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Vecchio 21-05-2006, 12.57.00   #51
gyta
______
 
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
Licenza di.. uccidere (parolando)!

Citazione:
...Poiché, per quanto sofisticato, un sistema non può bloccare l'entropia, e quindi l'aumento del disordine..

..Il fuoco si riproduce, anche i cristalli, ma l'acqua come fa?
Giocando intorno ai termini (!)

-Off topico? O topicamente 'in' (?!)-


Alcune "mutazioni" sono negative;
le mutazioni negative sono la negazione della mutazione stessa,
insomma detta in altre parole la "Cream" dell'Impostazione del Sociale
Poi c'è la mutazione positiva che è quando quella negativa fallisce nel suo intento!
Infine la mutatio-neutra che capeggia tra l'arco di trionfo e la distruzione del muro di berlino passando in dimora tra i sobborghi di harlem!!

Il "Sistema" non tenta minimamente di autolimitare la propria espansione anzi riafferma sé medesimo nella conferma del suo intoccabile centro permanente di instabilità..
chiamasi anche "forza entropica agente per retroattività"..

L'ordine dunque non solo non sembra possibile ma nemmeno auspicabile
[vedi gli squadroni ancor pronti e sempre più fuori moda..]

Diceva mio nonno "la conoscenza biblica reca in sé più volontà di distruzione che amichevole collisione.." e ci aveva ragione..

Quale maggiore destruction (creative destruction?) che non l'immagine sodomizzante del non essere insito nel cu.. ore del tempo??

Così i saggi parroci salutano alla nuov'ora con un esplicante: "..Andate(!)" (..in pace o meno).

E le stelle.. stanno a guadare!
(più spesso si voltano dall'altra parte.. e meno male!)

I viventi non tendono a "replicare" anzi.. si contentano di marciare..
Poi ci stanno i "replicanti" quelli che "replicano" per il sol gusto
e quelli che tentano un approccio.. alla questione..
Altro è "generare": generare questioni ed esseri.
Due cose dall'apparenza differenti.. ma mai così tanto..

L' acqua resta.. (a colmare?) ad abbeverare !
Come.. fa?
Me lo sono chiesta anch'io durante le lunghe e torridi notti d'estate..
-per fregare una battuta al mio preferito.. :

http://pic02.byhoo.com/pictures/5002..eyBogart04.jpg

Okay.. per riprendere seriamente il tentativo coraggioso di "rispondere" alla questione farei una piccola parentesi su di un concetto non del tutto indifferente..:
siamo proprio certi che la teoria d'evoluzionismo risponda poi alla nostra domanda del come oltre non rispondere al "perché?" ?

"C'è in giro una nuova Teoria di Tutto (almeno di tutto l'universo biologico)..[...] spiega, tra l'altro, la formazione dell'occhio, l'autismo, il ragionamento e gli errori cognitivi e la genialità, la paura dei ragni e la nostra riluttanza a mangiare cavallette, l'amore romantico e i disturbi dei primi mesi dilla gravidanza, l'altruismo e la guerra, il dolore per la morte di una persona amata, la cattiverie delle matrigne, lo spoils system, l'infanticidio, i sentimenti edipici, la ripugnanza a rapporti sessuali tra fratelli, lo scarso interesse delle donne per la nudità maschile, perché gli uomini sono mediamente più grossi delle donne, le dimensioni dei testicoli dei gorilla, degli uomini e degli scimpanzé (questi ultimi sono più grossi), perché agli uomini piacciono le donne belle e alle donne gli uomini ricchi e potenti, la differenza tra la gelosia maschile e quella femminile, il gusto per il paesaggio e l'amore per i fiori, le arti visive, la letteratura, la musica e l'umorismo. Non spiega però quattro cose: la coscienza, il libero arbitrio e la moralità, la conoscenza e il significato. Non essendo riuscito a spiegare queste cose, Pinker propende per la tesi (dovuta al filosofo Colin McGinn) che esse siano al di là delle capacità cognitive della nostra specie, così come la teoria della relatività è inaccessibile ai cani.. [...]"
[da http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/010204b.htm]


