Citazione:
Originalmente inviato da leibnicht
Non siamo "moderni", nella misura in cui pretendiamo all'autenticità di Heidegger.
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Non è il mio caso. Ma la modernità è finita - e anche la postmodernità.
Citazione:
Originalmente inviato da leibnicht
Quali sono le possibilità alternative?
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Vaste débat...
Non è nelle mie capacità dire qualcosa di sensato sulla base di un piccolo spunto.
Bisogna prima intendersi su quale sia l' orizzonte del discorso.
Su un piano propriamente filosofico - ammesso e non concesso di capirsi su che cosa sia - penso che si possa essere ottimisti. Certo, nessun ottimismo sarebbe veramente giustificabile sulla base del mercato delle idee, sulla base di quella specie di perverso beauty contest che è la filosofia accademica. Ma proprio per questo mi sento di dire che - in opposizione ai professionisti della filosofia - la filosofia ritorna a una libertà originaria, all' ambizione alla fondazione che sembrava assolutamente persa nel XX secolo.
Abbondiamo di senso storico, al punto di sapere come non farlo degenerare in dogmatismo. S'è installata ormai l' idea di ricorrere sistematicamente alle genealogie del sapere e questo dà una capacità di analisi nuova e più potente. I risultati poi non sono quasi mai all' altezza delle attese, di tanto post-modernismo se ne sarebbe potuto fare a meno, ci sono stati quarti d'ora di celebrità che non sono comprensibili al di fuori di una dimensione "mondana". Ma il sospetto sistematico, se accompagnato da una certa generosità e capacità di simpatia intellettuale, può fare solo bene. Insomma il complottismo fine a se stesso è tutto meno quello che pretende di essere. Ma, giustamente, se si è complottisti rispetto al complottismo, la disgregazione dei paradigni può portare buoni frutti.
Allo stesso tempo il grave problema della specializzazione dei saperi non sembra più insormontabile, è possibile fare filosofia disponendo di una decente conoscenza scientifica, non "bleeding edge" forse, ma comunque sufficientemente comprensiva.
Di sicuro abbiamo un accesso alle informazioni (a condizione di sapere un po' di inglese) che solo 20 anni fa non era nemmeno concepibile. I risultati di questi sconvolgimenti sono palpabili, questo forum - insieme a tanti altri - ne dà una dimostrazione. Purtroppo, mediamente, siamo un po' ignoranti - e narcisisti - e troppa filosofia è fatta con una certa disonestà intellettuale (il che non vuol dire con scopi deliberatamente ideologici - che, al limite, sarebbe meglio). Per non parlare della astrusa ricerca di oscuri linguaggi pseudo-tecnici che, personalmente, mi fanno pensare solo alla ricerca di una nicchia di mercato, o alla famosa "invidia della fisica".
Vabbe', tutto questo probabilmente suona un po' astruso e non vale davvero la pena di indugiare. Il residuo secco è che la questione sulla natura e sul valore della conoscenza - se posso permettermi, sulla "volontà di verità - è il buon fondamento del prossimo Zeitgeist. Ma questo sarà un altro secolo di transizione.
Se, invece, da un piano filosofico, passiamo a quello politico e lo concentriamo all'Europa, il discorso cambia. Particolarmente per l'Italia è difficile immaginare un futuro che meriti questo nome, che non coincida con la dissoluzione. E, francamente, è giusto così - ce la siamo voluta.
Personalmente credo che oramai il tramonto dell'occidente, per quanto riguarda gli europei, è compiuto. Il futuro appartiene al sangue nuovo, a quelli che hanno ancora una vera forza psichica - non è il nostro caso... E' più che probabile che le decisioni dipenderanno da una nuova e ibrida aristocrazia mondiale (di qualità mediocre) e che il potere politico sia sempre più svuotato del suo contenuto. E le masse torneranno a fare quello che hanno sempre fatto, cioè le masse, felici di credere a quello che gli è stato detto di credere. In realtà questo schema è già all'opera - se posso fare anch' io il mio piccolo complottismo, penso che ci sia già una specie di dottrina politica esoterica di questo tipo all'opera, il cui capostipite potrebbe essere Leo Strauss.
Per quelli come me non è veramente un problema, per definizione noi non viviamo mai nel nostro tempo.