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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
03-04-2006, 16.32.05 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-04-2006
Messaggi: 94
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io non ho parlato di reincarnazione (che è una diversa ipotesi metafisica); ho parlato di eterno ritorno dell'uguale... cioè vivi, fai esperienze che ti cambiano, ma poi alla morte dimentichi tutto e ritorni a nascere nella stessa situazione di prima, e giacché non ricordi niente, rifai le stesse esperienze della volta precedente, e così via all'infinito: terribile, vero? Se vuoi approfondire l'argomento, vedi stoicismo e Nietzsche. Io comunque spero vivamente che ci sia la reincarnazione, come sostieni tu, e non l'eterno ritorno dell'uguale. Saluti.
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03-04-2006, 16.36.31 | #4 |
Utente bannato
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
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non mi pare una gran confutazione.. secondo me ci sono alcuni problemi per poter dire se l'eterno ritorno c'e o meno:
- se ciascuno ricomincia a vivere la propria vita appena terminata, non e possibile analizzare la cosa da un punto di vista esterno e quindi poter affermare che la situazione e verosimile o meno: - la vita si ripete infinite volte nello stesso lasso di tempo oppure il ciclo universale si ripete in tempi piu lunghi? quando ricomincio a vivere la mia vita ritorno "indietro" nel tempo riavvolgendo il nastro o si ripetono ievitabilmente le stesse condizioni precedenti? ad ogni modo, se esiste il libero arbitrio, questa ipotesi dell'eterno ritorno e falsa poiche l'essere umano potrebbe scegliere sempre vie differenti. ado ogni modo.. a che pro? |
03-04-2006, 16.43.09 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-04-2006
Messaggi: 94
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è chiaro che la vita, secondo la dottrina dell'eterno ritorno, si ripete per l'intero universo e non solo per il singolo individuo, che quindi ritroverà le stesse condizioni interne ed esterne che determineranno il ripetersi delle stesse esperienze. Spero di essere stato chiaro e spero sia chiaro che ci muoviamo nell'ambito delle congetture, e non dei dogmi!
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03-04-2006, 16.44.00 | #6 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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in passato ci fu una discussione analoga (https://www.riflessioni.it/forum/show...hreadid=24 18).
allora io scrissi quanto segue: se le leggi fisiche non mutano e se l'universo e` finito nello spazio e se abbiamo tempo infinito (dopo tutte queste premesse) allora e' certo che si ritornera` prima o poi in uno stato gia` passato. infatti il numero di permutazioni possibili di un insieme finito, e' anch'esso un numero finito. con ciò volevo dire che l'eterno ritorno non era una semplice fantasia filosofica, e che sotto opportune condizione questa era necessario. ma poco più sotto al mio intervento, ci pensò leibnicht a mostrarmi l'errore. leibnicht scrisse: Le premesse indicate da Epicurus sono assolutamente corrette. Tuttavia, occorre aggiungere la seguente circostanza: la nostra esistenza è data, essenzialmente, dal suo comporsi di eventi. Se ciascuno di quelli che la rendono possibile, e ciascuno di quelli che la costituiscono, sono esattamente identici, non è lecito raddoppiarne il numero, o triplicarlo, etc. E' nè più nè meno che il rasoio di Ockham: entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem... Dunque non due o indefinite vite sempre identiche, ma una sola, in tutto coincidente con se stessa, anche, ovviamente, nelle coordinate temporali in cui gli eventi che la compongono accadono. Se l'universo è finito (cosa di cui anch'io dubito profondamente) nè la fisica relativistica, nè quella quantistica, ci permettono di sottrarre a questa finitezza una dimensione a capriccio: tanto meno quella temporale. Anche il tempo, insomma, è finito, dentro un universo chiuso. E tale fatto può essere facilmente intuito tenendo conto che, al ripetersi delle condizioni iniziali