Citazione:
Messaggio originale inviato da Willow
... ma davvero dobbiamo farci dire da qualcuno, che non è nostro figlio, il modo migliore per educarlo?
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Effettivamente nessuno ha il diritto di dirci come dobbiamo educare i nostri figli, ma di fatto noi accettiamo che qualcuno ce li educhi per noi. Le scuole fanno questo. Non si sognano neppure di venirci a dire come dobbiamo educarli: saltano direttamente al "ci pensiamo noi" senza neanche chiederci il permesso. Ci pensa la scuola a sottrarci i nostri figli alla nostra educazione e ad educarli secondo il loro criterio. Che sia una scuola statale o privata non cambia molto.
Credo che il senso di un libro, ma soprattutto di una vita come quella di Neill sia rivolta a stimolare il genitore a chiedersi e a dare una risposta a questa domanda:
“Come può mio figlio vivere una vita felice?” e “Cosa posso e devo fare per far sì che ciò avvenga?”. Niente di più! (Ma prima di tutto vogliamo veramente che i nostri figli siano felici?)
Ma non è questa la domanda, la principale preoccupazione di una scuola tradizionale.
Quali sono le priorità per una scuola tradizionale?
Imparare ad inserirsi nella società cercando di adattare docilmente il ragazzo all'obbedienza. Questo non implica necessariamente la preoccupazione per lo stato interiore del bambino. La sua adattabilità deve essere funzionale all’inserimento nella società. L’ambiente non deve essere necessariamente favorevole per lo sviluppo della sua gioia di vivere, della sua felicità, delle sue aspirazioni, della sua sicurezza in sé stesso. Ed ecco che piano piano il sistema educativo imposto dallo stato riesce a modellare il ragazzo fino a fargli credere è giusto stare al proprio posto, che ci sono guerre giuste, che un solo uomo non è che una goccia, che esiste un Dio da amare e adorare, altrimenti ci punisce, che Gesù era l'unico figlio di Dio e che noi siamo figli del peccato... e tante altre belle storielle che ci insegnano a credere, fra l'altro, che avere dei sensi di colpa è cosa buona e giusta.
Ma cosa deve fare allora un genitore che voglia dare al figlio quell’educazione che una scuola tradizionale non sa o non vuole dare?
Di sicuro non deve darsi per vinto! Intanto la coppia deve rimanere integra e capace di cogliere quei segnali che consentono di trovare soluzioni e spunti di crescita. Nel proprio territorio ognuno di noi possiede le energie che cerca, ma non sempre si trovano davanti agli occhi, a volte sono proprio sotto il nostro naso. Si tratta di humus molto fertile, ma occorre seminare nel posto giusto. Informarsi, capire dove cercare, chiedere: non siamo i soli ad avere queste domande, né come genitori, né come educatori/insegnanti/professori.
La migliore educazione per un bambino è quella che gli permette di scoprire la vita, la bellezza della vita in tutte le sue forme, di sentirsi sicuro e protagonista creativo in essa e di avere degli strumenti a disposizione per conoscerla, amarla ed apprezzarne la grande libertà.