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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 15-01-2013, 18.29.16   #11
Soren
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Riferimento: Arte, scienza e filosofia

Sono d'accordo con Ulysse quando afferma che al contorno le tre si confondano, con però la filosofia al centro ed arte e scienza agli estremi. Non condivido l'immagine dell'albero che aldilà della poeticità, ha poco a che vedere con la questione.. secondo me.
Quel che intendo e la mia nozione delle tre, partendo dalla più netta alla meno.

Scienza: studia la realtà nei suoi componenti più concreti e misurabili: dimensioni, loro meccaniche generali ( cioè tempo e spazio, matematica, fisica ), loro declinazioni particolari ( biologia, astronomia, le scienze in senso generale ), fino agli oggetti e loro proprietà. Tutto ciò secondo criteri oggettivi - il risultato è un dato conoscitivo.
Filosofia: studia la realtà partendo dal pensiero umano, i suoi limiti, attributi, categorie etc. In sè, come ordine del mondo in astratto, dovrebbe essere una scienza, ma per l'alta difficoltà dell'operazione, soprattutto in aree dove mancano parole, idee o significati condivisi, si può figurare anche come un'arte, anche per il motivo che cercando una conoscenza universalmente valida, può basarsi solo su logismi vari anziché sull'osservazione diretta - specie in campo metafisico e metalogico - ciò la svincola in un qualche modo dalla scienza perché la sua verificabilità rimane interna al linguaggio con cui si esprime, e permette una certa libertà d'espressione entro ai suoi limiti ( assiomi e principi generali del linguaggio ), cosa che la contraddistingue dalla scienza - cioé che la ragione possa non stare tutta da una parte ( specialmente nelle sue speculazioni pratiche ), oltre al fatto che è una disciplina in cui regna un certo "buio".
Arte: è una disciplina o meglio "corpus di discipline" culturali; ha un valore perlopiù storico; il suo compito ( stando a Schopenhauer e Platone mi pare ? ) sarebbe di raffigurare idee, è considerato il mezzo per eccellenza per esprimere la propria libertà e potenza ( qui intese perlopiù come lo stesso ) nelle società avanzate. L'arte raffigura caratteri, il cui primo dovere è di far sorgere una qualche impressione soggettiva. Per cui l'arte è essenzialmente una disciplina vaga, perché deve nascondere qualcosa per essere arte: un'intenzione, un pensiero, un sentimento, attraverso la quale si modella ma che rimane inespresso. L'inganno ( o se si vuole essere più pacati, il nascondiglio ) è la sua dimensione fondante. Ha di buono che, comunicando intuitivamente l'inespresso senza in alcun modo attaccare il suo orizzonte di significato, può facilitare e individualizzare la comprensione di un contenuto anche difficile dandone appunto un'immagine vaga ( un ottimo esempio in poesia è l'infinito di Leopardi, ma anche molte statue greche che ho visto mi paiono ritrarre molto bene certe idee loro ). Andando ad indagare le relazioni tra le tre ( ciò che le contraddistingue in riferimento alle altre )

Scienza: è una conoscenza oggettiva, si occupa di tutta la realtà quantificabile e misurabile - l'interpretazione è qui del numero - univoca - tutto è sistema; l'uomo ed il mondo sono posti sotto uno sguardo oggettivo, estraneo.
Filosofia: è una metaconoscenza, indaga l'oggetto attraverso il soggetto e viceversa: è un dialogo tra l'uomo ed il ( suo ) mondo.
Arte: è espressione di qualcosa di astratto ma soggettivo, qui il mondo sparisce per dare spazio all'uomo: esso parla a sè stesso o agli altri.

Perciò se dovessi farti un disegno sarebbe su tre livelli diversi di discorso, con la filosofia come centro o legame.

cioè sarebbe: Arte - uomo / filosofia - dialogo tra uomo e mondo / scienza - mondo

Ultima modifica di Soren : 15-01-2013 alle ore 21.12.51.
Soren is offline  
Vecchio 16-01-2013, 10.48.41   #12
Il_Dubbio
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Riferimento: Arte, scienza e filosofia

Citazione:
Originalmente inviato da Soren
Scienza: studia la realtà nei suoi componenti più concreti e misurabili:
Citazione:
Originalmente inviato da Soren
Filosofia: studia la realtà partendo dal pensiero umano, i suoi limiti, attributi, categorie etc.

Citazione:
Originalmente inviato da Soren
Arte: è una disciplina o meglio "corpus di discipline" culturali; ha un valore perlopiù storico;


Al centro di queste tre discipline io credo ci sia il pensiero umano. Su questo spero che nessuno dica il contrario.
La scienza non studia la realtà, quindi, senza l'ausilio del pensiero. E chiaramente nemmeno l'arte sarebbe possibile senza il pensiero.

