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23-05-2004, 11.42.54 | #22 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
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Quando si tratta di depressione c'e' poco da ragionare. Bisogna reagire..e con grinta, inanzitutto. Infonderla nello depresso se possibile, creare energia vitale quale la rabbia: Energia allo stato piu primitivo. Poi incanalatela dove volete, sentimenti, amore etc...senno, perche avrebbero inventato tutti questi ricostuituenti (meglio degli antideppressivi). Il malato deve ritornare autosufficente e punto. Credo di essere stato preso troppo sul serio, non sono un estremista. Mi meravigliano le persone cui malato immaginario si accende gia al pensiero della violenza.
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24-05-2004, 18.24.10 | #23 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
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pessimismo
la visione del bicchiere mezzo vuoto mi ha accompagnata per tanto tempo che non riuscivo agodere appieno di tutte le grazie di cui ero ricca. C'è voluta una crisi depressiva tremenda, da cui sono uscita ormai da lungo tempo per apprezzare ogni respiro, ogni attimo, ogni evento di questa vita straordinaria che viviamo.
Il percorso di ognuno ha dei momenti di buio ma sono necessari per trovare la luce. L'aiuto di un terapeuta oppure gli eventi della vita e la voglia che abbiamo tutti di stare bene porterà il tuo amico a crescere anche attraverso questa visione pessimistica. Per me il mondo adesso non è ne buono ne cattivo, lo guardo con un senso di distacco (ma tutto questo è stato un lungo percorso di crescita) eppure, so goderne la bellezza, so viverne a pieno le emozioni senza identificarmi con esse. Arrivare alla disidentificazione dalle emozioni non è facile, ma ti permette di vivere in armonia, di sentirti dominatore di te, dei tuoi pensieri: Esistono tecniche di sostitutzione del pensiero che sono utilissime. Insomma io penso positivo e i risultati nella vita ci sono auguri!!! |
27-05-2004, 13.07.59 | #24 |
Ospite abituale
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Messaggi: 14
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Io non credo sia depressione.Essere pessimista è una difesa dichiarata,la depressione è ben altro.Almeno riguardo alla descrizione che hai fatto del tuo amico..Non penso ci sia nulla di anormale,non è una scelta di vita è lo scudo momentaneo più semplice a cui si arriva dopo determinate vicende..e non c'è nessuno che può far cambiare idea,ognuno trova il modo di prevenire da solo,ognuno trova la sua difesa.E tutti abbiamo una difesa e un successivo sfogo.Il pessimista se vuole sa quando essere ottimista..poi diciamocelo,c'è poco da essere ottimisti..c'è un calpestio generale terribile..e ci sono persone diverse,non è tutto nero,ma è anche nero.Credo che lo sappia,ma meglio rimanere sorpresi piacevolmente.
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27-05-2004, 13.32.54 | #25 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-05-2004
Messaggi: 76
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Citazione:
I fantasmi, stanne certo, scompaiono quando il presente diviene degno di essere vissuto; è come se quel orrendo mostro del passato venisse divorato da un presente guerriero e mai sazio di vita. |
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28-05-2004, 15.22.17 | #26 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
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E' proprfio il contrario, il presente diventa degno di essere vissuto appena ti liberi del tuo subconscio disturbante, appena lasci le valigie ingombranti che ti porti appresso da tanto tempo e allora ti senti più leggero e più ricco ad un tempo perchè riconosci il valore delle esperienze o errori che hai fatto, li saluti come maestri, ti accommiati da loro e procedi più spedito godendo di ogni attimo del presente
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31-05-2004, 13.10.56 | #27 |
Ospite
Data registrazione: 29-05-2004
Messaggi: 15
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Addirittura?!?
Addirittura come filosofia di vita?!?
Penso che sia necessario anche ridersi addosso. Se il pessimista irriducibile si sollevasse, ogni tanto, un pochino sopra la propria testa, sopra le teste di tutti e guardasse giù... riderebbe un pochino. Se non ti prendi troppo sul serio il pessimismo passa. Ciao |
31-05-2004, 14.04.40 | #29 |
Ospite
Data registrazione: 28-05-2004
Messaggi: 17
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Il pessimismo come scelta di vita costituisce un subdolo quanto efficace alibi per tutti coloro che non hanno il coraggio, la volontà, la determinazione di darsi da fare concretamente per migliorare la propria vita.
