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21-04-2004, 21.45.27 | #22 |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-01-2004
Messaggi: 79
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Lord Enrico scrive : Ma la noia non è generata dalla prevalenza di uno stato di disagio e sofferenza? Per me, quello stato neutro di qui parli è la Serenita...
... assolutamente no ... la noia non è affatto generata dalla "prevalenza" di uno stato di disagio e di sofferenza, ma dalla "prevalenza" di emozioni positive. Un essere umano non si "abitua" a uno stato di sofferenza, ma può essere annoiato da una fase statica in cui non prova emozioni negative poichè necessariamente - per sua natura - tende a uno stato in cui quelle positive aumentano... la serenità si ha nell'accettazione di uno stato "monotono", nel blocco della noia derivante e nel non tendere all'aumento di emozioni positive... stato impossibile da accettare per tutta una vita ... Forse ho un concezione di noia diversa dalla tua, per noia cosa intendi? Per me la noia non è generata da una "prevalenza" di emozioni positive, ma al contrario da uno stato di disagio e sofferenza. Mi annoio quando in classe vedo i miei compagni ripetere le frasi del libro di poesia a memoria davanti al professore, compiaciuto dalle loro risposte. Questa situazione mi annoia, riesco pero' a rimanere sereno, altre volte invece il disprezzo prende il sopravvento, lasciandomi in uno stato di nervosa creativita'. In questo caso la noia non è generata da una sensazione di fastidio, di disagio, di sofferenza? Ora forse capisco il tuo ragionamento, vuoi dire che questo stato di noia nasce dalla prevalenza del mio stato di "benessere", di tranquillita'? Forse la noia è illusione, un illusione che si ha quando il nostro stato di "serenita" viene disturbato da una situazione non piacevole, una situazione di disagio? Ma poi cosa è la noia? quando ci si annoia? non è una semplice illusione? perche' ci dovremo annoiare? Non c'è motivo di annoiarsi, c'è sempre qualcosa fare, pensare, guardare e osservare. Si è stanchi di vivere? Ma questa stanchezza da cosa puo' derivare? "dall'ignoranza? La solita frase che sento molto spesso fa "che palle, che noia, non so che fare uff, sono stanco, non ne posso piu" frase che forse nasce da un "autosopressione" dell'individuo, e da un opressione "passiva" da parte di altri individui? Dalla presunta impossibilita del non poter fare quel che si desira? Possibile? Quindi una causa della noia puo' essere lo stress? l'opressione? Hai detto che la Serenita è uno stato "monotono", ma non potrebbe essere uno stato di "equilibrio dinamico"? Non ho cmq capito bene cosa intendi per "stato monotono", mi farebbe piacere qualche chiarimento in piu'. Scusate il ragionamento un po' confuso, ma ho scritto tutto di fretta. X dawoR(k), non intendo rodere il pensiero di Schopenhauer, ma lo si puo' usare come spunto di riflessione, infatti credo che Marco lo abbia citato con quell'intento e non con la presunzione di poter dare un significato certo al suo pensiero. Ciao. |
21-04-2004, 23.25.00 | #23 |
Angelo al contrario
Data registrazione: 18-04-2004
Messaggi: 115
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Come al solito leggo i post a salti, quindi non so quanto sia pertinente ciò che dirò.
