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14-06-2010, 18.24.53 | #12 |
Ospite
Data registrazione: 04-05-2010
Messaggi: 15
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Riferimento: Dio e Casualità
Mi sembra che siamo abbastanza vicini, occorre solo discutere i dettagli.
Lascio quindi da parte per questa volta il tema centrale, ovvero l'imposssibilità di affermare o negare l'esistenza di entità metafisiche, su cui mi sembra siamo di massima d'accordo, e chiarire meglio il concetto di "inconoscibilità", che applico in particolare all'annosa questione del creazionismo contro le varie teorie "miscredenti", che mi sembrano spesso arroccamenti dogmatici di discutibile spirito critico. Per inconoscibile non intendo gli eventi futuri, ovviamente non conoscibili almeno per noi comuni mortali, ma gli eventi passati, e in qualche misura anche quelli presenti, se nel loro svolgersi ha qualche parte il caso. Vorrei mettere in chiaro che il mio non escludere la possibilità di esistenza di un'entità metafisica, di Dio, non significa affatto seguire alla lettera quanto prescritto dalle religioni che si arrogano il diritto di interpretarne i voleri e costringerci, o almeno provarci, a seguirne le regole. Ancora, non rinnego affatto il valore, credo evidente a tutti, di alcuni uomini illuminati che hanno intuito modi di vivere di comune vantaggio, suggerendo di vivere in modo un po' più attento al prossimo di quanto non detterebbe il proprio egoismo. La massima "ama il prossimo tuo come te stesso", anche se pressochè impossibile da applicare alla lettera, potrebbe rappresentare un valido metodo per aumentare la possibilità di sopravvivenza della specie. Ma tale massima può scaturire da una mente sensibile ed intelligente, senza chiamare in causa Dio, o almeno non nel modo in cui ce lo raccontano. La mia posizione permette la più ampia libertà di pensiero rivolto alle cose "fisiche", e fin dove possibile, cioè quasi sempre, si appoggia a prove sperimentali e al ragionamento logico, e sono quasi certo che, salvo situazioni che potrebbero rappresentare vere zone di inconoscibilità, un po' come accade per la logica matematica dopo Goedel, tutto il resto sarebbe spiegabile razionalmente. Le zone inconoscibili, un po' come gli infiniti nella teoria della relatività (non la conosco abbastanza, ma li ho sentiti citare spesso), non richiederanno ben inteso interventi metafisici, ma solo aree da rispettare. Ma questo campo sperimentale-razionale, l'unico per noi disponibile, potrebbe essere immerso in un ambiente di rango superiore, o con maggiori dimensioni, o con proprietà che la nostra mente non ha ancora, e forse non avrà mai, la possibilità di immaginare. Come escluderlo, e perchè? La battaglia di Oddifreddi mi sembra più tesa a colpire le religioni che i concetti metafisici, e in parte posso condividere, ma per aderire completamente alle sue tesi dovrebbe trattare i suoi argomenti in modo meno dogmatico, dato che i dogmi generalmente non hanno vita lunga. La tua ipotesi su una refutazione basata su argomenti logico matematici mi sembra poco probabile, perchè correrebbe potenzialmente gli stessi rischi degli argomenti teologici sulla dimostrazione dell'esistenza di Dio espressi in tempi medievali. I procedimenti matematici e statistici (matematica anche loro), non si riferiscono ad entità reali, ma a deduzioni logiche legate a concetti matematici, come quello di probabilità e frequenza. Il legame tra probabilità e frequenza è un atto di fede, non è un concetto matematico, anche se nella pratica è seguito. Se ci pensi bene, mentre l'immagine mentale di una moneta ha probabilità identiche di cadere su una faccia o l'altra, nella pratica l'unico modo per garantirci sull'equità del lancio è collezionarne un certo numero e verificare le frequenze delle due facce. Per il resto della tua lettera mi sembra che tu sia perfettamente d'accordo con me, compreso il dispiacere che nella scienza applicata, e anche nella vita di tutti i giorni intervengano diverse pulsioni ideologiche/fideistiche che impediscono comportamenti razionali. Ma è così difficile essere coerenti al proprio ambiente, e affermare quanto ci appare evidente da prove scientifiche senza aggredire i credenti? Una relazione scientifica non ovrebbe essere diversa se redatta da un ateo o da un credente! E allora, perchè tutta questa polemica? Per il piacere di discutere? O per esorcizzare i pericoli dei fondamentalisti e dell'oscurantismo? Ma allora a maggior ragione occorre basarsi su concetti del tutto inattaccabili. Mi piacerebbe continuare, ma in questi giorni non ho purtroppo molto tempo, a causa di impegni molto reali come la denuncia dei redditi e altro, per cui scusami se non sono molto tempestivo nella risposta. |
29-05-2011, 17.53.57 | #13 | |
prof
Data registrazione: 28-05-2011
Messaggi: 221
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Riferimento: Dio e Casualità
Citazione:
Secondo me le due parti anzidette dell'Universo, che una interpretazione diffusa del pensiero cartesiano, vorrebbe, nella migliore accezione, separate da una linea di demarcazione netta, sarebbero invece divise, se così si può dire, da una sfumata zona di collegamento. Direi che, piuttosto lontano da detta area sfumata, ma in entrambi i versanti, si allocherebbero osservabili non qualitativamente diversi ma solo quantitativamente -in senso di quantità di conoscenza; nell'area di confine le due categorie di oggetti si confonderebbero nella loro ambiguità; ecco lo spazio di azione dell'interpretazione di Copenaghen. Il concetto di osservabile consolidatosi, con lo sviluppo della meccanica quantistica, assieme a quello di Osservatore sarebbe applicabile sia alle cose della rex cogitans che a quelle della rex exstensa purchè si concepisca come osservabile l'oggetto intorno al quale, o meglio, verso il quale, si rivolge l'azione osservativa dell'Osservatore. Lo spazio ed il tempo non consente di allargarmi molto su questa considerazione, ma almeno consente di dire che quando parliamo di Osservatore non ci si può assolutamente accontentare della comune accezione riferita a questa o quella persona che operano una misurazione ma ad un'entità super partes che è unica, l'IO cosciente, per altro, l'unico sperimentabile anche applicando i principi della vecchio -nel senso di anziano-positivismo classico, di altri IO nessuno, oltre l'IO, ha esperienza. |
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08-09-2011, 14.05.07 | #14 |
Utente bannato
Data registrazione: 26-08-2011
Messaggi: 48
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Riferimento: Dio e Casualità
:-"Forse è stato per caso che Dio abbia creato l'Universo!" (Anonimo)
Se Dio esiste, niente giunge per caso, niente (altrimenti che Dio sarebbe/fosse);se invece, l'universo, includendo: le sue leggi(scienza), i suoi pensieri(filosofia) ed i suoi sentimenti(religione) è opera(creazione) della casualità,perchè affannarci ,perchè angustiarci, perchè morire La casualità è diretta procreatrice del "caos", ed anche se sembra incredibile, dal caos emerge sempre l'ordine(pace,giustizia e libertà): che casualità !!!!! |