Carico di propositi tale raggruppamento di lettere
con la loro tragica logica
un aggettivo a delimitare
"
filosofico"
poi una trinità di forti parole
fortissimamente prorompenti
"
sulla ricerca"
"
del senso"
"
dell'essere"
uno spazio, la "sezione", seppur 'virtuale', reale
nuovamente a delimitare l'argomento
espressione della realtà spezzata
frammentata in mille capitoli
ordinati argomenti
con proprie interne argomentazioni
porte finestre muri confini
un proprio 'linguaggio'
spesso lontano dall'umano insofferente bisogno di realtà
dell'inafferabile "essere"
vitale istintiva pretesa di assaporare l'inconoscibile
i 'linguaggi' a volte spesso appesantiscono
costringono il sentire
spasmodicamente_creativo_incre dibilmente_ coinvolgente
dirompente_ _straripante_ _sofferente
tragicamente_ _ _ _ _potentemente_ _ _ _ _felice
dilagante
in parole circoscritte
fredde
limitate
impeccabili
lo fanno morire
non un 'pezzo' d'infinito che ancora rimane tale
come dovrebbe
ma spesso una mera triste finitezza
alcune parti di noi pare si spengano
scemino per aderire ad una realtà degradata
la linfa vitale creativa sembra non giungere più
nel cortocircuito di un illusorio 'dividi et impera'
"
Arte"
"
Poesie"
"
Cultura e Società"
"
Filosofia"
"
Psicologia"
"
Scienze"
"
Spiritualità"
"
Storia"
contenitori nei quali gli irripetibili preziosi sentire
i pensieri colorati da profumi lontani
i cammini tra stelle sterminate
i tuffi in speculari universi paralleli
trovano a volte la loro tragica collocazione
illusoria libertà d'azione
prematura morte
"
... qui siamo in Filosofia..." "
... qui si discerne il vero dal falso..." "
... qui si parla dell'Assoluto..."
Perchè non facciamo più '
confusione'?
Cosa veramente ci spaventa?
Perché ci sentiamo più 'liberi' frammentati in tanti confortanti contenitori?
E' forse l'espressione esterna delle nostre presunte 'divisioni' interne?
Il cuore la mente il corpo
la ragione i sentimenti
ad ognuno il proprio nome
la propria bandiera
che si trasforma in un'altra opprimente categoria
Non "ricerchiamo" il senso dell'essere anche quando riflettiamo sull'obbligo del casco, in "
Cultura e Società"?
E quando ci interroghiamo sulla schizofrenia, in "
Psicologia"?
E quando poniamo la domanda su di un gene, in "
Scienze"?
E quando ci chiediamo circa l'esista dell'inferno, in "
Spiritualità"?
E quando parliamo dell'olocausto, in "
Storia"?
E quando discutiamo sulla migliore strada per giungere laggiù, oltre quell'orizzonte?
E quando ci alziamo dal letto, la mattina?
E quando siamo la pioggia che ci bagna una mano?
E quando siamo la musica che ascoltiamo?
E quando una tenue poesia
fa emergere dai nostri abissi
la forte consapevolezza
di esserci?
Solo un lampo di realtà, magari,
ma prorompente quanto lo sguardo infinito
di una persona compresa profondamente
nella mente
nel cuore
Aggirando la "ricerca", non
siamo già il senso?
Quest'inafferrabile 'mistero' che affanna i nostri pensieri?
L'essere?
Perchè non lo
sentiamo già sulla pelle? Nel sangue?
"
Già"... come chiara consapevolezza di sentire l'essere
percorrere ogni nostra più profonda fibra
sino ad emergere in qualsiasi più minuta azione...
Perchè non ne
siamo perennemente e totalmente 'rapiti', invece di catalogarlo come uno dei tanti argomenti di riflessione, senza sentire quantomeno un'
incessante, inafferrabile ed istintiva insofferenza?
Spero che, per quanto irragionevoli consideriate alcuni dei presenti miei viaggi, almeno abbiate gradito il paesaggio e magari conversato con qualche persona che vi ha attratto particolarmente; sarò felice se vorrete condividere con me tali conversazioni.
Un caldo saluto agli amici del forum.
Insofferente-mente nexus (appena riesco a comprendere chi sono, la smetto di tediarvi...
)