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26-05-2006, 06.58.03 | #42 |
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Data registrazione: 02-02-2003
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D'accordo.. completamente!
Il "disimparare" si riferiva a tutta quella sorta d'indottrinamento al sociale, anzi alla cultura del sociale come oggettivo che uccide e va a soffocare lentamente quella vita che dovrebbe invece attraverso il suo proprio individualismo fare esperienza di sé. Mi riferisco quindi di massima al sistema educativo che non sviluppa ma comprime, non alimenta ma reprime, non arricchisce facendo leva sull'interesse ma indottrina all'interesse!!! Gyta |
26-05-2006, 09.04.50 | #43 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
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Citazione:
Si, capisco. Pero' tu stessa piu' su hai detto una cosa molto importante sull'Amore....sul contagio. Ti contraddici se poi usi una parola orrenda come individualismo, da soli non si va da nessuna parte, anche se l'esperienza profonda accade a livello individuale, e' il NOI un passaggio obbligato per l'io (questo anche la Psicoanalisi lo riconosce). Una singola parte (finalmente) si relaziona con tutte le altre con un'azione Unificante.....(Religere). Se io, padre trasmetto a mio figlio sin da piccolo, anche senza dirgli nulla, i valori che vivo, se sono testimonianza vivente dell'Unione (Yoga) con tutto cio' che e' Vita, se accordo il mio respiro con il respiro della natura, allora egli sara' felice....ma non e' detto...perche'...se una societa' intera* ha perso le sue radici spirituali, egli ne sara' condizionato, ma anche quella e' esperienza. ...e io non posso imporre nulla ( ), anche se vedo chiaramente dove chi ho di fronte sta...e' molto bello a questo proposito il passo del Siddharta di Hesse dove lui finalmente capisce che il figlio, avuto con Kamala, deve andare per la sua strada...a fare esperienza. Da molti quel testo e' considerato un vero e proprio Sutra (Mahayana)....con tre figli adolescenti, mi e' stato molto utile. *Allora faccio un cammino a ritroso e vado (anche ) a vedere dove e quando quelle radici sono state perse e inizio il lavoro di correzione.....cosa che tutti noi stiamo cercando di fare....e non credo si tratti di Kaliyuga, ma non saprei..... |
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26-05-2006, 09.25.12 | #44 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Citazione:
Si, anch'io ho apprezzato veramente molto quel libro più di tanti altri "spirituali".. ! Riguardo all'uso che faccio di determinate parole penso che l'elasticità a volte sia fondamentale per non incorrere nell'errore del "volemosi bbene" che per l'appunto è strada profonda e non superficie..! [decisamente ot io.. o quasi] Gyta |
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01-06-2006, 14.04.23 | #45 |
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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Tornando in tema..
A bambino su carrozza sorge nebulosa questione*:
..conosco sasso, conosco acqua.. Cosa succede al lancio di sasso in acqua? *invece a me sorge domanda di percome a bambino su carrozza sorge domanda*. (..e a te non sorge domanda di perché a me sorge domanda di percomequandove a bambino sorge domanda?) E dunque io si chiede: “che cosa avviene in piccola crapa di bambino per fare domanda?” ..ne segue il pensiero che le sue esperienze tendono a combinarsi nei (quanti?) modi possibili e cotale tendenza (o forza) si manifesta come curiosità* che a sua volta si esplicita attraverso la domanda. *si fa largo anche il pensiero che questa manifestazione si possa anche chiamare “forza indotta da un’esperienza latente per emergere”. Se assumiamo (per ipotesi) che manifestazione e latenza (= potenziale manifestazione = potenzialità) siano concetti reciproci rispetto ad un’ipotetica operazione “*” (ossia tali che: manifestazione*latenza (che detto in italiano sarebbe: “manifestazione latente” come anche “latenza manifesta”) = elemento neutro, rispetto all’operazione “*”, che abbreviamo col simbolo “!”), e, sempre per ipotesi, che valga la formula: (curiosità*manifestazione) = (esperienza*latenza), ossia: (curiosità manifesta) = (esperienza latente) (Da cui subito si intuisce che curiosità ed esperienza sarebbero reciproci) Denotando con “/” l’operazione inversa a “*” vale quindi il rapporto: (esperienza / manifesta) = (curiosità / latente) gli elementi variabili “c” appartenente all’{insieme delle curiosità} (C) “e” appartenente all’{insieme delle esperienze} (E) “l” appartenete all’{insieme delle latenze*} (L) *= cose nascoste “m” appartenente all’{insieme delle manifestazioni} (M) li ricaviamo dalla formula precedente [(c*m) = (e*l)] con pochi e semplici ribaltamenti algebrici: c = e*l/m e = c*m/l l = c*m/e m = e*l/c Dunque, sempre dalle ipotesi precedenti seguirebbe (come era intuibile): l = !/m = c/e*l ==> c = l = !/e = !/m ==> e = m Quindi tra gli insiemi C, E, L, M valgono le seguenti relazioni: (C = L) § (E = M) riconoscendo per “=” la consueta relazione di identità e intendendo per “§” la relazione di reciprocità [tale che: a § b <==> a*b = ! (elemento neutro rispetto a “[color=bòlue]*[/color]”)] In particolare, nella ricerca di nuovi punti di vista per lo scenario, l’equazione e = c*m^2 può far emergere una nuvoletta di pensiero con questa forma: “la curiosità dista dal’ (anticipa) l’esperienza per due ordini (dimensioni) di manifestazione”. Indovinate cosa vuol dire? In quanto all’elemento neutro !:= c*m = e*l = c*e = m*l, esso rappresenterebbe la tensione detta forza combinante. (==>) = (implica), (se, allora), (se è vera l’ipotesi precedente allora lo è anche quella seguente) (<==>) = (equivale logicamente), (se e solo se), (se non è vera l’ipotesi precedente allora non lo è neanche quella seguente) …tornando al bambino. La sua conoscenza di sasso e di acqua in realtà non è completa (e non lo sarà mai), quindi, se potesse articolare il pensiero astratto, la penserebbe in quest’altro modo: <posso esercitare la mia immaginazione nel manipolare le esperienze che ricordo. Ma al momento della verifica sarò compiaciuto della mia capacità oracolare (verosomiglianza dell’anteprima) oppure resterò sorpreso, stupefatto e affascinato dalla misteriosa imprevedibilità (differenza tra immaginazione e verifica (fantasia)) di questa nuova sintesi?> Ultima modifica di z4nz4r0 : 01-06-2006 alle ore 14.13.53. |