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29-08-2006, 18.31.40 | #2 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: Esiste una "verità assoluta"?
Citazione:
ciao plato, benvenuto in questo forum innanzitutto parto con una piccola precisazione: tu dici che per 'verità' intendi una cosa certa. ma qui stai mescolando una nozione epistemologica (cosa conosco, come, ed con che certezza) con una ontologica (com'è il mondo). comunque -- come ho più volte sottolineato in questo forum -- il relativismo (che qui tu sostieni) si autoconfuta da solo. infatti il relativismo vorrebbe sostenere che la propria tesi (esistono solamente verità relative) sia non relativa, ma questo è assurdo! d'altro canto se ogni cosa è relativa, lo è anche il significato delle parole, ma se è effettivamente così allora ciò che stiamo dicendo non ha proprio senso (è impossibile un linguaggio privato, parlato e compreso solamente da me: vedi wittgenstein). certo, anch'io sono contro i dogmi, e a favore della riflessione critica, ma non per forza devo essere un relativista. anzi, un relativista non può per principio essere contro i dogmi, infatti la verità è una cosa individuale. difatti, la cosa più antipatica del relativismo è che ti da sempre ragione: "ognuno ha la sua verità. tu hai la tua, ed è legittimo"; ma questo esclude a priori la ricerca, e l'errore. epicurus P.S. ho abozzato una critica (distruttiva) alla domanda cartesiana "e se fosse tutto un sogno/illusione?" in questo mio post: https://www.riflessioni.it/forum/show...&postcou nt=8 |
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30-08-2006, 09.13.18 | #6 |
Ospite
Data registrazione: 25-08-2006
Messaggi: 7
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Riferimento: Esiste una "verità assoluta"?
salve a tutti,
la confutazione che epicurus propone del punto di vista relativista è a mio parere una petizione di principio, ovvero si basa sul principio logico di non contraddizione. tale principio, nella logica - diciamo - "formale", è esattamente l'espressione della concezione secondo cui esiste la verità assoluta. secondo me la verità assoluta non "esiste" nel senso di substantia che possa o meno essere rilevata dalle indagini umane, ma questo è irrilevante, e soprattutto indimostrabile, nel senso che ciò che la nostra cultura intende come "dimostrazione" si avvale ancora una volta del postulato secondo cui una verità assoluta debba necessariamente esistere. ricerche di carattere storico-antropologico (di)mostrano come però la logica dimostrativa fallisca se confrontata con ciò che persino la visione del mondo ispirata da tale logica è tentata assai spesso di considerare come fatti - anche i "fatti" in realtà hanno una consistenza molto meno ontologicamente pregnante di quanto ingenuamente si pensi. a mio parere, e per altro verso, la verità assoluta esiste in un senso ben preciso: essa è un maglio che la concezione del mondo di volta in volta dominante adopera per mettere a tacere concezioni alternative e non necessariamente votate alla catastrofe. saluti e grazie per aver creato un forum così stimolante! |
30-08-2006, 10.19.04 | #7 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: Esiste una "verità assoluta"?
Citazione:
ciao resnullis, vorrei dimostrare come ciò che ho scritto non sia una petizione di principio, lo sarebbe se il pnc fosse una proposizione empirica, ma non lo è. il pnc non è un principio ontologico o metafisico, è semplicemente un principio logico, ovverosia grammaticale. si potrebbe dire che si è fissato convenzionalmente il significato della congiunzione 'e', e da ciò si ha la validità del pnc. in sostanza, dire che il pnc è falso è come dire che è falso che il plurale di 'occhio' è 'occhi'. il relativista non mette in discussione proposizioni grammaticali, ma solamente quelle fattuali-empiriche. se così non fosse -- come ho già accennato -- il relativista sarebbe una posizione senza senso, infatti egli metterebbe in discussione persino il significato dei termini, finendo così per non dire assolutamente nulla. ciao epicurus P.S. se non credo che la verità sia relativa, questo non vuol dire che io creda che la verità sia assoluta. in verità, non so neppure cosa significa 'verità assoluta'. da come parla Plato, sembra che 'verità assoluta' indichi una proposizione che non può essere falsa, vera necessariamente. in quest'accezione del termine, allora credo proprio che verità incorreggibili non esistano. |
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30-08-2006, 10.51.17 | #8 | |
Ospite
Data registrazione: 25-08-2006
Messaggi: 7
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Riferimento: Esiste una "verità assoluta"?
