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24-09-2002, 15.40.56 | #34 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 70
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Paolo, con la faccia triste e abbattuta, si ritrova con la sua amica
>Laura >in un bar per prendere un caffè. Depresso, scaricò su di lei tutte >le sue >preoccupazioni... e il lavoro...e i soldi... e i rapporti con la sua >ragazza... Tutto sembrava andar male nella sua vita. >Laura introdusse la mano nella borsa, prese un biglietto da 50 EURO >e gli >disse: - Vuoi questo biglietto? Paolo, un po' confuso all'inizio le >rispose: - Certo Laura... sono 50 EURO, chi non li vorrebbe? Allora >Laura >prese il biglietto in una mano, lo strinse forte fino a farlo >diventare una >piccola pallina. Mostrando la pallina accartocciata a Paolo, gli >chiese >un'altra volta: - E adesso, lo vuoi ancora? - Laura, non so cosa >pretendi >con questo, però continuano ad essere 50 EURO. Certo che lo prenderò >se me >lo dai. Laura spiegò il biglietto, lo gettò al suolo e lo stropicciò >ulteriormente con il piede, riprendendolo quindi sporco e segnato. - >Continui a volerlo? - Ascolta, Laura, continuo a non capire dove >vuoi >arrivare, però è un biglietto da 50 EURO, e mentre non lo rompi, >conserva il >suo valore.... - Paolo, devi sapere che anche se a volte qualcosa >non esce >come vuoi, anche se la vita ti piega o accartoccia, continui a >essere tanto >importante come lo sei stato sempre... Quello che devi chiederti è >quanto >vali in realtà, e non quanto puoi essere abbattuto in un particolare >momento. Paolo si paralizzò guardando Laura senza dire una parola, >mentre >l'impatto del messaggio entrava profondamente nella sua testa. Laura >mise il >biglietto spiegazzato di fianco a lui, sul tavolo, e con un sorriso >complice >disse: - Prendilo, ritiralo perchè ti ricordi di questo momento >quando ti >senti male... però mi devi un biglietto nuovo da 50 EURO per poterlo >usare >con il prossimo amico che ne abbia bisogno. Gli diede un bacio sulla >guancia >e si allontanò verso la porta. Paolo tornò a guardare il biglietto, >sorrise, >lo guardò e con una nuova energia chiamò il cameriere per pagare il >conto... Paolo era Giuseppe. Io avrei potuto essere Laura. Ma non lo sono stata. Non sono stata sua amica proprio nel momento in cui ne avrebbe avuto + bisogno. Nel giro di due settimane è sprofondato in un incubo. Depressione. Ma ero troppo presa dalla mia vita x rendermene conto. Quanti segnali c'erano stati? tanti, troppi. Nessuna richiesta d'aiuto, ma parole a cui non ho dato troppa importanza. E poi, come mi ha detto un prete, "alle volte è difficile chiedere aiuto". Voleva solo vedermi, voleva solo uscire. No, non ho voluto. In quei giorni mi limitavo ad ascoltarlo e a consigliarlo. Ma lo ascoltavo veramente? Probabilmente no, altrimenti avrei capito che stava morendo dentro. Era il suo compleanno, ed io non lo sapevo. Quando l'ho saputo, stavo x telefonargli x fargli gli auguri e x dirgli "scusa se non lo sapevo". Stavo x comporre il suo numero, ma poi ho messo giù. Ho pensato che l'avrei incoraggiato a chiedermi di vederci. E' giusto se dico che, in quei giorni, ho pensato che lui non avrebbe + dovuto far parte della mia vita. E' giusto dire che, sempre in quei giorni, ho anche pensato che non me ne fregava poi tanto di lui. I miei sentimenti non sono cambiati da un giorno all'altro, ma col tempo. Erano mesi che tutto, ogni cosa, mi diceva che non era possibile la nostra amicizia. Già sapete cos'è successo, ne ho parlato tante volte, e forse è anche ora che la smetta. Almeno con voi. Ma dentro di me non finirà mai. Le circostanze mi hanno portata ad allontanarmi da lui. Io ho voluto allontanarmi da lui. Tutti mi hanno detto mille cose: che non ci si può costringere a voler bene a qualcuno, che non è colpa mia, che non ho nessuna responsabilità in tutto questo. E che le cose forse dovevano andare così. Ma non è vero, non ci credo. Che cosa dovrebbero essere tutti questi discorsi? soltanto un modo x mettere in pace la propria coscienza, vero? Bè, la mia coscienza non mi dà pace. La verità è soltanto questa: stava lentamente morendo dentro di sè, nulla aveva + senso x lui. Non la sua famiglia, non sua figlia. Nulla valeva la pena di soffrire così. E a me, a modo suo, stava chiedendo