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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
16-01-2013, 13.09.36 | #7 |
Ospite abituale
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Messaggi: 331
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Riferimento: Kant si contraddice (?)
ottimo leibnicht !
Per rispondere però in maniera più tecnica a fedefreak mi riferisco alla introduzione alla critica della ragion pratica. In quella kant si sforza di far capire che non esiste una critica della ragion pura pratica, poiché essa è già presente nella vita di tutti gli uomini e precisamente nel loro quotidiano. Ho sentito parlare di un kant che crede in dio, e la lezione “luterana” di leibchnit mi convince, ma almeno nel libro in questione da me citato, egli parla di wirken, una forza sottesa e autodimostrante. Qualcosa insomma di necessario, senza scommesse pascaliane o escatologiche. La commisione non ti ha bloccato perchè non poteva prevedere che la tua frase fosse da intendere in senso tecnico, probabilmente l'hanno accetta pensando che tu avessi in mente l'importanza del concetto di libertà, ma l'assunto “che noi dobbiamo cedere” come assoluto, e quindi la tua conseguente ipotesi di scommessa, è totalmente errata. Ogni uomo è necessariamente libero, pena l'impossibilità della contingenza. È l'imperativo che dipende semmai dall'intelletto in nome di una ragione che ha in sé lo slancio impossibile ad un pensiero infinito. La critica della ragion pura, può anche esser considerata come l'impossibilità di accedere alla cosa in sé però. È proprio per quello che la dimostrazione è già sempre e solo nella contingenza storica, essa è l'appiglio pratico che esiste quello slancio (che altrimenti potrebbe esser scambiato per fantasia o illusione). Capisci ora che quel “noi dobbiamo credere” ha le "maglie molto più strette" di quel che invece assumevi. |
17-01-2013, 07.59.40 | #8 |
Ospite abituale
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Riferimento: Kant si contraddice (?)
Si, il concetto dell'unità della natura e delle leggi che la governano è visto come qualcosa di contingente in sé e necessario all'intelletto poiché esso per conoscere ha bisogno di passare dal particolare all'universale e contrario. Finalità e meccanismo sono pure qualcosa di simile, ma la libertà mi pare abbia un dominio nel piano noumenico, è accettata come "la legge" di quel piano inconoscibile e indeterminato per noi, a cui appunto possiamo ascrivere fini e determinazioni che potrebbero non appartenergli affatto. Non conoscendo la verità del piano noumenico, non possiamo additargli quei principi che ci permettono di comprendere il mondo fenomenico, per cui accade che la causalità (concetto contrapposto a quello di libertà) e tutti i principi trascendentali lascino spazio ad una indeterminazione (per noi), che è, in qualche senso, la libertà.
Ti consiglio di leggere bene la prefazione della critica del giudizio e, se riesci, tentare di comprendere il secondo libro (della critica del giudizio) nei punti in cui parla di teleologia, perché cercando di conciliare i due domini Kant tenta di "rivelare" una soluzione finale tra dualismi quali libertà e meccanismo, insomma tenta un contatto tra quei domini così concettualmente separati. |
17-01-2013, 09.05.47 | #9 |
Ospite abituale
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Riferimento: Kant si contraddice (?)
Poi ho letto (non direttamente nelle pagine dei libri di Kant) che egli presupponeva la libertà in quanto "avvertita" da ogni soggetto.. ma in ogni caso nella critica del giudizio egli tenta di individuare un'ambito dell'esperienza in cui la libertà produca evidentemente degli effetti, cioè riveli la sua "consistenza", e lo identifica almeno nell'esperienza estetica del "bello".
Così cerca di dimostrare che ciò che chiamiamo davvero "bello", cioè non ciò che può essere detto anche "piacevole" ecc., è giudicato in modo totalmente slegato da riferimenti a concetti determinati. Una sedia può essere detta bella, ma magiri perché la sua forma è conforme allo scopo di farci stare comodi, allora in realtà qui non si parla del "bello" puro. C'è una coazione da parte dell'intelletto che non rende il giudizio libero, ma indirizzato ad un concetto determinato, per cui è pure possibile addurre regole "scientifiche" (cioè di solito si dice che l'arte non si può insegnare e/o non ha regole, ma effettivamente si può insegnare a costruire sedie comode). Quando invece si ammira un paesaggio, ad esempio, l'immaginazione e l'intelletto non possiedono esplicitamente un concetto a cui riferirsi per giudicarne la bellezza, cioè, dice Kant, si ritrovano in una si tuazione di "libero giuoco"; nessuna coazione= libertà. Il fatto è che in questi tipi di giudizio privi di riferimenti concettuali, sembriamo riconoscere nelle forme della natura (ma pure dell'arte umana) una conformità ad uno scopo che è però indeterminato, o meglio sconosciuto. |
17-01-2013, 18.10.23 | #10 |
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Riferimento: Kant si contraddice (?)
0xdeadbeef credo ti abbia risposto in modo sommamente esauriente... ; ...tutto cio' che in Kant e' certezza, e' una certezza morale...; possiamo solo sperare che Dio esista, perche' cio' che e' fuori di noi ( se esiste , ma per Kant esiste, se il noumeno esiste) lo possiamo conoscere soltanto attraverso di noi, e non riguardo a cio' che e' per se' stesso.
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