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06-02-2015, 12.41.43 | #24 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Determinismo/casualità e volontà libera possono coesistere?
** scritto da Live:
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Nella componente già enunciata da Einstein: Il caso è la via che Dio usa quando vuole restare anonimo. Quindi sì che esiste il libero arbitrio, al quale anche le leggi universali devono arrendersi, rispettando la sua volontà. |
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06-02-2015, 20.38.42 | #25 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Determinismo/casualità e volontà libera possono coesistere?
Citazione:
si, più o meno ho capito quel che vuoi dire, ma c'è un fraintendimento. Non ho parlato di volontà umana nel scegliere, in quanto osservatore dei sistemi quantistici, cosa osservare. Tra l'altro avremmo appunto un sistema deterministo se potessimo conoscere con anticipo cosa osserveremo (cioè quale, dei valori in sovrapposizione, verrà misurato [per essere un pochino piu precisi]). Il fatto però che questi sistemi non scelgano, ma siano del tutto casuali (cioè di una casualità ontologica) è appunto l'appiglio dentro cui mi ero intrufolato per sostenere una volontà ics che invece sceglie. Del resto la casualità ontologica per me è assurda, quindi perchè non sostituirla da una, assurda anch'essa, volontà intrinseca? La stessa poi che noi riconosciamo per le nostre azioni? |
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06-02-2015, 20.48.20 | #26 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Determinismo/casualità e volontà libera possono coesistere?
Citazione:
certo, l'ordine è del tutto relativo al singolo uomo che si trova a gestire un nuovo disordine per risolverlo in un nuovo ordine. Ma è chiaro che il suo ordine avvierà in me un disordine e così di seguito. Quel pittore sicuramente non avrà dipinto la sua opera a caso, ma seguendo un suo ordine. Io guardandolo verrò colpito da nuovo disordine (caos) così tenterò di ordinare dentro di me il disordine causato da quell'opera, cercando di capire e di far mio (e a modo mio) quell'opera. |
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07-02-2015, 10.25.07 | #27 |
Ospite
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Riferimento: Determinismo/casualità e volontà libera possono coesistere?
Il Dubbio: E' un discorso molto interessante e pertinente, quello dell'entropia. Inizio col dire che spesso si fa molta confusione con questo termine, poiché associando la parola entropia (che è un termine tecnico e scientifico) a quella di disordine (gergo comune di più ampio significato), si commette appunto l'errore di banalizzare il primo, che non può essere assolutamente delegato al giudizio soggettivo di ognuno, come dice Mymind. L'ordine ed il disordine intesi in senso lato possono esserlo, non l'entropia. Esistono formule matematiche, per calcolare quest'ultima, e la matematica non è un'opinione. Quello che dice Il Dubbio è corretto: ad una maggiore entropia corrisponde un maggior grado di libertà. Si potrebbe fare banalmente (giusto per rendere l'idea) il confronto fra un regime totalitario ed uno anarchico.
Ma se io chiedessi: c'è più entropia nello scarabocchio di un bambino o in un quadro di Da Vinci? Istintivamente verrebbe da rispondere che l'entropia (leggi disordine) è predominante nei confusionari scarabocchi del bambino, piuttosto che nei dettagli del genio. Può essere un'osservazione corretta, questa, ma certo non dal punto di vista tecnico-scientifico. Ed essendo la discussione che si sta facendo di natura oggettiva, meglio non perdere di vista quest'ultimo. Lo scarabocchio del bambino ha meno entropia del quadro di Da Vinci. Infatti è a contenuto omogeneo: che io guardi un pezzettino di un angolo a destra o di un altro punto a sinistra, "l'informazione" che ne traggo è simile. Linee, cerchi, tutte fatte probabilmente con lo stesso colore, con gli stessi movimenti del braccio. Non c'è complessità nello scarabocchio, ergo non c'è entropia. Nel quadro, invece, il contenuto è eterogeneo. Verrebbe da dire che segue un "ordine", certo, ma questo solo dal punto di vista umano. Perché noi riconosciamo sagome e figure. Ma cerchiamo (per quanto possibile) di uscire dal punto di vista "umano" ed atteniamoci ai fatti scientifici, a quello che vedrebbe un essere senziente che non è in grado di riconoscere delle sagome definite nel quadro. Ovvio che per questo ipotetico essere, il quadro di Da Vinci è saturo di entropia. Questo non vuol dire che sia una conclusione soggettiva come dice Mymind, perché è la stessa cosa che direbbe un fisico con formule alla mano. Da questo se ne conclude che c'è più entropia nelle architetture della basilica di San Pietro che nei massi caduti in una valle per una frana. C'è molta più entropia sul pianeta Terra di quanta ve ne sia in gran parte dell'Universo conosciuto. Il fatto che poi la nostra mente veda disordine dove non ve n'è e viceversa, è un altro conto. Per lo stesso ragionamento, arrivo alla conclusione opposte di quella de Il Dubbio: l'uomo non è un essere a bassa entropia, ma forse il più alto concentrato di entropia dell'Universo (salvo sorprese). Il DNA, le sinapsi, i frattali geometrici del sistema nervoso, la capacità di immagazzinare grandissime quantità di informazione. E dov'è che questo accade, nei sistemi che tendono al disordine o nel loro opposto? In quelli che tendono al disordine, ovviamente. La serie numerica "1,2,3,4,5,6..." è una serie ordinata. Ed infatti a livello di informazione è piuttosto povera, tant'è che per descriverla ci basta una formula del tipo n = n+1, che è di una banalità disarmante. Fenomeni del genere possono essere osservati anche nel corpo umano, è vero, (vedi serie di Fibonacci) perché ordine e caos non sono due mondi distinti e separati, ma l'uno viene generato