"E' rabbuiato, e quasi contrito, il vecchio Charles Darwin. Sui libri scolastici di scienza, accanto alla sua barba bianca, diventata simbolo della conoscenza moderna, troveranno posto tante facce nuove, come quelle di Brian J. Goodwin, di Jerry Webster e di quanti sostengono che la teoria dell’evoluzione non è affatto l’unico strumento in grado di spiegare la storia della vita e dell’uomo. Una volta, nella maggioranza delle scuole, almeno nelle medie, la questione non veniva neanche affrontata: ci si limitava a studiare vagamente la "preistoria". Ma poi l’interesse generale per la scienza è cresciuto, e non tutti sono disposti ad accettare che la teoria darwiniana rimanga il solo punto di riferimento per masse di giovani desiderose di sapere. Insomma, l’egemonia del naturalista inglese – sepolto nell’Abbazia di Westminster, accanto a Isaac Newton – viene contestata anche in Italia. E arriva sentore di cambiamenti. Nei programmi scolastici, «accanto alla conoscenza della teoria dell’evoluzione, ci sarà posto per la critica della sua degradazione, l’evoluzionismo». L’annuncio è contenuto in un’intervista rilasciata dal professor Giuseppe Bertagna, che insegna Filosofia dell’educazione all’Università di Bergamo, è consigliere del ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, e ha coordinato i lavori preparatori della riforma. Così si apre un dibattito, non solo scientifico, che ha un focus trascinante: quali strumenti di interpretazione deve offrire la scuola per far comprendere il processo che ha portato all’uomo? E risalta una distinzione sempre più netta tra teoria dell’evoluzione ed evoluzionismo. «Per favore, non litighiamo su "evoluzione sì","evoluzione no"» raccomanda Lodovico Galleni, professore di Zoologia generale e di Evoluzione biologica all’Università di Pisa. Per lui l’evoluzione è «un evento storico, dimostrato con sufficiente certezza; più o meno come l’Impero Romano». Ma già Galleni premette subito che la teoria dell’evoluzione non va identificata tout court con il darwinismo. Non sono pochi, nel mondo scientifico, quanti si rifiutano di accettare acriticamente la teoria darwiniana. «C’è discussione sui meccanismi con cui si è compiuta l’evoluzione», spiega Galleni. Spuntano fuori fenomeni fisici che— quella teoria, da sola, non può spiegare. Dai cristalli di neve all’organizzazione delle foglie degli alberi, fino al "triangolo aureo" delle conchiglie e allo splash della goccia che cade su una superficie di latte. «Non possono dipendere da una mutazione casuale o dalla selezione naturale» dice Galleni. Fra le proposte emergenti, che quanto meno vanno ad aggiungersi alla teoria dell’evoluzione, e a completarla, spicca la teoria dell’autorganizzazione, sostenuta da Brian J. Goodwin e Jerry Webster. «Alcuni passaggi evolutivi, rileva Galleni, non risultano controllati dalla selezione naturale: cellule, molecole, organismi a livello dell’ecosistema, si autorganizzano e danno origine a strutture più complesse, con caratteristiche del tutto nuove». Se le intuizioni di Goodwin e Webster sono conosciute in Italia, il merito va a Giuseppe Sermonti, professore di Genetica all’Università di Perugia, che è un pioniere dell’antievoluzionismo moderno: ha scritto Dimenticare Darwin. Per lui, la scuola deve offrire ai giovani una storia del mondo e del pensiero scientifico, chiarendo però che la vita, passata o presente, non può essere determinata soltanto dal caso. «La vita risponde a principii regolatori fondamentali, a leggi di forma e di sviluppo». Perciò, dice Sermonti, bisognerebbe parlare di "autoevoluzione", riprendendo l’espressione usata dal genetista Antonio Lima-de-Faria, dell’Università di Lund (Svezia). In sé e per sé, la teoria dell’evoluzione è «ottocentesca e non più presentabile» ma quello che non può essere accettato, per Sermonti, è l’evoluzionismo, specie se «di stretta osservanza». Sia chiaro, rileva infatti, che alcune questioni – l’origine della vita, dell’universo e del pensiero – rimarranno sempre misteriose. «Hanno natura metafisica e sono al di là della nostra comprensione. Ma, per gli evoluzionisti, si tratta di questioni che non hanno più ragione d’essere, da quando Darwin ha enunciato la sua teoria, perchè tutto è costruito esclusivamente dal caso, dall’ "accidente". Per gli evoluzionisti più intransigenti, anche i problemi metafisici trovano una ferrea spiegazione nei meccanismi della mutazione e della selezione. Questo è l’evoluzionismo corrente che non accetta confronti, perché non ammette nessun principio fuori del caso, e si insospettisce di fronte a qualunque "legalità" della natura». Insomma, con l’evoluzionismo, una teoria scientifica ha deliberatamente invaso il campo della filosofia e della cultura e ha imposto un’interpretazione materialistica della vita e dell’uomo. Questo è quanto pensa Sermonti, e non ne fa mistero. Se l’evoluzionismo è la "degradazione" della teoria dell’evoluzione, come afferma Bertagna, che cosa deve fare la scuola per controbilanciarlo? C’è anche chi pensa che basti tenere rigorosamente distinti i due ambiti, quello strettamente scientifico e quello filosofico.. [..]"
[continua su.. http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/040331b.htm ]



Gyta

Ultima modifica di gyta : 21-05-2006 alle ore 13.14.07.
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Vecchio 21-05-2006, 17.36.57   #52
nexus6
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Citazione:
Messaggio originale inviato da epicurus
comunque si potrebbe dire così: ogni tanto casualmente si agrega la materia in modo tale che vi siano esseri viventi. naturalmente quelli che non si riproducono muoiono subito e non lasciano la loro tendenza di non riprodursi a nessuno. poi, ogni tanto (il nostro 0.1% ritorna...) nascono organismi viventi che si riproducono, questi però tramandano questa loro caratteristica (tramite dna). ed ecco spiegato il mistero.

d'altra parte, nexus, ha ragione gyta nel dire che non ha molto senso dire "la caratteristica della vita è quella di riprodursi". cioè, può aver senso solamente con una spiegazione, tipo la mia: scrivo la mia spiegazione e poi dico che, in qualche senso, la natura della vita è riprodursi (ma io ho dato una cornice esplicativa dove poter dar senso a queste parole).
Boh... quel “casualmente” mi sconfinfera sempre meno...... in parole povere diresti: “per caso è nato qualcosa con la capacità di riprodursi, dunque vivente, ed ha naturalmente propagato questa sua caratteristica attraverso l’evoluzione”; dunque alla domanda "perchè ci si riproduce?", per me equivalente a “perché esiste la vita?”, tu risponderesti essenzialmente: “per caso”.