aiuto. Come non chiedermi, se gli avessi voluto + bene, se non mi fossi fermata a pensare a me stessa, se avessi rischiato di soffrire ancora, per lui che stava molto peggio di me, ecco...lui oggi ci sarebbe ancora. Non ho bisogno delle vostre risposte. Di che cosa ho bisogno? forse di un'assoluzione che non arriverà mai. Forse soltanto di sfogarmi. Ma quella che sta peggio non sono certo io. Ho nella mente il ricordo della sua bambina di 8 anni, il giorno del funerale. L'ho vista dopo, non so cosa le avessero detto, ma certo non si rendeva conto. Sorrideva, rideva e giocava con gli amici del suo papà. Ogni tanto penso che forse un giorno potrà odiarmi x non aver fatto un po' di più x lui. Continuo a ripetermi che il vero coraggio sta nell'andare avanti, liberandosi di certi ricordi, liberandosi dai sensi di colpa. Vivere nella gioia nonostante tutto. Ma non ci riesco. Non posso accettare come se niente fosse che se l'avessi ascoltato con + attenzione, oggi tutto sarebbe diverso. Aveva bisogno di me, ed io non c'ero nel modo in cui avrei dovuto esserci. |
24-09-2002, 16.03.42 | #35 |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-09-2002
Messaggi: 63
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una volta scrissi una frase: questo è il tuo destino, goisci quando soffri, xchè se il tuo dolore puo' far felice chi ami, il tuo dolore non è vano.
Era un tenpo in cui stavo andando contro il mio essre, un tempo in cui mi ero fermata e non me ne rendevo conto, volevo continuare ad intraprendere una strada che non mi apparteneva, credendo che cosi' avrei fatto felice chi amo di piu' al mondo... continuavo a stare male, soffrivo, non mi sentivo piu' io, non mi sentivo viva, la gioia, l'amore, mi ero dimenticata cosa fossero. Ho cercato di continuare, finchè non ho capito che se onn stavpo bene, se non ero serena, non potevo dare serenita' e felicita' a chi mi stava vicino, e dopo tanto tempo ho capito che una delle origini del mio malessere era proprio l'essere andata contro me stessa, contro quello che sentivo, sia perchè avevo creduto di poter far tornare quel fiore ormai morto a vivere, sia perchè mi ero quasi forzata di intraprendere per forza quella strada. Abbiamo percorso le stesse strade, è una strana coincidenza che proprio ieri pensassi a questa frase e che nel topic si stesse parlando dell'argomento........ le coincidenze che non sono coincidenze.... un sorriso per voi, un sorriso a chi amo, nel profondo |
24-09-2002, 16.12.52 | #36 |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-09-2002
Messaggi: 63
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ero arrivata a leggere solo fino a pagina 2...
Neverforever non si puo' vivere non pensando al dolore, non si puo' vivere cancellando il passato, hai ragione a dire che non riesci a farlo.......solo questo........ un fiore per te |
24-09-2002, 22.56.56 | #37 |
Ospite abituale
Data registrazione: 07-08-2002
Messaggi: 375
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Ciao Neverforever
già altre volte ho sentito forte quello che dici, ma non sò rispondere. Anche perchè una risposta non la vuoi.
Ho conosciuto altra gente con le tue difficoltà, non addossarti una piena responsabilità: tutte le persone che lo conoscevano hanno le tue responsabilità, per assurdo anche io che potrei averlo incontrato in un bar rifiutando un suo saluto o l'inizio di una discussione. Il dolore secondo me non giustifica inutili prese di colpe da parte tua: non dico inutili perchè di poco peso, mi rendo conto di quanto batta dentro di te questa cosa, ma inutili perchè non reali, eccessive. Il dolore lo dobbiamo vivere come una cosa reale, legata ai fatti, non alle proprie supposizioni su situazioni complicatissime e difficilissime. L'argomento del post è il fermarsi: prova a fermarti e renderti cosciente dell'entità del dolore che provi dentro te, paragonalo al resto della tua vita e cerca di capire che, per grande che sia, è una piccola parte dell'immensità della tua vita. Una parte importantissima e fortissima, ma che ha un suo spazio delimitato dentro te. Non dagli troppo spazio. Queste cose si possono fare solo fermandosi un pò |
25-09-2002, 09.47.04 | #38 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-04-2002
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Ciao Attilio, e ciao a tutti.