Ciò che distingue la scienza la filosofia e l'arte è la finalità.
Continuo con l'analogia dell'albero. La scienza studia l'albero come un oggetto distinto dal pensiero, quindi il fine della scienza non è studiare il pensiero dell'albero ma studiare l'albero. La filosofia studia invece direttamente il pensiero dell'albero anche tentando di trovare le giuste relazioni tra questo pensiero (puro) e l'oggetto dello studio scientifico. L'arte invece ha il fine di (anche se sono d'accordo sul fatto che abbia per lo più un valore storico) suscitare sentimenti o, meglio dire, di trasportare il sentimento verso una elaborazione mentale che permetta di essere "visualizzata" attraverso l'opera d'arte.

Mi soffermo un po' di più sull'arte. L'artista non è solo un "sentimentale", è un uomo qualunque che invece di studiare solo il pensiero di Kant o il teorema di Pitagora, ha studiato soprattutto la tecnica dell'arte, direi in modo "scientifico", e l'ha sfruttata per creare, all'interno di essa, opere d'arte. L'opera d'arte è come l'impronta digitale dell'artista. Non ce ne una uguale. All'interno della tecnica sono possibili infatti (forse) infinite opere artistiche.
Uno degli enigmi è se la tecnica sia in continua creazione oppure giunti ad un certo punto non è possibile inventare o "scoprire" nuove tecniche.
La tecnica infatti sfrutta le conoscenze scientifiche. Immagino, per esempio un pittore che volesse sfruttare le conoscenze della meccanica quantistica per creare i propri quadri. Quella sarebbe un'opera d'arte?
Chiaramente io non saprei come sfruttare la m.q. per fare quadri, però se fosse possibile, quella la chiameremmo -tecnica pittorica dei quanti- (me la sto inventando, non esiste).
Mi sono inventato questa tecnica per mettere in risalto come l'artista per essere chiamato tale non può dipendere totalmente dalla tecnica. L'artista ha bisogno di essere libero di trasformare il suo sentimento in opera d'arte sfruttando la tecnica; non è artista colui il quale usa meccanicamente una tecnica per sfornare opere solo fintamente artistiche. Immagino però che, in qualche modo, opere d'arte che fruttino la tecnica dei quanti, sarebbero casuali e non elaborate dalla mente dell'artista. Dopo di che, come tutti sanno, l'artista per eccellenza è la Natura, mentre l'uomo è solo il suo manovale.
In sintesi l'artista usa le conoscenze naturali e all'interno di queste crea forme o figure più prettamente singolari cioè che dipendono dal suo singolo pensiero o sentimento. Ovvero l'artista deve essere libero di esprimere la sua elaborazione mentale attraverso l'arte, ma non può rendere l'arte un mero meccanismo naturale anche se non può nemmeno creare una tecnica fuori della natura.
Ad esempio si può parlare di musica. Essa sfrutta la naturalità dei suoni. Un bambino che batte forte un pezzo di legno su un tavolo farà rumore. Qual è allora la differenza fra rumore e musica? Il rumore creato sfrutta in modo perfetto la naturalità dei suoni, quindi il bambino è un artista? Al bambino poi piace sentire quel rumore, e in quel momento quella è la sua primordiale elaborazione mentale e sentimentale. Il bambino sta quindi creando un'opera d'arte?
Soren ha quindi ragione nel dire che l'arte ha valore per lo più storico. Il bambino non fa altro che ripetere (in modo naturale) quel che facevano gli antichi. La loro prima elaborazione mentale di musica non doveva essere molto differente dal quel che fa ogni bambino con un pezzo di legno fra le mani: sperimentare la naturalità dei suoni. Dopo di che è intervenuta, storicamente, un'elaborazione più sofisticata. Questa elaborazione ha avuto al suo centro sia il pensiero che la natura.
Mi piace sottolineare come la natura non è qualcosa di diverso dal pensiero, essa è pensiero almeno in senso artistico e filosofico. Solo la scienza (ed è qui che i due rami del sapere si dividono) crede di poter studiare la natura come se essa fosse oggettivamente studiabile a prescindere dal pensiero. Ciò non è possibile e nemmeno pensabile. La scienza è una elaborazione del pensiero, quindi non può la scienza uscir fuori dal pensiero. La scienza del pensiero non è quindi la neurologia, ma forse proprio la filosofia e l'arte. La prima perchè studia il pensiero dal suo interno, la seconda perchè cerca di rendere il pensiero alla portata dei sensi. Quest'ultima affermazione mi sembra importante. Il pensiero è letto dall'artista; è trasformato in oggetto artistico; alla fine è riletto dal pensiero. Direi che l'arte è la forma circolare del pensiero.
Potrei infine dire che l'oggetto artistico (un quadro, una musica ecc.) è la forma più vicina alla scienza. Il pensiero artistico è più propriamente l'arte in sé, mentre la rilettura dell'oggetto artistico è più vicina alla filosofia.
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 16-01-2013, 22.30.08   #13
0xdeadbeef
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Riferimento: Arte, scienza e filosofia