noi non possiamop lasciar fuori il tempo, come se esso scorresse a la Newton, esternamente agli eventi: insomma, "quel" universo non sta affatto dopo, o prima, o durante un altro qualsiasi. Esattamente come non ci è lecito disporre, dentro uno spazio sferico, un sopra o un sotto, un avanti o un indietro, senza avervi prima collocato, arbitrariamente, un sistema di coordinate. Tranquilli, dunque, noi non vivremo altre volte, nè se questo è un universo chiuso, fatto improbabile, nè tanto meno se esso è aperto, fatto quasi certo. Il brivido angoscioso percorse anche la mia schiena, anni fa, ma lo lascio alle meditazioni dolenti di Leopardi, del suo Venditore di Almanacchi... grazie all'intervento di leibnicht ho capito che l'eterno ritorno non è intelliggibile, non tanto per il rasoio d'occam (che eventualmente proverebbe l'irrazionalità di tale tesi), ma proprio per la non chiarezza di tale tesi. epicurus |
03-04-2006, 17.26.17 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-04-2006
Messaggi: 94
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Sono d'accordo con te quando dici che leibnicht sbaglia nel ritenere impossibile l'eterno ritorno richiamandosi al rasoio di Ockham: perché la ripetizione, anche se irrazionale, potrebbe pur esserci. Dici che la teoria dell'eterno ritorno è incomprensibile in quanto "non chiara". Allora non c'è nessuno che può dimostrarla vera o falsa.
Abbiamo ragionato sinora della interpetazione cosmologica dell'eterno ritorno, ma quella cosmologica non è l'unica interpetazione di esso. C'è pure quella direi "antropologica" per cui l'uomo che ha il coraggio al momento della morte di accettare il ripetersi della stessa identica vita, è l'oltreuomo, colui che si è adempiuto, che non chiede nulla di diverso da ciò che è stato e da ciò che ha avuto. Va bene, ma anche se un uomo si è adempiuto, perché dovrebbe volere il ripetersi delle stesse esperienze grazie alle quali si è adempiuto? ok può accettare anche questa ripetizione, ma solo se non c'è qualcos'altro di meglio in serbo per lui, non vi pare? Potrebbe cioè accettare l'eterno ritorno piuttosto che il nulla assoluto senza rinascita. (Anche se io conosco uomini che preferirebbero in tal caso il nulla) |
03-04-2006, 17.30.00 | #9 |
Utente bannato
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
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l'accettazione dell'oltreuomo verrebbe dalla sua esperienza di vita e sarebbe quindi non conquistata ma eternamente presente. comunque non c'e gran differenza tra eterno ritorno e nulla dopo la morte perche annulla tutto cio che non e la vita dell'individuo, precudendogli ogni possibilita di realizzazione.
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03-04-2006, 17.42.02 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 20-12-2003
Messaggi: 480
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Re: L'eterno ritorno
Citazione:
Ciao Leonardo da quale fonte hai preso l'idea dell' eterno ritorno? Perchè se leggi il libro 'un nuovo modello dell'universo' trovi delle cose molto interessanti a riguardo, tra le quali: -L'eterno ritorno è possibile comprenderlo solamente imparando a ragionare in modo nuovo, considerando le altre dimensioni spazio temporali; -che si ripetono le stesse vite, ma l'esatta ripetizione della successione di vite dipende dal grado di meccanicità di un individuo; -che se nasci nel 1940 e muori nel 2006 rinascerai nel 1940; -che la reincarnazione è possibile solo nel passato solo dopo aver esaurito il compito di un'esistenza elevando il massimo possibile la coscienza; -che quando si esce dal ciclo di ripetizione di un esistenza qualcuno deve prendere il posto dell'individuo che l'ha lasciato in modo da non lasciare un buco: -Che si può lasciare un buco in modo positivo cioè elevandosi oppure in modo negativo coiè degradandosi: più uno è degradato più rinasce in condizioni catastrofiche (tra guerre disgrazie, ecc..) fino a quando dopo grandi sofferenze e sopportazioni esaurisce il suo debito. Invece se si degrada sempre di piu arriva un punto in cui sparisce dalla ricorrenza e si disintegra. |
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