Citazione:
ciao epicurus, grazie per la risposta! in realtà non capisco perchè il relativista debba mettere in dubbio solo proposizioni empiriche. al contrario, personalmente reputo più stimolante lo studio e la scepsi applicata a sistemi deduttivi (che siano logici o fisico matematici poco importa). in secondo luogo il pnc pur essendo un principio logico, anzi proprio perchè è un princpio logico, alla propria base conserva, forse dimenticata, la propria origine radicata necessariamente in una specifica visione del mondo di tipo "metafisico", nella fattiscpecie quella che potremmo chiamare la metafisica della "logica a due valori", quella, cioè, che concepisce come valori di verità dotati di significato solo il "vero" e il "falso" e che di conseguenza non può permettersi un'opzione "relitivista" in quanto, negando il vero, sarebbe per ciò stesso costretta ad assegnare ad ogni proposizione il valore "falso". esistono però sistemi logici estremamente interessanti che rifiutano la riduzione a 2 dei valori di verità e che, in certo senso, formalizzano il relativismo! P.S. quanto mi piace chiacchierare di questi argomenti ! |
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30-08-2006, 12.16.06 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-08-2006
Messaggi: 127
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Riferimento: Esiste una "verità assoluta"?
Citazione:
Nella teoria degli insiemi non è più necessariamente vero che 2+2 fa 4 E,si,è un bel casino,perchè dire che non esiste una verità assoluta è in fondo ammettere un'altra verità assoluta. Del resto,dire che non essere d'accordo con il principio della verità relativa conferma la relatività della verità non mi sembra corretto.Quello che viene confermato è semplicemente che la si pensa diversamente,e ciò non rende impossibile che qualcuno si sbagli. Insomma,è sempre possibile che uno abbia ragione e un altro no. Ma cos'è la verità? Non c'è una definizione univoca.Alcuni ritengono che sia corrispondenza fra le cose che si dicono e il mondo fisico,altri che sia la coerenza interna del discorso,e che quindi la verità si situi su un piano totalmente logico,altri credono che l'intelletto contribuisca a creare la realtà,ma che lo faccia in riferimento ad una realtà esterna ad esso,insomma,non abbandonano del tutto il principio di realtà e conoscibilità del mondo fisico. In ognuno di questi casi penso che si possa dire questo:la verità è una nostra costruzione.Per quanto sia ragionevole,poniamo l'esempio,dire che "un cane è un cane",non possiamo dimostrare che effettivamente quest'asserzione sia vera. Al principio di tutte le nostre concezioni di verità e dei criteri veritativi adottati c'è infatti una concezione assiomatica della verità. In un assioma,si fanno alcune affermazioni indimostrabili,perchè si parla di cose ritenute autoevidenti(come appunto che un cane sia un cane). Ma bisogna badare a questo fatto dell'indimostrabilità. Oggi riteniamo che la scienza sia il nostro miglior modo per arrivare alla verità,ma questa concezione viene evidentemente minata dal fatto che persino in scienza si fa uso di assiomi indimostrabili.Infatti la scienza deve il suo rigore e la sua precisione,e tutta la sua credibilità,al fatto che essa proceda tramite dimostrazioni.Tolta la dimostrazione,posto l'atto di fede. Dunque,credo si possa dire che nella scienza,e in genere nella verità,noi crediamo. Ora,che senso ha dire che la verità è assoluta?Una verità assoluta è una verità tale in ogni tempo e in ogni spazio,a prescindere dall'osservatore.Và detto che una verità del genere non è ancora mai stata trovata e và detto che si sono sollevate serie obiezioni contro la possibilità di trovarla.Il principio d'incompletezza di Goedel,ad esempio,e il principio di indeterminazione di Heisenberg,hanno assestato duri colpi alle nostre velleità. Credo si possa dire,come molti ormai ammettono,che,com'è per la scienza,esistono vari ambiti,vari contesti,in cui assiomi,regole e procedure stabiliscono con un certo grado di convenzionalità dei criteri veritativi. Si guardi ad esempio a ciò che dicevo a inizio post,ovvero che nella