Tempo addietro, navigando in rete, mi sono imbattuto casualmente nel sito di una casa di ingegneria genetica. Siccome non era il sito che stavo cercando, ho cambiato immediatamente pagina: in seguito, purtroppo, non sono più riuscito a ritrovarlo. Dico purtroppo perché nella home page del sito era riportato il motto della casa di ingegneria genetica e cioè il celebre insegnamento “L’uomo è qualcosa che deve essere superato” e la lettura del motto mi ha fatto sorgere dei dubbi che avrei verosimilmente sciolto solo esplorando il sito. In particolare, fino ad oggi non sono ancora riuscito a capire se si sia trattato di un fraintendimento del pensiero del profeta del superuomo oppure di una ardita ma possibile interpretazione. Da principio, ero praticamente certo che se il profeta del superuomo avesse visto un proprio aforisma nella home page di un sito di ingegneria genetica si sarebbe rammaricato del fraintendimento del suo pensiero ma oggi non ne sono più così convinto. All’inizio, infatti, sono stato travolto da un treno di aforismi di Zarathustra che sono riemersi di colpo dal mio inconscio filosofico e, “a caldo”, ho pensato che l’ingegneria genetica fosse in contraddizione rispetto alla dottrina della volontà, alla dottrina del tramonto, alla dottrina del senso della terra e a tutti gli altri insegnamenti predicati da Zarathustra. In seguito, tuttavia, ho maturato una interpretazione globale dei vari aforismi e conseguentemente ho parzialmente cambiato opinione. In particolare, ho sentito dire che ciò che è contronatura è contrario rispetto agIi insegnamenti di Zarathustra e consegeuentemente lo è anche l’ingegneria genetica. La coerenza del sillogismo mi pare venire meno. In particolare, non si è dimostrato che cosa Zarathustra predicasse allorquando si riferiva alle leggi di natura e non si è dimostrato nemmeno che l’ingegneria genetica sia contronatura. Accantonando il problema dell’interpretazione del pensiero di Nietzsche (verosimilmente insolubile) e assumendo quanto detto come una premessa, mi pare che quando noi assumiamo come criterio di eticità di un fenomeno la sua derivabilità da una legge di natura abbiamo solo complicato il problema.
In particolare, dovremmo dimostrare preliminarmente cosa sia naturale e cosa no e poi dovremmo anche dimostrare che la natura sia “etica”. La mia convinzione è (contrariamente a quanto reputato dai più) che l’ingegneria genetica sia un fatto naturale ma che la natura non sia un metro dell’eticità dei fenomeni (contrariamente a quanto reputato dai più).
La chimica, l’ingegneria genetica e le altre scienze studiano la natura e… la manipolano! Conseguentemente, o si dubita della “naturalità” della chimica o si ammette la “naturalità” dell’ingegneria genetica. Se è vero che in natura non si trovano i geni “singoli”, il DNA scomposto, etc… è anche vero che in natura non si trovano le proteine in polvere, etc…
Più in generale, allorquando si parla di leggi di natura come criterio di eticità delle cose sento puzza di Hegel (detto senza rispetto). Infatti, si parla di leggi di natura in una maniera idealizzata, statica, hegeliana, dimenticando che la principale legge di natura è che tutto scorre, passa, etc… In sostanza, le leggi di natura hanno al loro interno il germe del loro superamento! Ai tempi della classicità era contronatura pensare alla circolazione via cavo di un bene materiale come un testo scritto ma oggi la scienza ci ha dimostrato che è possibile. Siccome sono in vena di esagerazioni, esageriamo. Io sono convinto che l’uomo “debba” andare contronatura perché è la natura stessa ad esigerlo avendo creato, con l’uomo, il fattore del proprio superamento!
Un fatto è naturale fintantoché non viene superato dall’uomo: l’uomo è in grado di volare (certo, con qualche trucchetto), di provocare la neve, la pioggia, etc…
Antropologicamente poi, se non incorro in un abbaglio, è curioso che solo agli albori della civiltà industriale (con Rousseau) si sia iniziato a parlare di leggi di natura. Nei tempi in cui la civiltà era all’età del bronzo, gli stregoni cercavano in tutti i modi di superare i limiti naturali.
Per quanto riguarda il secondo problema, mi sembra che in natura vi siano tantissime leggi che oggi consideriamo “immorali”. Se un gladiatore romano mi avesse parlato di leggi di natura gli avrei dato ascolto, ma nella molle e cristianizzata civiltà occidentale contemporanea in cui si predicano solidarietà, altruismo, etc… (per carità, niente da dire) sentire celebrare le leggi di natura e sentire contemporaneamente criticare la guerra, la sopraffazione, etc… mi sembra oltremodo incoerente.
Conclusivamente, penso che sia naturale che l’uomo compia atti innaturali in quanto la natura stessa esige di essere superata: tale superamento non è un fatto immorale (a mio modestissimo parere).
Ora, applicando queste idee generali al caso di specie, penso che anche la clonazione in toto di due individui sia “etica” (provengo da una discussione in cui sostenevo la relatività dei valori morali) e non penso che la clonazione del patrimonio genetico possa creare due individui identici dato che il fattore genetico è solo uno dei tanti fattori che incidono sulla personalità. Dato che lo scopo dell’uomo è quello di risolvere vecchi problemi e cercare nuove sfide penso che, allo stesso modo in cui oggi abbiamo risolto molti dei problemi che affligevano gli antichi (ed in particolare quello del “trasporto” e dell’adattamento ambientale), allo stesso modo l’ingegneria genetica possa risolvere molti dei problemi che affligono l’uomo contemporaneo (lo sviluppo fisico ed intellettuale). In particolare, con un cheap si potrebbe dotare l’individuo dello scibile umano e con l’ingegneria genetica si potrebbe dargli un corpo sano e bello. I problemi di cui occuparsi sarebbero allora il come deviare il corso dei pianeti e altre faccende simili…