Per me la felicità dura un attimo, è sempre causata da un qualcosa, che varia da persona a persona. Ci sono persone a cui basta vedere l'ombra del sole o una farfalla che vola, o mangiare un pezzo di cioccolato, o abbracciare la persona cui vuoi bene, o ricevere una e-mail dagli amici per essere felici. Io sono una di queste... sono sempre felice, poichè mi basta poco. Quando mi succedono cose incredibili... la felicità diventa euforia allo stato puro... Per esempio quando ho trovato i biglietti per il concerto di Vasco saltavo da una parte all'altra, tanto ero felice... e se ci ripenso sono sempre felice. Quando mi succedono brutte cose... piango disperatamente e se potessi mi annullerei totalmente... per fortuna che in genere rientro nella categoria «inguaribili ottimisti» e del «poteva andarmi peggio»... Recentemente mi è accaduto qualcosa di non piacevole... tempo di metabolizzare il tutto ed eccomi di nuovo felice... Beh... è un discorso non troppo logico, ma che ci posso fare se sono sempre di ottimo umore. Il punto è che ci sono tante persone che si rifiutano di essere felici: dopo vari tentativi per spiegargli come si fa, ci ho rinunciato... Il problema è che non riescono a gioire per nulla. Che tristezza! Un cielo stellato è talmente bello come si fa a non essere felici per ciò? Bah... ........... discorso piuttosto irrazionale........ ora vado a studiare..... che se va avanti così festeggerò la laurea insieme al mio Settantesimo compleanno.... (quando avrò meditato magari esprimerò un opinione un po' più logica... ) |
22-04-2004, 14.30.45 | #24 | |||
Vivi!
Data registrazione: 28-10-2003
Messaggi: 1,159
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X Lord Enrico :
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24-04-2004, 11.56.08 | #25 |
Angelo al contrario
Data registrazione: 18-04-2004
Messaggi: 115
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La felicità secondo me può esistere solo nell’ambito di un linea di sensazioni mutevoli, fatte di dolore, gioia, noia, tristezza, malinconia, apatia… il problema sta nel dove inserire la felicità. Io potrei dire che si prova felicità improvvisamente quando succede qualcosa che ci colpisce in senso positivo. Naturalmente qui subentra banalmente la soggettività di una persona ed è evidente che le persone gioiscono per “cose” diverse. L’inguaribile ottimista sembra essere sempre felice e si accontenta delle piccole cose per gioire… poiché ha capito che è inutile struggersi per ciò che non si ha, ma è molto meglio essere felici per ciò che ha. Semplicistico il suo modo di vivere, ma molto efficace per essere felice. Il pessimista è felice anch’egli ma fa in fretta a precipitare negli altri stati.
Ridurre tutto a pessimismo e ottimismo è piuttosto banale, ma serve per spiegare che la felicità nasce secondo me dalla propria personalità. Poiché nessuno può dirci cosa ci fa felice. Ora che siamo felici, quanto può durare questa felicità? Anche qui si può far coincidere la felicità come APICE… è durerebbe un lasso di tempo molto breve (difficile da definire) e sarebbe il momento di massimo “diletto” nei confronti della cosa causa di felicità; oppure, la felicità potrebbe coincidere con un lasso di tempo molto più lungo, poiché deriva da uno stato interiore non causato da agenti esterni: spesso mi è capitato di essere felice senza un motivo, poi pian piano la felicità ha cominciato a diminuire, e a lasciar posto a qualcosa, definibile come serenità. Del resto si può verificare anche un passaggio diretto da felicità a dolore, niente lo vieta… Il dolore è l’opposto alla felicità e può sostituirla in un baleno. Mah… concludendo, penso che la felicità sia sì lo scopo della vita di molte persone, ma sopraggiunge anche e soprattutto inaspettata, senza che ce lo sappiamo spiegare e così senza spiegazioni ci abbandona lasciando il posto a dolore (nei casi più estremi), alla serenità o alla noia (estremamente negativa, a mio parere…). -- CIAO TUTTI |
27-04-2004, 08.41.49 | #26 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 20-06-2003
Messaggi: 195
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Citazione:
A me viene in mente la... semplicità. Ma no semplicità dei comportamenti, del modo di vivere, ma del pensare... dell'Essere. Possiamo pensare semplicemente.... senza interpretare?.... un salutone a TUTTI spada di fuoco |
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17-05-2004, 09.36.55 | #27 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-05-2004
Messaggi: 301
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prozac & Co.
Anch'io penso che Schopy fosse a corte di corto di Prozac...