@ Ulysse
Io credo, francamente, che tu sottovaluti troppo il ruolo della filosofia come "medium" fra la conoscenza
artistica (che è conoscenza dell'"anima", o conoscenza del "possibile", come diceva Aristotele) e la conoscenza
scientifica (che è conoscenza "oggettiva", cioè empiricamente verificabile, o conoscenza del "necessario",
sempre secondo Aristotele).
Come dicevo, la filosofia sorge come esigenza di una verità non mediata dal "mythos" (che è la credenza; la
tradizione; in ultima analisi la religione); come esigenza di una verità "evidente", che si "svela". E
svelandosi rivela quella che è la sua più intima natura: la filosofia pone il fondamento della verità come
processo, non come dogma.
A mio parere, è molto difficile non vedere nella genesi della filosofia il prodromo della scienza.
Quindi non capisco questo tuo accostare la filosofia alla religione; questo tuo quasi voler affermare (ti
interpreto così, poi magari sbaglio) un "progresso" che dalla religione, e attraverso la filosofia, porta
alla verità "ultima" della scienza.
Se così fosse, il tuo è un ragionamento finalistico, quindi molto più metafisico di quel che immagini.
Affermi infatti che il mito: "è rimasto nell'arte anche nei millenni a venire poiché attraverso l’arte l’uomo
rappresentava e rappresenta la propria interiorità, emozioni, e speranze…assieme a cio’ che considera bello,
soddisfacente ed esaltante. Il mito si è via via evoluto e l'uomo ha poi imparato ad esprimere la religione
e la filosofia esplicandosi in forma tendenzialmente logica: la cosa accadeva 4 o 5 mila anni fa…o forse
anche prima".
Beh, credo proprio di doverti chiedere il significato di tutto ciò...
A mio avviso, il mito resta nell'arte durante i millenni proprio perchè non si "evolve" l'interiorità umana,
con le sue emozioni e le sue speranze (così come non si evolve la filosofia, visto che il dato empirico ci
dice che esiste in internet un forum nel quale gli utenti parlano di "essere" e di "non-essere", cioè di
un argomento di cui parlava Parmenide svariati lustri orsono...).
Come puoi, inoltre, sostenere un argomento come quello per cui la religione e la filosofia si sarebbero:
"evolute in forme sempre più raffinate"? Forse il dato empirico ti dice che il clericalismo di oggi è più
raffinato degli insegnamenti di Cristo? Forse il fondamentalismo islamico è più raffinato degli antichi "sufi"?
E' forse espressione di una maggior raffinatezza il fatto che oggi vengano riprese teorie filosofiche come
quella di Parmenide (Severino) o quella circa l'Essere ad opera di Heidegger?
E ancora: come puoi non accorgerti che la scienza di Galileo non nasce dal nulla ma da una opera certosina
che vede la filosofia riprendere il concetto aristotelico (che definisci "avvizzito") di "natura" e porre le
basi per la fondazione delle grandi università?
Credi forse che senza il fondamentale apporto dell'Ordine Francescano, e di Guglielmo d'Ockam in particolare,
(senza cioè la netta distinzione fra "fides" e "ratio"), ci sarebbe stata la "Rivoluzione Scientifica del 600?
Hai mai veduto (o letto) il meraviglioso "Il Nome della Rosa"? Non noti come Guglielmo da Baskerville ragioni,
già nel 300, in modo scientifico?
Credo sia inutile che io continui. Almeno finchè non abbiamo chiarito a sufficienza questi fondamentali punti.
un saluto
0xdeadbeef is offline  
Vecchio 17-01-2013, 22.44.38   #14
0xdeadbeef
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@ Soren
A mio avviso Ulysse incorre in due errori.
Il primo, mi sembra, è quello di non considerare come "conoscenza" l'arte e la filosofia. Il secondo, a mio
parere assai più grave, è quello di delineare una specie di "evoluzionismo culturale"; che dalla religione
e dall'arte arriva, attraverso la filosofia, alla verità "ultima" della scienza.
Gli stessi graffiti preistorici sono una prima e seppur rudimentale forma di "conoscenza". Così come "conoscenza"
è da considerare, a mio parere, la religione.
La tragedia e la commedia greca sono da considerare, a tutti gli effetti, come forme di conoscenza (così come
conoscenza è l'anfiteatro romano).
Da queste forme sorge, appunto come "medium", la filosofia. Una filosofia che, in grecia, pone le basi della
conoscenza scientifica.
Dunque la nascita della scienza mette tutti d'accordo e zittisce le altre discipline? Io non credo proprio...
In occidente l'arte espressa dai poemi epici anticipa il sorgere delle lingue e delle culture "nazionali" dopo
i secoli dell'impero. Allo stesso modo, l'arte "fiorentina" anticipa la grande riflessione filosofica sull'
uomo di M.de Montaigne (così come, lo dicevo, la riscoperta di Aristotele spiana la strada alla "Rivoluzione
Scientifica).
L'Illuminismo filosofico è preceduto dall'arte (visiva e letteraria), così come pure l'Idealismo.
Agli albori del 900 è ancora l'arte ad anticipare la riflessione filosofica di Nietzsche (il termine "nichilista"
è coniato da Turgenev in "Padri e Figli"). Il Surrealismo; il Cubismo; la poesia "ermetica" anticipano ed
accompagnano quella destrutturazione del "soggetto creatore" che farà l'esistenzialismo.
Che fa la scienza nel frattempo? Dopo aver applicato sanguisughe per molti secoli (mi si perdoni l'irriverenza),
la fisica relativistica scopre empiricamente quello che Kant aveva detto secoli prima (cioè che non esiste un
"oggetto" a prescindere dal "soggetto).
Va bene: ho esagerato. Perchè il valore della scienza non può in alcun modo essere messo in discussione. Solo
che vorrei (ma è un desiderio vano, perchè oggi il mondo si è addirittura messo in testa che la scienza possa
divenire, oltre che "mezzo", quale è naturalmente, anche "fine") un pò di rispetto per queste altre tanto
bistrattate discipline, oggi considerate come cosa da....sfigati (dico bene?).
La scienza, come dicevo, vede molto nitidamente, ma vede assai poco lontano. Così poco lontano che si è messa
in testa "lei" di dirimere le questioni fondamentali circa il "senso" della vita umana (e perchè non anche
animale?). I risultati li abbiamo sotto gli occhi da svariati punti di vista:
la scienza "economica" ci dice che è razionale essere precari a vita e non andare mai in pensione (ne dico
due tra le tante...).
la psicologia (o neurovattelapescacosa....) ci dice che il "mal di vivere" (così era chiamata la depressione)
è null'altro che una malattia, e che come tale va curata.
Va beh dai, la faccio finita qui (concordo con il tuo "disegno": molto schematico ma significativo).
un saluto
0xdeadbeef is offline  
Vecchio 20-01-2013, 20.21.04   #15
ulysse
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Riferimento: Arte, scienza e filosofia