La cari(ni)ssima Gyta (Gyta? ) ha pienamente ragione quando dice che le spiegazioni latitano... ed in effetti è proprio così... almeno questa è la mia percezione (ne ho un po’ parlato in precedenza a proposito della scienza); il mistero rimane, anzi è maggiormente alimentato che in passato, in cui le imposizioni religiose erano amabilmente molto più pressanti...

La “mia” risposta “perchè esistiamo noi” è chiaro che era (un po’) provocatoria, ma forse nemmeno tantissimo... vabbè...

Il post di Gyta, in risposta a quello (pieno di spunti) di Prometeo, mi ha fatto un po’ partire e rispolverare qualche vecchio cassetto polveroso: “vita ed entropia”... due cose che stridono un po’ quando si avvicinano...

Come spesso si dice “l’entropia di un sistema isolato tende ad aumentare”, cioè il grado di “disordine” tende ad aumentare e questo stabilisce la cosiddetta “freccia del tempo”... ma la vita?!? Cavolo, sembra proprio che comporti in qualche modo una inversione di tutto ciò... e dal cassetto è rispuntato fuori Ilya Prigogine, che su queste idee ci ha speso appunto la “vita”.

La vita “consuma” entropia, non la “crea” e lo deve fare a scapito di qualcos’altro (altrimenti potremmo salutare la fisica...); Prigogine sviluppa questa idea nel suo concetto di “strutture dissipative” che si collegano strettamente all’autorganizzazione che ha tirato in ballo Gyta; anche il “tempo” di Maxim ci c’entra...

La vita, struttura dissipativa, sarebbe un sistema lontano dall’equilibrio, che “consuma” entropia e proprio così si mantiene lontano dall’equilibrio (nutrendosi, ecc...), che è lo stato in cui l’entropia è massima per quel dato sistema ovvero mantiene un alto grado di “ordine”. Naturalmente il sistema non può essere “isolato”, altrimenti come già detto, la seconda legge della termodinamica se ne andrebbe a farsi friggere...; “isolando” una vita, quella vita muore ovvero la seconda legge fa il suo sporco lavoro...

Sono d’accordo quando vengono proposti dei (sani) dubbi sulla effettiva efficacia attuale della teoria dell’evoluzione nel rispondere compiutamente a queste domande; penso pure che parlare di “autorganizzazione” e di proprietà emergenti, come nel pezzo citato da Gyta possa essere molto attraente, ma veramente queste categorie potrebbero fornire la spiegazione del perché ci si riproduce e dunque dell’origine della vita? Boh...

Vabbè... solo sassi...

Ultima modifica di nexus6 : 21-05-2006 alle ore 17.38.07.
nexus6 is offline  
Vecchio 22-05-2006, 13.37.35   #53
Prometeo
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Messaggi: 3
chiarimento di fondo

Credo che gran parte del problema stia nella non semplice definizione di vita.Personalmente credo che un essere vivente sia un qualsiasi sistema ordinato(non necessariamente un sistema chimico basato sul carbonio)capace di preservare il proprio ordine.

Poiche l'entropia di un sistema aumenta costantemente,e con lei il disordine,deve essere contrastata(ci sono sistemi di autoriparazione nel DNA)o espulsa(in molti modi),ma questo implica un dispendio di energia,che deve essere necessariamente presa da fuori(un sistema non può autoalimentarsi);a sua volta la spesa/trasformazione di energia nel sistema genera ulteriore entropia.Il disordine si accumula(invechiamento)fino al punto in cui la capacita del sistema di contrastarlo è irrimediabilmente compromessa(morte).Il solo modo per mantenere l'ordine è farne molte copie(come gli emanuensi con i libri,infatti ogni informazione è ordine)ma anche questo è un sistema imperfetto:un sistema,che sia un individuo,una popolazione,una specie o la vita sulla terra in generale,si comporta sempre nello stesso modo:deteriorandosi.Solo il meccanismo mutazione/selezione,ossia l'immissione di qualcosa di nuovo dall'esterno, permette il mantenimento dell'ordine,o almeno di quella parte dell'ordine capace di autopreservarsi;il prezzo è il cambiamento del resto di tutto il resto.Il fulcro della vita sono proprio le capacità di sopravvivere e riprodursi, le quali in effetti si equivalgono,piuttosto che la forma o il modo in cui avvengono.
Prometeo is offline  

 



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