Ieri poi ho scritto un po' x conto mio. Scrivere è la passione della mia vita. Non esiste nulla che mi faccia sentire così libera, e leggera, quasi fossi una rondine nel cielo. Scrivendo, ho ricordato emozioni e sentimenti, pensieri e sensazioni, MIEI. Non ho pensato e ricordato soltanto lui e quello che gli stava accadendo. Se lui si trovava in una particolare condizione mentale, data dalla depressione, cosa che mi ha detto solo uno degli ultimi giorni, ho ricordato con chiarezza che anch'io, proprio in quei giorni, stavo vivendo un'altrettanto particolare condizione mentale, sebbene diversa dalla sua. Più volte ho letto su questo forum una frase relativa alla "bottiglia": se la tua bottiglia è vuota, non puoi dar da bere agli altri. La mia bottiglia, ricordo, era rimasta vuota per troppo tempo. In quei giorni, per vari motivi e diverse circostanze, ho cominciato piano piano a riempirla di nuovo. Seguendo ciò che mi diceva il cuore. E infatti, non mi sentivo egoista verso di lui. Gli avevo anche scritto un'email spiegandogli i motivi per cui non me la sentivo di rivederlo. Sapevo bene che cosa mi sentivo di dargli e che cosa non sentivo di potergli dare. Era la prima volta che mi sentivo in pace con me stessa e con lui, con il mondo intero. Per la prima volta sentivo forte dentro me che stavo facendo la cosa giusta. E ricordo anche che c'è stato un momento in cui, alla sua ennesima richiesta di vederci, ho pensato "potremmo vederci venerdì prox, dopo il corso d'inglese". In quei 15 giorni, ero riuscita a rendere la mia bottiglia mezza piena, non era più mezza vuota. Mi sentivo più forte, avevo avuto il tempo di stare di più con me stessa. Il fatto è che non mi rendevo conto che ciò di cui avevo bisogno era soltanto un periodo. Io credo anche x il fatto che ogni giorno lui voleva forzarmi a fare qualcosa che io non mi sentivo di fare, insisteva, insisteva, ma già gli avevo spiegato, e così mi sentivo sempre + oppressa. Una mia amica mi ha detto che lui non si accontentava di sentirmi al telefono. Ma forse, non so, non gli è stato possibile fermarsi un attimo a riflettere. E purtroppo, quando io mi sono sentita pronta, più rilassata, è stato troppo tardi. Quando il suo collega mi ha mandato quel msg "chiamami il prima possibile" mi sono preoccupata. Provai a chiamare Giuseppe, ma inutilmente. Pensai avesse avuto un crollo, un collasso, insomma...che fosse stato male, dato che l'avevo sentito giù fino a pochi giorni prima. Chiamai in ospedale x sentire se era lì. Non c'era. Ricordo che in quel momento ero davvero contenta, pensai "menomale! allora non sarà niente di grave, sarà a casa, magari ha avuto solo un leggero malessere, non vedo l'ora di riabbracciarlo!". Sapete bene che poi questo non si è avverato. Io non lo so, non so xché sia successo ciò che è successo, ma forse piano piano sto trovando le mie risposte. P.S.: mi accaddero delle cose strane in quei mesi. Poco dopo che conobbi Giuseppe, cominciai ad avere delle strane sensazioni. Talmente forti che pensavo "sento che finirò male, sento che mi succederà qualcosa". E vi giuro, era una sensazione fortissima, mai avuta. Non avevo idea che cosa significasse quel "finirò male", so solo che ogni tanto avevo quella sensazione. E poi ricordo un'altra cosa strana: due giorni prima che successe ciò che sapete, proprio in quei due giorni precedenti, ricordo che ero triste, ma non ricordo il motivo. A pensarci, in quel periodo, come vi ho detto prima, stavo benissimo. Invece, proprio i due giorni precedenti al fatto, provavo una tristezza immotivata. A volte mi chiedo se tutte queste strane sensazioni, a cui non so dare un motivo preciso, non fossero stati dei presentimenti... |
25-09-2002, 11.28.37 | #40 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 70
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grazie Kya e... hai visto shiepp? non era vero che voi non potevate aiutarmi, come hai scritto tu tempo fa. Solo il fatto di scambiarsi semplici opinioni può far riflettere. E voi mi avete dato molte spinte x pensare a cose difficili da ricordare, dato che si tende a ricordare soprattutto fatti o eventi e sentimenti che ci hanno scosso profondamente. Ma è giusto cercare di guardarsi dentro e indietro il + possibile, per provare a capire.
Grazie a tutti!!! E soprattutto all'amministratore che ha inventato questo forum, dove, nonostante migliaia di computer ci separino fisicamente, nonostante questo, riusciamo a darci dei piccoli grandi aiuti. |