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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
25-09-2013, 22.33.29 | #15 |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Un convivio per ragionar d'amore
Si dice che una persona per poter amare prima deve essere stata amata.
Fin da bambini questa “sfera affettiva” deve formarsi nell’ essere ’amati prima dai genitori.. Le “crepe” in questa sfera affettiva genereranno problematiche psicologiche. L’amore costruisce e si sorregge su un sistema di relazioni, quali ad esempio la sincerità che a sua volta genera la fiducia. Ebbene , trovare una persona che non è amata e che ancora sa amare, una persona che non trova fiducia dagli altri , ma nonostante ciò riesce a riversarne agli altri significa che si è trovato l’amore disinteressato, la vera potenza umana che rompe le catene. Perché una delle mie convinzioni è che coloro che non hanno completato quella “sfera affettiva” a loro volta tenderanno a perpetuare ai loro figli quella sfera affettiva incompleta , come una tara che trapassa di generazione in generazione. Chi riesce a spezzare la catena naturale della causa effetto con l’amore disinteressato , di chi ha subito torti ma riesce a non farne ad altri ,di chi ha sublimato una colpa ricevuta e attraverso una propria meditazione riesce a maturare la convinzione che un amore è amore e basta, allora siamo davanti ad un salto evolutivo dell’umanità.. E nulla è più forte e disarmante di un amore capace persino di non riceverne: un amore “pietas”.. |
26-09-2013, 09.45.57 | #16 | ||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Un convivio per ragionar d'amore
Gyta:
Citazione:
Ovviamente nel dialogo non si intende demone nell'accezione cristiana, ma in quella greca di essere che fa da ponte tra il divino e l'umano e li tiene in comunicazione. Sarà che non credo molto nella psicanalisi, ma dubito che possa essere un mezzo efficace all'amore. Forse il transfert psicanalitico può richiamare l'amore, prepararne il terreno, ma mi sembra più che altro un surrogato. donquixote: Ma ti rendi conto di quanto è difficile, se non proprio impossibile amare davvero questo prossimo e non in astratto? Chiunque ti si presenti davanti, fosse pure un Hitler, un dottor Mengele, il peggiore degli aguzzini, un massacratore o un sadico torturatore violentatore di bambini? Certo virtualmente possiamo amare tutti gli individui dell'intero universo, ma in realtà come potremo mai? E allora si finge, si finge di essere buoni, ubbidienti e amorevoli cristiani a cui è comandato di amare ogni prossimo, anche se fa proprio schifo e ribrezzo. E l'amore finto, quello che deve essere mostrato, ma non si sente per nulla ci fa ancora più schifo. Il problema resta come si fa a rendere davvero, concretamente possibile Agape? Eros figlio della Povertà e dell'Espediente avrà pure natali meno nobili, ma almeno è più vero. paul11 Citazione:
I credenti trovano facile risposta senza accorgersi che è una non risposta, ma chi non crede? Dove sta l'oltreuomo capace di amare senza aspettarsi nulla, ma ancor di più senza nemmeno aver mai ricevuto nulla? Amare per il gusto di amare, dare per la pura gioia di dare, per nobiltà di sentimento assolutamente non calcolante. Eppure qualcuno dovrà pure esserci stato, altrimenti l'amore sarebbe impossibile, o forse è proprio impossibile, è solo un'illusione di cui piace illudersi, chissà. Ciao a tutti |
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26-09-2013, 11.26.54 | #17 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Esiste qualcosa al di fuori dell'io?
Ma amore cos'è, attività o passività?
