Cara Naima
così è mio marito, ed un tempo ero anch'io.
Non facevo che correre dalla mattina alla sera, ed ero sempre stanchissima. Non so perché ma correvo sempre, tutto doveva essere fatto in fretta. Persino il caffé lo prendevo in piedi.
Terribile!!!!non per i caffé ma per la vita che ho vissuto.
Poi un giorno, dopo diversi anni di matrimonio, il mio consorte mi dice: "tu non hai mai fatto niente per me, tu pensi sempre a te stessa e fai sempre quello che vuoi!"
Il mio mondo fin lì costruito crollò miseramente, ed io precipitai tra le stesse macerie. Non avevo mai pensato a me stessa e non avevo mai fatto quello che veramente volevo.
C'era qualcosa che non andava e dovevo scoprirlo.
Oggi so che la frenesia del lavoro o degli impegni è solo un modo per evitare se stessi. E' più facile dare anima e corpo al lavore ed avere anche un'ottima scusa per evitare di confrontarsi con le proprie paure, i sentimenti, le cose più vere di noi stessi.
Mio marito non è cambiato, ma sono cambiata io.
E ringrazio il cielo (e mio marito) di avermi permesso di accorgermi in tempo che la vita va vissuta pienamente in prima persona con tutto se stessi.
E' la stessa società di oggi che ci spinge a diventare macchine che producono, e per alcuni è una grande comodità, una facile fuga.
La vita è una continua preparazione alla morte. E alla morte ci si prepara vivendo. Solo chi vive pienamente può guardare la morte
a viso aperto, giorno dopo giorno.
Ogni giorno è un giorno stupendo, anche con le cose terribili, anche con angosce e sofferenze, può essere meraviglioso.
Perché ogni evento è una lezione da capire, è un vivere ed imparare, uno sperimentare e un'occasione per amare.
Ciao
mary
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