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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
05-11-2003, 12.59.55 | #3 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Samuele:
non ho sinceramente capito di cosa stai parlando e quale sia il criterio con cui accosti le cose. La scuola è un luogo laico. L'Italia un paese laico. Il fatto che nelle aule scolastiche sia o meno esposto un simbolo, sia esso carico o meno di significati, ma che è soprattutto segno di una apparteneza religiosa specifica, mi sembra non avere nulla a che fare con il decadimento di valori all'interno di quella religione stessa. Seguendo il tuo ragionamento anche altri simboli andrebbero mostrati ovunque. Forse è meglio, in un luogo aperto a tutti, che non ce ne sia nessuno e che ognuno scelga quale avere nel cuore. E in che modo averlo nel cuore. ciao |
05-11-2003, 13.59.44 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
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Complimenti, però...
Complimenti, Samuele, per uno scritto che mostra una ricchezza di contenuti ed una profondità di riflessione e di cultura assolutamente non comune.
Ammetto che, indipendentemente dal ritrovarmi o meno sulle posizioni ideologiche di chi leggo, è per me un un intenso piacere intellettuale scorrere una prosa di così vasto respiro, tanto dialetticamente "alta" e lucidamente elaborata. Detto e riconosciuto ciò, tuttavia, io non credo che il magistrato aquilano meriti troppo biasimo: non sappiamo, e nulla lo fa sospettare, se abbia agito alla ricerca di una facile notorietà. In fin dei conti, la vicenda ha avuto un crescendo mediatico tutt'altro che "esplosivo", anzi, piuttosto torpido e fiacco. Quanto alla preminenza della Verità di fede sulla certezza del diritto, che a quest'ultima dovesse ispirarsi l'ordinanza pare un fatto quasi ovvio e, comunque, auspicabile in uno Stato laico e moderno. Debbo dire che, anzi, personalmente ho tratto l'impressione che si tratti di un personaggio un po' schivo, cui forse l'intera vicenda è "caduta addosso" suo malgrado e che, in fondo, ha solo tentato di applicare disposizioni di legge non ben chiare, attingendo, nella foschia legislativa, al lume del dettato costituzionale. Non mi sembra che, dietro le sue decisioni, si agiti un intento provocatorio o, peggio ancora, un'idiosincrasia ideologica, come nei tanti casi in cui la magistratura sale oggi alla ribalta delle cronache, riverberando poi nello scontro politico. La "questione del crocifisso" mi preoccupa perchè, fondamentalmente, temo che sia solo l'assaggio, l'esordio clinico nel nostro Paese di una patologia che si va diffondendo e con la quale non ci misuravamo da secoli. Intendo dire l'integralismo islamico che, nulla riesce a convincermi del contrario, non è affatto una deformazione collaterale ad una fede religiosa, collateralità interpretabile con gli strumenti tecnici dell'analisi marxista, con quelli delle più o meno edulcorate e composte espressioni della psicologia sociale o con lo sguardo olimpico dell'antropologo, sia pur dotato del grand'angolo strutturalista. Io penso, invece, che l'integralismo non rappresenti affatto una "devianza", un allele mutante del genoma islamico, ma, al contrario, la naturale espressione ideologica di "quel" terreno culturale quand'esso giunga ad un grado sufficiente di maturazione. C'è qualcosa di assolutamente inusitato, anche per la nostra memoria di uomini cresciuti nel secolo più feroce e bestiale nella storia dell'Uomo, il '900, di fronte ad una violenza così estrema, così gratuita, così assoluta, come quella del martirio per il macello. Un limite frenava anche la viscerale efferatezza del fanatismo nazista: era il principio crudele del "calcolo", per la soluzione finale. Il testamento di Hitler dichiara in modo assai esplicito la razionalità fredda con cui perseguì i suoi scopi: nonostante l'atroce perversione del suo fine, pure, il raggiungimento del risultato era subordinato ad un calcolo, una previsione in termini di costi e benefici, vantaggi e svantaggi. Anche l'olocausto di Hiroshima rispondeva a un calcolo: brutale e ignobile, ma un calcolo. Questa ideologia del macello non misura, invece, alcun bilancio, alcuna, per quanto strumentale, composizione di mezzi e fini: essa è, in tutto, razionalmente devota all'irrazionalità. Per questo atterrì tutto l'occidente l'attentato alle Twin Towers, perchè era gratuito, senza tornaconto, ciecamente distruttivo e assolutamente irrazionale. Ma freddamente organizzato. Se, come pare, l'Islam genera questo, allora esso non è il sonno, ma l'incubo della ragione. |
05-11-2003, 14.00.19 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-08-2003
Messaggi: 242
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Re: Il Crocifisso: riflessione su una recente vicenda
Citazione:
Ho, o cerco di avere, il massimo rispetto per i credo di ognuno, ma quando leggo frasi fondamentaliste di questo tipo (pur sommessamente pronunciate), sono messo a dura prova... |
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05-11-2003, 14.58.53 | #6 | |
Vivi!
Data registrazione: 28-10-2003
Messaggi: 1,159
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Re: Complimenti, però...
Citazione:
L'incubo della ragione è una metafora. Non è infatti il lato negativo della ragione, ma semplicemente non è "ragione". Questa mia affermazione si rifà al fatto che uno dei primi principi razionali, se non il primo, è quello secondo il quale la ragione deve imporre a se stessa il dubbio. In caso contrario, quando cioè questo dubbio non è concesso al ragionamento, si ha la presunzione assurda e infondata che quello che si è trovato sia "assoluto", che è presunzione, che data la circostanza, ciò che si è trovato sia giusto per tutti, quando non tutti hanno partecipato a trovare quella soluzione o quando tutti (gli interessati) non abbiamo avuto possibilità di controbattere. Questo è l'errore che la ragione si concede troppo spesso. |
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05-11-2003, 21.51.59 | #7 |
Ospite
Data registrazione: 05-11-2003
Messaggi: 14
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Basil, credo la tua interpretazione...anzi la tua non-interpretazione della frase di Samuele errata...''al di fuori di Cristo non c'è salvezza'', è proprio così...Cristo come il cammino dell'uomo, la sua evoluzione, il tentativo di vivere il proprio destino...e d'altronde, prima di questa frase aveva speso ben altre parole per spiegarne il senso.
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05-11-2003, 21.58.08 | #8 |
Ospite
Data registrazione: 05-11-2003
Messaggi: 14
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Eppure, la fine del suo discorso avrebbe dovuto illuminarti: ''...e non perchè questo (Cristo) è il portato di un credo, ma perchè Cristo, nella Storia, è Colui che la storia dell'uomo compie, affinchè l'Uomo ridiventi Dio''.
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