dall'altro. L'universo è un po' come una pelliccia leopardata: un mare ordinato cosparso di sfere ad alto contenuto entropico, dentro le quali a loro volta è presente ordine e disordine in modo a tratti eterogeneo ed a tratti omogeneo. Ma se è vero che l'uomo è un così alto concentrato di entropia e che nei sistemi entropici esistono più gradi di libertà, dovremmo forse concludere che quindi l'uomo sia più libero del sasso immobile sulla spiaggia? Da un punto di vista fisico, forse. Ma per noi, dal punto di vista umano, altro non è che una magra consolazione. Non è questa, la libertà di cui parlavo. Poco importa che nel mio corpo possano avvenire fenomeni di natura così diversa fra loro, se poi alla fine mi rendo conto che non è la mia coscienza e quindi la mia volontà a governare il tutto. A proposito di questo, rincaro la dose introducendo un nuovo concetto: epifenomenismo. Non è un termine filosofico, ma scientifico. Riguarda la teoria (attualmente dimostrata, a quanto pare) secondo cui il pensiero è una conseguenza dei processi fisici situati nel cervello, e non la loro causa. Sarebbe a dire, se io ho due pillole fra cui scegliere e scelgo la pillola blu, non è la mia scelta razionale a generare l'azione della mano che si allunga verso la pillola blu. E' la mano che si allunga verso la pillola blu a causare la scelta. Sono stati fatti degli esperimenti neuroscientifici su questo argomento (che vi invito a leggere) nei quali dei volontari venivano fatti sedere accanto ad un pulsante rosso, chiedendo loro di premerlo quando volevano, tutte le volte che volevano. Il risultato è che poco prima che il volontario scegliesse, nella propria mente, nell'intimità della propria coscienza, il suo cervello aveva già mandato un impulso elettrico ad il braccio per ordinargli di premere il pulsante. Trattandosi di intervalli di tempo infinitesimi, il cervello è in grado, fra l'azione in potenza e l'azione effettiva, di generare, come conseguenza, quella che noi chiamiamo "scelta". Il fatto è che non si sa se questo fenomeno interessa tutte le scelte che noi facciamo. Da qui in poi si entra nel mondo della speculazione, ed io mi chiedo: per quale motivo non dovrebbe essere così? Per quale motivo scegliere di frequentare il corso di Ingegneria piuttosto che quello di Sociologia dovrebbe essere diverso dallo scegliere se premere oppure no il pulsante? A livello neurologico, non si tratta del medesimo fenomeno? Epifenomeno, magari? |
07-02-2015, 11.46.51 | #28 | ||
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Riferimento: Determinismo/casualità e volontà libera possono coesistere?
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D'altra parte mi sembra evidente: io (e penso anche tu) mi sento normalmente del tutto libero di poter scegliere quando e se premere il tasto per spegnere questo computer se lo voglio, al di là di ogni determinismo causale originario che ignoro o di ogni evento casuale di tipo quantistico che coinvolge le particelle elementari dell'intero universo. |
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07-02-2015, 18.43.20 | #29 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Determinismo/casualità e volontà libera possono coesistere?
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Non condivido. Le leggi deterministiche ferree di cui tu parli sono calcolate all'interno di un sistema che non considera ancora il passaggio a quello puramente statistico del calcolo delle probabilità. Poi come diceva un altro utente a cui non si può che dare ragione, le scelte(al plurale) non sono mai libere tutte al 100%, ma si deve considerare anche il contesto. Come io non posso scegliere di non essere energia (come diceva appunto l'utente) così il sistema q. che io vado a misurare non può scegliere di non non collassare (ovvero svelare uno dei suoi valori in soprapposizione). Quindi io sono libero di osservare o meno, non sono libero di escegliere cosa osserverò, mentre il sistema è libero di svelare quel che vuole ma no di non svelarsi per nulla. Dire che è il caso a scegliere (appunto casualmente, cioè senza scegliere) o una volontà ics per me è (sarebbe) la stessa cosa. So di alcuni studi dove si è tentato (forse senza molto successo, non ne ho saputo piu nulla) di calcolare (appunto statisticamente) le scelte umane in modo da verificare o paragonarle a quelle oggettive e deterministiche proprie del m.q. Questo perchè si pensava o si pensa ancora, che le scelte umane, proprio perchè indeterminate assomiglino a quelle. Quindi che dire. Ci fosse un pulsante rosso e giallo (poi con il prossimo intervento arrivo alle considerazioni sul'entropia di live) io sceglierei di schiacciare a caso uno dei due. Ora statisticamente, visto che ci troviamo difronte al 50% e 50%, credo di poter sperimentare, dopo un certo numero di osservazioni, che un numero quasi pari al 50% degli individui avrà scelto il pulsante rosso, e l'altro 50% il pulsante giallo proprio come avviene dopo un certo numero di osservazioni ad esempio sulle osservabili di spin (dove anche li ci si trova al 50% e 50%). A questo punto ti chiedo, dove sono le differenze? |
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07-02-2015, 22.07.04 | #30 | |||
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Riferimento: Determinismo/casualità e volontà libera possono coesistere?
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Non capisco bene in che senso il calcolo delle probabilità dovrebbe lasciare più spazio a una libera volontà di un rapporto causale. Citazione:
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Peraltro l' intenzionalità di un atto potrebbe essere statisticamente rilevabile dalla ripetuta deviazione dalla curva statistica dei risultati, ma un atto di volontà autentico non ha alcuna ripetibilità, dunque non ha alcun senso una sua rilevazione statistica. |
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