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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
22-08-2012, 11.07.16 | #32 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
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Riferimento: Sull'esistenza degli altri
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Perciò sei stato tu a dare per primo una valenza al discorso. Per altro, quello che affermi è vero: possiamo essere informati di tanti argomenti e meno su altri, però, essendo passati tanti millenni dalla loro esistenza, pensavo che qualche informazione ti fosse arrivata. Per altro, essendo anch’io un "Androide" come tutti, ho i miei limiti che riconosco. Naturalmente, riconoscendoli, ammetto la mia esistenza. Praticamente questo assunto vale anche come risposta al quesito posto dal thread. Ultima modifica di Tempo2011 : 22-08-2012 alle ore 20.54.53. |
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22-08-2012, 20.46.47 | #33 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
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Riferimento: Sull'esistenza degli altri
Citazione:
Era una risposta alla tua pretesa. Non puoi chiedermi di essere onnisciente, e comunque ho usato quella forma perchè non ti eri accorto che avevo usato il condizionale. Quando uno usa il condizione significa che mette in dubbio quel che sta affermando (e come potrei altrimenti io che mi chiamo Il_Dubbio ). Quando non metto in dubbio qualcosa, è per scherzo...tranne quando parlo della la mia esistenza! Citazione:
io invece si |
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27-09-2012, 19.54.01 | #34 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-08-2012
Messaggi: 128
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Riferimento: Sull'esistenza degli altri
Poiché la discussione Sull’esistenza di Dio era andata fuori tema, ho pensato di inserire in questa discussione, il cui tema mi sembra appropriato, la risposta che desidero dare all’ultimo messaggio di Gyta.
Citazione:
Secondo me, hai troppa fretta di tirare delle conclusioni. Qui non c’entra niente il desiderio di non soffrire, semmai è proprio il contrario: è l’accettazione del rischio di una sofferenza ancora maggiore. Perché in me non vi è nessuna volontà di negare o di affermare. Ossia non vi è nessuna “volontà” che nega l’esistenza oggettiva. E’ a mio avviso molto importante questo punto. Non c’è una volontà che s’impone determinando arbitrariamente cosa è reale e cosa non lo è. In questo caso si tratterebbe infatti, come tu dici, di una scorciatoia che si perde nel nulla. La constatazione che la persona oggettiva in sé non esiste è una situazione-limite! Non è perciò un punto di arrivo, ma di partenza. Un punto zero. Perché per me, soggetto nell’esserci, se la persona oggettiva è davvero esistita, allora è persa per sempre, e se viceversa non è mai esistita, si è trattato solo di un’illusione. Quando poi dico che ritorna a me come “cifra” della Trascendenza, ciò non vuol dire che tutto è risolto e viviamo felici e contenti. Per niente! La tensione resta in tutta la sua insuperabilità. Tuttavia, quella persona amata diventa, proprio a causa della tensione, di più di quanto sia mai stata come semplice persona oggettiva, perché si ripropone con nuove possibilità di interpretazione, in quanto niente è stato ancora deciso del tutto. E allora la speranza prende nuovo vigore, anche se… si fonda sul nulla. Mi sembra che la tua interpretazione sia vincolata a una visione razionale della realtà in cui prevale la soggettività. Dove la soggettività consiste nel mondo interiore da esplorare. Questo privilegiare la soggettività denota a mio avviso uno sbilanciamento, questo sì arbitrario. Inoltre non mi pare chiaro cosa intendi con “Ragione”. Immagino che per te la “Ragione” non si limiti alla Razionalità, ma se così è… nelle tue parole non avverto la necessaria problematicità. Che poi, immagino che con “soggettività” tu non intenda il soggetto, ma in fin dei conti ancora un’oggettività seppur appartenente al mondo interiore. La distinzione tra se stesso e l’altro è senz'altro indispensabile per poter pensare razionalmente, d'altronde la medesima distinzione è originaria nell’esserci. Il soggetto è inevitabilmente indeterminato, ed esclude da sé ogni possibile oggettivazione. Ciò che perciò esplori è sempre altro da te. Di modo che, come “esistenza”, siamo nel mezzo della scissione originaria soggetto-oggetto entrambi irraggiungibili. Ed è proprio in questo tendere ora verso l’oggetto, ora verso il soggetto, senza mai poterli raggiungere, che si chiarisce l’esistenza. Il nazionalsocialismo è l’espressione della volontà di potenza, che tutto vuol sottomettere. Mentre la fede nella Verità è proprio il suo contrario, perché si esplica, anche nel caso della persona amata, nel fare un passo indietro sperando che così appaia ciò che veramente è. |
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