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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
10-06-2006, 11.37.41 | #12 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2002
Messaggi: 855
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Re: Re: Re: Conosci te stesso!
Citazione:
Anche se è giusto che la psicanalisi "è un metodo, come è un metodo la meditazione o le altre tecniche di ricerca interiore, questo metodo, e spesso neanche gli altri metodi menzionati, non porta a una vera comprenzione della realtà spirituale concreta, delle energie sottili invisibili che esistono in ogni cosa e costituiscono la "materiale" dei pensieri ecc. "Conoscere se stesso" significa conoscere il fatto che l'essere vivente è cualcosa in più del corpo fisico, e che la struttura primaria dell'organismo è quella che consiste delle energie sottili, in virtù di cui tutto il mondo materiale è mantenuto, e che esiste qualcosa al di la di ogni forma d'energia, qualcosa che costituisce il "nucleo" vivente in ogni essere. Conoscere se stesso significa anche conoscere il fatto che l'infinito universo stesso, costituisce un tale essere vivente , infinito ed illimitato, in cui tutti gli altri esseri viventi "vivono si muovono ed esistono" (come ha detto Gesù). In questo senso l'universo ed il singolo individuo sono "identici". Ma ovviamente ancora la scienza moderna è troppo materialista per vedere la logica dell'universo come espressione di intellettualità e di pensiero. ciao |
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12-06-2006, 13.41.07 | #13 |
frequentatore
Data registrazione: 30-04-2006
Messaggi: 144
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semplice
per difenderci dagli insulti che la gente ignorante che non ci conosce ci dice...per capire dove possiamo arrivare..se nn sappiamo ki siamo come possiamo pretendere di raggiungere la felicita?se non sappiamo nemmeno cosa ci renderebbe felici.....per questo e'importante...
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13-06-2006, 22.14.40 | #15 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Conoscere il conoscitore è una strana conoscenza….. forse perché il conoscitore è il primo e l’ultimo elemento sulla via di casa, quello che ci separa dalla casa, cioè dalla meta. Il primo quando usciamo e ci allontaniamo dalla casa, l’ultimo quando rientriamo.
Credo che il concetto sia più “sottile” di quanto siamo riusciti a sviscerare, ad ogni modo ringrazio tutti per la partecipazione e i contributi..... Siete bravi! |
13-06-2006, 22.41.03 | #16 |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Van stasera ti senti il filiol prodigo?
In quella parabola ci sono le quattro nobili verita' enunciate da Buddha e c'e' la vicenda del Jiva che torna verso Ishvara (Brahman Saguna), c'e' la nostra storia. Bello pero' il tema proposto, pensavo di trovarci Parmenide, anche se di difficile accesso, Pitagora, Plotino che piace tanto agli Advaitin nostrani. |
14-06-2006, 04.30.24 | #17 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
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Re: Conosci te stesso!
Citazione:
Giuro, non mi ci raccapezzo. In contesto platonico è chiaro. Altrementi non ci vedo nessuna necessità. |
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01-08-2006, 08.15.19 | #18 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2006
Messaggi: 185
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Riferimento: Conosci te stesso!
[quote=VanLag]
Perché è così fondamentale la conoscenza di se stessi? E' fondamentale perchè te lo chiedi. Per chi non ha questa esigenza, il problema non esiste. Se ti poni la domanda vuol dire che ne senti la necessità, in qualche modo. Ora potrebbe solo essere una curiosità, ma è quel tanto che basta per cominciare la ricerca. Cosa si intende esattamente con essa? La conoscenza di sè stessi può essere di due livelli. Uno, è la conoscenza di noi stessi attraverso l'intelletto. Ma questo tipo di conoscenza non ti fornirà mai la risposta; ti fornirà tante risposte, che genereranno altrettante domande senza fine. L'altra è la conoscenza di noi in maniera diretta, che salta l'uso dell'intelletto. Questo tipo di conoscenza non ti potrà fornire alcuna risposta verbale, ma proprio per questo non genererà alcuna domanda. Quando avrai questo tipo di conoscenza avrai finito di chiederti chi sei, perchè per la prima volta lo sparai. Ciao |
01-08-2006, 14.18.15 | #19 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Riferimento: Se stessi
Citazione:
Mi viene in mente un'associazione; il viaggio di Ulisse è fianalizzato al rientro a casa, al suo ritorno alle origini. Conoscere se stessi credo sia un impulso irresistibile dell'uomo che cerca di rispondere a una domanda che lo rincorre ovunque vada: da dove veniamo? La ricerca delle origini è ancora più pressante della ricerca della meta; l'uomo cerca di capire chi è, da dove viene, prima ancora di scoprire qual'è la sua destinazione. Ulisse cerca e cerca, viaggia per mezzo mondo, ma la sola cosa che desidera è il ritorno alle origini. La sua casa. |
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01-08-2006, 17.41.30 | #20 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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..qualche riflessione..