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Al centro di queste tre discipline io credo ci sia il pensiero umano. Su questo spero che nessuno dica il contrario.........
La cosa mi pare ovvia…inutile dire!
La peculiarità degli umani è il pensare..anzi il pensare coscienti di pensare…quindi non è il pensare che distingue la tre discipline.
Certo che ogni attività richiede e conforma un modo espressivo peculiare.
In effettti:

1)- L’artista si sforza, nel perseguire la propria opera, di prescindere dal pensiero logico ricorrendo al pensiero laterale ed alla emozione.
Egli sviluppa, in genere, con la creatività, una eclatante sensibilità nei confronti della propria interiorità interferente con gli eventi circostanti o di respiro globale.

2)- Il filosofo punta e fida pressocchè esclusicamente sul pensiero logico elucubrando intorno dell’umano nei confronti del fisico e del metafisico.

3)- Lo scienziato si avvale del pensiero logico/matematico (pensiero verticale), ma si avvale anche il pensiero laterale (intuizione/creatività) nonchè della sperimentazione.
Contrariamente all’artista, nel processo di studio e ricerca, lo scienziato si sforza di prescindere dalla personale emozione e coinvolgimento che ne potrebbero inquinare le risultanze.
Citazione:
Originalmente inviato da Soren
La Scienza: studia la realtà nei suoi componenti più concreti e misurabili:

Direi di più: la scienza, esplicando le varie branche di studio e di ricerca, persegue la conoscenza dell’universo comunque esso sia…in ogni suo fenomeno …compreso il fenomeno del vivere e del pensante.
I mezzi che la scienza utilizza, oltre che di ordine logico elucubrante, sono di ordine metodologico, strumentale, sperimentale, matematico, ecc…: E’ un tale riferimento alla concretezza che la distingue da ogni altra disciplina ed offre la maggior garanzia di veridicità in relazione al reale universo.

