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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 11-11-2004, 12.23.15   #1
Maurizia
Ospite
 
Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 23
Dicotomia...

....mi pare che (leggendo qua e là in giornali e riviste) a volte
venga proposta una falsa dicotomia tra essere cittadini del mondo ed essere cittadini della propria terra
Come se le due cose fossero in contraddizione.
Io, per esempio, non mi sento cittadina del mondo. Non per questo non sono sensibile a quello che dal mondo viene verso di me, che si tratti di nuove idee, persone, stimoli.
La mia tribù, se così si può definire, sono io, nel senso della mia
memoria, dei miei sentimenti, della mia identità, che non
sono "globalizzati" ma appartengono ad un territorio preciso, ad una
cultura e odori che sono solo miei. Perché continuare a dividere il
mondo tra coloro la cui casa è il mondo e quelli che rivendicano
valori come razza, etnia, ecc. ? Ci sono anche quelli, e sono la
maggioranza, che si accontentano del ristretto panorama che riesce ad abbracciare il proprio sguardo ma non per questo ucciderebbero per difenderlo…..
Maurizia is offline  
Vecchio 11-11-2004, 19.51.39   #2
kantaishi
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
Nazionalismo.

Eh,sì
prima o poi devono uccidere per difenderlo.
E' la Legge.

Saluti.

Kantaishi.
kantaishi is offline  
Vecchio 13-11-2004, 16.56.34   #3
Vale
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 191
La dicotomia nasce da una errata impostazione e interpretazione di identità e alterità .
L'identità è l'appartenenza, sono le proprie radici, la propria unicità e singolarità; ed è legata al concetto di spazio.
L'alterità è l'identità dell'altro con le proprie differenze e specificità; ed è legata al concetto di tempo.
Nietzsche diceva : "Che altro è l'amore se non comprendere e gioire che un altro viva, agisca e senta in maniera diversa e opposta alla nostra?"
Il presupposto teorico di una tale idea di amore è il riconoscimento di una ontologia delle differenze individuali, ossia il riconoscimento degli esseri come esseri tra loro differenti le cui reciproche differenze non solo non sono annullabili ma anzi sono preziose.
Amore come rispetto delle differenze degli esseri significa che non c'è identificazione (riduzione di sè all'altro) o appropriazione (riduzione dell'altro a sè), ma comprensione e non oltrepassamento di una distanza.
La comunità mondiale, che è comunità temporale, è il luogo in cui tutte le singolarità spaziali si espongono .
La sfida è proprio questa: pensare l'esposizione conflittuale delle singolarità come nuovo ethos e non come soppressione o annullamento dell'altro.
Nella comunità il "cum" (con) è proprio ciò che distanzia e apre lo spazio che consente l'esposizione delle singolarità distinte e le lascia sussistere così come esse sono.
Non è tolleranza: è il differire stesso, è apertura verso le differenze.
Vale is offline  
Vecchio 13-11-2004, 18.55.26   #4
Maurizia
Ospite
 
Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 23
Per Vale

Se ho capito bene "l'altro" dovrebbe essere potenzialità ,possib ilità e non limitazione E' così?


Maurizia
Maurizia is offline  
Vecchio 13-11-2004, 19.10.21   #5
Vale
Ospite abituale
 
L'avatar di Vale
 
Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 191
Certo, l'altro è arricchimento e confronto, senza mai che ciascuno perda la propria identità, la consapevolezza delle proprie radici e del proprio sentire.
La paura, giustificata, nasce da un distorto concetto di globalizzazione che tende ad appiattire, ad uniformare tutte le preziose alterità dei mille paesi del mondo ad un modello unico assunto come il migliore dei modelli possibili.
Anche la parola "tolleranza", secondo me, è ambigua: in qualche modo presuppone una certa superiorità da parte di colui che tollera.
Vale is offline  
Vecchio 13-11-2004, 20.04.36   #6
rodi
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
Citazione:
Messaggio originale inviato da Vale
...
Anche la parola "tolleranza", secondo me, è ambigua: in qualche modo presuppone una certa superiorità da parte di colui che tollera.
rodi is offline  
Vecchio 13-11-2004, 20.51.14   #7
VanLag
Ospite abituale
 
L'avatar di VanLag
 
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Re: Dicotomia...

Citazione:
Messaggio originale inviato da Maurizia
Perché continuare a dividere il mondo tra coloro la cui casa è il mondo e quelli che rivendicano valori come razza, etnia, ecc. ?

Da ragazzo sentivo una fortissima attrazione per i pastori che vivono nelle malghe sulle montagne, per dirti quanto mi senta cittadino del mondo ed anche io avrei preferito il mio paesello ad una Milano dove ormai vedi più extracomunitari che italiani, ma purtroppo questo mondo globalizzato è successo ed il problema diventa: - come fronteggiamo questa invasione di persone e culture così diverse? –

Non credo proprio che l’orgoglio razziale e l’identificazione in specificità etniche possa aiutare questo nuovo mondo, ma anzi può solo inasprire le diversità ed i conflitti e credo che occorra uno sforzo da parte di tutti per trovare le strade di un’integrazione equilibrata tra culture così diverse. Se non si ha paura e non si cade preda di pregiudizi piccolo borghesi, “diverso” è sinonimo di crescita e di scoperta. L’extracomunitario, oltre essere un “operatore” a cui far fare qualche lavoro che noi non vogliamo più fare, può essere anche un messaggero di sapori e di odori diversi dai nostri. Il che non vuole dire che noi dobbiamo rinunciare ai nostri valori ma che possiamo conoscerne altri, per poi magari riscegliere i nostri.

Sulla paura di perdere la tua identità individuale puoi stare tranquilla – siamo in sei miliardi (circa) di esseri umani e non ne esiste uno uguale ad un altro – Ogni essere è unico ed irripetibile, perché la natura, che è l’architetto della vita, crea solo unicità.

VanLag is offline  
Vecchio 14-11-2004, 12.35.43   #8
Maurizia
Ospite
 
Data registrazione: 06-11-2004
Messaggi: 23
Per Vale...

Tolleranza negativa ...ovvero indifferenza, non avrei dubbi.
Maurizia is offline  

 



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