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05-04-2014, 20.22.27 | #27 |
Ospite abituale
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Riferimento: Mente umana generata dal caos ?
L'uomo chiama evoluzione l'adattamento e crede sia unidirezionale nonostante l'evidenza gli suggerisca che all'evoluzione, concepita come attuazione delle potenzialità dell'essere, si oppone l'involuzione nella ciclica danza in cui l'essere umano, quando inciampa, pensa di essere super intelligente. Ridicola è pure la facilità con cui in molti sono disposti a fare affidamento sulle ultime concezioni della scienza, notoriamente ipotetiche, e sono innumerevoli quelli che si riempiono la bocca con la fisica dei quanti, che non modifica in nulla le passate teorie, tranne nell'ipotizzare le probabilità nelle quali le particelle sub atomiche si possano trovare a essere in una posizione specifica, oppure in un'altra. Singolarmente il credere comune si solidifica sulle vecchie concezioni... proprio mentre la scienza procede il suo cammino elaborandone di nuove, che non daranno risposte convincenti perché il dominio scientifico non può dare spiegazioni che esorbitino la sfera di indagine propria alla ricerca scientifica. La scienza sperimentale non ha necessità della metafisica tanto quanto la metafisica non ha alcun bisogno delle sperimentazioni scientifiche, e questo perché sono campi d'indagine separati e senza alcun punto in comune.
L'intelligenza individuale è la conseguenza dell'Intelligenza a carattere universale, e quando un individuo mette in dubbio l'esistenza della seconda nega, senza saperlo, anche la propria che ritiene essere quella dominante. Mille miliardi di cellule di cui è composto il nostro organismo ce lo dicono, obbedendo all'intelligenza organica che ci lascia vivere coi nostri tentativi di intossicarne le meravigliose capacità, e l'intelligenza organica è ancora poca cosa, quando confrontata a quella universale che gestisce l'indefinito universo elargendoci il proprio amore. |
05-04-2014, 21.20.40 | #28 |
Moderatore
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Riferimento: Mente umana generata dal caos ?
Il punto è che ci si trova sempre davanti alla medesima contraddizione insolubile: come può il nulla diventare qualcosa? Come può l'assolutamente insignificante diventare significato?
L'ipotesi del Creatore evidentemente non risolve, poiché implica che nel niente fino alla creazione eterno già vi fosse eternamente un creatore, dunque il niente non era niente. Nell'immaginario metafisico scientifico il niente è invece sostituito dal vuoto quantistico che pur pullulando di particelle che istantaneamente si vanificano è niente in media. E certo dire che qualcosa viene per caso a sussistere da un niente in media è assolutamente problematico. Cos'è quel qualcosa che dà ragione iniziale dell' universo, delle leggi fisiche e dello spazio tempo stesso? Quel qualcosa per cui un prima di esso non ha senso? Ma lo stesso vale per la coscienza, come fa la coscienza ad apparire a un certo punto dal non cosciente, come fa il non cosciente a realizzare l'impossibile di diventare cosciente? Oppure occorre immaginare una super coscienza che da fuori del mondo rende coscienti alcuni esseri nel mondo magari soffiandoci dentro, ma dov'è questo fuori del mondo? In quale mondo abita? Il punto è che forse l'idea di un principio che sempre implica una fine sta nella necessità di mostrarsi di ciò che è e che non può apparire se non nella rappresentazione di una storia e le storie per avere senso compiuto devono cominciare e finire. Quello che a noi appare è una storia ove tutto quello che ora c'è prima non c'era e domani non ci sarà più, mentre quello era o sarà non è. E noi ci siamo dentro a questa grande illusione, perché solo così può manifestarsi fenomenologicamente il mondo che ci comprende, in modo sempre contraddittorio. |
05-04-2014, 21.57.38 | #29 |
Ospite abituale
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Riferimento: Mente umana generata dal caos ?
Quando si procede da presupposti errati si finisce inevitabilmente nel vicolo cieco della contraddizione. Dal nulla nulla si crea, lo sanno anche i sassi. La questione non è da impostare sul concetto di creazione di qualcosa da un nulla, perché il nulla non può contenere alcunché senza contraddirsi. L'Assoluto non è il nulla e tutto può tranne che contraddirsi. Occasionalmente è associato al nulla, ma solo perché, essendo assoluto, non può essere determinato da definizioni che ne limiterebbero l'assolutezza. Dell'Assoluto si può dire solo quello che l'Assoluto non è. Assoluto=privo di parti in relazione tra loro, indiviso e totale, unico di conseguenza perché due o più assoluti si limiterebbero a vicenda. Infinito=privo di limiti. Eterno=non sottomesso alla durata temporale. Se non si capiscono questi semplici concetti non ci si può lamentare di essere preda del dubbio. La Realtà assoluta non è determinabile, ed è per questo che gli induisti la chiamano Brahma, che significa "Quello". La manifestazione della realtà relativa è la riflessione, capovolta, delle potenzialità infinite dell'Assoluto che diventano indefinite nel loro manifestarsi.
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06-04-2014, 14.06.07 | #30 |
Ospite abituale
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Riferimento: Mente umana generata dal caos ?
Vorrei proporre qui alcune considerazioni avanzate dagli atomisti del periodo antico della filosofia, quando le loro teorie venivano a dialogare (o anche, se si vuole, a contendersi il merito della sensatezza) con quelle degli stoici.