Al di là di tutto non mi soffermerei tanto sugli aforisimi & Co. Comunque sia , penso che ben poche persone sul globo abbiano pubblicato considerazioni serie e comprensibili per noi esseri umani moderni in merito al termine FELICITA'.... Anch'io qualche volta ho cercato di carpirne il senso , ma solo recentemente sto iniziando ad intravvedere la gabbia in cui tale termine ci confina e spesso ci intrappola soltanto . E' l'eterno , infinito gioco dei dualismi e degli opposti che a nulla porta se non alla pena , al dolore ed al conflitto dentro di noi. Proprio così....a soffermarsi sul concetto di felicità , non si approda quasi mai a nulla di buono...... Val la pena quindi cercare secondo me di imparare a prendere a vità per quello che è e ad accettare tutti i tipi di momenti , senza che noi stessi , in fondo in fondo , ci contaminiamo sempre più la mente con la ricerca della felicità e del piacere....... Un caro saluto a tutti , Rocco |
17-05-2004, 12.44.46 | #28 |
autobannato per protesta
Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
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La felicità è un miraggio
Leggo i post è penso che tutti (me compreso) vivono veramente in un mondo illusorio.
Viviamo di miraggi irreali...certo il miraggio non ha sostanza, ma sembra vero e serve. Si ma a cosa? Serve a muovere il culo per raggiungerlo. Solo l'energia impiegata insieme alla comprensione profonda che è solo un giocattolo può far scoprire un qualche cosa di indefinibile, l'unica cosa che conta realmente,. La scoperta della cosa vera (come la chiamo io). Quando raggiungi un miraggio sparisce tra le mani, ed ecco sorgerne un'altro un pò più lontano che ti seduce, ti chiama:- vieni da me,dice ,e quando mi avrai sarai felice. Ed ecco che zaino in spalla si corre come forsennati in quell'altrra direzione sgomitando con altri insoleggiati che vedono la stessa cosa e urlano:- è mia! Che sciocchi che siamo. Ciò di cui parlo non và compreso, ma intuito nella radice della propria esperienza. E l'esperinena di cui parlo è la disillusione che si prova quando la brama si dissolve tra le mani, questo stupore non deve avvilire ma chiarire. Esso è un dono. Allora gioia e dolore, amore e odio, si scoprono fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Solo il silenzio pieno di ogni rumore è la radice del nostro essere, incoglibile nel suo costante divenire sempre diverso eppure eguale. Se cerchi questo certamente diventi questo. Scusate. |
19-05-2004, 17.04.38 | #30 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
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La felicità noi la raggiungiamo quando non ci sentiamo turbati da niente. Felicità è mancanza di dolore, in poche parole. Il culmine della felicità è l'immediato solievo di quando si risolve una soluzione per noi gravosa. Ma la mancanza di dolore porta subito all'apatia ed alla noia, a sentire maggiormente quel dolore esistenziale di fondo che noi tutti abbiamo, e che forse è il peggiore di tutti. La felicità è appunto percepibile in un piccolissimo lasso di tempo,poiche deperisce e si degrada immediatmente a noia.
A proposito di dolore esistenziale...c'è chi si cerca sofferenze atroci pur di fuggire a quel dannato fastidio d'esistere, chi si rovina la vita,chi evade nei modi più disparati cercando la fuga il più delle volte nell'edonismo estremo nelle sue molteplici forme. Ma secondo voi, è eliminabile? Vabbè, tralasciando il prozac, droghe ed affini si intende... O siamo veramente nati per soffrì? mah.... A volte vorrei avere limiti di sopportazione del dolore più alti ed essere meno sensibile, oppure avere un carattere meno lunare\lunatico e più solare... Certa gente è attratta dalla sofferenza, non ne può fare a meno,quasi gli piace!Perchè,mi chiedo io?perchè complicarsi la vita,perchè essere tesi sempre come corde di violino?Perchè scegliere gli abissi quando si potrebbe stare su una spiaggia a prendere il sole? ??? |