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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
25-05-2005, 16.29.37 | #4 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Citazione:
allora il papa dovrebbe esimersi pure dall'invocare la pace tra forze politiche, stati, in guerra. dovrebbe solo chiedere ai cristiani di non andare in guerra, cosa che sarebbe, in caso di necessità di reclutamento di tutte le forze disponibili nel paese, incitare alla diserzione, ponendosi quindi, in virtù della morale cristiana, in necessaria lotta anche politica con lo stato laico. ..perchè non può lavarsene le mani. vabbè, ma a parte questa commistione, in alcuni punti secondo me inevitabile, c'è il discorso dogmatico di cui parli. ecco, la tua è espressione di cristianofobia, il tuo parlare della posizione della chiesa come posizione "dogmatica", palese mistificazione della posizione della chiesa cristiana in materia di fecondazione assistita, che è il punto della questione: il problema è che, appena apre bocca il papa, tutti i laici liberali si stringono in cori da rivoluzione francese, declassando immediatamente quanto detto da posizione etica umana, a posizione dogmatica rientrate esclusivamente all'interno della bibbia e dei fedeli che la seguono: se il papa dicesse "lasciamo tutti liberi di fare ciò che vogliono", tutti i laici inizierebbero a protestare in coro, perchè nemmeno ascoltano quanto detto, ma visto l'oratore immediatamente lancerebbero ortaggi. la posizione della chiesa è ETICA, e NON esclusivamente CATTOLICA: ciò che pensa potrebbe pensarlo anche un laico. |
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25-05-2005, 18.21.44 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
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La Chiesa deve privilegiare e curare il dialogo con i propri fedeli, soprattutto su questioni dottrinali e dogmatiche.
Può allargare l'indirizzamento dei propri messaggi a tutti gli altri, solo su questioni generali, non dottrinali e, o non derivanti da concezioni dogmatiche specifiche. Se poi scende nell'arena politica, condizionando pesantemente le scelte e le decisioni anche di altri esercita una intrusione e una violazione prevaricatoria insopportabili, tipici di chi origina il suo pensiero e la sua prassi in radici assolutistiche e perciò ponendosi su un piano politico anziché spirituale. Chi si pone su tale piano, ne deve poi subire tutte le implicazioni: diventando perciò anche "bersaglio" di lotta politica (oltre che attore) e non potrà più invocare quel "rispetto" che le competerebbe, se fosse eslusivamente attore spirituale... Ciò fa passare in secondo piano anche i contenuti etico morali della questione che essa (Chiesa) pone: per quanto mi riguarda, per esempio, se si fossero limitati al piano etico religioso non mi sentirei di essere ostile verso le loro rispettabilissime posizioni. Saluti Citazione:
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25-05-2005, 19.04.56 | #6 |
Utente bannato
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
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OKKEI
Molto interessanti queste prese di posizione ma FalcoAntonio mi sembra "assoluto" nel suo relativismo. Il relativismo appare giusto e l'unica via accettabile.. questo rende l'idea di "Relativismo" assoluta. Spiego anche un'altra cosa del Relativismo:
Relativismo: sono omosessuale (il mio esempio preferito) e nel relativismo posso difendere il mio punto di vista, tanto tutto è relativo. Sono un S.S. e odio gli omosessuali: cavolo, anch'io sono giustificato dalla concezione relativista e posso sterminare tutti i "maledetti gay" tanto, essendo tutto relativo nessuno può contestare la mia posizione. Eh no, direte voi: esistono i diritti umanitari. Eh no, dico io: i diritti umanitari per essere accettati debbono essere assoluti. Allora, una società sceglie di difendere gli omosessuali e l'altra di sterminarli: basta non rompersi a vicenda ma.. tanto è relativo anche il fatto di attaccare o meno uno stato che la pensa in maniera differente. Relativo rispetto a cosa? Qui vi voglio: qual'é il termine di paragone? Io l'ho poposto nell'ambito della discussione sulla morale. |
26-05-2005, 00.41.14 | #7 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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ripetere a mitraglia la parola "dogmatico" non ti difenderà dalla mia tremenda vendetta.
