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Data registrazione: 02-02-2003
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Licenza di.. uccidere (parolando)!
Citazione:
...Poiché, per quanto sofisticato, un sistema non può bloccare l'entropia, e quindi l'aumento del disordine..
..Il fuoco si riproduce, anche i cristalli, ma l'acqua come fa?
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Giocando intorno ai termini (!)
-Off topico? O topicamente 'in' (?!)-
Alcune "mutazioni" sono negative;
le mutazioni negative sono la negazione della mutazione stessa,
insomma detta in altre parole la "Cream" dell'Impostazione del Sociale
Poi c'è la mutazione positiva che è quando quella negativa fallisce nel suo intento!
Infine la mutatio-neutra che capeggia tra l'arco di trionfo e la distruzione del muro di berlino passando in dimora tra i sobborghi di harlem!!
Il "Sistema" non tenta minimamente di autolimitare la propria espansione anzi riafferma sé medesimo nella conferma del suo intoccabile centro permanente di instabilità..
chiamasi anche "forza entropica agente per retroattività"..
L'ordine dunque non solo non sembra possibile ma nemmeno auspicabile
[vedi gli squadroni ancor pronti e sempre più fuori moda..]
Diceva mio nonno "la conoscenza biblica reca in sé più volontà di distruzione che amichevole collisione.." e ci aveva ragione..
Quale maggiore destruction ( creative destruction?) che non l'immagine sodomizzante del non essere insito nel cu.. ore del tempo??
Così i saggi parroci salutano alla nuov'ora con un esplicante: "..Andate(!)" (..in pace o meno).
E le stelle.. stanno a gu adare!
(più spesso si voltano dall'altra parte.. e meno male!)
I viventi non tendono a "replicare" anzi.. si contentano di marciare..
Poi ci stanno i "replicanti" quelli che "replicano" per il sol gusto
e quelli che tentano un approccio.. alla questione..
Altro è "generare": generare questioni ed esseri.
Due cose dall'apparenza differenti.. ma mai così tanto..
L' acqua resta.. (a colmare?) ad abbeverare !
Come.. fa?
Me lo sono chiesta anch'io durante le lunghe e torridi notti d'estate..
-per fregare una battuta al mio preferito.. :
http://pic02.byhoo.com/pictures/5002..eyBogart04.jpg
Okay.. per riprendere seriamente il tentativo coraggioso di "rispondere" alla questione farei una piccola parentesi su di un concetto non del tutto indifferente..:
siamo proprio certi che la teoria d'evoluzionismo risponda poi alla nostra domanda del come oltre non rispondere al "perché?" ?
"C'è in giro una nuova Teoria di Tutto (almeno di tutto l'universo biologico)..[...] spiega, tra l'altro, la formazione dell'occhio, l'autismo, il ragionamento e gli errori cognitivi e la genialità, la paura dei ragni e la nostra riluttanza a mangiare cavallette, l'amore romantico e i disturbi dei primi mesi dilla gravidanza, l'altruismo e la guerra, il dolore per la morte di una persona amata, la cattiverie delle matrigne, lo spoils system, l'infanticidio, i sentimenti edipici, la ripugnanza a rapporti sessuali tra fratelli, lo scarso interesse delle donne per la nudità maschile, perché gli uomini sono mediamente più grossi delle donne, le dimensioni dei testicoli dei gorilla, degli uomini e degli scimpanzé (questi ultimi sono più grossi), perché agli uomini piacciono le donne belle e alle donne gli uomini ricchi e potenti, la differenza tra la gelosia maschile e quella femminile, il gusto per il paesaggio e l'amore per i fiori, le arti visive, la letteratura, la musica e l'umorismo. Non spiega però quattro cose: la coscienza, il libero arbitrio e la moralità, la conoscenza e il significato. Non essendo riuscito a spiegare queste cose, Pinker propende per la tesi (dovuta al filosofo Colin McGinn) che esse siano al di là delle capacità cognitive della nostra specie, così come la teoria della relatività è inaccessibile ai cani.. [...]"