E’ scienza non tanto il trovato finale, ma soprattutto, il metodo scietifico perseguito: chi fa scienza applica il metodo...e viceversa...si giunga o meno a risultanza positiva o negativa.
Infatti:
Costituiscono scienza le teorie previsionali e di inquadramento dei fenomeni con loro correlazioni.
E’ scienza il perseguire la ipotetica teoria del tutto in cui troverebbero posto e correlazione l'esplicazione dei fenomeni dell’universo e l'univeso stesso.

La scienza ha relazione con ogni sapere o rappresentazione, ma l’accettazione in ambito scientifico di tali correlazioni deve essere perseguita con metodo scientifico.
Citazione:
originalmente inviato da Soren
La filosofia: studia la realtà partendo dal pensiero umano, i suoi limiti, attributi, categorie etc.
La filosofia, oltre che studiare i limiti della capacità pensante evolutivamnte acquisita dall'umano…li subisce anche!

Comunque, la filosofia, sulla scienza, ha un vantaggio di libertà...che sconta con la minore l'affidabilità: non è limitata dal riferimento concreto e dalla esigenza della misura e della sperimentazione. Essa può anche esplorare campi oltre la concretezza...ove misura e sperimentazione non sono possibili... col solo ausilio logico/razionale.

Per quanto, dalle mie poche letture filosofiche, mi par di dedurre l'esigenza da parte del filosofo, di tenere in conto il trovato scientifico..e, magari, da esso partire per l'esplorazione ulterire.

Diciamo che la disciplina filosofica può perseguire, dialetticamente e con le più svariate ipotesi, ogni “perché” circa il nostro esserci e l’universo stesso,… ma non sappiamo quali garanzie di veridicità e di congruenza possano offrire le eventuali risultanze prive di misura e sperimntazione: solo l’autorità eventuale del filosofo o della linea filosofica, e capacità dialettiche, possono garantire.....ma questo, a volte, è troppo poco!

In un certo senso, pare, la filosofia si rivoltola su se stessa: ognuno studia “da un suo proprio punto di vista", i punti di vista dei predecessori…cosicché, i vari punti di vista si moltiplicano e approfondiscono lo stesso argomento senza alcun passo avanti…e siamo sempre al palo.

Infatti, dopo duemila anni, ancora siamo alle prese col dilemma determinismo/indeterminismo, sul perché siamo, se siamo necessari, se abbiamo o meno un ruolo, se la realtà è veramente reale, se la luna scompare priva di osservatore, se il Principio Antropico sia finalizzato o meno, ecc…
…Tanto che dubiterei se, oggi, un tal filosofare apporti tutto il vantaggio che si dice.

Ne risulta che, dall'avvento della scienza ad oggi, molti argomenti relativi alla “conoscenza”, già caratteristici della filosofia, sono passati di mano…alla scienza fisica in particolare: il fatto è che il “metodo scientifico” sembra affrontarli più efficacemente.

Si ha un bel dire e rivendicare che la filosofia ha costituito il nocciolo duro del pensiero scientifico, che ha strutturato le menti, che ha posto i prodromi nelle strutture del pensiero umano per l’avvento della scienza, ecc…

A me pare invece che sia il contrario!

Di fatto è invece vero che la “Rivoluzione Scientifica” esplosa nel sedicesimo secolo (Copernico, Keplero, Bacone, Galileo, ecc…) è avvenuta soprattutto in contrasto con le strutture mentali con cui la Meccanica del Moto di Aristotele aveva erroneamente condizionato le menti umane fino ad allora…ed in parte anche fino ad oggi.

la rivoluzione scienfica ha dovuto lottare… anche nelle persona dei propri fautori (Giordano Bruno, Galileo, ecc…) per adeguare le menti e rivoltarle al nuovo diverso approccio scientifico.

Paradigmatico, a prescindere dalla specifica fantasiosa struttura cosmologica Aristotelico-Tolemaica, fu l’approccio allo studio della “Meccanica del Moto” introdotto da Galileo che rovesciò la “Meccanica Aristotelica” ancora prevalente nel XVI e fino al XVII secolo: il diverso e contrario approccio richiese nuove metodologie con nuove strutture mentali…e proprio questo fu il difficile: cambiara la testa della gente...degli stessi studiosi...inquinati dall'aproccio Aristotelico!

Per quanto paia oggi insignificante (ed infatti oggi non ce ne rendiamo conto tale è l'ovvietà) la RS fu una rivoluzione assai più radicale e profonda sulle menti umane…di quanto non sia oggi quella della Relatività di Einstein o quella della Quantistica.

Quindi fu, la RS, una rivoluzione che rivoluzionò profondamente sia il mondo filosofico che quello artistico ed umanistico oltre a quello religioso.