Si potrebbe dire che gli stoici erano "creazionisti" (non c'era troppa differenza tra il Demiurgo e il logos impersonale diciamo) e gli atomisti no, un po come alcuni scienziati (forse riduzionisti) e i sostenitori di un ordine "intelligente" oggi. Molti fisici utilizzano questo tipo di argomentazioni tutt'ora, soprattutto per salvaguardare un certo determinismo e per escludere il bisogno di un ordine intelligente o teleologico (che persegua dei fini). Partirò con un argomentazione degli stoici a favore del "logos" o d'un Demiurgo ordinatore: <<si porti un modello dell'universo [sistema solare] ad un barbaro e gli si chieda: "secondo te questo oggetto l'ha costruito qualcuno o è frutto del caso?"; quel barbaro sicuramente risponderà che l'ha costruito qualcuno. Ora, considerando che quello era solo un semplice modellino, cosa dovremmo credere a riguardo della generazione dell'universo reale che è assai più complesso? Che è il frutto di una mente ordinatrice, ovvio.>> A queste e ad altri tipi di argomentazione gli atomisti, che s'erano resi bene conto della potenza del concetto di infinito rispondevano che di fronte a un'infinita gamma di universi possibili (in cui gli atomi si potevano disporre in moltissimi modi diversi) uno di essi doveva essere il nostro. Certo, potrebbe sembrare assurdo pensare che le cose si siano disposte in modo da generare l'intelligenza umana, ma tra un infinita gamma di possibilità, prima o poi dovremmo sbucare fuori (stessa cosa del discorso delle scimmie)). Ma contro ciò alcuni affermarono una cosa equivalente a questa (che spiego attraverso l'esempio delle scimmie): s'è detto che avendo un tempo infinito delle scimmie con una tastiera sarebbero in grado di scrivere delle vere opere d'arte; ma una tastiera consta d'un numero di tasti finito (le lettere sono un tot finito), per cui una combinazione di questi tasti finiti in un tempo infinito potrebbe portare a quel risultato. Ma cosa dire se i tasti fossero infiniti (se i simboli fossero illimitati di numero)? In questo caso la possibilità che si generi un opera d'arte tornerebbe ad essere assai bassa. (questo argomento sembra avere senso, comunque, fintantoché non si ammetta l'esistenza di non infinite ma di tutte le possibilità come realizzatesi o realizzantesi adesso, e dopo spiegherò meglio). A allora Epicuro (una dei più importanti atomisti) ammise la quantità di atomi essere finita, sebbene innumerabile per noi, come la quantità di tipi di atomi. Oggi, per quanto attiene la fisica sentiamo spesso parlare del multiverso. Infatti alcuni scienziati hanno ammesso che non c'è motivo per cui certe forze fondamentali si presentino con quelle costanti che si sono trovate (e se le cose non stessero esattamente così pianeti e stelle collasserebbero molto più facilmente non permettendo la vita), per cui, dicono, devono esistere altri universi in cui le costanti sono diverse e non solo; per eludere il problema dell'indeterminismo degli atomi si può supporre che esista un universo per ogni possibile posizione che gli atomi potrebbero occupare. In questo modo si può tornare ad un puro determinismo e anti-finalismo; tutte le possibilità sono date, la nostra è una di quelle. Come ho fatto notare però questo discorso può funzionare (ma questa è la mia opinione, certamente esistono anche altre possibili critiche) fintanto che si ammetta come esistente ogni possibilità e non già infinite possibilità. Perché una serie infinita di possibilità può escludere dal suo dominio quelle che sono rilevanti per noi -tipo il nostro particolare universo- (cioè si possono dare infinite scritte senza che nessuna sia sensata, solo tra tutte quelle possibili non si può escludere l'opera di Dante o di chi per lui). Ma io non credo nel concetto di assoluto, né credo che l'assoluto sia dato (non potendo, come dice Maral, rientrare in una coscienza e così "porsi in essere"), per cui non posso essere determinista in questo senso. Invece Epicuro nella sua teoria parla del "clinamen", cioè dell'indeterminismo atomico, e lo presenta non come il caso puro (come la scienza di oggi tende a fare) ma come una facoltà volitiva degli atomi stessi. In questa teoria, per quanto strana, io tendo a credere oggi (questo mi permette anche di considerare l'evoluzione tramite un tassello in può, un pò contro il neo-darwinismo se si vuole). Per quanto attiene l'inizio dell'universo per me non ha senso parlare del nulla, quindi non trovo possibile pensare che dobbiamo essere sbucati dal nulla, in ogni caso porterò un argomento contro l'esistenza perpetua dell'universo mossa da alcuni teologi/filosofi medievali (forse anche prima, ma non saprei). C'era il problema di decidere se vi fu un atto (da parte di una mente intelligente o meno) di creazione o se l'universo era sempre esistito: <<se l'universo fosse sempre esistito dovrebbero essere successe infinite cose prima del nostro avvento per cui, in realtà, noi non saremmo mai dovuti arrivare, ma dovremmo aspettare che le infinite cose prima di noi avvengano tutte, il che è assurdo. L'universo dunque si è generato e probabilmente finirà perché ciò che ha un inizio ha anche una fine (anche se nel Timeo di Platone si parla di un inizio senza la fine).>> Una teoria che supponga infiniti Big-Bang consecuti non si salva da questo ragionamento. Un saluto, spero di aver portato motivi costruttivi di ragionamento (scusate per la forma, ma andavo di fretta). Ultima modifica di Aggressor : 07-04-2014 alle ore 10.29.20. |