[da http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/010204b.htm]
"E' rabbuiato, e quasi contrito, il vecchio Charles Darwin. Sui libri scolastici di scienza, accanto alla sua barba bianca, diventata simbolo della conoscenza moderna, troveranno posto tante facce nuove, come quelle di Brian J. Goodwin, di Jerry Webster e di quanti sostengono che la teoria dell’evoluzione non è affatto l’unico strumento in grado di spiegare la storia della vita e dell’uomo. Una volta, nella maggioranza delle scuole, almeno nelle medie, la questione non veniva neanche affrontata: ci si limitava a studiare vagamente la "preistoria". Ma poi l’interesse generale per la scienza è cresciuto, e non tutti sono disposti ad accettare che la teoria darwiniana rimanga il solo punto di riferimento per masse di giovani desiderose di sapere. Insomma, l’egemonia del naturalista inglese – sepolto nell’Abbazia di Westminster, accanto a Isaac Newton – viene contestata anche in Italia. E arriva sentore di cambiamenti. Nei programmi scolastici, «accanto alla conoscenza della teoria dell’evoluzione, ci sarà posto per la critica della sua degradazione, l’evoluzionismo». L’annuncio è contenuto in un’intervista rilasciata dal professor Giuseppe Bertagna, che insegna Filosofia dell’educazione all’Università di Bergamo, è consigliere del ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, e ha coordinato i lavori preparatori della riforma. Così si apre un dibattito, non solo scientifico, che ha un focus trascinante: quali strumenti di interpretazione deve offrire la scuola per far comprendere il processo che ha portato all’uomo? E risalta una distinzione sempre più netta tra teoria dell’evoluzione ed evoluzionismo. «Per favore, non litighiamo su "evoluzione sì","evoluzione no"» raccomanda Lodovico Galleni, professore di Zoologia generale e di Evoluzione biologica all’Università di Pisa. Per lui l’evoluzione è «un evento storico, dimostrato con sufficiente certezza; più o meno come l’Impero Romano». Ma già Galleni premette subito che la teoria dell’evoluzione non va identificata tout court con il darwinismo. Non sono pochi, nel mondo scientifico, quanti si rifiutano di accettare acriticamente la teoria darwiniana. «C’è discussione sui meccanismi con cui si è compiuta l’evoluzione», spiega Galleni. Spuntano fuori fenomeni fisici che— quella teoria, da sola, non può spiegare. Dai cristalli di neve all’organizzazione delle foglie degli alberi, fino al "triangolo aureo" delle conchiglie e allo splash della goccia che cade su una superficie di latte. «Non possono dipendere da una mutazione casuale o dalla selezione naturale» dice Galleni. Fra le proposte emergenti, che quanto meno vanno ad aggiungersi alla teoria dell’evoluzione, e a completarla, spicca la teoria dell’autorganizzazione, sostenuta da Brian J. Goodwin e Jerry Webster. «Alcuni passaggi evolutivi, rileva Galleni, non risultano controllati dalla selezione naturale: cellule, molecole, organismi a livello dell’ecosistema, si autorganizzano e danno origine a strutture più complesse, con caratteristiche del tutto nuove». Se le intuizioni di Goodwin e Webster sono conosciute in Italia, il merito va a Giuseppe Sermonti, professore di Genetica all’Università di Perugia, che è un pioniere dell’antievoluzionismo moderno: ha scritto Dimenticare Darwin. Per lui, la scuola deve offrire ai giovani una storia del mondo e del pensiero scientifico, chiarendo però che la vita, passata o presente, non può essere determinata soltanto dal caso. «La vita risponde a principii regolatori fondamentali, a leggi di forma e di sviluppo». Perciò, dice Sermonti, bisognerebbe parlare di "autoevoluzione", riprendendo l’espressione usata dal genetista Antonio Lima-de-Faria, dell’Università di Lund (Svezia). In sé e per sé, la teoria dell’evoluzione è «ottocentesca e non più presentabile» ma quello che non può essere accettato, per Sermonti, è l’evoluzionismo, specie se «di stretta osservanza». Sia chiaro, rileva infatti, che alcune questioni – l’origine della vita, dell’universo e del pensiero – rimarranno sempre misteriose. «Hanno natura metafisica e sono al di là della nostra comprensione. Ma, per gli evoluzionisti, si tratta di questioni che non hanno più ragione d’essere, da quando Darwin ha enunciato la sua teoria, perchè tutto è costruito esclusivamente dal caso, dall’ "accidente". Per gli evoluzionisti più intransigenti, anche i problemi metafisici trovano una ferrea spiegazione nei meccanismi della mutazione e della selezione. Questo è l’evoluzionismo corrente che non accetta confronti, perché non ammette nessun principio fuori del caso, e si insospettisce di fronte a qualunque "legalità" della natura». Insomma, con l’evoluzionismo, una teoria scientifica ha deliberatamente invaso il campo della filosofia e della cultura e ha imposto un’interpretazione materialistica della vita e dell’uomo. Questo è quanto pensa Sermonti, e non ne fa mistero. Se l’evoluzionismo è la "degradazione" della teoria dell’evoluzione, come afferma Bertagna, che cosa deve fare la scuola per controbilanciarlo? C’è anche chi pensa che basti tenere rigorosamente distinti i due ambiti, quello strettamente scientifico e quello filosofico.. [..]"
[continua su.. http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/040331b.htm ]
Gyta
Ultima modifica di gyta : 21-05-2006 alle ore 13.14.07.
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