Fu il punto di svolta che portò gli uomini…almeno nella cultura occidentale… a cominciare a prendere su di sè il senso della autorealizzazione e della comprensione dell’Universo...di cui furono conseguenze culturali, con Kant e l’Illuminismo, il rivendicare l’uscita dalla sudditanza al Cielo e ad osare di affidarsi alla propria intelligenza.
Citazione:
Originalmente inviato da Soren
L’Arte: è una disciplina o meglio "corpus di discipline" culturali; ha un valore per lo più storico;
Non mi limiterei al prevalente valore storico! L’arte è ben di più!
Ma mi pare, infatti, che anche l’attualità offra grandi artisti...per quanto si diventi artisti... dopo!

Ma io non chiamerei l’arte una disciplina…è piuttosto una “espressione” e "interptretazione" umana. Inoltre non direi che l’arte deriva esclusivamente da una cultura…esistono artisti assolutamente non acculturati se non per le proprie esperienze…i naif, ad esempio,…o gli artisti di strada in qualunque campo…magari certi graffitari!

L’arte può esplicarsi in ogni campo della attività umana: attraverso una qualche forma d’arte inventata o intuita, l’uomo si esprime nel suo più genuino ed originale sentire.

L’arte, in qualche modo, insorge nell’artista come pensiero laterale…nuovo e originale…il come insorga è problematico dire!…Sarebbe frutto di intuizione/emozione… ed avviene per un salto logico!
E come dire che difficilmente trovi il nuovo scavando sempre lo stesso buco, osservando sempre più nella stessa direzione…ogni tanto devi passare di lato e scavare un nuovo buco…una nuova direzione …un diverso originale approccio.

Qualcosa del genere è avvenuto, infatti, anche nella rivoluzione scientifica dopo quasi 2000 anni passati a scavare sempre lo stesso buco...aristotelico..

Generalmente l’arte poggia su di una tecnica…come, del resto, ogni altra attività: porto ad esempio l'architettura…dove nel contempo l’architetto è artista, tecnico e scienziato! …e lo stesso pianista è padrone di una tecnica formidabile…e…magari non giunge ad essere artista!

Anche un matematico, un progettista di macchine, un comunicatore, ecc… può considerarsi artista quando “inventa” un qualcosa di originale cui non si arriverebbe con la sola tecnica ed il calcolo.

E’ vero, comunque, che l’arte non è la tecnica in sé: infatti non tutti coloro che sanno suonare il pianoforte sono artisti.

Comunque esiste la tecnica peculiare dello scultore, dello scrittore, del pittore, ecc…
Le tecniche si possono apprendere…ma ciò che l'artista esprime interpretando se stesso e gli eventi per mezzo di una tecnica, non si apprende…per quanto una buona tecnica possa dare, a volte, l’impressione di arte.

Magari l’arte può avere correlazioni con la filosofia…per quanto si appellino a metodiche diverse ed anche le finalità siano diverse.

Qualcosa del genere, ma anche di più si può dire per la scienza: difficilmente nell’artista si assomma il rigore e la conoscenza per accostarsi al bosone di Higgs!

Un pittore, ad esempio, potrebbe anche fantasticamente interpretare e rappresentare un evento della scienza fisica..quale l'apparire/scomparie del bosone di Higgs...a seconda della impressione/emozione che ne riceve.-

Sulla stessa linea un musicista potrebbe elaborare un sinfonia ove esprimere le proprie impressioni per la particella che incolla l’universo.
…Magari artisticamente sarebbe una grande sinfonia…ma non credo sarebbe di grande vantaggio per la ricerca.
ulysse is offline  
Vecchio 26-01-2013, 20.48.10   #16
ulysse
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Riferimento: Arte, scienza e filosofia

Citazione:
Originalmente inviato da ll_Dubbio
Al centro di queste tre discipline io credo ci sia il pensiero umano. Su questo spero che nessuno dica il contrario.
La scienza non studia la realtà, quindi, senza l'ausilio del pensiero. E chiaramente nemmeno l'arte sarebbe possibile senza il pensiero.
Mi pare ovvio…lapalissiano!
La peculiarità degli umani è il pensare..anzi il pensiro cosciente!…quindi non è il pensare che distingue.
Citazione:
Ciò che distingue la scienza la filosofia e l'arte è la finalità.
C’e qualcosa di vero, ma credo sia piuttosto una questione di metodo…
L’arte, ad esempio sembra rifuggire da una metodica…ed emerge da impulsi, emozioni, creatività dell’artista...anche se poi, alla base di una opera importante, non si prescinde da una tecnica/progetto.
Citazione:
Continuo con l'analogia dell'albero. La scienza studia l'albero come un oggetto distinto dal pensiero, quindi il fine della scienza non è studiare il pensiero dell'albero, ma studiare l'albero.
La filosofia studia invece direttamente il pensiero dell'albero anche tentando di trovare le giuste relazioni tra questo pensiero (puro) e l'oggetto dello studio scientifico.
Veramente se l’albero fosse dotato di pensiero esso pensiero sarebbe un tutt’uno con l’albero e la scienza studierebbe, il “come” e, possibilmente, anche il “perché” dell’albero pensante in un tutt'uno.
Magari qualcosa del genere farebbero il filosofo o l’artista, ciascuno con propria specifica metodologia.