Perché sforzarsi di cambiare un lavoro che detestiamo se “tanto l’economia mondiale è avviata verso la catastrofe” ? Perché coltivare sogni, progetti, aspettative allorchè “la vita peggiorerà sempre di più, e verranno crisi sociali, terrorismo e glaciazioni” ? Cambiare in meglio la propria vita richiede sforzi; realizzare progetti richiede energie, calorie, volontà da spendere: chi sceglie il pessimismo come ragione di vita non ha energie sufficienti per tutto questo; è un inerte accidioso che sta immobile a guardare il bicchiere mezzo vuoto. E poiché a ciascuno di noi dà fastidio ammettere la propria pigrizia o immobilismo, ecco trovata una comoda giustificazione nel pessimismo. Perché sforzarsi di smettere di fumare, se “la vita è già uno schifo e lo sarà ancora di più” ? quindi la formula è: incapacità d’agire + pessimismo = giustificazione della propria inerzia Il pessimista è di solito anche un invidioso. Consapevole della propria inerzia fattuale, osserva però gli altri che si danno da fare scoraggiandoli, schernendoli e dissuadendoli, ma anche soffrendo rabbiosamente degli altrui successi. Non a caso, ogni volta che nel corso della storia, piccola o grande che fosse, qualcuno si è dato da fare per inseguire il principio del piacere e migliorare la propria esistenza, è sempre stato accolto a sberleffi e pernacchie da schiere di tali vegetali incapaci di muoversi ma pronti a dire, di fronte all’altrui risultato: “se solo ne avessi avuto anch’io la possibilità…”. Il cervello è un abilissimo sarto; taglia e cuce e rammenda la qualsiasi pur di salvaguardare l’ego Io ho frequentato mio malgrado un pessimista per più di tre anni, un collega di lavoro sempre pronto ad annunciare sventure prossime a venire: glaciazioni in inverno, desertificazioni in estate, siccità, malattie, terrorismo, crack economici, guerre e inquinamento dilagante. Perché se è vero che la vita non è tutta rose e fiori, attenzione ai pessimisti di professione: sono dei potenti generatori di stress e di energia negativa. Chiunque abbia voglia di fare, di cambiare, di sognare, se ne tenga lontano. Io l’ho fatto da quattro mesi e – vi assicuro – sono rinato. |
31-05-2004, 14.55.40 | #30 |
Ospite abituale
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Messaggi: 474
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Daccordo in tutto e per tutto con il post di Valerio.
Aggiungerei una cosa. La subdola perniciosità del pessimismo della cosiddetta Intelligenzia. Ovvero, il pessimismo del maitre a penser di turno che, senza innalzarsi a nessun titanismo o prometeismo che possa giustificarlo in nome della propria disperata e frustrata ansia di idealismo e di bellezza, sta alla finestra a guardare e a criticare senza muovere un dito per cambiare le cose. Atteggiamento per giunta oggi molto ammirato, e considerato intelligente, critico e responsabile. Di recente una mia collega, che appartiene a questa genìa, mi ha detto. "Tu sei sempre così stupidamente allegra, si vede proprio che voti Forza Italia". E io, che in genere ho la risposta pronta, mi sono trovata senza parole. Insomma, nel comune sentire di chi si atteggia ad intellettuale cipiglioso, la capacità di agire e di reagire, la costruttività, la propositività, sarebbero stigmatizzabili come illusioni e ingenuità da manipolati dei massmedia. Io, ovviamente, continuo a essere allegra e a votare a sinistra, ma non posso fare a meno di sottolineare quanto torvo compiacimento a offendere e a ferire chi si dimostri vitale e propositivo esista da parte dei pessimisti esistenziali ed ideologici. Il pessimista è un invidioso, è vero. Se non fosse invidioso non innalzerebbe barriere tra sè e gli altri e non sguazzerebbe nella critica a 360 gradi del mondo circostante. Quello che si dovrebbe fare, a mio avviso, sarebbe scardinare l'equazione pessimismo=intelligenza vigile e consapevole. A diciotto anni è normale e anzi auspicabile che così avvenga. Una giovinezza non attraversata dal pessimismo è una giovinezza vacua, irresponsabile, e senza nessuna possibilità di porre le premesse per costruire qualcosa di ragionevolmente costruttivo. Ma quando questo atteggiamento perdura negli anni, esso a mio parere rivela l'incapacità (grave) di assumere le redini della propria vita in prima persona, senza delegare a generici "terzi" la responsabilità del proprio fallimento esistenziale. Ultima modifica di irene : 31-05-2004 alle ore 14.59.31. |