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04-03-2014, 21.30.16 | #3 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 16-10-2013
Messaggi: 8
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Riferimento: sul "mio" nichilismo
> non è un po' presuntuoso ritenere che tutto ciò che
> esiste è soltanto ciò che tu riesci a comprendere? Posso non conoscere tecniche di pesca di vecchi maldiviani. Posso non sapere cosa (non) accada in un pianetucolo d'una lontana galassia. Posso non vedere il mondo attraverso la prospettiva d'una formica. Posso non saper dimostrare una formula ancora da scoprire. Ma non trovo presuntuoso riconoscere quanto ho scritto. Trovo presuntuoso coltivare - e vendere - illusioni. Nel mio discorso le illusioni sono state tolte tutte. Non mi sono attaccato a niente. Niente ho venduto. Niente ho da vendere. |
04-03-2014, 23.08.41 | #4 | |
Simpatizzante di Vattimo
Data registrazione: 06-02-2014
Messaggi: 45
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Riferimento: sul "mio" nichilismo
Citazione:
A me sembra che confermi questa presunzione (che non considero da un punto di vista accusatorio, ma di semplici meccanismi mentali che adoperiamo senza notarne i difetti), dal momento che fai la lista delle cose che pensi di non sapere, trascurando che tante cose non le sappiamo anche perché proprio non sappiamo di non saperle, cioè non sappiamo neanche che esistono. Io per esempio intuisco che avrei da scoprire universi interi nel mondo dell'arte, cioè della pittura, della musica, della letteratura, interi modi di pensare che chissà come mi cambierebbero la vita, ma non posso farlo per diversi motivi. Ci sarà pure qualche motivo se un quadro con uno scarabocchio viene acquistato per migliaia o forse anche milioni di euro: non penso che sia soltanto per la convenienza collezionistica o altri meccanismi banali; piuttosto mi è facile sospettare che nessuno mi ha educato a questi gusti e chissà, forse morirò senza averli mai sperimentati: sono sensibilità che richiedono lunghi tirocini per essere acquisite. D'altra parte, mi sforzo di non dimenticare che anche ogni visione materialistica, meccanicistica, non è altro che una visione, una prospettiva come tante altre: non c'è alcun motivo per ritenerla la migliore o la più importante; e questo senza alcun bisogno di appellarsi all'idea che debbano esistere altri mondi soprannaturali. Forse le parole più sintomatiche che hai scritto sono "Non mi sono attaccato a niente": secondo me ci sono attaccamenti che meritano di essere sperimentati, nonostante la vita spesso sembra fare di tutto per scoraggiarci. |
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05-03-2014, 00.31.19 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-01-2013
Messaggi: 331
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Riferimento: sul "mio" nichilismo
Citazione:
una risposta nicciana : Sì ma il tuo discorso è forse valido a livello di valore, perchè poi appunto ognuno vive la sua vita come può. Magari il valore è quello nicciano, che il nichilismo l'aveva inteso, ossia rendere possibile ciò che è potenzialmente l'uomo. E infatti il valore lo ricerchi anzitutto distiguendo cosa è uomo e cosa no. L'uomo non è Dio, ma l'uomo non è nemmeno il suo Lavoro. Ma appunto per conoscersi l'uomo deve conoscere Dio e deve conoscere il Lavoro. Si può essere anche spettatori (una sorta di sguardo lievemente staccato, lievemente sprezzante), ma sempre vivendo la vita, e cioè distinguendo, secondo le proprie capacità, ciò che è uomo, da ciò che non lo è. In questo senso il nichilismo va attraversato. Ovvero va attraversatol il pensiero della morte, che poi in realtà è il pensiero della differenza a partire dall'altro, fino ad arrivare a capire nella morte (nel pensiero dell'atto del morire) che l'altro(la morte) sei tu.(appunto non sei tu). Quanta riflessione su questo? Da Platone a Epicuro passando per tutta la stoà greca. E' vero oggi dopo secoli di dominio pastorale ecclesiastico, la chiesa è in difficoltà, la chiesa intesa come comunità, comunità intesa come differenti altro-da me nel pensiero della differenza ossia dell' oltremorte.(eppure la religione non è che non ha niente da dire) Il valore non è che non cè, il valore è nascosto dal nichilismo(ossia la crisi dei valori), dalla ideologia che omologa le idee, che spinge a che il valore sia nascosto. Il punto che descrivi non è umano, non esiste un punto esterno da te stesso su cui tu possa decidere cosa abbia valore e cosa no.(in questo sono d'accordo con Angelo) è vero che le memorie spariranno con noi, e cioè noi non saremo più noi: ma mentre viviamo quelle memorie, non sono forse fonte di sentimenti, di relazioni? Perchè bisognerebbe svalutare la vita quotidiana?