teoria degli insiemi non è necessariamente vero che 2+2 fa quattro.Si guardi al fatto che esistono varie geometrie diverse da quella euclidea,e perfino varie logiche,nelle quali i nostri principi tradizionali possono non essere sempre veri. Consideriamo infine la presenza di situazioni parossistiche e situazioni limite,come i paradossi che proprio il principio d'incompletezza goedeliano mette in mostra. A mio parere,tutto ciò inficia profondamente la possibilità della verità assoluta.Nondimeno,sebbene la verità venga "ridimensionata" e contestualizzata(e così,in fondo,relativizzata:esistono varie verità a seconda dei contesti),si può ancora parlare di verità oggettiva,nel senso che almeno in un certo contesto è possibile stabilire,grazie alla presenza di regole e criteri,se un'affermazione è vera o falsa.Non si è quindi in balia del relativismo estremo,che ci porterebbe a conclusioni del tipo:io ho la mia verità,tu la tua,esse sono incompatibili,non misurabili,non confrontabili,nè più vere nè più false l'una rispetto all'altra.(piccola aggiunta:secondo me questo tipo di relativismo,che è una deriva del vero relativismo e del suo sano spirito,e che oggi và tanto di moda,è una rovina per l'intero sistema di conoscenza umano) Ma quindi,per tornare alla verità assoluta,che dire?NON che non esiste. Perchè non lo sappiamo.E dobbiamo ammettere di non saperlo.Adesso come adesso abbiamo buoni motivi per ritenere che non esista nulla del genere,ma nulla impedisce che le cose possano cambiare o che ci si sbagli. Da alcuni,le scoperte della fisica quantistica e del principio d'incompletezza vengono interpretate come le pietre tombali della verità assoluta.Ma se fosse così,quegli stessi principi sarebbero verità assolute.E oltre a ciò,sarebbero anti-scientifici,perchè,Popper insegna,un principio scientifico per essere tale deve poter essere confutato almeno in un modo.Se non si potessero confutare quei principi e quei teoremi che dicono che la verità assoluta non esiste o è irragiungibile,quegli stessi principi non sarebbero scientifici,e quindi non sarebbero più valide dimostrazioni. Morale della favola:ora come ora sembra che si possa parlare di verità solo in senso relativo;non per questo,però,è necessario rifiutare l'oggettività. Ma la conoscenza cambia costantemente e lascia aperte alcune possibilità anche quando sembra non esserci più nulla da dire. Facciamolo anche noi,sia per un fatto di ragione,sia per un fatto di buon senso:lasciamo aperta la porta alla possibilità di una verità assoluta. |
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30-08-2006, 12.29.38 | #10 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-08-2006
Messaggi: 237
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Riferimento: Esiste una "verità assoluta"?
credo sia difficile pensare all'esistenza di una verità assoluta avendo come base un'opinione. Le opinioni non sono materiali, sono appunto opinioni che ognuno ha, e possono essere tutte diverse quindi ognuna di esse è una verità assoluta. Se invece parliamo di un elemento di base come un atomo di idrogeno, possiamo verificare che è costituito da una trinità composta da nucleo, un protone e un elettrone. Questa possiamo considerarla una verità assoluta. Possiamo verificare, per quello che conosciamo, che il macrocosmo come il microcosmo funziona tutto con una stessa energia e con uno schema identico. Il nucleo al centro, l'elettrone e il protone gli girano intorno, Analogamente: il sole al centro e i satelliti che gli girano intorno, sempre analogamente: il centro della galassia e gli ammassi stellari che girano intorno. e ancora: un punto centrale nell'universo con le galassie che ruotano intorno, questo per la verità non è ancora provato, come è sconosciuto un centro con gli universi che girano intorno. Tutto quello che è conosciuto è partito dall'elemento base che è l'idrogeno, il quale fondendo e consumandosi ha creato l'elio dal quale a sua volta, grazie alla compressione e all'esplosione di stelle e di tanti altri processi, sono nati i metalli pesanti e anche la vita.
Questa non è una verità ma una delle tante ipotesi. |