Amo perchè voglio amare o perchè sono trascinato da qualcosa che neanche so bene cos'è? Nel primo caso uno non potrebbe amare altri che se stesso o chi sia preventivamente disposto a lasciarsi amare, nel secondo uno direbbe di amare quando non è che uno spettatore della propria passività. |
26-09-2013, 15.53.35 | #18 | ||||
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Riferimento: Un convivio per ragionar d'amore
Citazione:
Il demone non l’ho inteso in accezione cristiana, l’ho inteso come metafora, al pari di ciò che per chi conosce il buddismo non a livello superficiale chiama demone. Quindi la mia risposta ha voluto calcare sul significato aggiunto che il termine “demone” porta in sé e che va a rappresentare un apporto al terreno mentale interiore e non una pulizia dei contenuti come proponevo. Citazione:
Citazione:
Citazione:
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27-09-2013, 18.16.37 | #19 | |
Moderatore
Data registrazione: 23-05-2007
Messaggi: 241
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Riferimento: Un convivio per ragionar d'amore
Citazione:
Pensare che sia difficile, o peggio ancora impossibile, è frutto di un banale equivoco. È impossibile solo se si intende la manifestazione d'amore espressa come se fosse ispirata da eros, ovvero tendente all'attaccamento e alla dipendenza nei confronti dell'oggetto d'amore, che solitamente non è la persona che amiamo per quella che effettivamente è, bensì il frutto di una proiezione idealizzata delle nostre aspettative, tanto che di solito non si ama una persona "vera" ma l'idea che di tale persona ci siamo fatti. Nel caso di agape le cose stanno diversamente. Agape è una forma di relazione del tutto differente da quella originata dall'azione di eros o espressa dal concetto di philia; è amore come giustizia e unione nella distinzione: cosa significa? Che non presuppone alcun giudizio morale di alcun genere, e nemmeno un sentimento o un'attrazione, per potersi manifestare. Può quindi farlo nei confronti di qualunque ente poiché esso dovrà essere amato per quello che è, e in quanto costitutivo di un ente più significativo di cui chiunque fa parte, ed è quindi in questo senso che si potrà riconoscere il proprio prossimo come "fratello". Un esempio che si può fare di ciò che si intende lo puoi trarre dalla canzone "il pescatore" di De André, ove il protagonista «versa il vino e spezza il pane per chi diceva "ho sete, ho fame"» senza minimamente inquietarsi del fatto che colui che passava fosse un assassino. Oppure lo puoi trovare nella famosa parabola del buon Samaritano, ove costui si prende cura dell'uomo assalito dai briganti senza preoccuparsi del fatto che quest'uomo gli sia amico o nemico, e non esprime alcun tipo di giudizio ma dopo averlo accudito lo lascia presso l'osteria proseguendo poi per la sua strada. Oppure anche nella storiella zen che racconta di due monaci che stavano camminando da un monastero ad un altro. Durante il viaggio incontrano una geisha che ha difficoltà ad attraversare la strada invasa da una enorme pozzanghera; uno dei due la prende in braccio e la trasporta oltre la pozzanghera, poi proseguono il cammino. Giunti a destinazione un monaco si rivolge all'altro ammonendolo: "la nostra religione ci proibisce di toccare le donne; meno che mai quelle giovani e belle. Perché tu l'hai fatto?" E l'altro risponde: "Io quella donna l'ho lasciata laggiù. Tu la stai portando ancora con te?". Si tratta quindi di riconoscere il prossimo per quello che è e, se del caso, aiutarlo ad esserlo, ma senza per questo voler giudicare secondo i nostri schemi morali o rimanere in qualche modo legati a lui, o all'eventuale azione compiuta aspettandoci qualcosa in cambio, fosse anche un moto d'orgoglio, o provare magari rimorso per averla compiuta. La carità cristiana, come comunemente intesa oggi, non c'entra un tubo con questo tipo di amore e con quello che predicava il Cristo, ma si riduce ad una banale elemosina spesso in funzione di una possibile, o a volte pretesa, assimilazione di coloro che si aiuta (e li si va a cercare anche in paesi lontanissimi) al proprio credo. Ogni gesto che presuppone, o comunque si aspetta, una ricompensa (terrena o celeste è indifferente) non è certamente ispirato da agape, e non lo è nemmeno un gesto che tenda a rendere il prossimo diverso da ciò che è, e quindi per quanto mi riguarda sono fermamente contrario a tutte le organizzazioni filantropiche che negli ultimi decenni sono aumentate esponenzialmente di numero. L'obiettivo più difficile da raggiungere, per quanto imprescindibile, per poter parlare di agape è quindi una preventiva liberazione da ogni schema di giudizio particolare, raggiunto il quale ogni comportamento nei confronti del prossimo diverrà naturalmente giusto. |
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01-10-2013, 09.51.01 | #20 | |||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Un convivio per ragionar d'amore
Citazione:
Citazione:
Ma, come dicevo sopra, io posso benissimo sospendere ogni giudizio morale su tali individui a favore della comprensione psicologica del loro percorso nefasto e pur tuttavia non amarli per nulla. Citazione:
In tal caso l'amore è solo nel gesto, un gesto non voluto e non progettato, una sorta di meccanismo istintuale che porta a soccorrere l'altro in difficoltà indipendentemente da ogni altra considerazione. L'altro, il prossimo che mi passa vicino, non lo conosco, ma non posso fare a meno di soccorrerlo se lo vedo in difficoltà. Agape è quindi una pura prassi empatica messa in moto dal vedere, sentire e toccare lo stato di bisogno altrui che riviviamo in noi stessi. Risolto questo stato di bisogno poi ognuno procede per la sua strada: sconosciuti si era e sconosciuti si resta pur essendosi profondamente per un attimo accostati. In questo posso essere d'accordo e certamente non vi è nulla di più distante da questo atto di soccorso istintuale di tante organizzazioni filantropiche che progettano e pianificano non solo i soccorsi, ma a volte persino la necessità del dolore a cui portare soccorso. |
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