dicendo "dogmatico" dici "preconcetto, motivato da posizioni preconcette e infondate", magari quanto un principio assoluto trascendente. cosa che non trovo corretta. voglio dire: la posizione della chiesa è tale e quale ogni etica posizione. se dico: difendiamo la vita, impediamo l'utilizzo strumentale di embrioni, consideriamo l'aborto come omicidio, posso essere dogmatico (come chiunque parli per preconcetti su cui non ha ragionato), ma anche razionale; posso essere cristiano, ma anche laico. perchè mai la condanna dell'utilizzo strumentale, oggettuale, di embrioni, dovrebbe essere dogmatica? perchè deriva dalla preconcetta dottrinale posizione che afferma l'intoccabilità di qualsiasi creatura divina? certo, può essere, preconcetta e dogmatica! ma acnhe no. infatti, posso temere, io laico che lancio il mio sguardo oltre l'orrizonte, verso il futuro, tremare per il timore di trovare o lasciare ai posteri un futuro in cui la vita umana è manipolata e geneticamente modificata, in cui la razza è selezionata, la realtà impoverita. non mi sembra altro, che una questione molto generale, e non solo dottrinale. ...però ammetto che la commistione chiesa-stato è... mah.. non ci ho riflettuto, ma è una bella questioen. anche su altri punti ci troviamo d'accordo, ci torneremo. Ultima modifica di r.rubin : 26-05-2005 alle ore 00.43.57. |
26-05-2005, 09.18.12 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
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Re: OKKEI
No, chi ha una concezione (o “visione”) relativista, come dicevo, non è (automaticamente) un permissivista che manca di valori e riferimenti etici; tutt’altro!
Spesso ha una religiosità molto più praticata e coerente e quasi mai ostentata! Brevemente e semplicemente, si ispira al principio etico essenziale e generale (che non è affatto un’esclusività delle religioni) ampiamente condiviso (pur se molto poco rispettato) e cerca di applicarlo nella quotidianità, con tutti i limiti e inadempienze degli umani: ciascuno è libero di adottare le prassi di vita che predilige, purché rispettose di tutte quelle altrui e non intrusive o prevaricatorie. L’omosessualità per esempio non la si condanna in sé, ma si può condannare il comportamento di singoli omosessuali; a me disturba molto l’ostentazione che alcuni (o molti) di loro fanno della loro condizione: è una provocazione stupida e inutile, oltre che irritante. I nemici contro cui si mobilita un relativista sono insomma (solamente) coloro che adottano pratiche intrusive e prevaricatorie… Saluti Antonio Citazione:
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26-05-2005, 10.28.04 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Buon giorno a tutti.......
Senza entrare nello scontro dialogico tra assolutisti e relativisti, vorrei portare la seguente riflessione in merito all’”imposizione dei valori”. Potremmo definire delle categorie di insiemi che sono in rapporto tra loro attraverso una gerarchia basata sulle dimensioni dell’insieme, evidenziando come la propagazione dei valori di una categorica gerarchicamente più bassa (o più piccola), sulla più grande è violenza. Per evidenziare i concetti provo a fare un’ipotesi di possibili categorie: - esseri viventi (gruppo A), esseri umani (B), credenti (C), cristiani (D), cattolici (E) … e via dicendo. – Ogni gruppo include in se il successivo, cioè gli esseri umani ossia il gruppo B è una parte del gruppo A cioè degli esseri viventi, così come i credenti, o gruppo C, sono una parte del gruppo B cioè degli esseri umani. Con questa chiave di lettura, notiamo come ogni volta che un gruppo gerarchico sottostante cerca di propagare verso un gruppo sovrastante o più vasto il proprio sistema di valori, questo tentativo genera violenza, cosa che invece, non avviene dal gruppo soprastante verso il basso, per il semplice motivo che, ogni gruppo sottostante è inclusivo dei sistemi di valore del livello più alto. Cerco di spiegarmi: Come esseri umani, (gruppo B) non sentiamo coercizione nell’attaccamento alla vita che può essere il valore primario di tutti gli esseri viventi, (gruppo A). Come credenti, (gruppo C), non sentiamo violenza nell’amore dell’intelligenza che può essere uno dei valori fondanti dell’essere umano, (gruppo B). Come cristiani, (gruppo D), non sentiamo come violento l’amore verso Dio che è un valore fondante di ogni credente (gruppo C). Quando invece il valore cerca di essere propagato da un gruppo gerarchicamente più ristretto verso uno più ampio nasce la violenza. Ad esempio se i credenti, (gruppo C), cercano di propagare l’amore per “dio” a tutti gli esseri umani (gruppo B), questo si traduce in una terribile coercizione che è violenza allo stato puro. ...... e secondo mè è questo che va compreso. |
26-05-2005, 12.28.39 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
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Concordo.
Condivido questo tuo punto di vista e la relativa rappresentazione che ne fai.
Breve annotazione. Non mi pare confligga con quanto detto altrove. Mi pare evidente che (come già accennato) la "rappresentazione" dell'antiteticità "assolutismo-relativismo" è conseguenziale e riferita al dibattitto specifico che da un po' si è aperto sul relativismo e su altre questioni connesse (soprattutto dall'area cultural-clericale conservatrice). La propaganda iper-ideologica (reazionaria) in atto da tempo su questi ed altri temi, l'affollamento e il super presenzialismo mediatici di personaggi e temi riesumati, apparentemente sepolti per sempre dall'evoluzione e dal progresso... E' un ritorno al passato, una regressione, un "capovolgimento", causati (forse) e in parte, anche da eccessi e fughe in avanti di sedicenti progressisti. Un saluto Citazione:
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