere di eventi (nonche' una metodologia di pratica concreta). Per fortuna oggi, un certo tipo di esperienze iniziano ad essere oggetto di analisi scientifica. In Italia vedi M.Bizzarri e qui e qui . Per altre patologie il discorso e' piu' complesso ma anche li esistono testimonianze interessanti. L'importante e' ri-scoprire l'uomo, il suo cuore. Se il terapeuta ha fatto questa scoperta in se stesso, sara' un buon terapeuta, altrimenti no. Anche io vorrei sottolineare il bellissimo intervento di Alba. In quei momenti il nostro vero Se' viene fuori e il cuore parla. Ultima modifica di Yam : 12-04-2007 alle ore 15.28.46. |
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12-04-2007, 14.23.03 | #26 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: L’auto-conoscenza.
Citazione:
Sulle altre Vite ci andrei cauto, non e' necessario spingersi cosi lontano anche perche' intervengono troppi fattori disturbanti in quel genere di indagini. Le Vasanas o impressioni latenti sono perfettamente manifeste in ognuno di noi, vanno solo riconosciute (e sin qui arrivano le migliori espressioni della Psicologia) e messe sotto il riflettore della Consapevolezza. Potenziare l'ascolto di Se', sino a creare un equilibrio tra le identificazioni con le Vasanas (che io chiamo ferite dell'anima) e la pura Coscienza di Se' e' cio' che si puo' fare. C.G.Jung aveva ben chiaro questo. |
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12-04-2007, 15.29.41 | #27 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-10-2003
Messaggi: 48
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Riferimento: L’auto-conoscenza.
Citazione:
volevo solo mettere l'accento l'accento sul 'fattore tempo', che generalmente, sull'onda dei neo-advaitin, si tende a misconoscere. A parte le considerazioni di carattere psicologico, mi sembra esista una vera e propria fase di 'acclimatamento' fisiologico a certi livelli energetici. Ma qui il terreno si fa instabile, quindi faccio qualche passo indietro... |
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12-04-2007, 18.14.40 | #28 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: L’auto-conoscenza.
Citazione:
Cio' che viene disconosciuto o meglio sottovalutato e' proprio il contenuto della Coscienza o EGO....cioe' i Samskara-Vasanas che hanno una loro solidita' e sono piuttosto insistenti. Dall'altra parte pero' c'e' chi esagera con quelle storie della regressione...S. Grof secondo me e' stato uno di quelli. |
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12-04-2007, 20.07.19 | #29 |
Ospite
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Riferimento: L’auto-conoscenza.
Yam dice:
Scoprire che esiste una felicita' senza oggetto, che e' possibile smetterla di separare schizofrenicamente la realta' in cose piacevoli, cose spiacevoli ed essere indifferenti a tutto il resto e' cio' che auguro ad ogni uomo. Ringrazio per i complimenti. Io amo dire e descrivere cose che davvero ho vissuto, partire da se stessi per parlare di "tutto" ( meglio che viceversa) è ,io credo, inevitabile. Cercare nella propria memoria, l'eperienza vissuta di ciò di cui si sta parlando e ragionando, fosse anche di astrofisica, di cui non so quasi nulla ma certamento potrei rccontare delle grandi emozioni e del senso di unità con l'universo che sento in me, è tutt'altra cosa. E' un tipo di esercizio che cerco di tenere sempre vivo come metodo di indagine reale e per essere onesta con me stessa. Ma non è poi così facile, proprio perchè il nostro ego (fatto di ciò che gli altri decisero e decidono che sia), non è poi così onesto intellettualmente e forse non può esserlo fino in fondo e ,mi vien da dire, forse è bene che sia così. Avevo organizzato al meglio il compito che mi avevano dato in ufficio. Dialogare con i colleghi per cercare di conciliare il dentro e fuori dal lavoro, era il mio punto di forza; gestire con loro e non per loro era il mio motto. Questo metodo ,con pazienza, dopo un pò cominciò a dare i suoi frutti e rese l'atmosfera lavorativa più rilassata e conciliante . Il capo era contento, ovvio, si complimentava con me ed era sempre molto disponibile nei miei confronti. Non mancava però di mettermi in guardia, dall'alto della sua pretesa esperienza degli uomini e in particolare di alcuni che descriveva con dovizia di particolare i loro difetti le loro maldicenze i loro sotterfugi . Mentre gratificava me, puntava il dito contro questo o quel collega che stava tramando ai miei danni. Premetto, io quel capo non lo conoscevo e non mi era mai capitata in precedenza un'esperienza del genere. La mia organizzione andava bene, nel complesso le persone dialogavano con più tranquillità tra di loro e con me. Il capo ogni giorno non mancava di elogiare il mio lavoro ed io mi davo da fare senza mai lamentarmi anche quando il lavoro era tanto. Eppure, c'era qualcosa che non tornava, ero compiaciuta con me, per come ,dopo anni di esasperata e conflittuale(a detta di chi c'era) ,si stava trovando un equilibrio. Eppure c'era qualcosa che non andava: inorgoglita ,troppo inorgoglita , non era esattamente il mio obiettivo; non era comunque quello di essere migliore degli altri, ma vivere bene con gli altri. C'era un pericolo imminente che mi avrebbe coinvolta oltre modo, oltre la mia volontà, questo mi diceva il mio ego anche se era molto copiaciuto con se stesso. Qualcosa mi sfuggiva perchè non c'era nella realtà della quotidianità. Mi misi in attesa, non litigai con il presunto collega che mi fece sparire giorni di lavoro dal computer. Non accenai reazioni scomposte nemmeno quando , qualcuno cambiò tutta la disposizione dell'archivio. Continuai a fare il mio lavoro e sopratutto a non dire nulla al capo. Perchè preferii rischiare di prendermi delle responsabilità che non erano mie ,pur di non litigare con i colleghi dispettosi? PErchè il resto non è indifferenza, quel resto siamo noi, ero io che sparpagliata in mezzo ad altre logiche stavo diventando terra di conquista; la realtà l'aveva però capita prima di tutti il mio ego che, nonostante gli elog,i percepiva un pericolo ben più grande : quello di sentirsi sconfitto ; si mise in attesa degli eventi , regolando, via via che fatti più concreti si manifestavano , azioni e prese di posizioni più precise. Alla fine non fui terra di conquista ma esclusa ed emarginata anche dal capo. Tranquilli, le cose vanno molto meglio e chi se nè andato è proprio il capo ( e con la coda in mezzo alle gambe). |
16-04-2007, 09.04.02 | #30 | |
Sii cio' che Sei....
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Riferimento: L’auto-conoscenza.
Citazione:
Non vorrei che si fossero comprese male queste mie parole...intendevo dire che l'ego e' schiavo di questre tre modalita' energetiche che si manifestano al contatto dell'ego (soggetto) con gli oggetti del fenomenico: attrazione, repulsione, indifferenza. |
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