Citazione:
Penso che probabilmente l'esigenza nasca da una sorta di sottile diretta intuizione che lo stesso vedere diventa difficile (impossibile!) da afferrare se non lo si sottrae alla modalità stessa del vedere, ovvero per conoscere direttamente il mondo si procede verso una sorta di sottrazione tra il visto ed il vedente.. Non potendo vedere direttamente se non attraverso colui che vede, si cerca una strada in cui per risultanza la realtà tende a diventare Unica, levata del soggettivo e perciò, la si deduce, reale. Probabile che non fosse solo quindi un indirizzo verso la conoscenza della "casa" (noi stessi) e la possibilità quindi di riconoscersi (di abbracciare sé medesimi) ma il segreto-convinzione latente che la Realtà non potesse che essere in un qualche modo "reale" solo nel momento che la si potesse "essere"(vedere-vivere) direttamente, priva dunque di un osservatore. Forse ispirazioni mistiche avevano portato a questo, forse l'arte della retorica aveva reso palese quanto in definitiva le parole trovassero in sé altre ed altre verità ancora, come una sempre maggiore, graduale discesa al di dentro verso aspetti più sottili e celati e che le stesse parole ad un certo punto non fossero altro che un buon sistema per rendere elastica una parte (la mente) che di per sé (1: ) nulla è se non deposito di ciò che vi ci depositiamo, coscienti o meno.. Forse la stessa arte dello scoprire dentro sé la verità dei moti interiori così comuni l'uno all'altro umano aveva posto radici alla convinzione che al di dentro di quello stesso scendere 'dentro' altro non vi fosse che (1: ) una tabula rasa delle essenziali verità e che reale sarebbe comparso non prima di quell'azzeramento di pensieri non innati. O forse la convinzione (per alcuni) (2: )* che al di 'sotto' della tabula rasa altro non restasse invece proprio che la forma netta di supposti pensieri innati che sarebbero stati intesi come l'unico vero Reale. ------------------------- N.B: "Realtà" :come realtà totale (seppur abbia usato al pari maiuscolo e minuscolo per il medesimo significato, ed il maiuscolo solo per sottolineare maggiormente in quel passo) "Unica" : idem, come totale. * allora la realtà avrebbe coinciso con null'altro che con la modalità (pensieri innati) senza alcun 'esterno' da guardare, poiché lo stesso 'esterno' non era che uno con quei pensieri ai quali si era giunti tramite 'pulizia' Oppure la realtà avrebbe coinciso similmente con l'azzeramento del filtro pensiero-interpretativo stesso nell'abbraccio anche in tal caso di un'unicità (oggettività priva di contrario-soggettivo) --------------------------------- Forse che abbia proprio a tale domanda-direzione del 'conosci te stesso' influito la visione di "io-realtà-Dio" come derivato da un sentire panteista(qualunque fosse il risultato d'indagine-azzeramento)? Una specie di koan occidentale unico modo attraverso cui giungere a quella sottile sottostante intuizione del Dio-ovunque (o del Reale ovunque= uguale!) Mi piacerebbe, se ti andrà VanLag, a tal proposito che accennassi a quelli ch'erano stati invece i tuoi sentori di dove subodorassi andassero a parare le direttive di tale suggerimento del 'conosci te stesso', quelle che hai immaginato e che hai sentito non venissero sufficientemente indagate qui assieme. Gyta |
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