(quand'anco accettassimo la visione di una relatività assoluta, cosa che io non faccio). Il nostro io è Memoria in definitiva. Lo spectator vitae potrebbe anche essere l'uomo ghiacciato dalla paura stessa del vivere, dalla comulazione di memorie (non di merci ahimè) che non vogliono essere cambiate (istinto sopravvivenza), dalla percezione del sè (teoria del narcisimo o identificazione). Ossia dell'uomo che si ghiaccia perchè decide che non c'è più bisogno e/o potenzialità e/o desiderio al cambiamento. La differenza con la psichiatria è che uno può sempre scegliere (non c'è coercizione), da lì, dal nodo della scelta emerge l'uomo, o l'essere che sia. La scelta morale kantiana nient'altro è che questo. Una volta conosciuto il limite, appunto l'impossibilità dell'io di raggiungere l'occhio del terzo (dell'altro, di Dio, della Morte stessa) all'uomo non è vero che resta il nulla, il relativo...ma l'apertura stessa alle infinite relazioni io-altro-mondo. Ci vorrebbe un pò di metafisica teorica per capire che in fondo lo stesso io, ossia noi stessi parliamo già come "corpo di relazioni". I valori nascono all'interno di quel limite caro spectator vitae. Perciò le parole del Poeta nazionale "oggi solo questo possiamo dirti, cosa non siamo, cosa non vogliamo." sono una epopea del negativo. Il positivo sta solo nel suo negativo, nel suo limite. I valori, le relazioni nascono proprio perchè c'è la morte e non il contrario. (severino dissentirebbe, ma appunto per lui la morte non esiste, ma il post diventerebbe troppo lungo) |
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05-03-2014, 07.04.26 | #6 | |
Ospite
Data registrazione: 20-08-2013
Messaggi: 67
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Riferimento: sul "mio" nichilismo
Citazione:
Questo punto di vista nichilistico sembra che non veda oltre l'inizio e la fine e non vive se non in relazione ad un fine che dovrebbe avvolgerlo di significato, ma non tiene conto per nulla del presente. Che senso ha essere nichilisti nel presente? La vita potrebbe non avere un senso, bene e male sono soltanto concezioni e punti di vista, non c'è niente di meglio che dell'altro...tutte valutazione viste dall'arrivo, dalla morte. Il punto di vista con cui una persona guarda il mondo a parer mio va inserito nel presente, fa differenza mangiare un piatto di pasta al sugo rispetto una coscia di topo. Per la vita infine? No, per il tuo presente, per il tuo attimo di piacere. Ci sono un sacco di varianti significative per l'identità del presente della persona, anche se nel punto di morte avranno un'aspetto nichilistico. Psicologicamente parlando a parer mio l'aspetto che ci porta a divenir nichilisti non è la comprensione, ma il sollevamento da qualsivoglia responsabilità o per fuga dal dispiacere. Sfido a trovar una persona che nel godimento e nella serenità scambi quel suo presente con uno nichilista e asessuato. Parlo in generale, non è riferito a te personalmente |
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05-03-2014, 16.12.31 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-01-2010
Messaggi: 89
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Riferimento: sul "mio" nichilismo
La morte, la mia, è probabile, non è certa, mentre sono assolutamente certo dell'esistenza dell'essere, della mia e di tante altre cose che fanno parte della mia storia, qualunque cosa ciò significhi.
Non riesco a comprendere l'associazione ripetuta da molti tra il nichilismo, inteso come l'assenza di fini, di senso della vita, e la morte. Se gli uomini o i viventi fossero immortali il problema non si porrebbe? La mia obiezione all'angoscioso nichilismo è semplicemente la mia gioia di vivere, anche se per un tempo limitato. Mi diverte l'idea di creare i miei fini dal nulla, anche se transeunti: quale smisurata libertà. |
05-03-2014, 16.28.22 | #9 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 12-02-2014
Messaggi: 36
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Riferimento: sul "mio" nichilismo
Citazione:
Se io fossi qui per sperimentare questo tipo di vita, non si porrebbe il problema del nonsense, perchè avrebbe un senso il vivere e sopratutto lo avrebbe il soffrire. Mentre vivere, soffrire , sopravvivere per poi sparire nel nulla è al quanto grottesco e assurdo. Ultima modifica di AnimaB. : 05-03-2014 alle ore 17.40.47. |
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05-03-2014, 18.31.02 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: sul "mio" nichilismo
Citazione:
Quello che esponi anche in questa occasione é solo un tuo atteggiamento soggettivo (anche se dai sempre la netta -e decisamente sgradevole- impressione di pretendere indebitamente che debba essere universalmente condiviso, se non addirittura oggettivo). Altri, come Baylham (che per la cronaca non conosco) e me (per nostra fortuna!), si ritrovano ad avere altrettanto lecitamente e fondatamente (e soggettivamente) un atteggiamento ben diverso di fronte alla finitezza della vita: di serena accettazione. A caval donato non si guarda in bocca (e la vita, con tutte le soddisfazioni che ci da, non ce la siamo procuarta da noi). |
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