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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
06-10-2006, 12.14.15 | #5 | ||||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: consulenza filosofica
è già stato detto qualcosa a riguardo in questa discussione, provate a dare un occhio:
Consulenza Filosofica lì avevo scritto, il seguente messaggio di risposta a Yam: ****** Citazione:
la filosofia può (e deve) avere anche risvolti pratici, ma una cosa è dire che chi si interessa di filosofia reagisca concretamente in base alla propria filosofia (teorica), un'altro è dire che i filosofia debbano andare a propinare ad altri le loro riflessioni, in questo secondo caso c'è un grande problema. infatti se si dice "io sono un filosofo e la penso così", allora il filosofo si mette in discussione pubblicamente, cioè si fa bersaglio delle critiche di altri filosofi, e così svolge la sua funzione principale; ma se invece uno dice "io sono un filosofo e tramite la mia consulenza ti aiuterò a trattare con la tua visione del mondo", allora il filosofo si innalza rispetto al suo paziente. non c'è più il filosofo che socraticamente si continua a mettere in discussione attraverso i confronti dialettici, ma c'è il filosofo su un piedistallo che dispensa consigli. Citazione:
continuo a non capire come un filosofo possa, professionalmente, aiutare una persona in forte crisi. per di più la maggior parte delle volte (se non tutte) il problema è un problema di accettazione emotiva: razionalmente si sa cosa fare e come interpretare una data situazione, ma emotivamente si è nel panico più totale. e allora un filosofo, che si muove solo 'razionalmente', non so quanto possa servire. per di più l'uomo è un essere fortemente storico, e rinunciare a cercare nel passato le cause di alcuni disturbi (studiare la sua storia), credo, sia un forte limite. d'altro canto se una persona si sta rivolgendo ad uno specialista (spendendo un bel po' di dinero) allora presumibilmente tale persona avrà dei forti problemi. Citazione:
lo aiuta facilitando la comprensione della sua visione della realtà e chiarisce la visione del mondo, rispettandola e senza proiettare su di essa modelli di salute e normalità? in un modo o nell'altro, se il filosofo vuole mutare lo stato del soggetto, deve modificargli la visione del mondo, questo è poco ma sicuro. e su quali basi? con quali modelli? Maieutica Socratica, si risponde, ma questa comunque presuppone già in punto di arrivo (più o meno vago) dove si vuole far arrivare l'interlocutore. Citazione:
leggiamo bene quel che c'è scritto qui sopra: si ritiene che l'obiettivo non sia la felicità e l'equilibrio del cliente (perchè altrimenti sarebbe una filosofia fittizia, solamente strumentale), però dato che si sa che il cliente cerca questo (e cos'altro dovrebbe cercare il paziente?!) si dice che si assume che tale riflessione filosofica porti felicità ed equilibrio. ma chi è che lo assume? e con quali giustificazioni? molti (dunadan compreso, almeno credo) credono che la filosofia (per la profonda analisi delle cose) porti fatalmente all'infelicità, sebbene io non sia d'accordo (non porta sempre all'infelicità) riconosco che può portarci. quindi un'analisi filosofica della nostra visione del mondo (se tale analisi vuole essere neutrale, come il conculente filosofico ci dice) è assolutamente indifferente alla nostra felicità/infelicità. d'altro canto la storia è piena di filosofi (accademici) pessimisti........ epicurus |
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18-10-2006, 09.25.38 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: consulenza filosofica
Citazione:
Per completare il discorso, ancora alcune precisazioni sempre riferendomi ad Achenbach, padre della consulenza filosofica. Tale indirizzo deve assumere una veste pratica per non evadere dai problemi quotidiani presentati da un singolo e specifico individuo, escludendo oziosi problemi astratti e arrovellamenti inutili sull'essere, sul mondo, su Dio, su di un senso trascendentale della vita, ecc. In particolare serve a far riflettere sulla propria individualità in tempi di comportamenti omologati e pensieri indotti dai media. Lo scopo sono autochiarificazioni senza imporre prescrizioni o etichettare con classificazioni categoriche come sano/malato, normale/anormale. Si ispira al dialogo socratico per ravvivare il modo di pensare, conoscendo alcune linee dei grandi pensatori, ma senza proporsi di insegnare la filosofia. Le domande cruciali sono Cosa so? Cosa faccio? Cosa spero? Chi sono? Consulente e consultante si mettono in gioco al di là delle suggestioni di opinioni dominanti, ovvietà,false certezze, apparenze ingannevoli. L'obiettivo è far raggiungere una propria personale verità, anche facendo concettualizzare ciò che non si è mai riusciti ad esprimere, discutendo su ciò che sembra pur ovvio,ecc. La consulenza filosofica è distante dalla tradizione, tuttavia la accomunerei a una filosofia dell'esistenza come quella teorizzata da Jaspers. Secondo il filosofo il filosofare ha voluto ritrovare la via verso la realtà svincolandosi da un puro e semplice conoscere qualche cosa, dai modi di dire convenzionali, da atteggiamenti prefissati e da ogni tipo di presupposto. Inoltre, il filosofare sospinge il pensiero fino a quel punto in cui il pensiero ha la possibilità di trasformarsi in esperienza della realtà stessa. Non fornisce istruzioni psicoterapeutiche ma insegna la libertà dell'essere-sè- stessi. Parla solo dove sapere e tecnica falliscono, indica senza dare nulla. Pone questioni da poter esprimere e perciò provoca inquietudine. Questo lo riferisco al “cosa”. Per il “come” sono scettico. Si avrà compreso che figure professionali adatte al compito, per personalità e cultura, sarebbero piuttosto rare. Spero di aver maggiormente chiarito questo possibile orientamento della filosofia futura su cui spesso si fraintende. Ciaociao Saluti anche a yam, pascal, patri15 |
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24-10-2006, 12.04.34 | #10 | |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
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Riferimento: consulenza filosofica
Citazione:
Il primo (a mia conoscenza) ad aver affrontato l'argomento fu Karl Jaspers: Dopo aver rivoluzionato la psichiatria, rendendola da "esplicativa" (cos´è la schizofrenia, la depressione, la paranoia?) a "comprensiva" (come m´intendo io con questo schizofrenico, con questo depresso, con questo paranoico?), avvertì che ancora non si era sfiorato il problema del senso, e che non lo si sarebbe potuto accostare se non facendo filosofia e utilizzando strumenti filosofici. Dopo Jaspers, vorrei consigliare il mio grande autore preferito, Eugenio Borgna, e uno degli ultimi sui libri Le intermittenze del cuore (Feltrinelli) o anche "Malinconia" il primo che lessi. Li consiglio caldamente a tutti. Ciao |
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