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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
28-11-2006, 15.03.09 | #4 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Riferimento: l'incredibile mondo del mio amico
riesumo questo tread.
la domanda che forumulo è questa: esistono garanzie della corrispondenza tra la realtà che vedo io, e quella che vedono gli altri? Esistono garanzie del fatto che quello che a me appare come mela, ad un altro non appare come chiodo? |
28-11-2006, 21.20.24 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
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Riferimento: l'incredibile mondo del mio amico
Rubin, e come mai quando noi normalmente parliamo ci capiamo?
A meno che l'interlocutore non sia un alieno, o un selvaggio vissuto DA SOLO nella foresta, cosa sia un mela, lo impariamo tutti nello stesso modo, senza porci perchè e sullo sfondo di alcune certezze che tutti condividiamo. Se vuoi trarre delle conseguenze serie da ciò che dici, cioè un solipsismo assoluto, allora dovresti anche formulare un principio che spieghi il nostro reciproco concordare, intenderci, e agire intersoggettivo. Qualcosa come l'armonia prestabilita Leibniziana. O altrimenti, semplicemente, guarda come cresce un bambino. |
30-11-2006, 16.38.58 | #6 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: l'incredibile mondo del mio amico
A parte il fatto che non sono sicuro che ricevere un pugno sia una semplice idea, concordo con l'argomento di odos: se non postuliamo l'esistenza di un mondo comune e pubblico non si capisce come potremo tenere questa discussione. Inoltre, se non postuliamo anche l'esistenza di una comunità di parlanti, non possiamo rendere sensate le nostre parole...
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30-11-2006, 17.21.22 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-09-2006
Messaggi: 41
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Riferimento: l'incredibile mondo del mio amico
Citazione:
io non trovo niente di strano in quello che dice rubin anzi tempo fa ho scritto in una discussione dallo stesso contenuto. è un principio fondamentale e potrebbe essere portato anche molto ma molto oltre di una semplice mela(con alte concentrazioni di ferro ). ha scritto ciò che dovrebbe fare chiunque:mettere tutto in dubbio e non dare mai niente per scontato o certo |
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30-11-2006, 17.58.48 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
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Riferimento: l'incredibile mondo del mio amico
Sì, Pascal, anch'io capisco ciò che dice Rubin, e l' ho pensato più di una volta, e ad essere sincero molto tempo fa.
Ho provato anche a dubitare su ogni cosa, incartandomi sulle aporie insormontabili che si originano dalla pratica di un simile gesto. E a dire la verità, si è già interrogata molta filosofia su questo, e sono stati scritti fiumi di parole (che mi sono andato a leggere, chiaramente). Ho portato una breve e concisa argomentazione a riguardo, che se si vuole si può approfondire, e, al fine di evitare malintesi, non ho argomentato con un: "ma va là, una mela è sempre una mela per tutti". Bisogna trarre tutte le conseguenze logicamente immaginabili da un dubbio, e trarne le conseguenze (sopratutto sulla possibilità logica stessa del dubitare). Si faccia questo, e ci si accorgerà di cosa si sta affermando in realtà. Ciao |
30-11-2006, 18.25.39 | #9 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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dubbio e conoscenza
Sono d'accordo con odos.
E aggiungo: La prima firma che adottati in questo forum è stata: "Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola". Questa frase è di Voltaire, egli, poi, aggiunse: "Solo gli imbecilli sono sempre sicuri di ciò che fanno e dicono". Questo per dire quanto io tenga in seria (oserei dire serissima) considerazione il dubbio. Ma questo è risaputo: la chiave per la filosofia e la scienza, e la razionalità in generale, è il dubbio. Però tenere in seria considerazione il dubbio, significa anche non storpiarlo. Vi è una tendenza in filosofia che è quella di ipersemplificare le cose. Il nostro uso di "dubbio" e "dubitare", però, non è così semplice come appare. Peirce e Wittgenstein furono forse i primi ad accorgersi di una banalità spaventosa che, incredibilmente, tutti i filosofi non avevano mai notato: il dubbio, proprio come la conoscenza, presuppone ragioni, argomentazioni, motivazioni. Come noi, per affermare che conosciamo qualcosa dobbiamo disporre di argomentazioni (cioè noi siamo giustificati), anche per affermare che dubitiamo di un fatto necessitiamo di motivazioni. Se uno dubita di p deve mostrarmi una ragione r per dubitare di p; ma se r è dubbia, allora non ho ragione di dubitare di p, ma avrò ragione di dubitare del dubbio su p. L'altro fatto palese, che venne scoperto da Wittgenstein, è che il dubbio presuppone la conoscenza. Ossia, senza conoscenza non possiamo dubitare di alcunchè: non avrebbe senso uno scolaro che mettesse in dubbio ogni cosa, non facendo mai finire la spiegazione dal maestro. D'altro canto, credo, che sia mostrato in più casi come il dubbio assoluto sia autoconfutante. epicurus |
30-11-2006, 19.26.25 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-09-2006
Messaggi: 41
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Riferimento: dubbio e conoscenza
Citazione:
sono d'accordissimo con voltaire che seppur non conoscendo il suo pensiero,con quella frase ha detto un concetto del mio pensiero. certo la ragione del dubbio è dubbia,ma allora perchè non dubitare più del dubbio? Inoltre non comprendo il motivo per cui il dubbio sia autoconfutante |
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