A)- La metodologia scientifica è universale per ogni ricercatore...dalla intuizione alla sperimentazione/esplicazione matematica: l’albero è studiato come fenomeno inserito nel contesto dell’universo con misura, sperimentazione ed esplicazioni logico/matematica nell’ambito della teoria degli “alberi pensanti”. Al rilascio del trovato c’è la verifica: se il “risultante” corrisponda oggettivamente al “reale albero pensante” nello specifico contesto.

B)- Il filosofo considererebbe l’albero secondo il proprio punto di vista o della propria linea filosofica e potrebbe persino inserire l’albero in un contesto metafisico teorizzando che l’albero esiste solo se e quando sia osservato da un pensante.
Una correlazione fra risultanza scientifica e risultanza filosofica ritengo sia per lo più impossibile e sia vana la relativa ricerca. La ragione è che non esistono riferimenti comuni fra le rispettive metodologie: processo scientifico perseguente l’oggettività matematico/sperimentale da un lato… “punto di vista personale” solo logicamente sostenuto dall’altro lato.

Dal mio personale punto di vista, potrei anche ammettere che il filosofo sia nel “veridico”, tenuto anche conto delle incongruenze di un universo solo parzialmente conosciuto, ma proprio per questo è problematica una correlazione…e, in ogni caso, nella personalizzazione del filosofo, come valutare l’oggettività della risultanza?

C)-L’artista studierebbe e interpreterebbe l’albero nella propria ”Vision” e lo rappresenterebbe secondo l’impressione correlata al proprio stato d’animo o alla particolare corrente estetica di appartenenza: dalla metodologia dell’artista potrebbe conseguire un’opera d’arte o…uno sgorbio…anche in relazione alla particolare corrente prevalente al momento.
Citazione:
L'arte invece ha il fine di (anche se sono d'accordo sul fatto che abbia per lo più un valore storico) suscitare sentimenti o, meglio dire, di trasportare il sentimento verso una elaborazione mentale che permetta di essere "visualizzata" attraverso l'opera d'arte.[
Che l’arte, emergendo dalla emozione, punti a suscitare un qualche senso di emozione o sentimento anche nel fruitore, è vero, ma è la metodologia propria dell’artista, rifuggente proprio dal metodologico, che sarebbe in ogni caso discosto dalla metodologia filosofica e, tanto più da quella scientifica.
Citazione:
Mi soffermo un po' di più sull'arte. L'artista non è solo un "sentimentale", è un uomo qualunque che invece di studiare solo il pensiero di Kant o il teorema di Pitagora, ha studiato soprattutto la tecnica dell'arte, direi in modo "scientifico",…..
Eviterei di chiedere ad un ipotetico “artista” una specifica opinione circa l' estetica di Kant…o persino il teorema di Pitagora: a scanso di reazioni inconsulte o pericolose.
………………
Citazione:
Dopo di che, come tutti sanno, l'artista per eccellenza è la Natura, mentre l'uomo è solo il suo manovale.
In sintesi l'artista usa le conoscenze naturali e all'interno di queste crea forme o figure più prettamente singolari cioè che dipendono dal suo singolo pensiero o sentimento. Ovvero l'artista deve essere libero di esprimere la sua elaborazione mentale attraverso l'arte, ma non può rendere l'arte un mero meccanismo naturale anche se non può nemmeno creare una tecnica fuori della natura.
E’ un poco auto contraddittorio!
Non credo, comunque che l’arte si identifichi nella natura o che la natura sia espressione di arte.
Direi piuttosto che l’arte può emergere solo dalla libera interpretazione dell’artista in relazione ad emozione relativa ad un qualche evento od oggetto o fenomeno dell’universo…o da semplice astrazione
In ogni caso l’artista non è un manovale della natura...ne è interprete!
Citazione:
Ad esempio si può parlare di musica. Essa sfrutta la naturalità dei suoni. Un bambino che batte un pezzo di legno su un tavolo farà rumore…… Il bambino sta quindi creando un'opera d'arte?
Evidentemente no! Il rumore è solo rumore…non è interpretazione!
Citazione:
Soren ha quindi ragione nel dire che l'arte ha valore per lo più storico. Il bambino non fa altro che ripetere (in modo naturale) quel che facevano gli antichi. La loro prima elaborazione mentale di musica non doveva essere molto differente dal quel che fa ogni bambino con un pezzo di legno fra le mani: sperimentare la naturalità dei suoni. Dopo di che è intervenuta, storicamente, un'elaborazione più sofisticata. Questa elaborazione ha avuto al suo centro sia il pensiero che la natura.

