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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
10-12-2004, 09.13.24 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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nevealsole
Dolce nevealsole
Da chi ci osserva siamo valutati più per come recitiamo il nostro ruolo che non per quello che siamo intimamente. Importa conoscere e confrontare i due aspetti per riuscire a integrarli in un mai concluso percorso di crescita. La comunicazione amorosa richiede reciproca intenzione auto-conoscitiva e capacità di articolare il proprio mondo sentimentale ed emozionale esprimendolo in parole. E’ interdipendente con quella fisica dove conta anche la memoria corporea. Dovremmo essere registi della nostra vita ma solo un Altro può farci scoprire chi siamo da…”personaggi in cerca d’au-tore/trice”. Incontro E’ un incontro d’amore Quando nel vortice interiore discendiamo E le nostre storie D’immagini sfuggenti E dissepolte memorie Ci raccontiamo Insiemi elaboriamo Il lutto Per un tempo ormai perduto Arsenio |
10-12-2004, 10.12.19 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Re: l'arte di argomentare
Citazione:
Ho letto bellissimi discorsi retorici in questo forum, dall’indiscussa forza persuasiva ed esplicativa, mentre ho letto molti dialoghi, (diatribe), dialettiche che non solo non convincevano ma alla fine urtavano per la veemenza che scaturisce troppo spesso dal confronto/dialogico. Alla base di queste “cadute” di comunicazione, secondo mè c’è l’intenzione che spesso non è quella di comunicare e condividere, bensì quella convincere l’altro o gli altri delle nostre ragioni. In pratica non solo “vediamo le cose come noi siamo”, ma vogliamo anche convincere gli altri che le cose sono come noi le vediamo. D’altro canto l’inventore stesso della dialettica, cioè Socrate, la definì il mezzo per pervenire alla verità ultima, ma, trenta secondi dopo questa sua affermazione, usò la dialettica per fare a pezzi il Gorgia, che era un retorico. Comunque, indipendente dalla scelta, (retorica o dialettica), potremmo dire che affinché la comunicazione assurga al rango di arte, è necessario che: la comunicazione scaturisca sulla reale volontà di scambio e di condivisione ed appoggi le basi sue fondamenta su sentimenti di umiltà, senza i quali, ogni dialogo diventa esercizio di potere. Con umiltà qualcuno sapendo di non sapere espone domande e dubbi e si predispone all’ascolto. Con altrettanta umiltà qualcun altro, sapendo di non sapere, assume la scomoda posizione del “maestro” per comunicare il suo pensiero. In mancanza di questi ingredienti, la comunicazione diventa, strategia di mercato, volontà di potere, o semplice rumore, fatto per uccidere il silenzio che ci fa dubitare di esistere. Mah chissà se avrò comunicato? |
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10-12-2004, 14.57.28 | #5 | |
Moderatore
Data registrazione: 08-02-2004
Messaggi: 706
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Re: Re: l'arte di argomentare
Citazione:
Ciao VanLag, a me hai comunicato. Quello che hai detto era nella mia testa già da un po' di tempo... forse per questo l'ho recepito In realtà anche io ho sempre più l'impressione che si comunichi solo per affermare noi stessi e spesso senza tenere conto dell'opinione di chi ci sta di fronte. Ad Arsenio volevo dire, a parte che sono tornati i tempi di "sogno d'amore"... davvero bella "incontro", al di là della scoperta amorosa: il contatto fisico (abbraccio, pacca sulla spalla etc.) per dirti "ti sono vicino". Io spesso non riesco ad esprimere reale solidarietà che con le parole... ma mi domando: capirà chi ho di fronte, oppure conta più un abbraccio a far sentire che non si è soli? Ciao Neve |
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11-12-2004, 09.24.02 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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retorica, dialogo, dibattito
Retorica, dialogo, dibattito
Anch’io accanto ad un insegnamento sulla comunicazione pragmatica come rapporto interpersonale dove prevale la qualità della relazione, recupererei alcuni strumenti retorici argomentativi. Ad es. la logica informale (cfr. Retorica di Aristotele) dell’antico trivio, per migliorare le capacità linguistiche in una dialettica ragionevole e organica. Perché è sempre attuale il potere suggestivo di una parola seduttiva sotto varie forme e contenuti. Con l’arte retorica Socrate spiazzava l’eristica di quelli che avevano difficoltà nell’assimilare le loro contraddizioni. Sul dialogo prevale il dibattito con cui si aspira a prevalere con una logica egocentrica senza troppo considerare le ragioni altrui. Si esprimono idee affinché risultino vittoriose, tralasciando dati che potrebbero ridimensionarle o che sono troppo dissonanti con le nostre opinioni, mentre anche il disaccordo è spunto di riflessione. Purtroppo siamo determinati dal nostro condizionante retroterra: stabilizzati processi cognitivi, ricordi , preconcetti, stereotipi. La condivisione dialogica è più difficile perché richiede di riesaminare convinzioni e di sospendere atteggiamenti difensivi, d’indagare con attenzione e distacco il senso plurivoco e confrontabile delle nostre e altrui assunzioni, di rintracciare malintesi, visioni parziali, generalizzazioni, etichettature; di distinguere tra giudizi di fatto e di valore, ecc. Certe trappole cognitive sono insidiose perché spesso inconsce e resistenti anche quando vengono alla luce. X nevealsole E’ vero che la comunicazione non verbale è 5 volte più efficace di quella verbale (cfr. l’effetto di uno speaker radiofonico con quello di di un abile oratore in carne ed ossa). Ogni sua manifestazione determina la qualità del linguaggio relazionale, dove tuttavia deve prevalere l’autenticità. Per cui ritengo di gran lunga superiore la parola, se accompagnata da un congruente sorriso, maggior vicinanza, sguardo di partecipazione, ecc. piuttosto che una abbraccio o una bacio percepiti convenzionalmente consolatori. Saluti |