Posso tranquillamente accettare ed anche condividere quanto ho quotato ed anche tante cose che ho letto in questa discussione ed in ogni altra in cui si parla di suicidio, di libertà di scelta, di libero arbitrio, di autodeterminazione... ecetera.

Ma ad una domanda ancora, vorrei saper rispondere:
"come mi sentirei, se passato sul ponte della ferrovia mentre uno si butta giù e non essendo intervenuto per fermarlo sentissi il suo urlo, e lo schianto delle sue ossa rotte?"

Come sei tragico!
Aveva un cartello con scritto "suicida"?
Io dico che se qualche anima buona intuisce che, in un' anima affranta dal dolore, possa esserci la possibilità che non sia in grado di superarlo da sola potrebbe, almeno, provare a parlarle a farle scorgere altre prospettive a rivedere ciò che la tormenta da altri punti di vista.
Almeno provarci, ammesso che l'anima in questione ne parli o quantomeno balbetti qualcosa.

No, amica mia, non mi è successo, l'ho solo pensato, ma con buoni motivi.

Quotidianamente tu. io, tutti siamo sfiorati da persone che no, non si taglieranno né polsi né gola, e che tuttavia sono in piedi su quel parapetto, bisognosi che qualcuno li abbracci, e li tiri giù.

Veri suicidi cui è negata la citazione in TV e il ludibrio popolare ma che pure affrontano il futuro di una solitudine disperata.

Ognuno di loro rappresenta il viandante di Gerico, aggredito e ferito dai briganti sociali di oggi, depredato dal progresso della sua dignità di uomo.

Tu, io, ognuno di noi, siamo ogni giorno quel levita, quel sacerdote che guarda e passa oltre ed ignora il meschino nella forse vana attesa di un buon samaritano che forse per lui non passerà.

Certo se tendiamo la mano ad uno di questi che ognigiorno ci toccano la veste non andremo a "cronache in diretta", e non avremo nemmeno un piccolo trafiletto sul giornale, ma il nostro gesto sarà celebrato in una storiella forse nemmeno vera di un libro vecchio di duemila anni, ed infinite volte letto ed in tutte gli altri apologhi morali di tanti altri libri simili a quello ed altrettanto sacri. Sacri perché consacrati dalle nostre stille di divina umanità!

Molto cordialmente

(come vedi mi sono alzato tardi, ma parecchio ringalluzzito: il sorrriso degli amici fa bene!)