Ma certo che c’è pensiero! Nell’artista, nell’ opera di creazione…. magari prevale, nell'artista, il pensiero laterale o divergente.
Ma gli antichi, nei loro riti, non facevano arte! …il loro era solo rumore o reiterazione rituale.
In effetti il bambino che batte il legno non crea arte… fa rumore…e la sua è solo sperimentazione…non interpretazione!

L’arte non è solo nella storia ..essa è nella creazione innovativa!
Infatti, pur nella combinazione di limitati elementi di base…con ventuno lettere Dante per la divina commedia…con solo sette note, Mozart o Behetoven per la “nona”, ecc …
Quindi è dalla originale e geniale ricombinazione degli elementi di base disponibili, che l’artista, con sensibilità ed emozione interpretativa, fa emergere l’arte.
Il fenomeno è sempre in corso …occorre solo saperlo riconoscere.
Citazione:
Mi piace sottolineare come la natura non è qualcosa di diverso dal pensiero, essa è pensiero almeno in senso artistico e filosofico. Solo la scienza (ed è qui che i due rami del sapere si dividono) crede di poter studiare la natura come se essa fosse oggettivamente studiabile a prescindere dal pensiero. Ciò non è possibile e nemmeno pensabile.

Non capisco cosa s’intenda col “prescindere dal pensiero“ studiando la natura!
La natura, l’universo, per quanto obbediscano a specifiche leggi, non hanno pensiero…solo leggi... scoperte o da scoprire.

La teoria di un “universo pensante” non è ancora formulata!...Non credo nemmeno in senso artistico o filosofico.

E’ per la capacità elucubrante del genio scienziato/ricercatore, che sempre più interpreta il come e il perché fenomenico dell’universo, che da Galileo ad oggi, il trovato scientifico ha avuto una escalation esponenziale!
Citazione:
La scienza è una elaborazione del pensiero, quindi non può la scienza uscir fuori dal pensiero.
Ma chi ha mai detto…che esce fuori!....
Citazione:
La scienza del pensiero non è quindi la neurologia,
Gli scopi e metodologie della filosofia vs. neurologia, sono diversi: la filosofia può aiutare per argomentazioni dilettiche relative a problematiche umane.

La neurologia studia e ricerca come funziona il cervello con sue eventuali anomalie …o come, ne emergano il pensiero e la coscienza…problema dei problemi!!!

Consiglierei, comunque, a chi si trovasse a lottare con la depressione o con pensamenti non congrui, di rivolgersi al neurologo…allo psicoterapeuta…ad uno strizzacervelli insomma...non al filosofo!

Comunque l’elucubrazione filosofica non è scienza…e non credo che vi aspiri!
Citazione:
ma forse proprio la filosofia e l'arte. La prima perchè studia il pensiero dal suo interno, la seconda perchè cerca di rendere il pensiero alla portata dei sensi. Quest'ultima affermazione mi sembra importante. Il pensiero è letto dall'artista; è trasformato in oggetto artistico; alla fine è riletto dal pensiero. Direi che l'arte è la forma circolare del pensiero.
Ma gran parte dei pensamenti umani esulano dall’arte. Essa costituisce solo una branca degli umani impegni ed esplicazioni.
Piuttosto che lettura del pensiero, l’arte è intuizione, eventualmente godimento emotivo… sia da parte dell’artista che del fruitore.
Citazione:
Potrei infine dire che l'oggetto artistico (un quadro, una musica ecc.) è la forma più vicina alla scienza. Il pensiero artistico è più propriamente l'arte in sé, mentre la rilettura dell'oggetto artistico è più vicina alla filosofia. .
In effetti, a volte, anche lo scienziato, nei suoi trovati e teorie controintuitive, può essere artista…difficile il viceversa!

D’altra parte l’oggetto artistico difficilmente può dare un intrinseco contributo scientifico: in genere, si tratta più di interpretazioni fantasiose ed emotive.

A proposito di queste ultime personali elucubrazioni sembra si possa dire…”così è se vi pare...”: manca, infatti, un qualunque riferimento sperimentale e appiglio per cui contestare o concordare!

Ultima modifica di ulysse : 27-01-2013 alle ore 18.43.34.
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