Citazione:
Originalmente inviato da memento
Beh è più formale di altri.Kant definisce la prima critica come propedeutica,quindi come una sorta di sistema base dei sistemi scientifici.
Kant non definisce come trascendenti i sensi e l'Io penso,ma trascendentali,cioè in parte trascendenti (la forma a priori) in parte immanenti (il contenuto che attiva tale forma). La fisica è perciò da considerarsi trascendente solo rispetto al mondo fenomenico. Questo intendo quando dicevo che trasferisce la metafisica all'interno dell'esperienza.
Semplice e la soluzione la da inconsapevolmente anche lui: non puoi dimostrare l'esistenza delle forme a priori,perché non sono esperibili (in quanto trascendenti). Come ho già ripetuto in un altro topic,l'esperienza da sola non comunica nulla,se poi si cerca di affibiargli valori assoluti come fa Kant (e come hanno fatto tutti,tranne Eraclito e Nietzsche) è perché vogliamo trascendere le sensazioni,dargli un ordine,fare metafisica in breve. La cosa preoccupante è che,mentre la vecchia metafisica era ben voluta perché comunicava una certa armonia,la nuova (meta)fisica non è nemmeno desiderata dall'uomo,è solo necessaria. Ma è un residuo dei vecchi splendori,di cui fatichiamo a liberarci,come un filetto di carne rimasto fra i denti. Kant comunque lo ritengo importante perché a suo modo ha messo un po' di ordine nella filosofia,ma non così rivoluzionario da spingersi oltre.
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Ciao memento,
ma non sono d'accordo, Kant invero dimostra l'esistenza delle forme a priori, per esempio all'inizio della Dissertazione egli procede alla dimostrazione dell'esistenza dello spazio e del tempo 1) lo spazio non è astratto da percezioni esterne, ma è presupposto come una condizione della loro possibilità 2) esso è un'intuizione pura, intuizione perché non è un concetto discorsivo, pura perché non è composta di sensazioni, ma costituisce la forma necessaria delle sensazioni esterne 3) esso non è qualcosa di oggettivo, ma di soggettivo, che coordina le nostre sensazioni esterne 4) rapportato ai fenomeni non risulta essere assolutamente vero (Kant qui usa "verissimus", proprio così) ma anche il fondamento degli stessi sensi esterni (cioè della loro verità), poi con eguale acume passa alla dimostrazione del tempo, insomma e qui la chiudo spazio e tempo lungi dall'essere condzioni ontologiche degli oggetti sono le condizioni generali e necessarie (sottolineato necessarie) della sensibilità. ciao e garzie