ciao a tutti. perdonatemi ma non ho molto tempo per le rispondere per bene alle vostre diverse ed interessanti suggestioni.
solo una piccola cosa. Concordo con il fatto che questa discussione sia ingenua. Infatti penso che il punto focale sia altrove. ovvero nel fatto che in qualche modo potrebbe esistere un effetto-contesto: ovvero un'influenza
del contesto sulla nostra autenticità...
Citazione:
Messaggio originale inviato da Solger
Credo che l'argomento possa essere trattato anche dal punto di vista di ciò che in psicologia sociale è definita gestione sociale del sé. Noi tutti, infatti, diamo informazioni che permettono agli altri di identificarci e determinare il comportamento nei nostri confronti. La vita e la comunicazione interpersonale non sono altro che una negoziazione sociale in cui gli individui si muovono strategicamente in rapporto al “palcoscenico” e agli altri “attori” che hanno di fronte (per dirla con Goffman).
Detto questo, trovo anch'io la discussione circa la contrapposizione “autenticità o maschera”, “essere se stessi o recitare”, abbastanza ingenua. E' evidente che i rituali della comunicazione e dell'interazione sociale cambiano a seconda del contesto, e il mio datore di lavoro, per esempio, mi avrebbe licenziato in tronco se solo per caso, pochi minuti fa, mi avesse pizzicato mentre ballavo disinibito un noto pezzo dei Pink Floyd beccato per caso alla radio.
Assumiamo un'identità – e chiamiamola pure "maschera" – a seconda dei soggetti e dei contesti in cui interagiamo, è vero. Ma è altrettanto vero che ognuno di noi sceglie di indossare la maschera che più lo rappresenta, e lo fa in modo sempre e del tutto personale, direi 'unico' e 'originale', per cui quella “maschera” è frutto di ciò che siamo, e nell'assunzione di quella maschera – come diceva prima Bert – non c'è affatto menzogna, ma autentica espressione del nostro sé.
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